Menone di Farsalo

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo militare tessalo, padre di Ftia II e nonno di Pirro, vedi Menone di Farsalo (padre di Ftia).

Menone di Farsalo (metà V secolo a.C.401 a.C.) è stato un mercenario greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Diecimila (Anabasi).
Dialogo di Menone, Platone

Menone partecipò in qualità di stratego alla spedizione dei Diecimila, descritta nell’Anabasi di Senofonte.

Noto ai suoi contemporanei per la sua leggendaria bellezza e per l'eleganza nel vestire, Menone si distinse nel corso della campagna per essere un lucido e implacabile sterminatore. Desiderava molto ardentemente la ricchezza ed il comando, passando per mezzi anche immorali; non aveva amici e derideva sempre tutti. Più che ai beni dei nemici, era interessato a quelli degli amici, vedendoli più incustoditi: applicava questa logica per tutto, del resto, prevaricando sui più deboli piuttosto che sui potenti. Secondo Senofonte Menone andava fiero di questo suo comportamento meschino, considerando stolti i soldati onesti. Sapeva mantenere la disciplina dei soldati solo partecipando alle loro malefatte e ricordando sempre, a chi lo lasciava, che avrebbe potuto essere stato ucciso da lui.[1].

Si racconta che quando gli altri strateghi furono uccisi, caduti in una trappola del satrapo Tissaferne, lui venne torturato per un anno, prima di morire da malfattore.[2]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Menone di Farsalo è famoso per essere il protagonista del dialogo platonico Menone. Compare anche come personaggio nel romanzo L'armata perduta di Valerio Massimo Manfredi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Senofonte, II, 6, 21-27.
  2. ^ Senofonte, II, 6, 29.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie