Marcelo Rebelo de Sousa

Marcelo Rebelo de Sousa
Marcelo Rebelo de Sousa (2018)

Presidente del Portogallo
In carica
Inizio mandato9 marzo 2016
Capo del governoAntónio Costa
Luís Montenegro
PredecessoreAníbal Cavaco Silva

Presidente del Partito Social Democratico
Durata mandato29 marzo 1996 –
1º maggio 1999
PredecessoreFernando Nogueira
SuccessoreJosé Manuel Barroso

Leader dell'opposizione
Durata mandato29 marzo 1996 –
1º maggio 1999
PredecessoreFernando Nogueira
SuccessoreJosé Manuel Barroso

Ministro degli affari parlamentari del Portogallo
Durata mandato12 giugno 1982 –
9 giugno 1983
Capo del governoFrancisco Pinto Balsemão
PredecessoreFernando Amaral
SuccessoreAntónio de Almeida Santos

Segretario di Stato della Presidenza del Consiglio dei ministri del Portogallo
Durata mandato4 settembre 1981 –
13 giugno 1982
Capo del governoFrancisco Pinto Balsemão
PredecessoreJosé Luís da Cruz Vilaça
SuccessoreLeonor Beleza

Dati generali
Partito politicoPartito Social Democratico
(1975-2016)
Indipendente
(dal 2016)
FirmaFirma di Marcelo Rebelo de Sousa

Marcelo Nuno Duarte Rebelo de Sousa (AFI: [mɐɾˈsɛlu ˈnunu ˈðwaɾtɨ ʁɨˈβelu ðɨ ˈsozɐ]; Lisbona, 12 dicembre 1948) è un politico e giornalista portoghese appartenente al Partito Social Democratico, presidente della Repubblica portoghese dal 9 marzo 2016.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vita privata e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Lisbona, è il figlio maggiore di Baltasar Rebelo de Sousa e Maria das Neves Fernandes Duarte. Fu chiamato Marcelo perché Marcello Caetano fu suo padrino.

Ha un dottorato di ricerca ed è professore ordinario di diritto amministrativo alla facoltà di legge dell'università di Lisbona.[1]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Rebelo de Sousa inizia la sua carriera durante il regime dell'Estado Novo come avvocato e quindi giornalista. Inizia come analista politico a Radio TSF con il programma Exams, durante il quale dava i voti ai principali personaggi politici.

Si unisce quindi al Partito Popolare Democratico (centrodestra), divenendo deputato all'Assemblea della Repubblica. Quindi avanza fino a divenire Ministro Aggiunto del primo ministro Francisco Pinto Balsemão, assieme al quale è cofondatore, direttore ed amministratore del settimanale Expresso. È inoltre fondatore del Sedes e fondatore e presidente del consiglio di amministrazione di un altro giornale, Semanário.

Nel 1989 Rebelo de Sousa si candida come sindaco di Lisbona, ma perde contro Jorge Sampaio. Viene comunque eletto consigliere comunale della capitale (Vereador). Durante la campagna si tuffa nelle acque del fiume Tago per provare che non erano inquinate.

Dal 31 marzo 1996 al 27 maggio 1999 Rebelo de Sousa è a capo del Partito Social Democratico (centrodestra), nonostante solo poche settimane prima dell'elezione avesse negato di volersi candidare, "nemmeno se scendesse Cristo in terra". Crea nel 1998 una coalizione di centrodestra detta Alleanza Democratica, assieme al Partito Popolare, nonostante ciò vada contro le preferenze di buona parte del partito, per via del ruolo che il leader del PP, Paulo Portas, aveva avuto nel sabotare il governo di Cavaco Silva quand'era direttore del settimanale O Independente. Portas si ritira poi dalla coalizione, costringendo Rebelo de Sousa alle dimissioni. Questi diventa quindi vicepresidente del Partito Popolare Europeo - Democratici Europei.

In altre elezioni locali Rebelo de Sousa diviene anche Presidente dell'assemblea municipale di Cascais e di quella di Celorico de Basto.

Negli anni successivi Rebelo de Sousa tiene programmi settimanali di analisi politica sulla TV privata TVI e quindi sulla TV pubblica RTP, in cui commenta anche di sport e di libri, venendo talvolta accusato di attacchi politici e personali, particolarmente contro Pedro Santana Lopes. Nel 2010 lascia RTP per tornare a TVI.

Rebelo de Sousa è stato membro del Consiglio di Stato portoghese, nominato dal Presidente del Portogallo.

Durante il referendum portoghese sull'aborto del 2007, Rebelo de Sousa è una delle figure di spicco dello schieramento antiabortista.

Il 24 gennaio 2016 viene eletto presidente del Portogallo con il 52% dei voti ottenuti al primo turno. Il 24 gennaio 2021 viene rieletto per un secondo mandato con il 60,7% dei voti.

Nel corso del suo mandato ha posto per tre volte il veto al disegno di legge, approvato a larga maggioranza dal Parlamento, che depenalizza l'eutanasia e il suicidio assistito, richiedendo il parere della Corte Costituzionale.[2] Dopo la quarta approvazione da parte del Parlamento, è stato infine costretto a firmare la legge[3].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Il 27 luglio 1972, a Évora, Rebelo de Sousa sposa Ana Cristina da Gama Caeiro da Mota Veiga, dalla quale più tardi si separa, ma senza divorziare. Ha due figli, Nuno da Mota Veiga Rebelo de Sousa (1973) e Sofia da Mota Veiga Rebelo de Sousa (1976). De Sousa ha quattro nipoti da parte di Nuno.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze portoghesi[modifica | modifica wikitesto]

Come Presidente della Repubblica:

Personalmente è stato insignito del titolo di:

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 29 novembre 2017[7]
Fascia dell'Ordine della Repubblica di Serbia (Serbia) - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i meriti nello sviluppo e nel rafforzamento della cooperazione pacifica e delle relazioni amichevoli tra la Serbia e il Portogallo.»
— 25 gennaio 2017[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costados Alentejanos, II, António Luís de Torres Cordovil Pestana de Vasconcelos, Edição do Autor, Évora 2006, N.º 41

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente del Portogallo Successore
Aníbal Cavaco Silva dal 9 marzo 2016 in carica
Controllo di autoritàVIAF (EN275324785 · ISNI (EN0000 0000 7996 1365 · SBN UBOV109056 · LCCN (ENn80133946 · GND (DE173455689 · BNF (FRcb15552211f (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n80133946