Marchese de Sade

«Sfortunatamente devo descrivere due libertini; aspettati perciò particolari osceni, e scusami se non li taccio. Ignoro l'arte di dipingere senza colori; quando il vizio si trova alla portata del mio pennello, lo traccio con tutte le sue tinte, tanto meglio se rivoltanti; offrirle con tratto gentile è farlo amare, e tale proposito è lontano dalla mia mente.»

Donatien-Alphonse-François de Sade
Ritratto di D.A.F. de Sade a circa 20 anni di età, opera di Charles Amédée Philippe van Loo. Si tratta dell'unico ritratto contemporaneo.
Conte e Marchese de Sade
Stemma
Stemma
In carica24 gennaio 1767 –
1800[1]
PredecessoreJean-Baptiste de Sade
SuccessoreLouis-Marie de Sade
Nome completoDonatien-Alphonse-François de Sade, Marchese de Sade
D.A.F. de Sade (dal 1800)
Louis Sade (nome da cittadino comune dal 1792)
TrattamentoSua Eccellenza
Altri titoliSignore di Saumane, di La Coste e di Mazan
NascitaParigi, 2 giugno 1740
MorteCharenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814 (74 anni)
Luogo di sepolturacimitero dell'ospizio di Charenton
Dinastiade Sade
PadreJean-Baptiste de Sade
MadreMarie Eleonore de Maille de Carman
ConsorteRenée-Pélagie de Sade
FigliLouis-Marie de Sade
Donatien-Claude-Armand de Sade
Armand de Sade
Madeleine-Laure de Sade
ReligioneAteismo
oppure
Gnosticismo/malteismo (secondo J.K. Huysmans, Barbey d'Aurevilly, I. Bloch, M. Onfray e altri)
MottoOpinione de Sado[2]

Donatien-Alphonse-François de Sade, signore di Saumane, di La Coste e di Mazan, marchese e conte de Sade - pronuncia francese [dɔna'sjɛ̃ al'fɔ̃s frɑ̃'swa də sad] - conosciuto comunemente come Marchese de Sade ma anche come D.A.F. de Sade e soprannominato Divin marchese (Parigi, 2 giugno 1740Charenton-Saint-Maurice, 2 dicembre 1814), è stato uno scrittore, filosofo, drammaturgo, poeta, nobile, politico e rivoluzionario francese, delegato di sezione alla tribuna della Convenzione nazionale; è noto per le numerose opere letterarie a tema libertino e gotico-horror, incentrate su una commistione di violenza spesso estrema (stupri, orge, omicidi, crudeltà) e sessualità solitamente deviata, feticista e con esiti a volte grotteschi e surreali. Il suo nome è all'origine del termine sadismo, cioè il piacere di causare dolore e sofferenza, atteggiamento che emerge dai suoi romanzi, incentrati sulla descrizione di comportamenti sessuali trasgressivi e perversi, quelli che saranno chiamati appunto "sadici", oltre che su scene di esplicita violenza e tortura, ma anche sui temi filosofici della ricerca del piacere, consistente nel soddisfare gli istinti naturali (in Sade spesso derivanti dall'esercitare la crudeltà a fini sessuali). Nota è anche la difesa dell'ateismo e il rifiuto verso ogni forma di autorità costituita.

Assieme a Leopold von Sacher-Masoch (da cui masochismo), il nome di Sade ha dato origine alla parola sadomasochismo, associata spesso ai suoi romanzi.[3] Le sue idee e opere lo hanno fatto considerare un esponente dell'ala estremista del libertinismo, nonché dell'Illuminismo più radicale, ateo, materialista e anticlericale.

Appartenente a una famiglia di antica nobiltà, a partire dal 1800 e fino alla morte quattordici anni dopo, rinunciò a ogni titolo nobiliare e si firmò semplicemente «D.-A.-F. Sade». Per il periodo rivoluzionario utilizzò anche lo pseudonimo Louis Sade. Fu autore di tutta una serie di classici della letteratura erotica, drammi teatrali, testi vari e saggi filosofici, molti dei quali scritti mentre si trovava in prigione.

Sade passò molti anni in manicomio verso la fine della vita, forse affetto da una forma di quello che poi si chiamerà disturbo borderline e comportamenti sporadicamente antisociali.[4][5]

Durante la sua vita venne accusato (con l'assenso della sua famiglia, specie della suocera) di vari reati, come pratiche di violenza sessuale, di sodomia, di tortura, di tentativi di avvelenamento e condotta immorale (legati alle vicende dette "affare di Arcueil" o caso di Rose Keller, e "affare di Marsiglia"), ma venne riconosciuto, dopo essere stato condannato a morte in contumacia in primo grado, assolto in appello (verdetto annullato), colpevole solo di "libertinaggio" (cioè condotta sessuale illegale e sconveniente) e produzione di materiale pornografico in seguito. Fu perseguitato prima dal regime monarchico, poi, in quanto nobile, dalla Rivoluzione francese (alla quale aveva aderito) e infine anche dal governo napoleonico in quanto inviso come autore al Bonaparte in persona.

Passò molti anni della sua vita, come detto, a causa di una lettre de cachet ottenuta dalla suocera da parte del re Luigi XVI e di varie disposizioni successive, ma senza sentenza penale, prima in carcere - tra cui alla Bastiglia per qualche anno - e poi all'"albergo dei pazzi" di Charenton, su ordine del prefetto, dove scrisse molte delle sue opere più celebri. Per molto tempo ritenuto solo un autore immorale o di scarso valore, è stato rivalutato e riscoperto nel XX secolo per opera del surrealismo, della psicoanalisi e dell'esistenzialismo.[6]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Donatien-Alphonse-Francois, marchese de Sade, famoso per le sue disgrazie e per il suo genio, che avrà l'onore di illustrare l'antica casata col più nobile dei titoli, quello delle lettere e del pensiero, e che lascerà ai suoi discendenti un nome veramente insigne[7]

La nascita e la giovinezza[modifica | modifica wikitesto]

Marie Eleonore de Maille de Carman, madre del marchese

De Sade nasce nel palazzo dei Condé a Parigi, residenza dei principi Borbone-Condé. La casata è una delle più antiche della Provenza, suo padre è Jean-Baptiste François Joseph de Sade. Suo zio Jacques-François-Paul-Aldonce de Sade, abate e letterato francese, fece risalire l'albero genealogico fino alla Laura cantata da Francesco Petrarca nel suo Canzoniere, identificandola nella moglie di Hugues III de Sade, morta di peste e sepolta ad Avignone nel 1348.[8] Il blasone dei Sade con l'aquila imperiale a due teste fu ottenuto da Elzéar de Sade su concessione dell'imperatore Sigismondo nel 1416.

Sua madre, Marie Elénore de Maillé de Carman, di sangue Borbone e nipote del cardinale Richelieu, è gentildonna di camera, damigella d'onore e dama di compagnia di Carolina d'Assia-Rotenburg, principessa di Condé. Una prima figlia, Caroline, era nata nel 1737 e sopravvissuta solo due anni; nel 1746 nascerà una sorella, Marie-Françoise, che però morrà poche settimane dopo la nascita[9].

Essendo assenti sia il padre, ambasciatore a Colonia, sia i padrini designati (nonno materno e nonna paterna), viene tenuto a battesimo da due domestici nella chiesa di Saint-Sulpice,[10] con nomi non conformi ai desideri di famiglia; la madre aveva difatti ordinato di chiamarlo Louis-Aldonse-Donatien, ma il primo fu dimenticato e sostituito con uno dei nomi del padre, François, mentre il provenzale Aldonse si tramutò in Alphonse[11].

Il conte Jean-Baptiste de Sade, padre del marchese

Il bambino trascorre la sua primissima infanzia fino al 1744 a casa Condé, dove viene allevato insieme con il principino Luigi-Giuseppe di Borbone-Condé, di quattro anni maggiore. Quando ha quattro anni, Marie Eléonore deve lasciare l'impiego presso la principessa per accompagnare il marito in un viaggio a cui lo costringe il suo status diplomatico al servizio del principe elettore di Colonia[12]. Il bambino è pertanto inviato dapprima nel palazzo avignonese di famiglia, il castello di Saumane-de-Vaucluse, ove risiede presso la nonna paterna, per poi trasferirsi presso lo zio paterno[8] Jacques-François-Paul-Alphonse de Sade.

Il "bambino biondo", unico erede maschio della famiglia, viene conteso anche dalle cinque zie paterne, tra cui due badesse di convento e due monache semplici, ma lo zio, un signore curioso di storia e antichità, riesce infine a imporsi sulle sorelle. Amico di Voltaire, oltre che storico e letterato (scrittore e commentatore delle opere petrarchesche) è anche un noto libertino nonché abate di Ébreuil; egli subentra dunque nell'educazione del nipote, incaricandosi di assicurargli i primi rudimenti dell'istruzione nel monastero benedettino di Saint-Léger d'Ébreuil[13].

Nel romanzo Aline e Valcour, scritto da Sade durante la prigionia nella Bastiglia, troviamo gli unici passaggi considerati autobiografici, che fanno con dovizia di particolari riferimento alla sua infanzia e prima adolescenza:

«Nato fra il lusso e l'abbondanza credetti che la natura e la sorte si fossero data la mano per colmarmi dei loro doni... questo ridicolo pregiudizio mi rese altezzoso, dispotico e collerico. Credevo... che mi bastasse concepirli [i miei capricci] per vederli realizzati.»

Nel 1750 si trasferisce a Parigi per proseguire gli studi presso il prestigioso Lycée Louis-le-Grand gestito dai gesuiti (frequentato precedentemente da Voltaire e in seguito da Robespierre) e, con l'ausilio del precettore Jacques François Amblet, appartenente al clero regolare ginevrino,[14] in qualità di tutore, che indirizza le sue letture. Fin dalla più tenera età Sade dà prova di amare la lettura, con una preferenza verso le opere di filosofia, storia e racconti di viaggio, che gli forniscono informazioni sui costumi dei popoli più lontani, utilizzate in seguito nella sua letteratura, soprattutto nei primi scritti fino al 1780.[8]

All'epoca la popolazione scolastica del Louis-le-Grand raggiunge i tremila alunni, di cui la maggior parte esterni: il programma giornaliero ha inizio con la sveglia alle 5:30, poi preghiera, studio, colazione, ricreazione, scuola, messa, pranzo fino alle 12; studio, merenda, scuola, cena, preghiera e silenzio fino alle 21. Durante i quattro anni che passa nella scuola, il nome del giovane Sade non risulta neppure una volta nell'elenco dei premiati come miglior studente.[15] Al Louis-le-Grand impara musica, danza, scherma e scultura; mostra molto interesse anche per la pittura, trascorrendo molte ore nelle "gallerie di quadri" allora aperte al pubblico nel Louvre. Impara anche abbastanza bene l'italiano, il provenzale e il tedesco.[8]

L'ingresso nella vita pubblica[modifica | modifica wikitesto]

Ritratto di Renée-Pélagie de Sade, moglie di D.A.F. de Sade

Senza alcuna certezza sulla data esatta, verso il 1760 la madre entra nel convento delle carmelitane a Parigi.[16] Il 24 maggio 1754, quando non ha ancora compiuto quattordici anni, de Sade riceve un certificato di nobiltà che gli consente di accedere alla scuola preparatoria di cavalleria, annessa al reggimento della guardia reale di Versailles, che fa concorrenza alla scuola dei moschettieri, in un ambiente di ferrea disciplina e rigida preparazione militare:[17] entra in tal modo nell'élite dell'esercito francese.[8]

Tenente onorario nel 1755, sottotenente nel Reale reggimento di fanteria nel 1756, alfiere (ufficiale della bandiera) nel 1757 del reggimento dei Carabinieri del Conte di Provenza,[18] partecipa alla guerra dei sette anni contro la Prussia; distintosi per il suo valore, viene infine promosso nel 1759 al grado di capitano del reggimento di Borgogna cavalleria per rimpiazzare gli effettivi caduti prigionieri.[8] La carriera militare non gli impedisce di condurre una vita dissoluta, della quale sembra pentirsi in una lettera allo zio:

«Ogni mattina mi levavo per ricercare il piacere. Quest'idea mi faceva dimenticar tutto. Appena credevo di averlo trovato, mi stimavo felice, ma tale pretesa felicità svaniva con la rapidità dei miei desideri ed in me rimaneva nient'altro che rimpianto... capivo di aver torto, ma... il mattino seguente i desideri risorgevano, ed io di nuovo correvo al piacere.[19]»

Il 16 marzo 1763, al termine della guerra, viene congedato[20] (tornerà in servizio altre due volte tra il 1767 e il 1770) e si ritira nel castello di famiglia a La Coste, in Provenza. Nei mesi successivi, il padre, preoccupato per la difficile situazione economica e per la dispendiosa e già relativamente dissoluta vita mondana del figlio, che non perde né un ballo né uno spettacolo, negozia un matrimonio combinato con una famiglia appartenente alla nuova nobiltà, con un'ottima posizione economica e notevole influenza a corte. La prescelta è Renée-Pelagie Cordier de Launay de Montreuil, figlia di un ricco magistrato. Il giovanotto ha intanto acquistato velocemente una pessima reputazione: gioca, sperpera denaro, frequenta con assiduità e sommo scandalo i camerini delle attrici e le case delle prostitute, se ne infischia del futuro e trascura i primi doveri pubblici.[21] De Sade è in realtà innamorato di mademoiselle Laure-Victoire-Adeline de Lauris, d'illustre casato provenzale, alla quale invia poesie in stile trobadorico scritte di suo pugno, e vorrebbe scegliere la strada che gli indica il cuore; il padre però non vede di buon occhio la rinunzia alla ricchezza dei Montreuil.[22] Il giovane, dando probabilmente prova di terribile gelosia, spaventa Laure, che si decide a troncare il rapporto.[23]

La chiesa di St.-Roch a Parigi, dove il marchese de Sade si sposò nel 1763 a ventitré anni non ancora compiuti

Il 1º maggio 1763 a Versailles de Sade padre ottiene l'approvazione del re, alla presenza delle due famiglie, ma con l'assenza evidente del figlio. Il contratto di matrimonio viene firmato il 15 e il 17 maggio e la cerimonia si svolge nella chiesa di St.-Roch a Parigi, malgrado fino a due settimane prima D.A.F. de Sade fosse ancora intenzionato a sposare Laure de Lauris.[24]

Problemi con la giustizia[modifica | modifica wikitesto]

Per contratto matrimoniale, i novelli sposi devono abitare per cinque anni tra Parigi e il castello Échauffour, in Normandia, di proprietà della famiglia di lei; ma, dopo soli cinque mesi, il 29 ottobre 1763 de Sade viene arrestato nella sua garçonnière di rue Mouffetard su ordine del re e condotto nella prigione di Vincennes per le accuse di una prostituta occasionale, Jeanne Testard, vittima dei giochi blasfemi del marchese.[25] Le ragioni sarebbero state legate a uno o più giorni di dissolutezze sfrenate, ma anche a un manoscritto ritrovato in suo possesso (forse un primissimo tentativo letterario). De Sade trascorre 15 giorni in prigionia, sino a quando la famiglia della moglie si interessa, riuscendo a farlo tornare a Échauffour, con l'ordine di non lasciare la provincia senza permesso reale.[8]

