Magliano Sabina

Magliano Sabina
comune
Magliano Sabina – Stemma
Magliano Sabina – Bandiera
Magliano Sabina – Veduta
Magliano Sabina – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Lazio
Provincia Rieti
Amministrazione
SindacoGiulio Falcetta (lista civica Magliano futura insieme) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate42°22′N 12°29′E / 42.366667°N 12.483333°E42.366667; 12.483333 (Magliano Sabina)
Altitudine222 m s.l.m.
Superficie43,23 km²
Abitanti3 486[1] (31-1-2022)
Densità80,64 ab./km²
FrazioniFoglia
Comuni confinantiCalvi dell'Umbria (TR), Civita Castellana (VT), Collevecchio, Gallese (VT), Montebuono, Orte (VT), Otricoli (TR)
Altre informazioni
Cod. postale02046
Prefisso0744
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT057035
Cod. catastaleE812
TargaRI
Cl. sismicazona 2B (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 769 GG[3]
Nome abitantimaglianesi
Patronosan Liberatore vescovo e martire
Giorno festivo15 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Magliano Sabina
Magliano Sabina
Magliano Sabina – Mappa
Magliano Sabina – Mappa
Posizione del comune di Magliano Sabina nella provincia di Rieti
Sito istituzionale

Magliano Sabina è un comune italiano di 3 486 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Geograficamente nella Valle del Tevere, il comune di Magliano Sabina è dislocato tra Lazio ed Umbria. Il centro abitato sorge a 222 metri di altitudine su un terrazzo fluviale del Tevere. Il territorio è caratterizzato da un andamento collinare che precede il Subappennino (Monte Cosce e Monte Rosaro oggi chiamato Monte San Pancrazio). Il Torrente Campana o Aia di Campana, nel primo tratto scorre tra le colline di Cicignano e Collesala dove ne delimita il territorio comunale, l'omonima valle e l'antica strada Campana collegava il Tevere dove il torrente trova la foce. Il Torrente Aia, proveniente da Poggio Sommavilla, confluisce nel Tevere, circa frontalmente la foce del Treja nei pressi di Foglia.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Classificazione climatica: zona D, 1769 GR/G

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca preistorica[modifica | modifica wikitesto]

Alle origini il territorio era ricoperto dal mare, successivamente da un lago, detto Tiberino. Nel Pliocene emersero le colline attuali[4], dove ossidiane e selci lavorate indicano la comparsa dell'uomo[5].

Epoca arcaica[modifica | modifica wikitesto]

Le necropoli del Giglio, di San Biagio, di Castellano e di Collicello restituiscono reperti di un villaggio arcaico[6].

Epoca romana[modifica | modifica wikitesto]

Ville rustiche di età repubblicana e imperiale in tutto il territorio[7] e un nucleo abitato nella valle del Tevere, denominato Catiliano[8] (oggi stazione dell'Autostrada del Sole-A1), testimoniano la conquista romana.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la guerra goto-bizantina i Longobardi occupano Catiliano, posto al confine con lo Stato della Chiesa, e si stanziano nel “luogo chiamato Malliano” (VIII secolo), dove si trovano la chiesa di Santa Eugenia e quella di San Giovenale (817). Qui nasce il primo nucleo urbano, che subisce dall'876 al 913 le incursioni dei Saraceni. A difesa si costruisce il castello di Santa Eugenia[9]. Nel XII secolo Magliano è già una fortezza ben munita e importante, tanto che ospita nel 1155 Adriano IV e Federico Barbarossa[10] ed è soggetto al papato. Nel 1278 gli abitanti sono circa 1.500. In questo periodo si scontra con il comune di Narni, con cui stabilisce un patto di amicizia. Nel 1311 il senatore capitolino, Ludovico di Savoia assoggetta Magliano al Comune di Roma, di cui diventa vassallo[11].

Rinascimento[modifica | modifica wikitesto]

Nel secolo XV, grazie al porto fluviale, Magliano gode di una sostanziale ricchezza. Alessandro VI (1495) elegge Magliano sede della Diocesi Sabina e lo fregia del titolo di città[12]. Il 26 gennaio 1593 il cardinale Paleotti istituisce il Seminario Sabino[13]; vi sono sette chiese parrocchiali, alcuni conventi ed un istituto di ospitalità. Conta circa 3500 anime. La costruzione di Ponte Felice (1598-1623), voluta da Sisto V, elimina il porto fluviale, fonte di ricchezza, ma la deviazione del Tevere per la costruzione del ponte genera acque stagnanti, che diffondono epidemie. Magliano si avvia verso una diffusa miseria[14].

