Maria Gaetana Agnesi

Maria Gaetana Agnesi

Maria Gaetana Agnesi (aɲˈɲeːzi, -eːsi; -ɛːzi[1]; Milano, 16 maggio 1718Milano, 9 gennaio 1799) è stata una matematica, filosofa, teologa e filantropa italiana. Riconosciuta come una delle più grandi matematiche di tutti i tempi[2], fu la prima donna autrice di un libro di matematica e la prima a ottenere una cattedra universitaria di matematica presso l'Università di Bologna[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Antonio Francesco Frisi, Elogio storico di Donna Maria Gaetana Agnesi, 1799

Primogenita dei ventuno figli[4] - tra cui la compositrice Maria Teresa Agnesi Pinottini - di Pietro Agnesi Mariani e Anna Fortunata Brivio,[5] nacque a Milano pochi anni dopo l'annessione del Ducato di Milano all'Impero asburgico in conseguenza del trattato di Utrecht (1713), da una facoltosa famiglia[6] arricchitasi con l'industria della seta. Maria Gaetana Agnesi mostrò presto di possedere una straordinaria intelligenza e una particolare propensione per le lingue straniere. Il padre che, come da tradizione, aveva deciso di far istruire il primogenito maschio, riconobbe e incoraggiò queste doti, e decise di provvedere alla sua istruzione con illustri precettori.

Con il loro aiuto Agnesi apprese perfettamente, tanto da meritarsi il soprannome di Oracolo Settilingue, l'italiano, il tedesco, il francese, il latino, il greco, lo spagnolo e l'ebraico. Dalla corrispondenza privata emerge che nel 1737 ella, per obbedire al padre, passò dallo studio delle lingue e dell'eloquenza ai difficili studi di filosofia e di matematica: la casa degli Agnesi era nel frattempo diventata uno dei salotti più in vista di Milano, frequentato dagli intellettuali d'Italia e di mezza Europa.

Proprio costoro introdussero Maria Gaetana Agnesi agli Elementi di Euclide, alla logica e alla metafisica, alla fisica generale, particolare e sperimentale. Diventò poi abitudine della ragazza esporre nel salotto di casa sua, per desiderio del padre, i propri progressi con varie tesi filosofiche, pubblicate poi nel 1738 in una raccolta dal titolo Propositiones Philosophicae contenente 191 tesi, tratte dalle pubbliche discussioni, riguardanti questioni di logica, botanica, cosmologia, ontologia, meccanica, pneumatologia (la scienza degli spiriti).

Maria Gaetana Agnesi espresse, in molti di questi saggi, la convinzione che anche le donne dovessero essere istruite. Nonostante i successi ottenuti, a ventun anni chiese al padre il permesso di diventare monaca; ma poi, per rimanere in casa ad accudirlo, si risolse a sacrificare le proprie inclinazioni, a condizione di non prendere più parte alla vita mondana e di avere il permesso di recarsi in chiesa quando lo desiderasse. Agnesi, «tranquillata nell'animo», decise di dedicarsi intensamente allo studio dell'algebra, della geometria e della teologia.

Busto di Maria Gaetana Agnesi nel Palazzo di Brera (Milano)

Iniziò ad analizzare l'opera postuma del marchese de L'Hôpital, Traité Analytique des Sections Coniques, e ne compose un commento, mai pubblicato, chiedendo delucidazioni e consigli a rinomati matematici per via epistolare. In quello stesso periodo quegli stessi interlocutori le chiesero aiuto e collaborazione per giudizi e commenti su opere di prossima pubblicazione.

Nel 1740, a ventidue anni, Maria Gaetana Agnesi iniziò un periodo di studi in collaborazione con padre Ramiro Rampinelli, professore di fisica e matematica a Milano nel monastero degli Olivetani di San Vittore, titolare della cattedra di matematica e fisica all'Università di Pavia e pioniere della matematica analitica. Con l'aiuto di Rampinelli, Agnesi studiò il testo dell'abate Reyneau, Analisi dimostrata (1708), e rinunciò a pubblicare il proprio commento sulle sezioni coniche per disporsi, incoraggiata dal suo mentore e dall'aiuto di Jacopo Riccati, alla stesura di un testo di analisi, le Instituzioni Analitiche ad uso della Gioventù Italiana pubblicate in italiano nel 1748 e dedicate all'imperatrice Maria Teresa.

L'opera godette di larga fama e fu tradotta in francese (1775) e in inglese (1801). Le giunsero plausi da tutta Europa: i dotti dell'Accademia Reale di Francia lodarono il libro come un'opera avanzatissima, la migliore mai apparsa nel genere; l'imperatrice Maria Teresa d'Austria le inviò un anello di brillanti in un prezioso cofanetto; il papa Benedetto XIV le inviò benedizioni e doni preziosi; Goldoni le dedicò un sonetto.