Illustrazione erotica da Juliette

Nel 1764, de Sade inaugura un teatro da camera da lui stesso diretto al castello di Évry, dove rappresenta opere di artisti contemporanei e alcune commedie da lui composte, che lo vedono impegnato anche come attore. Contemporaneamente viene nominato luogotenente generale del re per le provincie di Bresse, Bugey, Valromey e Gex davanti al parlamento di Digione, carica appartenuta al padre fino a quattro anni prima. Nel luglio dello stesso anno comincia una relazione con mademoiselle Colette, attrice presso il Théâtre de la comédie italienne di Parigi.[26]

L'11 settembre viene revocato l'ordine reale di confinamento;[27] alla fine del 1764 D.A.F. de Sade si trasferisce a Parigi in casa dei Montreuil. Nei due anni successivi colleziona avventure galanti con donne disposte a soddisfare i suoi gusti sessuali eterodossi, assume diverse amanti e ricorre regolarmente ai servizi di prostitute. Ai rimproveri epistolari di una zia badessa risponde affermando di continuare la tradizione familiare, con chiaro riferimento allo zio abate.[8]

La vita licenziosa di D.A.F. de Sade appare nei diari dell'ispettore Marais, dipendente direttamente dal luogotenente generale di polizia Antoine Sartine conte d'Alby, addetto a seguire con scrupolo le attività sessuali dei membri della corte, compresi quelli di sangue reale, per poi riferire tutto a intrattenimento di sua maestà il re Luigi XV e di Madame de Pompadour.[28] Vi si possono trovare riferimenti all'avventura con l'attrice Colette, che de Sade è costretto a condividere con un altro nobile in quanto non ha risorse per mantenerla;[29] seguono altre attrici e ballerine, e de Sade continua per diverso tempo ad apparire nei diari di Marais.[30]

Nel 1765, prende come amante la ventiduenne M.lle de Beauvoisin, che già da sei anni fa la vita da mantenuta e prostituta.[31] De Sade lascia la casa coniugale per trascorrere con lei un paio di mesi a La Coste, dove talvolta Beauvoisin viene confusa dai cittadini con la legittima moglie. Questo merita le critiche più dure da parte della famiglia. M.me Montreuil, da Parigi, si mette in contatto con lo zio abate nel tentativo di far ragionare il nipote,[32] ma la relazione extraconiugale continua per almeno due anni.

Alla morte del padre, avvenuta il 24 gennaio del 1767 a Montreuil vicino a Parigi, eredita diversi feudi e assume il titolo di conte de Sade; la famiglia detiene sia il titolo di conte sia quello di marchese e per tradizione il capofamiglia assume il primo e il figlio primogenito il secondo, almeno fintanto che il padre è in vita.[33] Il 16 aprile dello stesso anno viene promosso comandante di reggimento e maestro di campo di cavalleria, ma vende la carica di capitano comandante e chiede il congedo per potersi al più presto ricongiungere con la sua amatissima Beauvoisin.[34] Il 27 agosto nasce a Parigi il primo figlio, Louis-Marie.[8]

L'affare di Arcueil[modifica | modifica wikitesto]

La casa di Arcueil, dove de Sade condusse Rose Keller e la sottopose a fustigazione

Il 3 aprile 1768, giorno di Pasqua, de Sade incontra in Place des Victoires una mendicante e prostituta occasionale,[35] la trentaseienne Rose Keller, vedova del garzone pasticciere Valentin;[36] la induce ad accompagnarlo in una casa in affitto ad Arcueil, la rinchiude in una camera, la costringe a spogliarsi e la fustiga a più riprese con un martinetto a corde. La Keller riesce tuttavia a fuggire calandosi dalla finestra e lo denuncia, affermando di essere stata accoltellata e torturata (il chirurgo Le Comte rileverà solo segni di frusta).[36] Secondo la vittima, sarebbe stata tratta in inganno con la promessa di un lavoro onesto; secondo de Sade, l'offerta di prostituzione era messa in chiaro fin dall'inizio. Sosterrà che Keller è fuggita prima che potesse pagarla e che il suo domestico Langlois l'ha inseguita in strada, ma lei ha chiesto aiuto a donne del vicinato.[8]

Probabilmente la fretta con cui si procede a una messa in stato d'accusa da parte della Camera criminale dello Châtelet è dovuta al fatto che il primo presidente de Maupeou è un nemico personale di Montreuil, il suocero di de Sade.[37] L'opinione pubblica è convinta che l'episodio sia stato messo in atto il giorno di Pasqua in spregio alla passione del Cristo. In seguito la Keller riceve una forte somma per ritrattare le accuse, ma nel frattempo de Sade è stato incarcerato su ordine del re dietro richiesta di M.me de Montreuil, dapprima a Saumur e poi a Pierre-Encise, nei pressi di Lione, dove rimane sino al 16 novembre, assistito dalla moglie che nel frattempo si è trasferita a Lione. Il processo si risolve con una condanna molto lieve, consistente in una piccola donazione di 100 livres in favore dei carcerati, da parte della Grand Chambre, che ratifica la lettera d'immunità prodotta dal re. Di fatto l'intervento reale salva de Sade da un processo presso la Camera criminale dello Châtelet.[38] La reale responsabilità di D.A.F. de Sade, il quale nega le accuse come risulta da una lettera, non è stata mai completamente chiarita.[39]

Dopo la liberazione, per ordine del re si stabilisce nel castello di La Coste (dove rimane fino all'aprile del 1769) con la famiglia e la cognata diciannovenne Anne-Prospère. La sua passione teatrale intanto continua e lo vede predisporre un teatro all'interno del castello, formare una compagnia professionale e cominciare a dare regolari rappresentazioni.[8]

Il castello di Lacoste che domina sul bordo sottostante

L'affare di Marsiglia[modifica | modifica wikitesto]

Nel maggio 1769 D.A.F. de Sade torna a Parigi, dove nasce il secondogenito Donatien-Claude-Armand. Vive un momento di tranquillità al fianco della famiglia, contribuendo all'educazione dei figli e colmando di attenzioni la moglie, che nel 1771 dà alla luce la terzogenita, Madeleine-Laure. Nell'estate dello stesso anno viene imprigionato temporaneamente per debiti; a fine anno viaggia nei Paesi Bassi.[40]

Il 25 giugno 1772, a Marsiglia, riceve cinque ragazze all'hôtel des Treize Cantons, alle quali offre confetti afrodisiaci alla cantaridina;[41] tre ragazze, tra cui Marguerite Coste, si danno in seguito per malate, due ritengono di essere state avvelenate, e questo è ciò che crede l'opinione pubblica. Inoltre la presenza del valletto del marchese fa immaginare pratiche sodomite. Il 12 settembre viene giustiziato in effigie ad Aix-en-Provence, dopo aver subito una condanna a morte in contumacia da parte del Parlamento a seguito di denuncia e testimonianza di Marguerite Coste, per sodomia e avvelenamento. D.A.F. de Sade riesce a fuggire in Italia con la cognata Anne-Prospère; a fine luglio i due raggiungono Venezia, poi lei rientra in Francia e lui prende residenza in Savoia, allora parte del Regno di Sardegna. L'8 dicembre 1772 è arrestato a Chambéry per ordine del re di Sardegna e dietro richiesta dell'influente suocera è rinchiuso presso il forte di Miolans:[8] la suocera, fino a quel momento soggetto passivo o addirittura accondiscendente al marchese, intervenne duramente di fronte all'incesto in corso e chiese al duca d'Aiguillon di fare da intercessore presso il conte Filippo Ferrero della Marmora, ambasciatore del Regno di Sardegna a Parigi.[42]

Anne-Prospère de Launay de Montreuil, cognata e amante del marchese, futura canonichessa secolare benedettina

La moglie cerca inutilmente di vederlo, travestendosi da uomo per eludere i controlli della madre; D.A.F. de Sade viene comunque trattato con il riguardo dovuto alla sua condizione sociale. Il 30 aprile 1773 riesce a evadere in maniera rocambolesca assieme ad altri prigionieri dalla fortezza, grazie al fatto che la moglie paga le guardie carcerarie. Lascia in ogni caso una lettera al comandante, assolvendolo da ogni responsabilità per la loro fuga, elencando gli oggetti da lui lasciati nella prigione e i debiti non saldati. De Sade si rifugia a La Coste e, dopo un'irruzione della gendarmeria, il 6 gennaio 1774 fugge in Italia travestito da curato.[43] Renée-Pélagie de Sade non abbandona l'intenzione di difendere a tutti i costi il marito: si reca più volte a Parigi e nel 1774 solleva una causa in tribunale contro la madre; lamenta che l'influente M.me de Montreuil persegue ingiustamente de Sade, «non inseguendo un criminale, ma un uomo che crede solo di ribellarsi contro i suoi ordini e volontà».[44] La donna, divenuta nel frattempo la sua più acerrima nemica, era riuscita a ottenere una lettre de cachet da Luigi XV con un ordine d'arresto immediato; dopo la morte del re, avvenuta il 10 maggio 1774, la lettre perde la sua validità; così la donna ne chiede un'altra al successore, Luigi XVI, per ottenere la quale occorrono diversi mesi.[45]

Tra il 1776 e il 1777, nonostante le difficoltà finanziarie, i coniugi de Sade assumono a Lione e a Vienne una domestica, cinque ragazze e un giovane segretario, tutti futuri partecipanti alle orge che il marchese organizza in una stanza segreta del castello e alle quali partecipa anche la moglie. Istigata dalla figlia, M.me de Montreuil si impegna per soffocare lo scandalo della procedura criminale avviata a Lione su istanza dei genitori delle fanciulle; due di queste, in particolare, sono in grado di mostrare i segni fisici di un furore che paragonano alla follia e del quale la prima vittima è la moglie del marchese.[46]

Malgrado l'intervento della suocera, lo scandalo si allarga; M.me de Montreuil comunque cambia atteggiamento nei confronti del genero. Lo zio abate, presso il quale de Sade invia in custodia una delle giovani ragazze, chiede il suo internamento per pazzia. Per cambiare aria, il 17 luglio 1775 il marchese torna in Italia sotto il nome di conte di Mazan e ivi si trattiene per un anno durante il quale visita il paese: Torino, Parma, Firenze (fino al 21 ottobre), Roma, Napoli (da gennaio a giugno 1776) e Venezia. Il ricordo di questo tour è narrato da lui stesso in Viaggio in Italia, che non fu pubblicato dall'autore, ma da Maurice Lever, il quale curò l'opera incompiuta a causa dell'arresto e della successiva prigionia di D.A.F. de Sade.[8]

Il marchese torna a La Coste, dove il 17 gennaio 1777 un certo Tellier, padre di una delle giovani domestiche, viene per reclamare la figlia, ribattezzata Justine dai de Sade, e spara al marchese. Ormai il cerchio si chiude. D.A.F. de Sade a fine gennaio si reca a Parigi per la morte della madre, avvenuta il giorno 14 nel convento parigino dove si era ritirata 17 anni prima.[47]

La lettre de cachet e la nuova detenzione: prima Vincennes, poi la Bastiglia[modifica | modifica wikitesto]

Il castello di Vincennes in cui D.A.F. de Sade fu rinchiuso ininterrottamente dal 1777 al 1784

La notte del 13 febbraio 1777 D.A.F. de Sade viene imprigionato di nuovo in forza della lettre de cachet, questa volta nei sotterranei del castello di Vincennes.

«Di tutti i modi possibili che la vendetta e la crudeltà potevano scegliere, convenitene signora, hanno voluto scegliere il più orribile di tutti. Sono andato a Parigi per raccogliere l'ultimo respiro di mia madre; non avevo altro scopo che di vederla e baciarla un'ultima volta, se esisteva ancora, o piangere, se avesse cessato di esistere. E quel momento è stato quello scelto per me...»

La lettre del re gli permette di evitare l'esecuzione della condanna a morte. A Vincennes de Sade incontra il compagno di prigionia Conte di Mirabeau, anch'egli scrittore di racconti erotici e futuro rappresentante agli Stati generali del 1789; i due si detestano intensamente. De Sade rimane a Vincennes per 16 mesi di dura prigionia, pur senza subire processi.

Nel giugno del 1778, viene condotto ad Aix-en-Provence, dove è assolto dal Parlamento locale nel processo per avvelenamento con cantaridina di Marguerite Coste, che in primo grado aveva comportato la condanna a morte: su intervento di M.me de Montreuil, la procedura viene annullata per vistose irregolarità; de Sade è condannato però solo a una pena minore sotto forma di ammenda per libertinaggio.[8]

Legalmente libero, rimane comunque in carcere, poiché la lettre de cachet non è stata ancora revocata; durante il trasferimento a Parigi, in luglio, evade presso Valence, per essere nuovamente catturato a La Coste dopo 39 giorni e riportato a Vincennes.[8]

L'interno della cella di de Sade a Vincennes

La lunga prigionia a Vincennes[modifica | modifica wikitesto]

«In oltre 65 giorni che sono stato qui, ho respirato aria pura e fresca per appena cinque volte, per non più di un'ora ogni volta, in una sorta di cimitero di circa quattro metri quadrati circondato da mura alte quindici metri. [...] Appena per dieci o dodici minuti al giorno l'uomo che mi porta cibo mi fa compagnia. Il resto del tempo è trascorso nella solitudine più assoluta, piangendo.[...] Questa è la mia vita.»

D.A.F. de Sade rimane rinchiuso a Vincennes per i successivi cinque anni e mezzo, i primi quattro dei quali in isolamento pressoché totale, intrattenendo una fitta corrispondenza con la moglie e cominciando a comporre, nell'ordine, Le 120 giornate di Sodoma, Dialogo tra un prete e un moribondo e Aline e Valcour, oltre alla prima versione di Justine o le disavventure della virtù e alcune opere teatrali, storie e racconti di vario genere. Gode di una cella tutta per sé, con diritto a forniture regolari di legna da ardere; per il resto le condizioni di reclusione si dimostrano deplorevoli. Mirabeau scrisse: «Queste camere sarebbero immerse nella notte eterna se non per alcuni pezzi di vetro opaco che di tanto in tanto permettono il passaggio di un debole raggio di luce».[49] Durante tutti gli anni di reclusione il suo quasi unico contatto col mondo esterno è Renée-Pélagie, a parte poche corrispondenze epistolari; ci è rimasta la corrispondenza col servo Martin, il precettore padre Amblet e un'amica della moglie, Mademoiselle Rousset.