Nel 1600 «ha questa Città, oggidì per le miserie de' tempi, assai scaduta dal suo antico splendore, e che non gli rimasto poco più altro di onore, se non quello del Trono Vescovile, il territorio non è molto fertile, né meno, per la scarsezza del popolo, molto coltivato»[15]. Il capo priore manda gli elenchi dei miserabili e i debiti della Comunità al posto delle previsioni di bilancio. Nel 1700 « … questa Città videsi nella dura necessità, che questa Popolazione dovesse abbandonare le proprie Case, e fissare la rispettiva residenza chi negli Orti esistenti dentro la medesima, e chi nelle proprie Campagne... ». Inoltre «Nella Comunità di Magliano in Sabina per causa di terremoti, e tempi di piogge, molte famiglie oneste muoiono per la fame, per cui si deve provvedere... »[16]. La popolazione si riduce a circa 1800 abitanti.

Risorgimento[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo napoleonico Magliano è sede di cantone ed entra nel Dipartimento del Tevere[17]. Agli inizi del 1800 la comunità conta 1214 abitanti; negli anni Venti ha 1387 anime, che diventano 1634 al tempo del cardinale Carlo Odescalchi (1833-1836)[18]. Nel 1847 Pio IX toglie al comune di Roma i diritti di vassallaggio su Magliano dopo 536 anni. Passata la breve esperienza della Repubblica Romana, la città entra nella Delegazione di Rieti (1850) e ha una popolazione di circa 2000 abitanti.

Dal 1860 al 1870 è terra di confine fra lo Stato Pontificio e il Regno d'Italia ed appartiene alla Provincia dell'Umbria (in seguito di Perugia). La popolazione passa dai circa 2000 abitanti del 1860 ai 3108 del 1870, nonostante una violenta epidemia di colera (1867) avesse mietuto circa cento vittime in tre mesi. Alla vigilia della presa di Roma, nel settembre 1870, il generale Raffaele Cadorna insedia a Magliano il suo stato maggiore per attaccare lo Stato Pontificio[19].

L'apertura verso Roma, grazie alla linea ferroviaria Roma-Orte (1866), dà un forte impulso al commercio e all'agricoltura. Nel 1904 scoppiano moti contadini di risonanza nazionale[20].

Resistenza al nazifascismo[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima guerra mondiale Magliano registra molti caduti al fronte.

Nel quadro delle lotte proletarie rivoluzionarie del Biennio Rosso nel regno d'Italia, tra il 1919-1920 a Magliano i contadini rivendicano i diritti sociali, scioperano e occupano le terre da coltivare e si scontrano con le squadre fasciste organizzate e promosse da Valentino Orsolini Cencelli. Durante il fascismo i territori dei comuni e delle province vengono modificati: Magliano passa dalla provincia di Perugia a quella di Roma (1923) e, nel 1927, a quella di Rieti[21].

Durante la lotta di liberazione dal nazifascismo nella valle del Tevere, nei pressi della Localita' Frangellini[22] non lontano da Borghetto, frazione di Civita Castellana, avvenne un'azione legata alla resistenza, ricordata nelle memorie di Edmondo Marinelli, comandante partigiano del Btg. Giovanni Manni[23]- Brigata garibaldina A.Gramsci:

«Ai primi di novembre (1943) venuto a conoscenza che un caccia tedesco era stato abbattuto, da aerei alleati, con Mario Formaggi, Ultimo Bussoletti, Alverio Forti, ex carabiniere, Villemo Maggi, Luigi Commissari e Stefano Rossi ci recammo a Francellini (frazione del comune di Magliano Sabina nella valle del Tevere) vicino alla stazione di Civita Castellana[24]. Smontammo alla meglio due mitragliere, prendemmo su alla meglio qualche nastro di munizioni, e riposto tutto in un fascio di scopigli, le trasportammo di notte a Otricoli e a Gualdo. Potremmo renderle funzionanti grazie a Egisto Rossi, al quale avevamo recuperato a San Gemini un tornio che i tedeschi stavano trafugando in Germania[25][26]

Dalle Memorie di Edmondo Marinelli:

«Dopo la liberazione di Otricoli, Narni e Terni raggiunsi a piedi la mia famiglia a Gualdo.

