Luigi Borghi (compositore)

Luigi Borghi (1745[1]Londra, 1806[1]) è stato un compositore e violinista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato forse a Bologna nel 1745[1], Borghi ha avuto come maestro Gaetano Pugnani che, pare, abbia seguito in vari paesi europei. Intorno al 1772 si stabilì a Londra, dove fu attivo come violinista d'orchestra: diresse nel 1784 i secondi violini in occasione della Handel Commemoration,[2] i Professional Concert dal 1785 al 1792 e suonò in diversi quartetti e orchestre da camera. Compose balletti per l'Opera Italiana di Londra. Negli anni '91 sposò la prima donna Anna Casentini.[1]

Massone, fu tra i fondatori della loggia di Londra The Nine Muses[3].

Stile[modifica | modifica wikitesto]

I suoi lavori, tra i quali spiccano i concerti per violino, furono composti in stile galante.[1]

Lavori[modifica | modifica wikitesto]

  • Op. 1: 6 soli per violino e basso continuo (1772)
  • Op. 2: 6 concerti per violino (1775)
  • Op. 3: 6 divertimenti per 2 violini (1777)
  • Op. 4: 6 soli per violino e basso continuo (1783)
  • 6 trii per 2 violini e basso continuo (1785 ca.)
  • Op. 5: 6 duetti per violino e violoncello/viola (1786)
  • Op. 6: 6 duetti ouverture in 4 parti (1787)
  • Op. 7: 12 divertimenti per 1-3 voci e clavicembalo/fortepiano (1790)
  • Op. 10: 3 duetti per 2 violini (1790 ca.)
  • Op. 11: 64 cadenze e soli per violino (1790 ca.)
  • 6 duetti per 2 violini (1800 ca.)
  • Pezzi in 6 divertimenti per 2 violini e basso continuo (1772)
  • Vari balletti, tra i quali:
    • Il ratto delle Sabine (balletto, 1782, Londra)
    • Le tuteur trompé (balletto, 1783, Londra)
  • Varie canzoni

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Giovanni Scalabrino, BORGHI, Luigi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 12, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1971. Modifica su Wikidata
  2. ^ Luigi Borghi, su treccani.it. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  3. ^ Giorgio Bottiglioni, "Luigi Borghinil bolognese che fondò la loggia The Nine Muses di Londra" (PDF), su glri.it, De Hominis Dignitate, Anno XIX N°17 – 2019, p. 45-47. URL consultato il 10 febbraio 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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