Lettera autografa del marchese alla moglie

Tutti gli sforzi di Renée-Pélagie, fin dal primo giorno, sono volti a farlo liberare, tentando anche di pianificarne la fuga. Nella prima delle lettere che per tredici anni gli inviò, due giorni dopo il suo arresto, gli scrive: «Come hai passato la notte, mio dolce amico? Sono molto triste, ma dimmi che stai bene. Sarò felice solo quando t'avrò veduto. Mantieni la calma, ti prego». La risposta è del seguente tenore:

«Dal terribile momento in cui mi strapparono tanto ignominiosamente dal tuo fianco, sono stato vittima della sofferenza più crudele. Sento che è totalmente impossibile sopportare più a lungo un tale stato crudele. La disperazione mi assale. Vi sono momenti in cui non mi riconosco. Mi sento come se stessi perdendo la testa. Il sangue ribolle in me troppo da poter sopportare una situazione così terribile. Se io non sono fuori in quattro giorni, sono sicuro che rivolterò tutta la rabbia che provo contro me stesso spaccandomi la testa contro i muri.»

Renée è in questi anni il suo principale e quasi unico sostegno; si trasferisce a Parigi stabilendosi nel convento delle Carmelitane, lo stesso in cui si era ritirata a suo tempo la madre del marito, poi in una più modesta pensione in compagnia di Mademoiselle Rousset. Sua madre nel frattempo le ritira tutti i fondi, ma le difficoltà non le impediscono di soddisfare i bisogni e desideri del marito; invia tutto ciò che richiede, cibo, vestiti e libri, e diventa la documentarista, amanuense e lettrice privilegiata delle sue opere.[8]

De Sade comincia a dedicarsi freneticamente alla lettura e alla scrittura, riuscendo a raccogliere una libreria di oltre 600 volumi che comprende Petrarca, La Fontaine, Boccaccio e Cervantes ma anche D'Holbach, Voltaire e Rousseau; non è interessato solamente alla letteratura, cerca difatti anche libri scientifici, come la Storia naturale di Buffon. Così descrive il proprio carattere:

(FR)

«Le plus honnête, le plus franc et le plus délicat des hommes, le plus compatissant, le plus bienfaisant, idolâtre de mes enfants, pour le bonheur desquels je me mettrais au feu. […] Voilà mes vertus. Pour quant à mes vices : impérieux, colère, emporté, extrême en tout, d'un dérèglement d'imagination sur les moeurs qui de la vie n'a eu son pareil, athée jusqu'au fanatisme, en deux mots me voilà, et encore un coup, ou tuez-moi ou prenez-moi comme cela; car je ne changerai pas. […] Si, comme vous le dites, on met ma liberté au prix du sacrifice de mes principes ou de mes goûts, nous pouvons nous dire un éternel adieu, car je sacrifierais, plutôt qu'eux, mille vies et mille libertés, si je les avais.»

(IT)

«Il più onesto, franco e delicato degli uomini, il più compassionevole, il più benefico, adoro i miei bambini, per la felicità dei quali mi getterei nel fuoco. […] Ecco le mie virtù. Quanto ai vizi: imperioso, collerico, iracondo, estremo in ogni cosa, di immaginazione sregolata in quanto a costumi come la vita non ha eguale, ateo sino al fanatismo, in due parole eccomi, uccidetemi o prendetemi come sono, perché non cambierò. […] Se, come voi dite, la mia libertà ha il prezzo del sacrificio dei miei principi o dei miei gusti, possiamo dirci addio per sempre, perché io sacrificherei piuttosto mille vite e mille libertà, se le avessi.»

«Il mio modo di pensare, si dice, non può essere approvato. Ebbene, cosa me ne importa? Sarebbe un pazzo colui che adotti un modo di pensare solo per piacere agli altri.»

La prigionia alla Bastiglia[modifica | modifica wikitesto]

La Bastiglia è presa il 14 luglio, dieci giorni dopo che D.A.F. de Sade fu trasferito altrove

«Voi tenete ai vostri principi? E io ai miei. Il mio pensiero è il frutto delle mie riflessioni: esso rispecchia il mio modo di essere, il mio organismo. Non sono libero di cambiarlo, e non lo farei anche se lo potessi. Quel modo di pensare che biasimate è l'unica consolazione della mia vita: allevia tutte le mie pene in prigione, genera tutti i miei piaceri nel mondo: vi tengo più che alla vita stessa.»

Il 29 febbraio 1784, dopo un ennesimo tentativo di fuga, de Sade viene trasferito alla Bastiglia di Parigi, in una cella al secondo piano e poi al sesto della torre Liberté. Qui completa la stesura di varie opere, elencate in un catalogo da lui stesso stilato il primo ottobre 1788. Subito si lamenta per essere stato forzatamente trasferito e di ritrovarsi improvvisamente in un luogo mille volte peggiore e più stretto di quello appena lasciato: «Sono in una stanza che è metà di quella di prima e se solo mi azzardo ad uscir per qualche minuto nel cortile interno le guardie mi riportano indietro con le baionette sguainate come se avessi cercato di detronizzare Luigi XV.»[50] Aggressivo, irriducibile, attaccabrighe, non ha intenzione di accondiscendere alle richieste della suocera per ottenere la libertà:

(FR)

«Ce n'est point ma façon de penser qui a fait mon malheur, c'est celle des autres.»

(IT)

«Ciò che ha causato la mia sfortuna non è affatto il mio modo di pensare, bensì quello degli altri.»

La prigionia lo porta a cercare nell'immaginario il compenso alla propria frustrante condizione. La sua immaginazione si scatena contro la religione e la morale. Il 22 ottobre 1785 comincia la revisione delle bozze di Le 120 giornate di Sodoma; dal momento che rischia il sequestro del materiale per oscenità, de Sade scrive con una grafia minuta su entrambe le facciate di un rotolo di carta, più facile da tenere nascosto, della lunghezza di 12 metri.[8]

Percependo il fermento che attraversa la capitale durante il braccio di ferro tra la monarchia e gli Stati generali, che sarebbe sfociato nella rivoluzione, il 2 luglio 1789 de Sade urla dalla finestrella alla folla radunata fuori, utilizzando come megafono il tubo che serve a evacuare le feci dalla cella: «Qui stanno sgozzando i prigionieri!» e incitando l'assalto all'odiata prigione. In conseguenza di questo atto, su richiesta del governatore della fortezza, il marchese de Launay, due giorni dopo viene trasferito al manicomio di Charenton[51]; la presa della Bastiglia, che segna l'inizio della Rivoluzione francese, avviene 14 luglio.[8]

Raffigurazione immaginaria di de Sade risalente al XIX secolo

La Rivoluzione e gli anni successivi[modifica | modifica wikitesto]

La scarcerazione e l'attività teatrale[modifica | modifica wikitesto]

De Sade deve lasciare alla Bastiglia il mobilio della cella, acquistato a sue spese, seicento libri di sua proprietà e 15 volumi manoscritti messi sotto sequestro, dei quali non riuscirà più a tornare in possesso. Il rotolo di Le 120 giornate di Sodoma viene rinvenuto nella cella della Bastiglia, verso fine luglio, da un uomo chiamato Arnoux, originario di Saint-Maximin-la-Sainte-Baume.[8]

Il 18 marzo del 1790 D.A.F. de Sade riceve a Charenton la visita dei due figli maschi, che non vede da circa quindici anni; lo informano di un decreto approvato il 13 marzo dall'Assemblea Costituente che annulla il valore legale delle odiate lettres de cachet, detenzioni arbitrarie ordinate direttamente dal sovrano. Il 2 aprile viene infine liberato: si reca immediatamente dal suo curatore M. de Milly, procuratore presso il tribunale dello Châtelet, che gli procura un letto dove dormire e gli dà sei luigi.[52] Durante la prigionia non si è fatto mancare i dolci di cui è goloso,[53] e la mancanza di movimento e esercizio fisico lo hanno portato a ingrassare enormemente, fino a sfiorare l'obesità.[8]

La moglie, rifugiata in un convento, stavolta si rifiuta di vederlo e, decisa a ottenere la separazione, si rivolge al tribunale dello Châtelet. D.A.F. de Sade, resosi conto del mutato atteggiamento della donna nei suoi confronti, lo attribuisce all'influenza del suo confessore.[54] Il 9 giugno il tribunale stabilisce la separazione e ordina al marchese de Sade di restituire alla moglie le somme da essa portate in dote al momento del matrimonio, pari a 160 842 livres. In realtà, Sade dovrà solo restituire gli interessi su questa enorme somma, circa 4 000 livres l'anno.[8]

«Sì, sono un libertino, lo riconosco: ho concepito tutto ciò che si può concepire in questo ambito, ma non ho certamente fatto tutto ciò che ho concepito e non lo farò certamente mai.
Sono un libertino, ma non sono un criminale né un assassino.»

Il 3 agosto il Théâtre Italien accetta di rappresentare un suo testo, in atto unico, intitolato Le Suborneur.[55] Il 17 dello stesso mese de Sade dà una lettura alla Comédie-Française di una sua opera in atto unico in versi liberi, Le Boudoir ou le mari credule. Una settimana dopo una rappresentazione dell'opera viene rifiutata; in seguito però sarà accettata con alcune rettifiche. Il 25 agosto de Sade conosce un'attrice non ancora trentenne, Marie-Constance Renelle (sposa abbandonata di un certo Balthazar Quesnet), con la quale comincia una relazione, da lui stesso definita "meno che platonica", basata su reciproco amore e affetto, che durerà per il resto della sua vita.[55]

L'opera teatrale in cinque atti di de Sade, Le Misanthrope par amour ou Sophie et Desfrancs viene accettata all'unanimità dalla Comédie-Française. Il 1º novembre de Sade, ritrovata una certa tranquillità economica, si trasferisce in un'abitazione con giardino in rue Neuve-des-Mathurins n. 20, in zona Chaussée-d'Antin; Marie-Constance Renelle si trasferisce da lui, probabilmente nella seconda metà di gennaio 1791;[56] è a lei che il marchese dedicherà il suo Justine, pubblicato a giugno dello stesso anno.

Il 22 ottobre 1791 ha luogo, al Théâtre Molière in rue Saint-Martin, la rappresentazione della sua opera teatrale Le Comte Oxtiern ou les effets du libertinage. Una seconda rappresentazione, due settimane dopo, crea problemi di ordine pubblico e induce D.A.F. de Sade a sospendere ulteriori messe in scena. Il 24 novembre dello stesso anno dà lettura alla Comédie-Française del suo scritto Jeanne Laisne ou le Siege de Beauvais, che viene tuttavia rifiutato.[8]

La collaborazione con il nuovo regime[modifica | modifica wikitesto]

Donatien-Alphonse-François de Sade detto Louis Sade
Ritratto moderno immaginario del marchese de Sade

Delegato e portavoce della sezione Piques del Comune di Parigi alla Convenzione nazionale della Prima Repubblica Francese e all'Assemblea Nazionale
Durata mandato1790 - 1795

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Enragés (1792-1793)
Indipendente socialista (1793-1795)
Vedere Sade politico e Pensiero politico
Titolo di studioAccademia militare
Professionescrittore
FirmaFirma di Donatien-Alphonse-François de Sade detto Louis Sade

Il 5 marzo del 1792, al Théâtre Italien, la rappresentazione de Le Suboneur viene disturbata da uno spettatore e infine interrotta dopo la quarta scena a causa del baccano. La motivazione di questo gesto va ricercata nel fatto che l'autore è un aristocratico. Tuttavia due notizie ben più gravi raggiungono de Sade: in maggio il figlio secondogenito Donatien-Claude-Armand, aiutante di campo del Marchese di Toulongeon, diserta dal servizio ed emigra all'estero, fatto che la Repubblica considera un crimine; per non subirne le conseguenze, de Sade è costretto a fare pubblica ammenda, avendo la Convenzione nazionale decretato la responsabilità genitoriale in caso di diserzione.[8]

De Sade collabora attivamente con il nuovo governo repubblicano; per far dimenticare i sospetti generati dalla sua origine nobiliare si fa chiamare semplicemente Louis Sade. Tra il 17 e il 21 agosto 1792 il suo castello di La Coste viene saccheggiato da cittadini locali, con la neutralità della guardia municipale, e spogliato di quasi tutti gli arredi, sebbene le autorità locali riescano a mettere in salvo una parte dei beni, immagazzinandoli nella sede del vicariato. Questi sono in seguito sequestrati da due emissari provenienti da Apt che, abusando del loro potere, si appropriano dei beni di maggior valore e li portano via, nonostante le proteste della municipalità di La Coste. De Sade per il momento non viene a conoscenza di quanto accaduto.[8]

Si arruola nell'8ª compagnia della Sezione rivoluzionaria Piques di place Vendôme (la stessa del leader giacobino Robespierre) e viene anche nominato commissario per l'organizzazione della cavalleria nella medesima sezione. Nello stesso mese redige un pamphlet politico intitolato Idées sur le mode de la sanction des Loix, stampato e distribuito nelle sezioni di Parigi per essere studiato e discusso. Il suo nome è inserito (non si sa se per errore o per deliberata malignità, a causa delle sue origini aristocratiche) nella lista dei nobili emigrati del Dipartimento delle Bocche del Rodano.[8]

Il 26 febbraio del 1793 redige, assieme con i cittadini Carre e Desormeaux, un rapporto sulle condizioni igieniche di cinque ospedali parigini. In una lettera datata 13 aprile, D.A.F. de Sade informa il suo avvocato Gaufridy della propria nomina a membro della corte di giustizia. Nel giugno dello stesso anno il cittadino de Sade è scelto, nella sua veste di segretario dell'assemblea delle sezioni di Parigi, a far parte del gruppo di quattro delegati chiamati a esprimersi presso la Convenzione per chiedere l'annullamento del decreto di legge che stabilisce l'istituzione di un esercito di seimila uomini da mantenere stabilmente a Parigi.[8]

Il 26 giugno viene creato un nuovo Dipartimento, la Vaucluse, ricavato dal precedente Bocche del Rodano. De Sade, depennato dalla precedente lista di nobili emigrati, compare nuovamente in quella del nuovo Dipartimento. All'oscuro di tutto, viene nominato Presidente della sezione Piques il 23 luglio, salvo poi dimettersi e rifiutare il posto di vicepresidente a causa dell'inasprimento della situazione politica, che di lì a poco sfocia nel Terrore. Ciononostante l'assemblea generale della sezione Piques applaude e approva entusiasticamente un suo pamphlet, stampato sotto il titolo Discours aux mânes de Marat et de Le Peletier, considerati martiri della rivoluzione. Il 25 brumaio dell'anno II[57] (15 novembre 1793) D.A.F. de Sade è a capo di una delegazione che legge dinanzi alla Convenzione una petizione di sei sezioni rivoluzionarie che invoca l'abbandono delle "illusioni della religione", della quale egli è l'autore: Legislatori, il regno della filosofia giunge infine per annientare quello dell'impostura. Il fervore ateo ha portato de Sade a aderire al movimento radicale che predica la scristianizzazione della Francia e l'ateismo, che ben presto entra in conflitto con il governo del Comitato di salute pubblica; la risposta arriva da un intervento di Robespierre al club dei Giacobini intitolato Discorso per la libertà dei culti. Maximilien Robespierre e Louis Sade appartengono difatti entrambi alla sezione Piques.[8] Non passa molto dalla nomina a segretario di sezione che de Sade, dimostrandosi molto più moderato dei suoi scritti e romanzi, si trova costretto "dalla coscienza" a dimettersi, difatti scrive privatamente: "Sono stanco, esausto, ho sputato sangue. La riunione è stata talmente burrascosa che, davvero, non ne posso più. Ieri, tra l'altro, ho dovuto ritirarmi due volte per lasciar il posto al mio vice. Volevano votare un orrore disumano. Mi sono rifiutato, di punto in bianco. Grazie a Dio me ne sono liberato!"[58]