Nel 1750 sostituì il padre nell'insegnamento della matematica all'Università di Bologna. Nel 1750, Benedetto XIV le offrì una cattedra di lettura per la facoltà di matematica all'Università di Bologna,[7] ma ella rifiutò, ritirandosi completamente dalla vita pubblica per dedicarsi a opere di carità, come la cura dei poveri e dei malati, agli studi privati, compreso quello delle Sacre Scritture, e all'istruzione dei fratelli, delle sorelle e dei domestici di casa. Maria Gaetana rese casa Agnesi un rifugio per inferme ed ella stessa divenne inserviente e infermiera: aprì un piccolo ospedale, andò a vivere con le malate e, per far fronte alle spese, dopo aver venduto tutti i suoi averi, si rivolse ai conoscenti, alle autorità, alle opere pie.

Medaglione neoclassico col ritratto della Agnesi, a Milano

Finalmente, grazie a una donazione del principe Antonio Tolomeo Trivulzio, nel 1771 fu istituito a Milano il Pio Albergo Trivulzio e il cardinale Giuseppe Pozzobonelli invitò Agnesi a ricoprire la carica di "visitatrice e direttrice delle donne, specialmente inferme". Nel 1783 si trasferì al Pio Albergo in qualità di direttrice, ma non abbandonò gli studi religiosi: tenne lezioni pubbliche di catechismo. Pur senza titoli accademici, era ormai una teologa e il cardinale Pozzobonelli, per decidere sull'ortodossia di uno scritto su politica e religione, si rivolse a lei.

Chi cercava Maria Gaetana Agnesi per ottenere pareri scientifici fu, al contrario, cortesemente scoraggiato: l'Accademia di Torino, ad esempio, le chiese di esaminare i lavori di Lagrange intorno al calcolo delle variazioni e lei si sottrasse, adducendo "le sue serie occupazioni". Visse "giovinetta e ottuagenaria" per lungo tempo a Montevecchia nella Villa Agnesi Arbertoni, come ricorda una lapide commemorativa, commissionata dai pronipoti Albertoni, che affissero sul pilastro d'ingresso: essa porta «lustro al nome di lei, all'Italia e gloria cristiana».

Continuò a lavorare al Trivulzio per ventisei anni fino alla morte che avvenne nelle stanze dell'Albergo il 9 gennaio 1799, causata da una polmonite[8]. Venne sepolta al cimitero di Porta Romana, poi chiuso e demolito nel 1826. Sulla lapide si leggeva: mariæ caietanæ agnesi / pietate doctrina beneficientia / insignis / H.S.E. / dec. an. mccxcix v id. ian. / aet lxxxi. Dopo l'abbattimento del cimitero, la lapide venne murata nel giardinetto del curato della attigua chiesa di San Rocco, poi anch'essa demolita[9].

Contributi alla matematica[modifica | modifica wikitesto]

Instituzioni analitiche[modifica | modifica wikitesto]

Frontespizio delle Instituzioni analitiche (1748)

Il più importante risultato dei suoi studi fu il testo Instituzioni analitiche ad uso della gioventù italiana, pubblicato a Milano nel 1748 e considerato "la migliore introduzione ai lavori di Eulero" (1707-1783). Il primo volume tratta dell'analisi delle quantità finite e il secondo dell'analisi infinitesimale.

Una traduzione francese del secondo volume, a opera di P. T. d'Antelmy e integrato da Charles Bossut (1730-1814), apparve a Parigi nel 1775. Una traduzione inglese di John Colson (1680-1760), titolare della cattedra lucasiana di matematica[10] all'Università di Cambridge, rivista da John Hellins, fu pubblicata nel 1801 a spese del barone Maseres.

Versiera di Agnesi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Versiera.
La curva nota come versiera Agnesi

Scrisse anche un commento a Traite analytique des sections coniques du marquis de l'Hôpital che, nonostante l'apprezzamento mostrato dai pochi lettori del manoscritto, non fu mai pubblicato. Vi veniva discussa la curva detta versiera, come ella la battezzò nel 1748. Il già citato Colson, che tradusse il testo in inglese, confuse "versiera" con "avversiera", che tradusse con "strega", e nel mondo anglosassone la curva è nota ancor oggi come "witch of Agnesi".