La tregua duro’ poco, perche’ il giorno dei funerali di Tersilio Poggetti partigiano del “Manni”, ucciso dai tedeschi durante il rastrellamento sopra a Calvi dell’Umbria, ne rinvenimmo il corpo che una volta dissepolto venne riconosciuto da suo cugino Antonio Rossi grazie alla fibia dei pantaloni. La giustificata emozione fece scatenare l’ira di tanti antifascisti di Magliano Sabina che avevano subito il saccheggio e l’incendio delle loro case coloniche di proprieta’ del conte Cencelli e di quelli di Otricoli per le angherie subite.

Se la presero con l’agrario Gualtiero Birelli “Birellone” che fra l’altro aveva comandato gli squadristi durante gli incresciosi fatti di Magliano Sabina.»[27][28]

Periodo contemporaneo[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni fra le due guerre mondiali Magliano beneficia di un'economia florida, ma con la guerra va verso un'inesorabile decadenza. Nel dopoguerra si riprende, ma nel 1956 una stagione inclemente colpisce l'agricoltura e spopola le campagne. I lavori per la costruzione dell'Autostrada del Sole (fine anni Cinquanta) portano lavoro e benessere. Dopo l'inaugurazione del casello dell'A1 (1963), Magliano conta intorno a 4.000 abitanti, che negli anni settanta scendono notevolmente a circa 3.500, per attestarsi a poco più di 3.800, quanti risultano oggi.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La cattedrale dei Sabini

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Santuario di Santa Maria delle Grazie
  • Chiesa di San Michele Arcangelo
  • Santuario della Madonna di Uliano (Loc. Colle Sala)
  • Chiesa della Madonna degli Angeli (Loc. Angeli)
  • Chiesa dei Santi Cesareo e Rosa (Loc. Berardelli)
  • Chiesa di Santa Serena (Fraz. Foglia)
  • Chiesa romanica di San Pietro
San Pietro

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzo Vannicelli (oggi Municipio)
  • (ex) Seminario Vescovile
  • (ex) Edificio Scolastico
  • Ospedale vecchio
  • Porta Santa Croce
  • Porta Romana
  • Fontana Unità d'Italia
  • Torre Civica
  • Villa Solimani-Mariotti
  • Palazzo Orsolini-Cencelli
  • Palazzo Gori (oggi Museo)
  • Belvedere Giuseppe Mazzini
  • Monumento ai caduti della guerra 1915-18
  • Monumento de La Memoria (Loc. Frangellini)
Ponte Felice sopra al Tevere, tra il Borghetto (Frazione di Civita Castellana) e Magliano in Sabina, nel 1676

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto riguarda i resti archeologici, si segnalano:

  • I ruderi in località San Lorenzo del porto romano sul Tevere denominato Catiliano.
  • Sepolcro romano di Foglia.
  • Villa romana in località San Sebastiano, forse appartenuta alla famiglia dei Claudi per il rinvenimento di frammenti di doli che riportavano il nome di tale famiglia.
  • Villa romana in località Porto Sant'Agata, situata su un costone a strapiombo sul Tevere, dove era presente anche il porto romano di Foglia. La villa sembrerebbe aver avuto la doppia funzione di abitazione e magazzino per le merci. L'opus reticolatum è databile alla fine del II- I secolo a.C.
  • Necropoli arcaica del Giglio
  • Centro arcaico e necropoli di Foglia.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[29]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • Biblioteca comunale
  • Archivio storico comunale

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

  • Istituto Omnicomprensivo Statale "Sandro Pertini"

(Asilo nido, Scuole materna/elementare/media, Liceo scientifico "Mario Tagliacozzo", Istituto professionale per l'enogastronomia e l'ospitalità alberghiera)

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Teatri[modifica | modifica wikitesto]

  • Teatro Manlio (comunale)
  • Teatro parrocchiale

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Primi cittadini (dal 1980)[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1980 1993 Vittorino Rufini Sindaco
1993 1999 Paola Fratoni Sindaco
1999 2009 Angelo Lini Sindaco
2009 2019 Alfredo Graziani Sindaco
2019 in carica Giulio Falcetta Sindaco

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

 È raggiungibile dalla stazione di Civita Castellana-Magliano.

