Ludovico Zuccolo

Copertina de La repubblica d'Evandria (1625) di Ludovico Zuccolo. Edizione del 1944.

Ludovico Zuccolo detto "il Picentino" (Faenza, 18 settembre 1568Faenza, 1630) è stato uno scrittore e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ludovico Zuccolo nacque a Faenza il 18 settembre 1568. Fu chiamato il Picentino perché visse per nove anni alla corte d'Urbino.[1]

Scrisse varie opere, fra le quali un Discorso della ragione del numero del verso italiano (Venezia 1623), dove afferma il principio dell'unificazione dell'accento e della quantità nella poesia, dei Dialoghi (Venezia 1625), il più notevole dei quali è Belluzzo ovvero della città felice (ristampato a Bologna, 1930) dove lo Zuccolo, che critica L'Utopia di Tommaso Moro, delinea uno stato ideale, celebrando nel contempo la libertà della repubblica di San Marino. In altri dei Dialoghi, poi, egli mette in luce il rapporto che corre tra ripartizione della ricchezza e aumento della popolazione e sostiene che alle difficoltà inerenti al rapido crescere di quest'ultima può efficacemente rimediarsi solo attraverso una perequata distribuzione della prima. Ma lo scritto più importante dello Zuccolo è il breve trattato Della ragione di stato, compreso - come oracolo XI - nelle sue Considerazioni politiche e morali sopra cento oracoli d'illustri personaggi antichi (Venezia 1621; rist., a parte, da Benedetto Croce in La Critica, XXV [1927], pp. 117-128, e, nuovamente in Politici e moralisti del Seicento, Bari 1930, pp. 25-41): in esso lo Zuccolo, studiando il problema dell'autonomia della politica, perviene ad affermazioni che ne fanno il più notevole, forse, fra i pensatori politici di quel periodo.

Il racconto utopico La repubblica d'Evandria (contenuto nei Dialoghi, 1625) è considerato, assieme ad altre opere rinascimentali dello stesso genere, come una delle opere precorritrici della fantapolitica nell'ambito della fantascienza italiana.[2][3]

Opere (selezione)[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ludovico Zuccolo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Aldani, Fontana 1981, I parte.
  3. ^ Valla 2008, I parte.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti
  • Antonio Montanari, Uomini illustri di Faenza, I, Faenza 1883, parte 2ª p. 72;
  • Augusto Graziani, Le idee economiche degli scrittori emiliani e romagnoli, Modena 1893;
  • Friedrich Meinecke, Die Idee der Staatsräson in d. neueren Geschichte, Monaco-Berlino 1924, pp. 152-56;
  • Benedetto Croce, Lodovico Zuccolo e l'italianità, in Uomini e cose della vecchia Italia, s. 4ª, Bari 1927, pp. 183-94;
  • Benedetto Croce, la Storia dell'età barocca in Italia, Bari 1929, pp. 93-97, 165-67.
  • Paolo Pissavino, Ludovico Zuccolo, in Enciclopedia machiavelliana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014.
  • (FR) Lino Aldani e Jean-Pierre Fontana (a cura di), Une quête de l'identité, in Science-fiction italienne. L'opéra de l'apocalypse, Le Livre d'or de la science-fiction n. 5119, Éditions Pocket, 1981, ISBN 2-266-01073-5. (II parte)
  • Riccardo Valla, La fantascienza italiana (prima parte), in Delos, n. 54, marzo 2000. URL consultato il 30 aprile 2014. Seconda parte. Terza parte; riedito in Luigi Petruzzelli, Andrea Serafino e Riccardo Valla, Quattro passi tra le stelle, Edizioni della Vigna, 2008.
Approfondimenti

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Testi
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