Michael Johnson

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Michael Johnson
Michael Johnson nel 1995
Nazionalità Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Altezza 185 e 183 cm
Peso 78 e 77 kg
Atletica leggera
Specialità Velocità
Record
100 m 10"09 (1994)
200 m 19"32 (1996)
200 m 20"55 (indoor - 1991)
300 m 30"85 Record nord-centroamericano (2000)
400 m 43"18 Record nord-centroamericano (1999)
400 m 44"63 (indoor - 1995)
4×400 m 2'54"29 Record mondiale (1993)
Carriera
Società
Baylor Bears
Nazionale
1991-2000Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 4 0 0
Mondiali 8 0 0

Per maggiori dettagli vedi qui

 

Michael Duane Johnson (Dallas, 13 settembre 1967) è un ex velocista statunitense, considerato il più grande quattrocentista di tutti i tempi[1].

Detiene il record mondiale della staffetta 4×400 metri (2'54"29, come componente della squadra statunitense) e ha detenuto per 17 anni il record mondiale dei 400 metri piani col tempo di 43"18, migliorato nel 2016 da Wayde van Niekerk;[2] inoltre è stato primatista mondiale dei 200 metri piani per 12 anni, superato nel 2008 da Usain Bolt,[3] nonché dei 400 m piani indoor con 44"63, tempo successivamente migliorato da Kerron Clement.

Ha vinto quattro ori olimpici ed è stato otto volte campione mondiale. È stato il primo uomo nella storia (e tuttora unico) a vincere i 200 e i 400 m piani nella stessa edizione dei Giochi olimpici, quella di Atlanta 1996,[4] e nello stesso mondiale, quello di Göteborg 1995. Sono state due invece le donne capaci di questa impresa alle Olimpiadi: Valerie Brisco-Hooks nel 1984 e Marie-José Pérec nel 1996.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato e cresciuto a Dallas (Texas), Michael Johnson era il più giovane di cinque fratelli. Frequentò la Baylor University, dove fu allenato da Clyde Hart e vinse diversi titoli NCAA.[5] Johnson aveva uno stile di corsa inconfondibile, caratterizzato da busto eretto, testa alta, passi corti e poco movimento delle braccia (che gli valse diversi soprannomi tra cui "soldatino di piombo" e "Forrest Gump").[6]

1991: il primo trionfo mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver dovuto rinunciare a causa di problemi fisici ai Giochi olimpici del 1988,[5] il primo grande successo in campo mondiale arrivò nel 1991, quando Johnson vinse il titolo nei 200 metri ai Campionati mondiali di Tokyo con il tempo di 20"01. Fece il suo debutto olimpico ai Giochi del 1992, non riuscendo tuttavia a qualificarsi alla finale dei 200 metri, a causa di un'intossicazione alimentare.[5] Si prese una parziale rivincita conquistando l'oro come componente della staffetta 4×400 m, che stabilì anche il nuovo record mondiale con il tempo di 2'55"74.[4]

Dopo il disappunto per la mancata finale dei 200 metri ai Giochi olimpici, Johnson vinse i 400 metri ai Mondiali di Stoccarda del 1993; a questa vittoria andò successivamente ad aggiungersi un secondo oro nella staffetta 4×400 m, stabilendo anche in questa occasione il primato mondiale con 2'54"29.

Nel 1995, ai successivi Campionati mondiali di Göteborg, in Svezia, Johnson conquistò la sua prima "doppietta" in un grande evento; vinse infatti sia i 200 che i 400 metri, aggiungendo a queste medaglie un nuovo oro come componente della squadra di staffetta 4×400 m.

1996: la doppietta 200-400 alle Olimpiadi[modifica | modifica wikitesto]

L'anno successivo Johnson abbassò lo storico record mondiale dei 200 metri dell'italiano Pietro Mennea, portandolo a 19"66 durante i campionati nazionali statunitensi. Con questa prestazione si qualificò ai Giochi olimpici di Atlanta, preparandosi all'impresa "impossibile": vincere per la prima volta sia il titolo dei 200 che dei 400 m piani, impresa mai riuscita fino a quel momento a nessun atleta maschile nella storia dei Giochi olimpici.[4]

Il 29 luglio vinse facilmente il titolo dei 400 m con il tempo di 43"49, distanziando di quasi un secondo il britannico Roger Black e di 1"04 l'ugandese Davis Kamoga. Il 1º agosto, nella finale dei 200 metri, Johnson corse i primi 100 metri in 10"12 e percorse la seconda frazione nel tempo stratosferico di 9"20, chiudendo la gara con il tempo di 19"32,[4] incredibile nuovo record mondiale durato 12 anni e 19 giorni; durante la gara raggiunse la velocità media di 37 km/h. Questo fu il più grande miglioramento del record mondiale dei 200 m piani in tutta la storia, paragonabile forse nel resto dell'atletica solo al salto in lungo di Bob Beamon ai Giochi olimpici del 1968 in Messico.[7]

Nel giugno del 1997 Johnson si infortunò durante una gara con Donovan Bailey sulla distanza insolita dei 150 metri, che prevedeva un premio di un milione di dollari per il vincitore (più mezzo milione a entrambi per la partecipazione alla gara); riuscì tuttavia nello stesso anno a vincere il suo terzo titolo mondiale sui 400 metri ma rinunciò a difendere il titolo sui 200. Due mesi dopo Michael Johnson batté Maurice Greene e lo stesso Donovan Bailey in una gara sui 200 metri vinta con il tempo di 19"84, confermandosi così l'atleta più veloce anche su questa distanza.[senza fonte]

1999-2000: il record dei 400 metri e l'ultimo titolo olimpico[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1998 fu colpito da un nuovo infortunio e nella stagione successiva la sua preparazione ai Campionati mondiali di Siviglia fu ridotta a sole quattro gare sui 400 metri, a causa di ulteriori problemi fisici; se non fosse stato per la politica della IAAF di ammettere automaticamente i detentori del titolo ai Mondiali, non sarebbe neppure andato a Siviglia poiché non aveva superato i trials statunitensi causa infortunio. Si riprese in tempo dai problemi fisici e vinse così il suo quarto titolo mondiale nei 400 metri con il nuovo record mondiale di 43"18. Successivamente corse come ultimo staffettista nella 4×400 m, aggiungendo quindi il nono oro alla sua collezione mondiale.

Johnson durante la finale dei 400 m a Sydney 2000

Concluse la sua carriera ai Giochi olimpici di Sydney vincendo i 400 metri e la staffetta 4×400 m e portando così il totale dei suoi ori olimpici momentaneamente a 5.[4] Nel 2003 venne rivelato che a Jerome Young era stato consentito di partecipare ai Giochi olimpici di Sydney, dove aveva corso nei turni preliminari della 4×400 m, nonostante fosse stato trovato positivo agli steroidi a un test antidoping nel 1999. Una corte d'appello della USA Track & Field aveva rigettato la decisione dell'esperto di doping dell'organizzazione, permettendo a Young, nonostante la positività, di partecipare.

Il 18 luglio del 2004 la IAAF stabilì che Young non era eleggibile per prendere parte ai Giochi olimpici e decise di annullare i risultati dell'atleta statunitense, inclusi quelli delle staffette. Con questa decisione gli USA furono squalificati dall'ordine d'arrivo della 4×400 metri a Sydney e l'oro venne consegnato alla nazionale seconda classificata, la Nigeria seguita da Giamaica e Bahamas.[8] Il 22 luglio 2005 il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna ribaltò la decisione della IAAF e ristabilì l'ordine d'arrivo originario.[9]

Nel giugno 2007 Antonio Pettigrew, uno dei quattro componenti di quella staffetta, ammise di aver utilizzato sostanze dopanti decidendo di restituire la propria medaglia d'oro.[10] In seguito alla confessione del suo compagno di staffetta anche Johnson affermò di voler restituire tale medaglia, dichiarando che quell'oro non gli apparteneva.[6][11]

Nel 2008 il CIO decise di privare ufficialmente gli USA del titolo olimpico del 2000 nella staffetta 4×400 m, rendendo il titolo vacante e rimandando una riassegnazione delle medaglie in futuro.[12] La squadra USA venne inoltre privata su decisione dell'USADA (agenzia statunitense anti-doping), che cancellò tutti i risultati ottenuti da Pettigrew dal gennaio 1997, della medaglia d'oro conquistata nella staffetta 4×400 m ai Mondiali del 1999.[13] Gli ori mondiali conquistati da Johnson, a causa di questa squalifica, scesero così ad otto.

Johnson ha ottenuto per 22 volte un tempo inferiore ai 44 secondi in gare sui 400 m piani. Nei 200 è sceso 17 volte sotto i 20 secondi e 6 volte sotto 19"80.[14] Ha detenuto il record mondiale sui 200 metri dal giugno 1996 all'agosto del 2008, quando è stato migliorato dal giamaicano Usain Bolt.

Michael Johnson è rimasto per gran parte degli anni '90 praticamente imbattuto sugli sprint lunghi. Dopo il ritiro, viene spesso invitato a trasmissioni televisive in qualità di esperto di atletica leggera ed è stato l'agente del campione dei 400 metri, lo statunitense Jeremy Wariner.

Dal 6 giugno 2012 è membro della IAAF Hall of Fame.