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è servito dalle seguenti strade:

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è la Polisportiva Maglianese, che milita nel girone B laziale di Promozione.

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

La Maglianese Volley, fondata nel 1957 e affiliata alla Federazione Italiana Pallavolo dal 1960, con più di 100 tesserati partecipa a diversi campionati giovanili sia femminili che maschili. La squadra maschile milita nel campionato regionale di serie C. Importante per il movimento anche la squadra Over.

Pugilato[modifica | modifica wikitesto]

Settore storico della Polisportiva Maglianese, con circa 30 tesserati e diversi atleti in ambito dilettantistico.

Karate[modifica | modifica wikitesto]

Settore storico della Polisportiva Maglianese; negli anni gli atleti maglianesi hanno conquistato ben 7 campionati italiani.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Tuccimei, I colli pliocenici di Magliano Sabino, in Gli studi d'Italia, anno III, vol.2, Roma 1880.
  5. ^ M. Pacciarelli, Materiali protostorici della Sabina tiberina, in Quaderni del Museo Archeologico di Magliano Sabina, Magliano Sabina 1991.
  6. ^ S. Quilici Gigli e P.Santoro, Magliano Sabina: la necropoli e il centro storico in “Archeologia laziale”, X, 2, 1990.
  7. ^ Colosi F., Costantini A., Gabrielli R., Piro S., Santoro P., Studio integrato multidisciplinare del territorio: il caso della Valle del Tevere, 2001.
  8. ^ Le liber censuum de l'église romaine, a cura di Paul Febre, Paris 1910.
  9. ^ Gregorio da Catino, Regesto di Farfa, a cura di I.Giorgi e U.Balzani, Roma 1872-1892, 1914.
  10. ^ A. Pagani, Magliano Sabino ed il Senato e il popolo Romano, Roma 1894.
  11. ^ C. D'Onofrio, I vassalli del Campidoglio, Roma 1965.
  12. ^ F. P. Sperandio, Sabina sacra e profana, antica e moderna, Roma 1790.
  13. ^ M. Mortin, il seminario sabino, Roma 1989.
  14. ^ F. P. Sperandio, op. cit, Roma 1790.
  15. ^ C. B. Piazza, Gerarchia cardinalizia, Roma 1703.
  16. ^ Archivio storico Comunale di Magliano Sabina, Antico regime.
  17. ^ G. Poeta, un feudo scomodo, Magliano Sabina 1995.
  18. ^ B. Marchetti, Ottocento Sabino, Roma 1988.
  19. ^ Magliano Sabina, terra di confine, a cura di Guido Poeta.
  20. ^ G. Poeta, Cronaca di una rivolta, Magliano Sabina 2007.
  21. ^ F. Palmegiani, Rieti e la regione Sabina, Roma 1932.
  22. ^ La frazione di Frangellini nel comune di Magliano Sabina (RI) Lazio, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 19 giugno 2023.
  23. ^ Giovanni Manni, operaio comunista accoltellato ventenne nel 1921 da un fascista sepolto a Terni. Operai antifascisti e partigiani a Terni, pag 372 Non qui sotto/questa nera zolla/dovevi finire la tua gioventu/straziata da ferro omicida/
  24. ^ Stazione di Civita Castellana-Magliano detta "stazione di Borghetto"
  25. ^ Maristella Marinelli ricorda il fratello Edmondo Marinelli comandante partigiano di Otricoli - 1. URL consultato il 20 maggio 2023.
  26. ^ Storia dei Tv Lumière sui luoghi della memoria a Calvi dell’Umbria ‹ ELETT.RI.TV, su www.elettrisonanti.net. URL consultato il 20 maggio 2023.
  27. ^ ELETTRITV, Maristella Marinelli ricorda il fratello Edmondo Marinelli comandante partigiano di Otricoli - 1. URL consultato il 17 dicembre 2023.
  28. ^ Storia dei Tv Lumière sui luoghi della memoria a Calvi dell’Umbria ‹ ELETT.RI.TV, su www.elettrisonanti.net. URL consultato il 17 dicembre 2023.
  29. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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