Riferendosi alla traduzione inglese e non all'originale italiano, anche nei paesi di lingua spagnola (Messico, Cuba, e Spagna in particolare) la curva è nota con il nome sbagliato. Struik commentò:

(EN)

«The word [versiera] is derived from Latin vertere, to turn, but is also an abbreviation of Italian avversiera, female devil. Some wit in England once translated it 'witch', and the silly pun is still lovingly preserved in most of our textbooks in English language.
[...]
The curve had already appeared in the writings of Fermat (Oeuvres, I, 279-280; III, 233-234) and of others; the name versiera is from Guido Grandi (Quadratura circuli et hyperbolae, Pisa, 1703). The curve is type 63 in Newton's classification.
[...]
The first to use the term 'witch' in this sense may have been B. Williamson, Integral calculus, 7 (1875), 173;[11]»

(IT)

«La parola versiera viene dal Latino vertere, verbo che significa ruotare, ma è anche una abbreviazione per avversiera, che significa diavolo di sesso femminile. Qualcuno in Inghilterra tradusse il termine in strega, e lo sciocco gioco di parole è ancora amorevolmente preservato nella maggior parte dei nostri libri di testo in lingua inglese.
[...]
La curva era apparsa già negli scritti di Fermat (Oeuvres, I, 279-280; III, 233-234) e di altri; il nome Versiera fu coniato da Guido Grandi (Quadratura circuli et hyperbolae, Pisa, 1703). la curva è il tipo 63 nella classificazione di Newton.
[...]
Il primo a usare il termine 'strega' in questa accezione potrebbe essere stato B. Williamson, Integral calculus, 7 (1875), 173;»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Onori e intitolazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Le è stato dedicato un cratere di 42 km su Venere[12].
  • Un modello in metallo della versiera è incorporato nella piazza antistante il municipio della città di Varedo, come tributo al genio della sua illustre cittadina[13].
  • Diverse città italiane le hanno dedicato il nome di una via.
  • A Merate (LC) le è stato dedicato l'omonimo liceo scientifico con opzioni scienze applicate e linguistico.
  • A Milano le è stato dedicato l'ex Istituto Magistrale, ora Liceo Linguistico e delle Scienze Umane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Canepari, L. (1999, 2009) Dizionario di pronuncia italiana (PDF) (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2013).. Bologna, Zanichelli.
  2. ^ 10 Remarkable Female Mathematicians, su math-blog.com.
  3. ^ WOMEN'S HISTORY CATEGORIES (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2015)., About Education
  4. ^ Bruno D'Amore, Martha I. Fandiño Pinilla, La nonna di Pitagora. L'invenzione matematica spiegata agli increduli, Dedalo, 2013, p. 133, ISBN 978-8822041722.
  5. ^ Anna Fortunato Brivio, su geni.com. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  6. ^ La sua famiglia era originaria di Vercelli e si stabilì a Milano ai primi del Seicento. Un certo Giacomo Agnesi, mercante di stoffe, divenne cittadino milanese nel 1612.
  7. ^ Luigi Alessandro Parravicini, Giannetto opera che in Firenze ottenne il premio promesso al più bel libro di lettura ad uso de' fanciulli e del popolo, Presso Carlo Turati, 1859, p. 174.
  8. ^ Massimo Mazzotti, Maria Gaetana Agnesi e il suo mondo. Una vita tra scienza e carità, Carocci Editore, 2019, p. 172.
  9. ^ Vincenzo Forcella, Cimitero di Porta Romana, in Società Storica Lombarda (a cura di), Iscrizioni delle chiese e degli altri edifici di Milano dal secolo VIII ai giorni nostri, Vol. VI, Milano, Tipografia Bortolotti di Giuseppe Prato, 1891.
  10. ^ Il nome della cattedra è dovuto al suo creatore, il reverendo e membro del Parlamento Henry Lucas (1610-1663). Lucas fece un lascito all'Università di Cambridge per istituire e mantenere la celebre cattedra di matematica.
  11. ^ "173 Find the area between the witch of Agnesi and its asymptote." (Oxford English Dictionary)
  12. ^ (EN) Venus: Agnesi.
  13. ^ Panoramio - Photo of Versiera, su panoramio.com. URL consultato il 2 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A.F. Frisi, Elogio storico di Donna Maria Gaetana Agnesi, ristampa della edizione milanese del 1799 curata e commentata da Arnaldo Masotti e Giuseppina Biggiogero, Scuola Tipografica del Pio Istituto dei Figli della Provvidenza Milano (1965).
  • C.B. Boyer, Storia della Matematica, Arnoldo Mondadori Editore, Milano (1990).
  • G. Lolli, La crisalide e la farfalla, Bollati Boringhieri, Torino (2000).
  • Giovanna Tilche, Maria Gaetana Agnesi, la scienziata santa del settecento, Rizzoli, Milano (1984).
  • C. Truesdell, Archive for History of Exact Science, 40, pp. 113–142, (1989).
  • Massimo Mazzotti, Maria Gaetana Agnesi: Mathematics and the Making of Catholic Enlightenment, Isis, 2001, 92: 657-683. read article (PDF). URL consultato il 23 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2004).
  • Massimo Mazzotti, Maria Gaetana Agnesi e il suo mondo. Una vita tra scienza e carità, Carocci Editore, 2019, ISBN 978-88-430-9877-4.

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