Arresto e detenzione[modifica | modifica wikitesto]

Il 18 frimaio anno II (8 dicembre 1793) viene spiccato un mandato di arresto per de Sade sulla base di alcune lettere (risalenti a due anni prima) giudicate compromettenti per la Repubblica. Viene prelevato dalla sua abitazione di rue Neuve-des-Mathurins e condotto alla prigione delle Madelonnettes. Il 24 nevoso (13 gennaio 1794) viene trasferito al convento carmelitano di rue de Vaugirard e il 3 piovoso (22 gennaio) alla prigione di Saint-Lazare. De Sade redige in propria difesa, inviandolo al Comitato di salute pubblica, un rapporto nel quale descrive le sue attività di sostegno alla Repubblica e la sua fedeltà a essa, negando altresì le sue origini nobili. Il 7 germinale (27 marzo) Constance Quesnet ottiene di farlo trasferire per "ragioni di salute" nell'ospizio per nobili sospetti Maison Blanchard a Picpus.[8]

L'8 termidoro anno II (26 luglio 1794) il Tribunale rivoluzionario condanna a morte Louis Sade per "intelligenza e corrispondenza con i nemici della Repubblica" insieme ad altri 28 imputati; l'usciere si reca nelle diverse prigioni per prelevare i condannati, ma cinque di questi, tra cui il cittadino Louis Sade, risultano irreperibili; gli altri vengono ghigliottinati.[59] Il giorno dopo, un colpo di Stato cambia i rapporti di forza in seno alla Convenzione; il cosiddetto «Grande Terrore» termina il 10 termidoro con l'esecuzione sommaria di Robespierre e altri membri del Comitato di salute pubblica e sostenitori. Il 24 vendemmiaio anno III (15 ottobre 1794) D.A.F. de Sade viene scarcerato, autorizzato a tornare nella sua abitazione e riammesso, grazie alle sue benemerenze, nelle cariche occupate in precedenza. Trascorre in relativa tranquillità il 1795, anno in cui pubblica Alice e Valcour con lo pseudonimo di Cittadino S***, e La filosofia nel boudoir, presunta Opera postuma dell'autore di "Justine", che già era apparso anonimo.[8]

Vende nel 1796 alla famiglia Rovère il castello di La Coste con annesso mobilio per la somma di 58 000 livres, che tuttavia non gli viene mai pagata interamente. Si trasferisce a Clichy e poi a Saint-Ouen presso M.me Quesnet, con la quale si reca nel pratile dell'anno V (maggio-giugno 1797) in Provenza per tentare di liquidare le altre proprietà. In novembre, appresa la sua inclusione nelle liste degli emigrati (il fatto che si faccia chiamare Louis Sade ha indotto i compilatori a confonderlo con il figlio primogenito Louis-Marie, effettivamente emigrato), il che comporta il sequestro dei beni, si reca dalla polizia per presentare la documentazione delle sue attività svolte per la Repubblica. Rimasto senza rendita né proprietà, comincia a trarre guadagni dalla vendita anonima di pubblicazioni clandestine a carattere pornografico.[8]

Nuove difficoltà economiche: Beauce, Parigi e ritorno a Saint-Ouen[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 fruttidoro anno VI (10 settembre 1798), a causa di difficoltà economiche, D.A.F. de Sade lascia Saint-Ouen e trova ospitalità presso uno dei suoi fattori a Beauce. In novembre, i venditori delle proprietà di Malmaison e Grandvilliers (acquistate con il denaro ottenuto dalla vendita di La Coste), non essendo stati pagati interamente, ottengono un'ingiunzione di trasferimento delle suddette proprietà. De Sade è costretto a lasciare Beauce e solamente nel mese di piovoso dell'anno VII (gennaio 1799) trova una sistemazione stabile presso il figlio di M.me Quesnet, che abita in una piccola stanza non riscaldata in una casa parigina. Scrive all'avvocato Gaufridy di questa esperienza, descrivendo i magri pasti a base di carote e fagioli e lo scarso riscaldamento garantito da poca legna secca comprata a credito. Nel mese di ventoso dello stesso anno (febbraio 1799) trova un lavoro miseramente retribuito (40 soldi al giorno) presso il teatro di Versailles, e mantiene sé stesso e il suo giovane coinquilino.[8]

Nel 1799 pubblica La nouvelle Justine, suivi de l'Histoire de Juliette, sa sœur che nel frattempo è cresciuto fino a occupare dieci volumi illustrati da cento stampe pornogafiche; malgrado neghi di esserne l'autore, la stampa punta un dito accusatore:

(FR)

«On assure que de Sade est mort. Le nom seul de cet infâme écrivain exhale une odeur cadavéreuse qui tue la vertu et inspire l'horreur: il est auteur de Justine ou les Malheurs de la vertu. Le coeur le plus dépravé, l'esprit le plus dégradé, l'imagination la plus bizarrement obscène ne peuvent rien inventer qui outrage autant la raison, la pudeur, l'humanité.»

(IT)

«Ci assicurano che de Sade è morto. Il solo nome di questo scrittore infame esala un odore cadaverico che uccide la virtù e ispira orrore: è autore di Justine ovvero le disavventure della virtù. Il cuore più depravato, lo spirito più degradato, l'immaginazione più bizzarramente oscena non possono inventare nulla di altrettanto oltraggioso per la ragione, il pudore, l'umanità.»

De Sade cerca di negare pubblicamente, riprendendo alcuni temi di Aline e Valcour, e afferma che il suo modo di scrivere è crudo per non fare amare i vizi:

«Devo infine rispondere al rimprovero che mi si è fatto quando è comparso Aline et Valcour. Le mie pennellate, dissero, sono troppo forti, io do al vizio tratti troppo odiosi. Volete saperne la ragione? Non voglio suscitare amore per il vizio; non ho, come Crébillon e come Dorat, il dannoso proposito di far amare alle donne i personaggi che le ingannano; voglio, al contrario, che esse li detestino; è il solo mezzo che possa impedir loro di essere ingannate; e per riuscirvi ho reso quelli fra i miei eroi che seguono la strada del vizio talmente terrificanti, che sicuramente non ispireranno né pietà né amore. In questo, oso dirlo, sono più morale di coloro che si credono liberi di ingentilire il vizio. Le perniciose opere di cotesti autori somigliano a quei frutti dell'America che, sotto il più brillante colore, celano la morte. Questo tradimento della natura, di cui non tocca a noi scoprire il motivo, non è fatto per l'uomo; sicché io mai, lo ripeto, descriverò il delitto sotto agli aspetti che non siano quelli dell'inferno. Voglio che lo si veda a nudo, che lo si tema, lo si detesti; e non conosco altro modo per arrivarci se non quello di mostrarlo in tutto l'orrore che lo caratterizza. Guai a coloro che lo circondano di rose. Le loro mire sono tutt'altro che pure e io non li imiterò mai. Che non mi si attribuisca, secondo questi sistemi, il romanzo di J... Non ho mai scritto un'opera di quel tipo, e sicuramente non la scriverò mai. Soltanto gli imbecilli e i malvagi, nonostante l'autenticità delle mie smentite, possono ancora sospettarmi o accusarmi di esserne l'autore. Il più sovrano disprezzo sarà ormai la sola arma con la quale combatterò le loro calunnie.»

In giugno giunge notizia di un decreto che vieta l'eliminazione dei nomi dei nobili dalle liste degli emigrati. Ad agosto la sua posizione giuridica migliora, in quanto ottiene dalla municipalità di Clichy un certificato di residenza e cittadinanza, controfirmato dal membro della Commissione Cazade. In dicembre torna sulle scene, rappresentando Oxtiern ou les malheurs du libertinage presso la Société Dramatique di Versailles. Al volgere del nuovo anno (1800, secondo il calendario repubblicano, l'inverno dell'anno VIII) de Sade langue malato nell'infermeria di Versailles. Qui riceve in febbraio la visita di Cazade, che lo informa dell'eventualità di un suo arresto per debiti, qualora non possa liquidarli entro il 10 ventoso (1º marzo). Cazade lo rassicura, affermando ch'egli ha l'autorità per impedire che questo avvenga, finché risulta sotto la sua responsabilità.[8]

Nel germinale (aprile) de Sade torna a Saint-Ouen ed entra in contrasto con Gaufridy, ritenendo la sua gestione dei propri affari immorale e profittatrice. Gaufridy lascia il suo incarico di amministratore, posizione che viene assunta da M.me Quesnet. In giugno viene pubblicato il pamphlet anonimo Zoloé, violentemente critico nei confronti di Tallien e Barras (tra gli autori del colpo di Stato che aveva rovesciato Robespierre), di Bonaparte (padrone della Francia dal novembre 1799) e delle loro consorti (Teresa Cabarrus e Giuseppina di Beauharnais). Sebbene si sia a lungo ritenuto questo scritto opera di de Sade, oltre che la motivazione principale del suo arresto dell'anno IX (1801), è ormai certo che si è trattato di un'attribuzione erronea. A ottobre il Journal de Paris pubblica un articolo del critico Villeterque, che attacca pesantemente l'opera sadiana Les Crimes de l'Amour, pubblicata di recente.[8]

L'arresto definitivo[modifica | modifica wikitesto]

Il 1801 si apre sotto buoni auspici per D.A.F. de Sade: il Ministero della polizia proclama un'amnistia che rende possibile il dissequestro dei suoi beni. Il 15 ventoso (6 marzo), quando già il Direttorio repubblicano è stato rimpiazzato dal Consolato, Sade viene arrestato con il suo editore Nicolas Massé nell'ufficio di questi.[60] La perquisizione effettuata nel locale rivela numerosi manoscritti e stampati redatti da de Sade, tra cui i romanzi Juliette e La Nouvelle Justine. Altre perquisizioni, effettuate presso la sua abitazione a Saint-Ouen e a casa di amici, comportano il sequestro di altro materiale compromettente, compreso un arazzo con raffigurazioni a carattere osceno ispirate al romanzo Justine.[8]

De Sade e Massé vengono interrogati, ma non processati, per evitare uno scandalo di enormi dimensioni. Massé è liberato subito, de Sade viene rinchiuso arbitrariamente e senza processo il 15 germinale (5 aprile) nella prigione di Sainte-Pélagie, colpevole della realizzazione di opere a carattere osceno. Il 30 fiorile anno X (20 maggio 1802) de Sade invia una petizione al Ministro della giustizia André Joseph Abrial, chiedendo di essere processato oppure liberato e ribadendo la propria estraneità alla realizzazione di Justine. Il 15 ventoso anno XI (6 marzo 1803) viene trasferito nella durissima prigione di Bicêtre, salvo poi venire condotto, su pressione della famiglia, all'ospizio di Charenton per malati mentali, dove già è stato in passato.[8]

Il manicomio di Charenton[modifica | modifica wikitesto]

Bonaparte rappresentato in una incisione mentre getta il libro Justine nel fuoco (attribuita a P. Cousturier)

Ricoverato in manicomio per il suo "perpetuo stato di demenza libertina" (parole del prefetto Dubois), D.A.F. de Sade si trova in una condizione tutto sommato privilegiata, con una piccola biblioteca annessa alla stanza affacciata sul fiume Marna e libertà di passeggiare nel parco. Tuttavia la sorveglianza è strettissima, frequenti le perquisizioni alla ricerca di manoscritti licenziosi.[8]

Il 1º messidoro anno XII (20 giugno 1804) de Sade invia alla neocostituita commissione senatoriale per le libertà individuali una missiva nella quale lamenta la sua detenzione arbitraria, dal momento che sono passati quattro anni dalla sua incarcerazione senza che si sia celebrato alcun processo a suo carico. Sei settimane dopo, il 24 termidoro (12 agosto), in una lettera a Fouché, ministro della polizia, scrive:

«Le leggi e i regolamenti riguardanti le libertà individuali non sono mai state così chiaramente disattese come nel mio caso, dal momento che è senza alcuna sentenza o atto che continuano a tenermi chiuso e segregato.»

Il 21 fruttidoro (8 settembre), il prefetto della polizia Dubois fa rapporto al ministro della polizia, descrivendo de Sade come una "persona incorreggibile" che versa in uno stato di "costante pazzia licenziosa", dal carattere "ostile a ogni forma di costrizione". Nelle conclusioni ribadisce la necessità di lasciare de Sade a Charenton, dal momento che la sua stessa famiglia desiderava la sua permanenza nella struttura. Dubois torna nuovamente a esprimersi su de Sade, inviando il 27 fiorile anno XIII (17 maggio 1805) una severa reprimenda al direttore dell'ospizio di Charenton, reo di aver consentito al marchese di ricevere il giorno di Pasqua la comunione presso la locale chiesa; probabile che de Sade vi partecipasse per dare una buona immagine di sé, come allo stesso tempo non rinnega il suo ateismo, pur interessandosi che la cugina gli porti il testo di Chateaubriand appena uscito intitolato Genio del Cristianesimo.[61]

Il 6 fruttidoro (24 agosto) dello stesso anno D.A.F. de Sade redige e sottoscrive un memorandum nel quale accorda l'acquisto da parte dei suoi famigliari di tutte le sue proprietà (con l'eccezione di Saumane) in cambio di una rendita vitalizia. Nel gennaio del 1806[62] fa testamento. Tra il marzo 1806 e l'aprile del 1807 de Sade è impegnato nella composizione della Histoire d'Emilie, che nella sua forma finale dovrebbe completare una serie di dieci volumi, intitolata Les Journées de Florbelle, ou la Nature dévoilée, suivies des Mémoires de l'abbé de Modose et des Aventures d'Emilie de Volnange. Di lì a poco (5 giugno) la polizia sequestra, a seguito di un'ispezione della sua stanza, numerosi manoscritti, tra i quali lo stesso Les Journées de Florbelle, che verrà bruciato poco dopo la sua morte.[8]

Alla compagna Constance Quesnet viene permesso di vivere con lui, in una stanza adiacente, con il pretesto che si tratta della figlia naturale. Il direttore liberale di Charenton, Coulmier, lo incoraggia a mettere in scena diverse sue commedie per il pubblico parigino, utilizzando gli internati come attori e come palcoscenico un teatro fatto costruire appositamente con 200 posti per spettatori a invito.[63] Questa posizione estremamente tollerante di Coulmier, che approcciava la psicoterapia, attrae molte critiche delle autorità più retrive. Il 14 giugno del 1808 il figlio Louis-Marie de Sade viene ferito nella battaglia di Friedland; la sua valorosa condotta gli fa guadagnare una menzione d'onore nei dispacci militari. Il 17 giugno D.A.F. Sade scrive a Napoleone, presentandosi come il padre del valoroso soldato distintosi in battaglia alcuni giorni prima e chiedendo di essere liberato.[8]

