Magliaso

Magliaso
comune
Magliaso – Stemma
Magliaso – Veduta
Magliaso – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoLugano
Amministrazione
Lingue ufficialiItaliano
Territorio
Coordinate45°58′59″N 8°53′06″E / 45.983056°N 8.885°E45.983056; 8.885 (Magliaso)
Altitudine287 m s.l.m.
Superficie1,1 km²
Abitanti1 633 (31.12.2017)
Densità1 484,55 ab./km²
FrazioniCastellaccio
Comuni confinantiAgno, Caslano, Collina d'Oro, Neggio, Pura
Altre informazioni
Cod. postale6983
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5193
TargaTI
CircoloMagliasina
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Magliaso
Magliaso
Magliaso – Mappa
Magliaso – Mappa
Sito istituzionale

Magliaso (in dialetto ticinese Majas) è un comune svizzero di 1 633 abitanti del Canton Ticino, nel distretto di Lugano.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Magliaso è situato nel Malcantone, affacciato sul Lago di Lugano nella piana alluvionale del torrente Magliasina.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Citato come de Maliacis (769), de vico Maliaci (854), e formato da due nuclei abitati, il capoluogo, sviluppatosi lungo un'antica via di comunicazione, sotto la chiesa e il castello, e la frazione Castellaccio, sulla riva del lago. Un tempo erano numerosi i mulini costruiti lungo la roggia e le masserie sparse. In epoca longobarda a Magliaso sorgeva una corte del monastero di San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. Non vi sono prove documentate sulle origini dell'antica chiesa di San Quirico e del castello di San Giorgio, citato dal 1033 e nel fu catturato Landolfo da Carcano, vescovo di Como all'origine della guerra decennale fra Como e Milano (1118-1127). Risale a quell'epoca l'affresco che si trova sulla torre e che costituisce una delle poche testimonianze di pittura romanica profana di tutta la Svizzera. Il castello nel XIII secolo fu proprietà di un ramo dei Rusca di Como. Karl Konrad von Beroldingen, cancelliere del baliaggio di Lugano, acquisì diritti signorili sul villaggio, nel 1668, contribuì all'edificazione dell'attuale chiesa parrocchiale e fece trasformare i ruderi del castello in un sontuoso palazzo, ora in abbandono. Magliaso subì gli effetti di una forte emigrazione verso la Lombardia, l'America meridionale e, fino alla seconda guerra mondiale, verso la Svizzera interna[1].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma comunale è così blasonato: inquartato d'oro, nel primo e nel quarto, al globo imperiale d'azzurro, caricato da due stelle raggiate di sei, d'oro, alla croce latina, patente, di nero, attraversante il globo; nel terzo e nel quarto, al leone di nero, portante al collo la sciarpa d'azzurro, legata e svolazzante sul retro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa dei Santi Biagio e Macario

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:

Abitanti censiti[2]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Magliaso

Il paese è servito dalle stazioni di Magliaso e di Magliaso Paese della ferrovia Lugano-Ponte Tresa.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Ogni famiglia originaria del luogo faceva parte del cosiddetto comune patriziale e aveva la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del comune.

Da sempre assai ridotta la proprietà patriziale, questa fu definitivamente alienata nel 1863[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Bernardino Croci Maspoli, Magliaso, in Dizionario storico della Svizzera, 29 agosto 2008. URL consultato il 29 ottobre 2017.
  2. ^ Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 195-198.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 22, 125, 175, 304, 398-401, 460, 533, 575.
  • Adolfo Caldelari, Arte e Storia nel Ticino, ETT, Locarno 1975, 123.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 235-236.
  • Plinio Grossi, Il Malcantone, riedizione della Guida Galli-Tamburini, Fontana Print S. A. Pregassona 1984, 119-122, 142, 146.
  • Giovanni Maria Staffieri, "Magliaso", in Malcantone. Testimonianze culturali nei comuni malcantonesi, Lugano-Agno 1985, 22-25, 29, 31, 63, 95, 99.
  • Enrico Maspoli, Compendio storico di Magliaso, (1944), ristampa a cura di Bernardino Croci-Maspoli, Edizioni Casagrande, Bellinzona 1991.
  • Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, ristampa Edizioni Metà Luna, Giubiasco 1991.
  • Virgilio Chiesa, Lineamenti storici del Malcantone, ristampa Museo del Malcantone, Curio 2002, 80-82.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 401-402.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN126917631 · LCCN (ENnb2004302361 · GND (DE4403940-2 · J9U (ENHE987007471610305171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2004302361
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