Il 2 agosto l'ufficiale medico capo di Charenton, Antoine Athanase Royer-Collard, invia una missiva al ministro della polizia, lamentando gli svantaggi che comporta la presenza del marchese de Sade presso la struttura ospedaliera. «Quell'uomo non è pazzo" - afferma - la sua sola follia è quella derivante dal vizio... inoltre è stato reso noto il fatto che egli vive nell'ospizio con una donna che cerca di far passare per sua figlia.» Egli inoltre raccomanda nella lettera la soppressione del teatro che de Sade ha organizzato a Charenton, reputandolo un elemento di disturbo per i pazienti chiamati a interpretare ruoli sotto la sua regia, suggerendo altresì il trasferimento del prigioniero in una struttura più restrittiva.[8]

Nonostante il supporto di Coulmier, il ministro ordina il trasferimento di de Sade alla prigione di Ham. Coulmier si appella personalmente al ministro contro tale decisione, chiedendo quantomeno di posporre l'atto fin tanto che la famiglia del marchese avesse pagato le spese alla struttura. Il dottor Deguise, chirurgo a Charenton, appoggia Coulmier nelle sue richieste, affermando che un eventuale trasferimento metterebbe in pericolo la vita del prigioniero. L'11 novembre, dinanzi alle richieste fatte anche dalla famiglia di posporre il trasferimento, il ministro accetta infine di rimandarlo al 15 aprile del 1809. Il 21 aprile di quell'anno il trasferimento è posticipato indefinitamente.[8]

De Sade inizia nel 1810 a Charenton una relazione con la dodicenne Madeleine Leclerc, che durerà fino alla sua morte. Il 28 agosto 1810 vende i suoi possedimenti a Mazan a Calixte-Antoine-Alexandre Ripert per 56 462,50 franchi, somma che passa ai suoi figli.[8] Il 18 ottobre dello stesso anno il conte di Montalivet, ministro dell'interno, rilascia una dura ordinanza:

«Considerando che M. de Sade è affetto dalla più pericolosa forma di pazzia, che ogni contatto tra lui e gli altri prigionieri può dar luogo a pericoli incalcolabili e i che i suoi scritti sono parimenti folli così come la sua parola e la sua condotta io ordino quanto segue: quel signor de Sade deve essere fornito di un alloggio completamente separato in modo da risultargli interdetta ogni comunicazione con gli altri... la massima precauzione inoltre deve essere presa nell'impedirgli di usare penne, matite, inchiostro o carta. Il direttore dell'istituto è personalmente responsabile dell'esecuzione di questo ordine.»

De Sade interrogato dalla polizia

Coulmier riconosce la validità delle direttive del ministro, ma fa notare che non è suo obbligo mantenere presso la sua struttura un'area isolata come gli si richiede: fa perciò richiesta di trasferimento per de Sade, e aggiunge che, nelle sue vesti di responsabile di un ente umanitario e rieducativo, si sente umiliato dall'essere utilizzato come carceriere o persecutore di uno dei suoi pazienti.[8]

Il 6 febbraio 1811, la polizia redige un rapporto su due librai, Clémendot e Barba, accusati di aver distribuito copie di Justine a Parigi e nelle province francesi, oltre ad aver stampato e venduto incisioni ispirate al libro. De Sade, a seguito di tale denuncia, viene sottoposto a un duro interrogatorio a Charenton il 31 marzo. Lo stesso Napoleone, in una seduta del consiglio privato, si pronunciò sul marchese, decidendo di prolungare la sua detenzione e confermando anche in seguito la disposizione. Il 14 novembre de Sade è nuovamente interrogato, questa volta dal conte Corvetto: a differenza della volta precedente, viene trattato in maniera cortese. Il 31 marzo del 1813 ha luogo un altro, breve interrogatorio. Un ordine ministeriale vieta a de Sade la continuazione degli spettacoli teatrali a Charenton; il marchese si dedica alla stesura finale della Histoire secrète d'Isabelle de Bavière, completata nel settembre del 1813. Nello stesso anno si pubblica (anonimo) il libro La Marquise de Gange.[8]

La malattia e la morte[modifica | modifica wikitesto]

Il 1814 vede l'abdicazione di Napoleone e l'ingresso trionfale a Parigi di Luigi XVIII. A Charenton il direttore Coulmier viene sostituito da Roulhac de Maupas. Questi, nel settembre dello stesso anno, fa richiesta al ministro dell'interno, l'abate di Montesquiou, di spostare il marchese in una struttura più idonea a causa della sua salute malferma che ne impedisce la carcerazione. Riporta inoltre che il figlio del marchese, nonostante le discrete condizioni economiche, si rifiuta di pagare ulteriormente i costi del ricovero nell'ospizio (ammontanti a 8 934 franchi). In ottobre il ministro dell'interno invita il conte Beugnot, direttore generale della polizia, a prendere provvedimenti circa la sistemazione futura di de Sade. In dicembre, tuttavia, le condizioni di salute di de Sade peggiorano al punto dal rendergli impossibile camminare.[8]

Il 2 dicembre il marchese riceve la visita del figlio Donatien-Claude-Armand, che chiede al giovane medico L.J. Ramon di assisterlo durante la notte. Ramon si accorge che il respiro del prigioniero è rumoroso e difficoltoso, simile a un rantolo; mentre gli prepara un tè per cercare di alleviare la congestione polmonare di cui de Sade è sofferente da tempo, l'anziano marchese muore silenziosamente. Secondo quanto riportato nel rapporto ufficiale del direttore alla polizia, la causa del decesso è una «febbre adinamica gangrenosa» e un «edema acuto del polmone molto probabilmente di origine cardiaca.»[64]

Nelle ultime volontà, D.A.F. de Sade esprime il desiderio di essere esposto dopo la morte nella sua stanza per 48 ore senza che alcuno lo tocchi, in seguito messo nudo in una semplice cassa e sepolto senza alcun segno di riconoscimento nella profondità della foresta nella sua proprietà di Malmaison presso Épernon.

«...con la preghiera che il mio corpo venga trasportato con una semplice carretta al bosco della mia terra di Malmaison dove voglio che sia posto, senza alcuna specie di cerimonia, nella prima macchia che si trova a destra nel detto bosco entrando dalla parte del vecchio castello per il grande viale che lo attraversa. Una volta ricoperta la fossa vi si semineranno delle ghiande, in modo che in seguito, quando il terreno della fossa stessa non sarà più brullo e il bosco sarà tornato folto come prima, le tracce della mia tomba scompaiano dalla faccia della terra, come mi auguro che il ricordo di me si cancelli dalla memoria degli uomini, fatta eccezione per il ristretto numero di coloro che hanno voluto amarmi sino all’ultimo e di cui porto con me, nella tomba, un ricordo dolcissimo.»

Compose anche il seguente epitaffio: «Passante / inginocchiati per pregare / accanto al più sfortunato degli uomini / Egli nacque nel secolo scorso / e morì in quello presente / Il dispotismo dal volto odioso / gli fece guerra in ogni tempo / Sotto i re questo mostro orrendo / s'impadronì interamente della sua vita / Sotto il Terrore riapparve / e mise Sade sul bordo dell'abisso / Sotto il Consolato risorse / e Sade ne fu ancora la vittima».[66]

Estratto del testamento manoscritto del Marchese. Nell'ultima riga si vede la firma: D.A.F. Sade

L'inventario dei beni materiali lasciati dal marchese, ormai privato di proprietà e denaro di famiglia, è il seguente: 40 franchi e 50 centesimi, un ritratto a olio del padre, 4 miniature, pacchetti di documenti, una cassa contenente 21 manoscritti, una libreria di 269 volumi tra cui il Don Chisciotte della Mancia e le opere complete di Jean-Jacques Rousseau e di Voltaire, poi Le ricreazioni matematiche, L'arte di comunicare le idee, un Saggio sulle malattie pericolose, Il pornografo di Restif de la Bretonne e infine una Storia della Maschera di ferro.[67]

Nonostante le sue disposizioni testamentarie, venne sepolto nel cimitero di Charenton sotto una croce cristiana senza nome, malgrado non avesse mai espresso il desiderio di convertirsi, anzi avesse ribadito il suo ateismo; il costo dell'inumazione ammonta a 65 livres così ripartite: 20 per la croce, 10 per la bara, 6 per la cappella mortuaria, 9 per le candele, 6 per il cappellano, 8 per i portatori e 6 per l'inumatore. Il cranio viene in seguito rimosso dalla bara per investigazioni pseudoscientifiche di frenologia, e consegnato al dottor Ramon, che lo darà poi a un collega americano (verrà poi smarrito, ed esistono diversi crani attribuiti, e diverse leggende). Il corpo fu infatti esumato e trasferito in altra tomba nello stesso luogo già nel 1818. Oggi non è più individuabile il luogo di sepoltura originale, essendo il cimitero completamente rimaneggiato, cosicché la tomba non è rintracciabile, come da desiderio testamentario di de Sade. A Épernon è stato invece eretto un monumento con lapide commemorativa, e la volontà del Marchese di essere sepolto nel bosco della sua proprietà è quindi stata parzialmente rispettata.[68]

Poco dopo la morte, il figlio maggiore fece bruciare tutti i manoscritti del padre non pubblicati; questi comprendevano anche l'immensa opera in più volumi Les Journées de Florbelle, andata quindi completamente perduta.[8]

De Sade e la critica[modifica | modifica wikitesto]

Numerosi studiosi e scrittori, in particolare coloro che si sono interessati allo studio della sessualità, sono stati attratti e al contempo respinti dalla produzione di de Sade. Simone de Beauvoir (nel suo saggio Dobbiamo bruciare Sade?, pubblicato su Les Temps modernes, nel dicembre del 1951 e nel gennaio del 1952) e altri scrittori hanno ravvisato negli scritti del "divin marchese" componenti riconducibili alla filosofia radicale della libertà, in qualche modo anticipatrici dell'esistenzialismo moderno. De Sade è stato accostato anche a Sigmund Freud, laddove focalizza la sua attenzione sulla sessualità come fattore scatenante delle azioni umane. Il surrealismo lo ammirò parimenti come uno dei suoi precursori: lo stesso Guillaume Apollinaire definì de Sade come «...lo spirito più libero mai esistito».[69]

Ritratto immaginario del Marchese de Sade di H. Biberstein in L'Œuvre du marquis de Sade, Guillaume Appolinaire (Edit.), Bibliothèque des Curieux, Parigi, 1912

Fëdor Dostoevskij, dalla lettura di de Sade[70], ricavava invece la propensione al sadismo e alla sopraffazione del forte sul debole presente nell'umanità (raffigurata poi in diversi personaggi dei suoi libri, come il Principe di Umiliati e Offesi, Svidrigajlov di Delitto e castigo e Stavrogin de I demoni, immorali e corrotti, ma destinati poi alla crisi personale e al suicidio), e si convince che solo la fede cristiana possa attenuarla. Per l'autore russo de Sade è uno degli esempi razionali per cui «una volta ripudiato Cristo, l'intelletto umano può giungere a risultati stupefacenti» poiché «vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti a un idolo. Siamo tutti idolatri, non atei». Ne I fratelli Karamazov uno dei personaggi, il tormentato Ivàn Karamazov, pronuncia - in un dialogo col fratello Alëša che ha intrapreso la carriera religiosa - la celebre frase: «Se Dio non esiste, tutto è permesso»[71], che richiama diverse affermazioni sadiane.

Pierre Klossowski, nel suo libro del 1947, Sade prossimo mio (intitolato anche Sade il mio vicino e in originale Sade Mon Prochain), reputò la filosofia sadiana come precorritrice del nichilismo, negante sia i valori cristiani sia quelli del materialismo propri dell'Illuminismo. Uno dei saggi contenuti nella raccolta redatta da Max Horkheimer e Theodor Adorno Dialettica dell'illuminismo (1947), intitolato Juliette o illuminismo e morale, interpreta l'atteggiamento senza scrupoli e profondamente calcolatore della protagonista de L'Histoire de Juliette come una vera e propria incarnazione della filosofia posta alla base dell'Illuminismo materialista. Analogamente lo psicanalista Jacques Lacan, in un suo saggio del 1966 dal titolo Kant avec Sade giudicò l'etica sadiana un complemento dell'imperativo categorico originariamente postulato da Immanuel Kant.

In un suo libro del 1988 intitolato Political Theory and Modernity, William E. Connolly analizza la Filosofia nel boudoir, reputandolo un elemento di rottura rispetto alla tradizionale posizione dei filosofi politici, in primis Rousseau e Hobbes, e ai loro tentativi di riconciliazione tra natura, ragione e virtù, fondamento e condizione necessaria di una società razionalmente strutturata.

Nel saggio The Sadeian Woman: And the Ideology of Pornography (1979), Angela Carter fornisce invece una lettura di taglio femminista, giudicandolo positivamente come un "pornografo morale" che nei suoi scritti ha lasciato ampi spazi all'azione di personaggi femminili, rovesciando la posizione di un'altra femminista, Andrea Dworkin, che aveva criticato de Sade come misogino, facendo propria l'idea che la pornografia porti inevitabilmente alla violenza sessuale.[72] Susie Bright ha trovato sorprendenti parallelismi tra il primo racconto della Dworkin, Ice and Fire, incentrato sulla violenza e sull'abuso, reputandolo una riscrittura in chiave moderna del libro sadiano Juliette.[73]

Pensiero politico[modifica | modifica wikitesto]

Nei suoi scritti politici de Sade condanna il potere, la nobiltà, la religione, lo schiavismo, lo Stato, la morale sessuale e familiare e tutte le consuetudini del suo tempo, esaltando unicamente il libertinismo, proclamandosi repubblicano, individualista e, al tempo stesso, socialista. Spesso è considerato un precursore anche dell'anarco-individualismo. Il pensiero politico di de Sade non fornisce un sistema coerente e realistico, limitandosi a essere spesso la trasposizione provocatoria del suo stile di vita e della sua arte. Come delegato di sezione alla Convenzione nazionale fu inizialmente simile, adeguandosi fin troppo al nuovo clima, agli Enragés (l'estrema sinistra non parlamentare), con posizioni libertarie, ma in seguito spaventato dagli esiti del Regime del Terrore (e forse dal troppo moralismo) divenne infatti abbastanza moderato, al punto di dimettersi poiché in contrasto con i giacobini (estrema sinistra parlamentare), e poi con il Direttorio, secondo lui invece troppo moderato in questioni etiche.

Stile, filosofia e influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Opere e poetica del Marchese de Sade.

«La distruzione, quindi, come la creazione, è uno dei mandati della Natura.»

«Tutta la morale umana è racchiusa in questa sola parola: rendere gli altri tanto felici quanto si desidera esserlo noi e non recar maggior male di quanto ne vorremmo ricevere.»

Nella cultura troviamo numerosi riferimenti al marchese de Sade, con influenze in ambito letterario, teatrale, cinematografico e pittorico. Il termine "sadismo" deriva dal suo nome: viene impiegato per designare violenza, fisica o verbale di natura sessuale e no, con analogie ai contenuti presenti nei racconti del marchese. Nella cultura moderna le opere sadiane sono allo stesso tempo considerate capolavori sociologici (nella loro analisi delle dinamiche del potere e della sopraffazione) ed erotici. Il linguaggio esplicito che si ritrova in esse ha una finalità ben precisa: quella di mettere sotto accusa i valori ipocriti e la corruzione morale dell'élite a lui contemporanea, risultando inoltre una manifestazione di lotta per la libertà di parola; in alcune opere si ritrova una velata critica sociale.

De Sade imprigionato

Alla critica e alla provocazione hanno fatto riferimento gli intellettuali moderni, che in una riscoperta delle opere di de Sade hanno messo al centro della loro analisi anche l'estremo individualismo dell'autore, ritenuto un antesignano della cultura liberale e anarchica dei secoli a lui successivi. Nella seconda metà del XX secolo si è assistito a una crescita notevole dell'interesse nei confronti di de Sade, un ritorno in auge che si deve all'opera di studio - dopo l'interesse dei surrealisti come Guillame Apollinaire e André Breton - cominciata da Roland Barthes, Jacques Derrida e Michel Foucault negli anni cinquanta e sessanta.

De Sade, attraverso le perversioni e analizzando s stesso e le proprie fantasie, giunge all'idea che le vere motivazioni umane scaturiscano dal profondo, anticipando la teoria delle pulsioni sessuali, distruttive e conservative di Sigmund Freud (Al di là del principio di piacere), il padre della psicoanalisi. Il marchese usa mettere una morale nei propri scritti che sia essa l'ateismo, la libertà, o la sua convinzione sulla malvagità intrinseca dell'uomo, una legge della giungla umana (Homo homini lupus). Egli, inseguendo l'Eros e la distruzione, giunge al Nulla, una sorta di nichilismo ateo ed esistenzialista, che verrà approfondito da molti intellettuali successivi in maniera completamente diversa, ma giungendo a conclusioni simili. La felicità per de Sade è breve e illusoria, ed egli è in fondo un pessimista.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • L'opera di Peter Weiss intitolata The Persecution and Assassination of Jean-Paul Marat o brevemente Marat/Sade, è una descrizione immaginaria della vita di de Sade a Charenton. In questa trasposizione, il marchese è dipinto come un cinico, che in ogni sua azione è guidato dai sensi. La sua figura viene posta in contrasto con quella di Jean-Paul Marat, simboleggiante lo spirito della rivoluzione.[74]
  • Lo scrittore giapponese Yukio Mishima scrisse un'opera teatrale intitolata Madame de Sade.
  • Lo scrittore e attore canadese Barry Yzereef ha scritto il testo di una rappresentazione intitolata Sade, un monologo del marchese ambientato nella prigione di Vincennes.
  • Doug Wright ha realizzato una commedia, Quills, surreale descrizione dei tentativi di censura attuati contro de Sade a Charenton; la rappresentazione teatrale è stata adattata per la realizzazione di un film omonimo.
  • La Fura dels Baus hanno messo in scena una loro produzione, XXX, basata sulle opere e sul pensiero di de Sade.
  • Lost Cherry Orchard è un dramma interpretato dalla compagnia teatrale ceca Depressed Children Long for Money (Depresivní děti touží po penězích) ed è basato su La filosofia nel boudoir di de Sade e su Il giardino dei ciliegi di Anton Pavlovič Čechov.
  • Enrico Frattaroli ha messo in scena, tra il 2002 e il 2009, cinque opere teatrali basate sull'opera e sulla filosofia del marchese de Sade: SADE neroluce (Roma, Carcere del San Michele, 2002), SADE cum figuris (Roma, Palazzo Braschi, 2002), SADE ex machina (Terni, Videocentro, 2003), SADE per speculum (Ferrara, Chiesa sconsacrata di San Francesco, 2004), SADE opus contra naturam (Roma, Carcere del San Michele, 2007), SADE opus contra naturam / Voyage en Italie (Napoli. Teatro Festival Italia, Real Albergo dei Poveri, 2009).

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

La vita e gli scritti di de Sade hanno ispirato numerose pellicole. Fra i registi che hanno lavorato su de Sade spiccano in particolare i nomi di Luis Buñuel (il primo cineasta a citare de Sade in un film), Peter Brook, Jesús Franco e Pier Paolo Pasolini[75]. Rappresentazioni delle opere di de Sade cominciarono ad apparire a partire dal periodo surrealista. Ecco una lista di alcuni film (tralasciando gli innumerevoli a carattere esclusivamente pornografico, il più famoso Il marchese de Sade di Joe D'Amato del 1994, in cui il ruolo di de Sade è interpretato dalla celebre pornostar Rocco Siffredi) basati sulla sua vita e sulle sue opere letterarie:

Titoli di testa di Salò o le 120 giornate di Sodoma, film di Pier Paolo Pasolini, tratto da Le 120 giornate di Sodoma di de Sade
  • L'âge d'or (1930), nato dalla collaborazione tra il regista Luis Buñuel e l'artista surrealista Salvador Dalí. La scena finale, ispirata alle 120 giornate di Sodoma, mostra una conclusione, non presente nel libro, con i libertini, accompagnati da una figura cristologica, impersonata dall'attore Lionel Salem, che emergono dal loro rifugio nel castello di Silling. La figura di de Sade ritornerà, interpretata da Michel Piccoli, nel successivo film La via lattea, diretto da Buñuel nel 1969.
  • Il teschio maledetto (1966), film horror britannico basato sul racconto di Robert Bloch intitolato The Skull of the Marquis de Sade. Peter Cushing interpreta un collezionista il cui corpo viene posseduto dallo spirito del marchese quando entra in possesso del cranio di questi. Il marchese appare nel prologo come un corpo in decomposizione dissepolto da un saccheggiatore di tombe. In un'altra scena un personaggio fa un breve racconto della vita di de Sade, enfatizzandone la reputazione di "uomo nero".
  • Marat-Sade, Il film del 1966, (titolo originale Marat/Sade) diretto da Peter Brook, che diresse anche la prima produzione in lingua inglese su questo soggetto. Patrick Magee interpreta il marchese.
  • Justine ovvero le disavventure della virtù (in francese Marquis de Sade: Justine), diretto da Jesús Franco (1968). Klaus Kinski assume le vesti del marchese, apparendo nella cella mentre scrive il romanzo cui fa riferimento il titolo. Romina Power interpreta invece la protagonista.
Klaus Kinski interpreta Sade prigioniero in Justine ovvero le disavventure della virtù di Jess Franco
  • La via lattea
  • De Sade (1969), versione romanticizzata della vita di de Sade, scritto da Richard Matheson e diretto da Cy Endfield. Al momento della sua proiezione ebbe grande notorietà e vari contenuti sessuali in esso presenti vennero ripresi da Playboy per una serie di pubblicazioni a essi ispirata. Keir Dullea interpreta il marchese (che nel film viene chiamato con il nome Louis-Aldonze-Donatien) in un cast che include tra gli altri Lilli Palmer, Senta Berger, Anna Massey, e John Huston.
  • De Sade 70 [conosciuto anche con il titolo La filosofia nel boudoir; titolo per la Spagna: Philosophy in the Boudoir; titolo per il mondo anglofono: Eugenie... The Story of Her Journey into Perversion; titolo per la Germania: Wildkatzen] (1969). Un altro film di Franco, con Christopher Lee nel ruolo di Dolmancé.
  • De Sade 2000 (Eugénie, conosciuto anche con il titolo Eugénie de Sade), un altro adattamento di Jesús Franco (1970). Questa volta Franco ripropone il testo "Eugénie de Franval", collocandolo nel XX secolo.
  • Justine de Sade, diretto da Claude Pierson (1972).
  • Salò o le 120 giornate di Sodoma, diretto da Pier Paolo Pasolini (1975). Il romanzo sadiano viene collocato nell'Italia fascista.
  • Cruel Passion (1977), una riproposizione di De Sade's Justine, con Koo Stark nelle vesti dell'eroina vittima di innumerevoli sevizie.
  • Waxwork - Benvenuti al museo delle cere (1988), un horror. In questo film le persone, una volta disegnate su dei tableaux in una camera degli orrori, entrano nelle vite di coloro che erano originariamente rappresentati. Due personaggi sono così trasportati nel mondo del marchese, dove vengono torturati da de Sade (J. Kenneth Campbell) e da un principe, interpretato da Anthony Hickox.
  • Marquis (1989), una produzione franco-belga che combina l'utilizzo di pupazzi e l'animazione per descrivere la vita del marchese (doppiato da François Marthouret) mentre è imprigionato nella Bastiglia.
  • Le notti proibite del Marchese De Sade [Night Terrors, titolo in inglese] (1993), un film horror di Tobe Hooper, che pone l'accento sulla natura malvagia del marchese. La rappresentazione degli ultimi giorni del marchese viene intercalata con la vicenda di un suo discendente contemporaneo, un serial killer. Tobe Hooper è il regista, mentre l'icona horror Robert Englund interpreta de Sade e il suo discendente.
  • Marquis de Sade (1996). Il marchese (Nick Mancuso) seduce una giovane vergine dalla sua cella ove è rinchiuso.
  • Sade - Segui l'istinto (2000), diretto da Benoît Jacquot. Daniel Auteuil interpreta de Sade, imprigionato in una villa in campagna con altri nobili a causa della rivoluzione. Troviamo il marchese impegnato nell'educazione sessuale di una giovane.
Geoffrey Rush ha interpretato de Sade in Quills

Programmi televisivi[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

  • Il pornografo Restif de la Bretonne contemporaneo di de Sade e suo rivale pubblicò nel 1793 un romanzo intitolato Anti-Justine.
  • Anon, Le Marquis de Sade, ses aventures, ses œuvres, Fayard, 1885. Pubblicato originariamente su L'Omnibus.
  • Rachilde, La Marquise de Sade, 1887, nuova edizione Gallimard, 1996
  • Georges Bataille utilizzò le tecniche di scrittura di de Sade applicate per descrivere trasgressioni sessuali al fine di scioccare e provocare il lettore.
  • Bloch ha scritto anche un racconto intitolato The Skull of the Marquis de Sade, nel quale si racconta di un collezionista il cui corpo viene posseduto dallo spirito del marchese dopo che è entrato in possesso del cranio di questi. La storia è stata adattata nel film The Skull (1966), con Peter Cushing e Patrick Wymark.
  • Lo scrittore polacco Stanisław Lem ha scritto un saggio nel quale analizza gli argomenti della teoria dei giochi esposti nella novella di de Sade Justine.
  • The Marquis Doll Adventures, una novella di Paula Hopkins, delinea un mondo futuro abitato da personaggi dai tratti sadiani.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

  • La canzone del 1990 Sadeness (così come la raccolta di cui è parte, Principles of Lust), creata dal "musical project" Enigma, è un omaggio al marchese de Sade, che ne è anche il tema ispiratore.
  • Il DJ e produttore olandese Dov J. Elkabas, noto come The Prophet, ha usato il nome "MarQuiz De Sade" per la pubblicazione del vinile MarQ 1. Tale disco contiene le tracce Sadizm, The Brother MarQuiz e S.O.A.B.
  • Il cantautore italiano Immanuel Casto ha citato più volte il Marchese de Sade nel brano Bondage, terza traccia della raccolta musicale Porn Groove 2004/2009.
  • Donatien Alphonse François De Sade é il titolo di una canzone del cantautore Giuseppe Cutrò.
  • Indirettamente viene citato dal gruppo italiano dei Baustelle, tramite il richiamo al romanzo Justine, nella canzone Eurofestival tratta dall'album L'amore e la violenza del 2017 ("vieni Justine in questo mondo d'amore e di violenza").

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Marchese de Sade è stato il protagonista di un omonimo fumetto avventuroso ed erotico italiano, De Sade, pubblicato negli anni settanta dalla Ediperiodici, casa editrice specializzata nella fumetteria per adulti a sfondo sessuale e horror.
  • È anche uno dei personaggi della serie a fumetti The Invisibles di Grant Morrison. In particolare, i protagonisti della serie compiono un viaggio "psico-temporale" nella Francia del Terrore allo scopo di riportare con loro nel presente lo spirito di de Sade. Tuttavia, a causa dell'interposizione dei loro nemici rimangono intrappolati in un mondo fittizio in cui le 120 giornate di Sodoma sono la realtà. Alla fine però riescono nel loro intento e il marchese, ambientato ai giorni nostri, finisce per costruire un colossale accumulatore orgonico grazie a tutte le sue conoscenze nel campo della sessualità distorta.
  • Guido Crepax, nelle sue "graphic novels", traspone in forma attenuata il romanzo di Justine.
  • Il personaggio della DC Comics Desaad, creato da Jack Kirby in Nuovi Dei #2 (1971), è ispirato a de Sade. La sua assistente, Lady Justeen, creata da Walter Simonson in Orion #1 (2000), è analogamente ispirata alla sadiana Justine.

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Opere e poetica del Marchese de Sade.

Le opere sono ordinate in ordine cronologico di pubblicazione.

Monumento eretto in onore del Marchese de Sade di fronte al castello di Lacoste (Vaucluse)

Romanzi e novelle[modifica | modifica wikitesto]

  • 1791: Justine o le disavventure della virtù (Justine ou les Malheurs de la vertu), manoscritto datato 1788, versione originaria poi ampliata del 1787.
  • 1795: Aline e Valcour, ovvero Il romanzo filosofico (Aline et Valcour, ou le Roman philosophique), manoscritto datato 1788.
  • 1795: La filosofia nel boudoir (La Philosophie dans le boudoir).
  • 1800: I crimini dell'amore, novelle eroiche e tragiche (Les Crimes de l'amour, Nouvelles héroïques et tragiques), intitolato anche I criminali dell'amore. Sadismo e crudeltà di un amore impossibile, traduzione di Filippo D'Angelo, L'orma editore, Roma 2014, ISBN 978-88-980-3846-6.
    • Prefazione
      • Un'idea sui romanzi (Une Idée sur les romans).
    • vol. I:
      • Juliette e Raunai, ovvero La cospirazione d'Amboise (Juliette et Raunai, ou la Conspiration d'Amboise).
      • La doppia prova, intitolato anche La doppia prova ovvero La rivale di sua figlia (La Double Épreuve).
Illustrazione per Juliette e La nuova Justine
    • vol. II:
      • Prefazione
        • Lettera della Nelmours
      • La contessa di Sancerre ovvero La rivale di sua figlia (La Comtesse de Sancerre, ou la Rivalle de sa fille)
      • Miss Henriette Stralson, ovvero Gli effetti della disperazione (Miss Henriette Stralson, ou les Effets du désespoir)
      • Faxelange, ovvero I torti dell'ambizione (Faxelange, ou les Torts de l'ambition)
      • Florville e Courval, ovvero Il fatalismo, intitolato anche più brevemente Florville e Courval o anche Le sciagure di Florville. Quando l'assurdo diventa realtà (Florville et Courval, ou le Fatalisme)
    • vol. III:
      • Rodrigue, ovvero La torre incantata (Rodrigue, ou la Tour enchantée)
      • Laurence e Antonio (Laurence et Antonio)
      • Ernestine (Ernestine)
    • vol. IV:
      • I criminali dell'amore. Eugenia di Franval (Eugénie de Franval)
        • I storia
      • Dorgeville, ovvero Il criminale per virtù (Dorgeville, ou le Criminel par vertu)
        • II storia
  • 1801: Storia di Juliette, ovvero La prosperità del vizio (Histoire de Juliette, ou les Prospérités du vice), continuazione de La Nouvelle Justine, ou les Malheurs de la vertu.
  • 1813: La marchesa di Gange (La Marquise de Gange)
  • 1881: Dorci, ovvero La stranezza della sorte (Dorci, ou la Bizarrerie du sort), manoscritto datato 1788.
  • 1904: Le 120 giornate di Sodoma, ovvero La scuola di libertinaggio (Les 120 journées de Sodome, ou l'École du libertinage), manoscritto datato 1785.
  • 1926: Dialogo tra un prete e un moribondo (Dialogue entre un prêtre et un moribond), manoscritto datato 1782.
  • 1926: Storie, racconti e favole, intitolato anche Histoirettes. Storielle piccanti del XVIII secolo (Historiettes, Contes et Fabliaux), manoscritto datato 1788.
    • Prefazione
    • Histoirettes:
      • Prologo
      • Il serpente (Le Serpent)
      • La battuta del guascone (La Saillie Gasconne)
      • La felicità finta, rititolato Una finzione felice (L'Heureuse Feinte)
      • Punizione di un ruffiano (Le M... puni)
      • Il vescovo impantanato (L'Évêque embourbé)
      • Il redivivo, rititolato Il fantasma (Le Revenant)
      • Gli oratori provenzali (Les Harangueurs Provençaux)
      • Imbrogliatemi sempre in questo modo (Attrapez-moi toujours de même)
      • Il coniuge compiacente, intitolato anche Lo sposo compiacente (L'Époux complaisant)
      • Avventura incomprensibile, intitolato anche Un'avventura incomprensibile, attestata da un'intera provincia (Aventure incompréhensible)
      • Il fiore di castagno, intitolato anche Il fiore del castagno (La Fleur de châtaignier)
    • Contes et Fabliaux:
      • L'istitutore filosofo, intitolato anche Il filosofo istruttore (L'Instituteur philosophe)
      • La prudenza, ovvero L'incontro imprevisto, intitolato anche La pudica o l'incontro inatteso (La Prude, ou la Rencontre imprévue)
      • Émilie de Tourville, ovvero la crudeltà fraterna, intitolato anche Emilia di Tourville o la crudeltà fraterna o anche La storia della signorina di Tourville (Émilie de Tourville, ou la Cruauté fraternelle)
      • Augustine de Villeblanche, ovvero Lo stratagemma dell'amore, intitolato anche Agostina di Villeblanche o lo stratagemma dell'amore (Augustine de Villeblanche, ou le Stratagème de l'amour)
      • Sia fatto secondo la richiesta (Soit fait ainsi qu'il est requis)
      • Il signore di Fontanis. Uno sconosciuto De Sade umorista-piccante, intitolato anche più brevemente Il signore di Fontanis, o anche Il signore di Fontanis ovvero Il presidente burlato, o anche Il giudice beffato (Le Président mystifié)
        • Prefazione del "Signore di Fontanis"
      • La marchesa di Thélème, ovvero Gli effetti del libertinaggio (La Marquise de Thélème, ou les Effets du libertinage)
      • Il taglione (Le Talion)
      • Il cornuto di se stesso ovvero La riconciliazione prevista (Le Cocu de lui-même, ou le Raccommodement imprévu)
      • C'è posto per due (Il y a place pour deux)
      • Lo sposo emendato (L'Époux corrigé)
      • Il marito prete. Racconto provenzale (Le Mari prêtre)
      • La castellana di Longeville o la donna vendicata (La Châtelaine de Longeville, ou la Femme vengée)
      • I ladri (Les Filous)
    • Appendice:
      • Les Dangers de la bienfaisance
  • 1930: Le disavventure della virtù (Les Infortunes de la vertu), manoscritto datato 1787, versione originaria di Justine (1788).
  • 1953: Storia segreta di Isabella di Baviera, regina di Francia (Histoire secrète d'Isabelle de Bavière, reine de France), manoscritto datato 1814.
  • 1964: Adelaide di Brunswick, principessa di Sassonia (Adélaïde de Brunswick, princesse de Saxe), manoscritto datato 1812.
  • Le giornate di Florebelle o la natura disvelata (Les Journées de Florbelle ou la Nature dévoilée), opera distrutta.
  • Les Delassements du libertin, ou la Neuvaine de Cythere, opera distrutta.
  • La Fine Mouche, opera distrutta.
  • L'Heureux Echange, opera distrutta.
  • Les Inconvenients de la pitié, opera distrutta.
  • Les Reliques, opera distrutta.
  • Le Curé de Prato, opera distrutta.

Opere teatrali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1781: L'incostante (L'Inconstant)
  • 1783: La doppia prova, ovvero Il prevaricatore (La Double Épreuve, ou le Prévaricateur), tragedia.
  • 1783: Il marito credulone, ovvero La folle prova (Le Mari crédule, ou la Folle Épreuve), commedia.
  • 1800: Oxtiern, ovvero Le sfortune del libertinaggio (Oxtiern, ou les Malheurs du libertinage), prima rappresentazione del 1791.
  • 1967: Il filosofo autoproclamato (Le Philosophe soi-disant)
  • 1970: Gli antiquari (Les Antiquaires), manoscritto datato 1790.
  • 1970: La stanza da letto (Le Boudoir)
  • 1970: La capricciosa (Le Capricieux)
  • 1970: La raffigurazione della sfortuna (L'Égarement de l'infortune), andato parzialmente perduto.
  • 1970: Fanni, ovvero gli effetti della disperazione (Fanni, ou les Effets du désespoir), manoscritto datato 1790.
  • 1970: Le feste dell'amicizia (Les Fêtes de l'Amitié), manoscritto datato 1790.
  • 1970: Immunità e tradimento (Franchise et trahison), manoscritto datato 1790.
  • 1970: Henriette e Saint-Clair (Henriette et Saint-Clair), andato parzialmente perduto.
  • 1970: Jeanne Lainé, ovvero L'assedio di Beauvais (Jeanne Lainé, ou le Siège de Beauvais)
  • 1970: Le gemelle, ovvero La difficile scelta (Les Jumelles, ou les Choix difficile)
  • 1970: Sophie e Desfrancs, il misantropo per amore (Sophie et Desfrancs, le Misanthrope par amour)
  • 1970: Tancredi (Tancrède), andato parzialmente perduto.
  • 1970: La torre incantata (La Tour enchantée)
  • 1970: L'unione delle arti (L'Union des arts ou les Ruses de l'amour), in due parti, parzialmente perdute: Divertissement e La Fille malheureuse.
  • Henriette, ovvero La voce della natura (Henriette, ou la Voix de la nature)
  • Lo stratagemma dell'amore, ovvero I sei spettacoli (La Ruse d'amour, ou les Six Spectacles)
  • Il mutante, ovvero L'uomo cangiante (Le Métamiste, ou l'Homme changeant)
  • Lo spergiuro (Le Suborneur)

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • 1961: La verità (La Vérité), manoscritto datato 1787.

Scritti politici[modifica | modifica wikitesto]

  • 1791: Discorso di un cittadino di Parigi al re dei Francesi (Adresse d'un citoyen de Paris, au roi des Français)
  • 28 ottobre 1792: Sezione di Piques. Osservazioni presentate all'Assemblea amministrativa degli ospedali (Section des Piques. Observations présentées à l'Assemblée administrative des hôpitaux)
  • 2 novembre 1792: Sezione di Piques. Proposte sulle modalità di punizione di Luigi, da un cittadino di questa sezione (Section des Piques. Idée sur le mode de la sanction des Lois, par un citoyen de cette section)
  • 1793: Sezione di Piques. Discorso pronunciato alla festa di premiazione della sezione di Piques, al cospetto di Marat e Le Pelletier, da Sade, cittadino di questa sezione e membro della Società popolare (Section des Piques. Discours prononcé à la Fête décernée par la Section des Piques, aux mânes de Marat et de Le Pelletier, par Sade, citoyen de cette section et membre de la Société populaire)
  • 1793: Petizione della sezione di Piques ai rappresentanti del popolo francese (Pétition de la Section des Piques, aux représentants du peuple français)
  • Progetto di modifica dei nomi delle vie della circoscrizione della sezione di Piques (Projet tendant à changer le nom des rues de l'arrondissement de la Section des Piques)
  • 1795: Francesi, ancora uno sforzo se volete essere Repubblicani (Français, encore un effort si vous voulez être républicains), pubblicato unitamente a La filosofia del boudoir.
  • Les Caprices, ou un peu de tout, perduto.

Appunti sparsi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il portafogli di un uomo di lettere (Le Portefeuille d'un homme des lettres)
  • 1952: Il fanatico, racconto morale e filosofico (Séide, conte moral et philosophique), Mercure de France n° 1070.
  • 1956: Centoundici note sulla Nuova Justine (Cent onze Notes pour la Nouvelle Justine), manoscritto datato 1791.
  • 1964: Appunti sulle Giornate di Florbelle, o la Natura rivelata (Notes pour les Journées de Florbelle, ou la Nature dévoilée)

Altri scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Corrispondenza (Correspondance)
  • 1801: L'autore de "I crimini dell'amore" a Villeterque, un resoconto (L'Auteur des « Crimes de l'amour » à Villeterque, folliculaire)
  • 1953: Carteggi personali (Cahiers personnels), datati 1803-1804.
  • 1967: Viaggio in Olanda (Voyage en Hollande)
  • 1967: Viaggio in Italia (Voyage d'Italie)
  • 1967: Opuscoli sul teatro (Opuscules sur le théâtre)
  • 1967: Assortimento di prosa e versi (Mélanges de prose et de vers)
  • 1970: Diario (Journal), datato 1807-1808-1814

Opere varie di attribuzione incerta[modifica | modifica wikitesto]

  • 1787: La prostituta vergine o La cortigiana anafrodita (La Courtisane anaphrodite, ou la Pucelle libertine)
  • 1949: L'aquila, signorina (L'Aigle, Mademoiselle), corrispondenza.
  • 1953: Il carillon di Vincennes (Le Carillon de Vincennes), corrispondenza.
  • 1954: Signor le 6. Lettere inedite (Monsieur le 6), corrispondenza 1778-1784.
  • 1959: Strenne filosofiche (Étrennes philosophiques)
  • Lettera al cittadino Gaufridy (Lettre au citoyen Gaufridy)
  • Quarto quaderno di appunti o riflessioni (Quatrième cahier de Notes ou reflexion)
  • L'orco Minski seguito da Il papa Braschi (L'ogre Minski-Le pape Braschi)
  • Discorso contro Dio (Discour contre Dieu)
  • Il mio arresto del 26 agosto (Mon arrestations du 26 Août), corrispondenza.
  • La vaniglia e la manilla (La Vanille et la Manille), corrispondenza.
  • Assortimento di prosa e di versi (Mélanges de Prose et de vers), manoscritti del 1758-1765 (Cercle du Livre Précieux).

Opere scritte con altri autori[modifica | modifica wikitesto]

  • Pauline e Belval, ovvero le vittime di un amore criminale (Pauline et Belval, ou les Victimes d'un amour criminel): autore incognito (M. R***), testo corretto da Sade, che probabilmente redasse la prefazione.
  • Zoloé e le sue due compagne, ovvero alcune decadi della vita di tre bellezze (Zoloé et ses deux acolythes ou Quelques Décades de la vie de trois jolies femmes): anonima, attribuita erroneamente a Sade.

De Sade in italiano[modifica | modifica wikitesto]

In Italia, de Sade è stato pubblicato con traduzioni di Gianni Nicoletti, Claudio Rendina, Adriana Klingly, Adriano Grande, Giuseppe De Col, Giorgio Vorstein, Luigi Baccolo, Aurelio Valesi, Vito Romaniello, Emilio Carizzoni, Angelo Fiocchi, Nico De Rentis Marra, Paolo Caruso, Lanfranco Binni, Elémire Zolla, Enrico Badellino, Daniele Gorret, Flaviarosa Nicoletti Rossini, Gian Piero Brega, Marisa Vassalle, Pino Bava, Giancarlo Pavanello, Adriano Spatola, Giorgio Varchi, Paolo Guzzi, Luisa Collodi, Riccardo Reim, Angelo Fiocchi, Raffaello Delfino, Pietro Citati, Gianna Manzini, Lucia Tozzi, Marella Sampietro, Giorgio Celli, Giovanni Mariotti, Lucio Chiavarelli, Beppe Recchia, Maurizio Grasso, Antonietta Cavalca, Gianni Frati, Nicoletta Dudan, Giancarlo Pontiggia, Walter Mauro, Elena Grillo, Francesco Saba Sardi, Alfredo Maria Bonanno, Anna Maria Lobina Corno, Benito Iezzi, Pietro Bartalini Bigi, Armando Marchi, Piero Ferrero, Riccardo Benedettini, Marina Premoli, Stefano Lanuzza, Francis Cecosk e Marco Cavalli; e con prefazioni di Andrea Calzolari, Alberto Moravia, Guido Piovene, Mario Praz, Virginia Finzi-Ghisi, Carlo Pasi, Bruno Cagli, Martino Conserva, oltre ad alcuni già citati e a traduzioni di pagine di Pierre Klossowski, Roland Barthes, Gilbert Lély, Simone de Beauvoir, Maurice Blanchot, Jean-Jacques Pauvert o Jean Paulhan.

La bibliografia critica, piuttosto ampia, include anche monografie di Giuseppe Conte, Esio Benedetti, Valerio Cantafio Casamaggi, Fausto Curi, Roberto D'Amato, Umberto Galimberti, Luigi Baccolo, Vincenzo Barba, Ruggero Campagnoli, Marco Palladini, Carlo Pasi e Roberto Imperoli; e biografie di Giancarlo Ottani, Carlo Palumbo, Alberto Arcioni e Luigi Baccolo (anche le biografie di Octave Béliard e di Jules Janin sono state tradotte dal francese).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anno di rinuncia al titolo in favore del figlio maggiore émigré che morì nel 1809. Il successore fu il fratello, divenuto il maggiore superstite; di fatto i titoli nobiliari in Francia furono aboliti nel 1792 e ripristinati nel 1814.
  2. ^ Maurice Lever, Donatien-Alphonse-François Marquis de Sade, Fayard, 2003
  3. ^ Marta Sambugar, Gabriella Salà - Letteratura italiana ed europea modulare, vol I, pag. 65, "Il romanzo del Settecento"
  4. ^ Marquis de Sade
  5. ^ The Psychopath's Brain
  6. ^ Introduzione a La filosofia del boudoir, edizione Garzanti, 2004: «Confinata nell'oblio per più di un secolo, per l'argomento scabroso e il linguaggio ardito, la controversa opera di Sade è stata riscoperta nel Novecento e indagata con nuovi strumenti filosofici-letterari e soprattutto psicologici».
  7. ^ Gilbert Lely Il profeta dell'erotismo. Vita del marchese e Sade PGreco 2012, pag.15
  8. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as Cronologia dettagliata della vita di Sade
  9. ^ Gilbert Lely op. cit, pag.17
  10. ^ Copia del certificado de bautismo Archiviato il 26 aprile 2014 in Internet Archive. (Museo Calvet. Avignon).
  11. ^ Gilbert Lely op cit, pag.21
  12. ^ Ronald Hayman, Marqués de Sade: El genio de la pasión, Tauris Paperbacks Parke, 2003, pp.3 y 5
  13. ^ Ronald Hayman, id, p. 4
  14. ^ Gilbert Lely op cit, pag.23
  15. ^ Gilbert Lely op cit, pag.23-24
  16. ^ Lely, p. 17.
  17. ^ Gilbert Lely op cit, pag.26
  18. ^ Lely, p. 27.
  19. ^ Lely, p. 29.
  20. ^ Lely, p. 31.
  21. ^ Lely, p. 32.
  22. ^ Lettera del conte de Sade al fratello abate datata 17 marzo 1763 (Papiers de famille, a cura di Maurice Lever, Fayard, 1995, libro II)
  23. ^ Gilbert Lely op cit, pag.33-38
  24. ^ Lely, pp. 41-42.
  25. ^ Estratto dalla deposizione di una “fille galante”, Jeanne Testard, operaia, a un commissario dello Châtelet il 19 ottobre 1763.
  26. ^ Lely, p. 53.
  27. ^ Lever, p. 120.
  28. ^ Marais podía cubrir funciones de vigilancia para determinadas familias influyentes de la Corte. La presidenta Montreuil, conocedora de las andanzas de Sade, podría estar informada por él. En Pauvert, pág. 148, y Du Plessix, pág. 82.
  29. ^ Pauvert, p. 154.
  30. ^ Pauvert, p. 191.
  31. ^ Lely, p. 55.
  32. ^ Corrispondenza familiare. El Lever, pag. 132.
  33. ^ Lettera di Sade alla moglie datata gennaio 1784.
  34. ^ Pauvert, p. 186..
  35. ^ The Marquis de Sade. A Life. The definitive biography by Neil Schaeffer Home : Life & Times : Marriage (1763 - 1771)
  36. ^ a b Biografia di Sade in: Dialogo tra un prete e un moribondo: e altri testi politici e letterari, LIT, 2015.
  37. ^ Lely, p. 80.
  38. ^ Lely, p. 89.
  39. ^ Vera storia e bizzarre leggende di un sadico perbene
  40. ^ Pauvert, p. 241.
  41. ^ Lely, p..
  42. ^ Marchese De Sade, I crimini dell'amore, a cura di Walter Mauro, Newton Compton Editori, 1993, p. 27, ISBN 88-7983-326-X.
  43. ^ Lettera di M.me de Sade del 19 marzo 1774, in Pauvert, p. 341
  44. ^ Lever, p. 225
  45. ^ Du Plessix, 2000, p. 167
  46. ^ (FR) Paul Bourdin, Correspondance inédite du Marquis de Sade, anno 1775, Librairie de France, 1929, pp. 18-19.
  47. ^ Lely, p. 17.
  48. ^ In Du Plessix, 2000, p. 201
  49. ^ Du Plessix, 2000, p. 200
  50. ^ Lever, 1994, pag. 320
  51. ^ Lely, p. 293.
  52. ^ Lely, p. 296.
  53. ^ Lettera di Sade alla moglie datata 1781, citata in Lely
  54. ^ Lely, pp. 297-298.
  55. ^ a b Lely, p. 301.
  56. ^ Lely, p. 303.
  57. ^ A partire dal 24 ottobre 1793, la Francia si dota di un calendario rivoluzionario alternativo a quello gregoriano, per odio alla religione cattolica, composto di 12 mesi da 30 giorni ciascuno, più alcuni giorni supplementari a fine anno, detti “giorni sanculottidi”.
  58. ^ Lever, p. 411.
  59. ^ Secondo Gilbert Lely, D.A.F. de Sade si salva grazie al disordine dei dossier del tribunale e all'affollamento delle carceri; secondo Pauvert e Lever grazie all'intervento di Marie-Constance Quesnet.
  60. ^ Léo Campion, Le drapeau noir, l'Équerre et le Compas: les maillons libertaires de la chaine d'union, Aed. Alternative libertaire, 2002.
  61. ^ Daria Galateria, Scritti Galeotti: Narratori in catene dal Settecento a oggi, capitolo su de Sade
  62. ^ Il 1º gennaio 1806 rientra in vigore in Francia il calendario gregoriano.
  63. ^ La piéce teatrale di Peter Weiss intitolata La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat è ispirata a questo periodo della vita di Sade.
  64. ^ Philippe Charlier, Médecin des morts : Récits de paléopathologie, ed. Fayard, 2006, p. 302
  65. ^ En Level, 1994, pp. 520–521.
  66. ^ "LA VITA DEL MARCHESE DE SADE" di Carlo Palumbo, Alberto Peruzzo Editore
  67. ^ Apollinaire, 1909, p. 90.
  68. ^ Fotografia del monumento
  69. ^ Joe Queenan, Malcontents, Philadelphia, Running Press, 2004, p. 519, ISBN 0-7624-1697-1.
  70. ^ Anna G. Dostoevskaja, Dostoevskij marito, p. 72
  71. ^ I fratelli Karamazov, libro V "Pro e contro".
  72. ^ Andrea Dworkin, Pornography. Men Possessing Women, 1979.
  73. ^ Andrea Dworkin has Died Archiviato il 29 marzo 2009 in Internet Archive., dal Susie Bright's Journal, 11 aprile 2005.
  74. ^ Dancyger, Ken, 2002, The Technique of Film and Video Editing: History, Theory, and Practice, Focal Press, ISBN 0-240-80225-X.
  75. ^ Alberto Brodesco, Sguardo, corpo, violenza. Sade e il cinema, Milano-Udine, Mimesis, 2014, p. 11. ISBN 978-88-575-2305-7.
  76. ^ Raengo, Alessandra, and Stam, Robert, 2005, Literature and Film: A Guide to the Theory and Practice of Film Adaptation, Blackwell, ISBN 0-631-23055-6.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • 1834 - Jules Janin, Le marquis de Sade, traduzione e cura di Giorgio Leonardi, Roma: Salerno, 2006
  • 1858 - Paul Lacroix (con lo pseudonimo di P. L. Jacob), Le Marquis de Sade, Adolphe Delahays, trad. in appendice al precedente
  • 1899 - Iwan Bloch, Marquis de Sade: his life and works (Testo in PDF Archiviato il 15 luglio 2007 in Internet Archive.)
  • 1903 - Émile Laurent, Le Sadisme et la littérature: le marquis de Sade, Vigots frères
  • 1906 - Henri d'Alméras, Le Marquis de Sade: l'homme et l'écrivain, Albin Michel
  • 1909 - Guillaume Apollinaire, L'Eubre du Marquis de Sade, Bibliothèque des Curieux
  • 1928 - Octave Béliard, Le Marquis de Sade, Éditions du Laurier, trad. di Nicola De Aldisio, Roma: OET, 1945
  • 1939 - André Breton, D.A.F. de Sade, in Anthologie de l'humour noir, trad. a cura di Mariella Rossetti e Ippolito Simonis, Torino: Einaudi, 1970
  • 1947 - Pierre Klossowski, Sade Mon Prochain, trad. di Gaia Amaducci, Milano: SugarCo, 1970, poi Milano: ES, 2003
  • 1949 - Maurice Blanchot, Lautréamont et Sade, trad. di Vincenzo Del Ninno, Bari: Dedalo, 1974, poi Milano: SE, 2003
  • 1950 - Maurice Heine, Le Marquis de Sade, Ed. Lilac
  • 1950 - Gilbert Lély, Le marquis de Sade
  • 1951 - Jean Paulhan, Le Marquis de Sade et sa complice, Gallimard, trad. di Dora Bienaime, Ravenna: Longo, 1992
  • 1952-1957 - Gilbert Lély, Vie du marquis de Sade, trad. di Gian Piero Brega, Sade profeta dell'erotismo, Milano: Feltrinelli, 1960
  • 1957 - Georges Bataille, Sade et l'homme normal et L'homme souverain de Sade, in L'érotisme, trad. di Adriana Dell'Orto, Milano: Mondadori, 1957
  • 1961 - Gilbert Lély, The Marquis de Sade, a biography
  • 1962 - Walter Drummond, Philosopher of Evil: The Life and Works of the Marquis de Sade
  • 1963 - Geoffrey Gorer, The life and ideas of the Marquis de Sade
  • 1965 - Jean-Jacques Pauvert, Sade. Un'innocenza selvaggia 1740-1777, trad. di Elena De Angeli, Torino: Einaudi, 1988
  • 1971 - Roland Barthes, Sade, Fourier, Loyola, trad. di Lidia Lonzi, Torino: Einaudi, 1971, nuova ed. a cura di Gianfranco Marrone, ivi, 2001
  • 1972 - Simone de Beauvoir, Faut-il brûler Sade?, trad. di Giuseppe Grasso, Roma: Lucarini, 1989; Milano: Iota Libri, 1973
  • 1974 - Alice M. Laborde, Sade romancier, Éditions de la Baconnière
  • 1976 - Philippe Roger, Sade: la philosophie dans le pressoir, Grasset
  • 1977 - Donald Thomas, Le marquis de Sade: biographie illustré, Seghers
  • 1978 - Chantal Thomas, Sade, l'œil de la lettre, Payot
  • 1978 - Marcel Hénaff, Sade, l'invention du corps libertin, PUF
  • 1978 - Ronald Hayman, De Sade: A Critical Biography
  • 1979 - Angela Carter, The Sadeian Woman, trad. di Patrizia Carella, Milano: Feltrinelli, 1986
  • 1982 - Annie Le Brun, Les Châteaux de la subversion, J-J Pauvert
  • 1984 - Henri Fauville, La Coste – Sade en Provence, Édisud
  • 1986 - Carlo Palumbo, "La vita di De Sade, il Divino Marchese che anticipò Freud", Milano, Le Grandi Biografie Peruzzo
  • 1986 - Maurice Blanchot, Sade et Restif de La Bretonne, Complexe
  • 1986 - Annie Le Brun, Soudain un bloc d'abîme, Sade, J-J Pauvert
  • 1986 - Colette Verger Michael, The Marquis de Sade: the man, his works, and his critics: an annotated bibliography
  • 1987 - Jean Paulhan, Le Marquis de Sade et sa complice ou les Revanches de la pudeur, Complexe
  • 1988 - Colin Wilson, The Misfits: A Study of Sexual Outsiders
  • 1989 - Colette Verger Michael, Sade, his ethics and rhetoric
  • 1989 - Annie Le Brun, Sade, aller et détours, Plon
  • 1989 - Annie Le Brun, Petits et grands théâtres du marquis de Sade, Paris Art Center
  • 1990 - Alice M. Laborde, Les Infortunes du marquis de Sade, Champion-Slatkine
  • 1990 - Jean-Louis Debauve, D.A.F. de Sade, lettres inédites et documents, prefazione e cronologia di Annie Lebrun, Éditions Ramsay/Jean-Jacques Pauvert
  • 1991 - Maurice Lever, Donatien Alphonse Francois, marquis de Sade, Fayard
  • 1993 - Octavio Paz, Un más allá erótico: Sade ([1])
  • 1994 - Roger Shattuck, Forbidden Knowledge: From Prometheus to Pornography
  • 1995 - Thomas Moore, Dark Eros: The Imagination of Sadism
  • 1995 - Timo Airaksinen, The Philosophy of the Marquis de Sade
  • 1996 - Philippe Sollers, Sade contre l'Être suprême, Quai Voltaire
  • 1998 - Laurence L. Bongie, Sade: A Biographical Essay
  • 1998 - Octavio Paz, An Erotic Beyond: Sade
  • 1999 - Neil Schaeffer, The Marquis de Sade: A Life
  • 1999 - Francine de Plessix Gray, At Home With the Marquis de Sade: A Life
  • 1999 - Isabel Brouard, Prefazione a Justine o le sfortune della virtù, Edizioni Catedra
  • 1999 - Valerio Cantafio Casamaggi, Il Marchese de Sade a Firenze nel 1775, Bollettino Società Studi Fiorentini n. 5
  • 2000 - Alice M. Laborde, Le Mariage du marquis de Sade, Ed. Champion
  • 2000 - Alice M. Laborde, Sade authentique, Slatkine
  • 2002 - Caroline Warman, Sade: from materialism to pornography
  • 2002 - Maurice Nadeau, Sade, l'insurrection permanente
  • 2003 - Ronald Hayman, Marquis de Sade: The Genius of Passion
  • 2005 - John Phillips, How to read Sade, Granta
  • 2005 - Giuseppe Conte, Il processo di comunicazione secondo Sade, Pequod
  • 2006 - Norbert Sclippa, Pour Sade
  • 2007 - Michel Delon, Les Vies de Sade, tomo I: Sade en son temps et Sade après Sade, tomo II: Sade au travail, Textuel
  • 2008 - Riccardo De Benedetti, La chiesa di Sade, una devozione moderna, Milano: Medusa
  • 2008 - Paolo Mottana, Antipedagogie del piacere: Sade e Fourier e altri erotismi, Milano: Franco Angeli
  • 2010 - Armelle St-Martin, De la medecine chez Sade: dissequer la vie, narrer la mort, Champion
  • 2010 - Valerio Cantafio Casamaggi-Armelle St-Martin, Sade et l'Italie, Desjonquères
  • 2010 - Didier Foucault, Histoire du libertinage: des goliards au marquis de Sade, Perrin
  • 2011 - Preziosa Salatino, Sade. L'ultimo dei libertini, Roma: Castelvecchi
  • 2011 - Jean Van Win, Sade philosophe et pseudo franc-macon ?, Éditions de la Hutte
  • 2012 - Stefano Lanuzza, Nel boudoir del Gran Maledetto, in D.A.F. de Sade, Ancora uno sforzo... Rivoluzioni e profanazioni del Gran Maledetto, Roma-Viterbo: Stampa Alternativa
  • 2012 - Jacques Chessex, L'ultimo cranio del marchese di Sade (romanzo), Fazi. ISBN 978-88-6411-209-1
  • 2012 - Michel Onfray, Sade, déconstruction d'un mythe, Vincennes: Frémeaux & Associés
  • 2013 - Gonzague Saint Bris, Marquis de Sade - L'ange de l'ombre, Télémaque
  • 2014 - Alberto Brodesco, Sguardo, corpo, violenza. Sade e il cinema, Milano-Udine, Mimesis
  • 2022 - Valerio Cantafio Casamaggi, Il Marchese De Sade a Firenze nel 1775, Pontecorboli Editore

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