Record nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Seniores

Progressione[modifica | modifica wikitesto]

Johnson festeggia la vittoria sui 400 m ai Giochi di Sydney 2000

200 metri piani[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Tempo Luogo Data Rank. Mond.
2000 19"71 Bandiera del Sudafrica Pietersburg 18-3-2000
1999 19"93 Bandiera del Belgio Bruxelles 3-9-1999
Bandiera dell'Italia Roma 7-7-1999
1998 20"31 Bandiera degli Stati Uniti Arlington 2-5-1998
1997 20"05 Bandiera degli Stati Uniti Des Moines 26-4-1997
1996 19"32 Bandiera degli Stati Uniti Atlanta 1-8-1996
1995 19"79 Bandiera della Svezia Göteborg 11-8-1995
1994 19"94 Bandiera di Monaco Monaco 2-8-1994
1993 20"06 Bandiera della Svizzera Losanna 7-7-1993
1992 19"79 Bandiera degli Stati Uniti New Orleans 28-6-1992
1991 19"88 Bandiera della Spagna Barcellona 20-9-1991
1990 19"85 Bandiera del Regno Unito Edimburgo 6-7-1990
1989 20"47 Bandiera degli Stati Uniti Waco 21-4-1989
1988 20"07 Bandiera degli Stati Uniti Austin 15-5-1988
1987 20"41 Bandiera degli Stati Uniti Waco 17-4-1987

400 metri piani[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Tempo Luogo Data Rank. Mond.
2000 43"68 Bandiera degli Stati Uniti Sacramento 16-7-2000
1999 43"18 Bandiera della Spagna Siviglia 26-8-1999
1998 43"68 Bandiera della Svizzera Zurigo 12-8-1998
1997 43"75 Bandiera degli Stati Uniti Waco 19-4-1997
1996 43"44 Bandiera degli Stati Uniti Atlanta 19-6-1996
1995 43"39 Bandiera della Svezia Göteborg 9-8-1995
1994 43"90 Bandiera della Spagna Madrid 6-9-1994
1993 43"65 Bandiera della Germania Stoccarda 17-8-1993
1992 43"98 Bandiera del Regno Unito Londra 10-7-1992
1991 44"17 Bandiera della Svizzera Losanna 10-7-1991
1990 44"21 Bandiera dell'Italia Rieti 9-9-1990
1989 46"49 Bandiera degli Stati Uniti College Station 1-4-1989
1988 45"23 Bandiera degli Stati Uniti Waco 22-4-1988
1987 46"29 Bandiera degli Stati Uniti Lafayette 11-4-1987

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
1991 Mondiali Bandiera del Giappone Tokyo 200 m piani   Oro 20"01
1992 Giochi olimpici Bandiera della Spagna Barcellona 200 m piani Semifinale 20"78
4×400 m   Oro 2'55"74 Record mondiale
1993 Mondiali Bandiera della Germania Stoccarda 400 m piani   Oro 43"65
4×400 m   Oro 2'54"29 Record mondiale
1995 Mondiali Bandiera della Svezia Göteborg 200 m piani   Oro 19"79 Record dei campionati
400 m piani   Oro 43"39 Record dei campionati
4×400 m   Oro 2'57"32
1996 Giochi olimpici Bandiera degli Stati Uniti Atlanta 200 m piani   Oro 19"32 Record mondiale
400 m piani   Oro 43"49 Record olimpico
1997 Mondiali Bandiera della Grecia Atene 400 m piani   Oro 44"12
1999 Mondiali Bandiera della Spagna Siviglia 400 m piani   Oro 43"18 Record mondiale
2000 Giochi olimpici Bandiera dell'Australia Sydney 400 m piani   Oro 43"84

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

  • 5 volte campione nazionale dei 200 m piani (1990, 1991, 1992, 1995, 1996)
  • 4 volte campione nazionale dei 400 m piani (1993, 1995, 1996, 2000)
  • 4 volte campione nazionale indoor dei 400 m piani (1990, 1991, 1995, 1996)

Altre competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

1991
1993
1995
1996

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Johnson, il soldatino di piombo veloce come il vento [collegamento interrotto], su polasesport.it, 26 marzo 2010. URL consultato il 10 settembre 2011.
  2. ^ Van Niekerk cancella Jonhson record del mondo sui 400, su repubblica.it, 15 agosto 2016. URL consultato il 15 agosto 2016.
  3. ^ (EN) Steve Landells, Bolt Again! 19.30sec World 200m Record in Beijing!, su iaaf.org, 20 agosto 2008. URL consultato il 18 agosto 2010.
  4. ^ a b c d e (EN) Michael Johnson, su olympedia.org. URL consultato il 21 giugno 2022.
  5. ^ a b c (EN) Larry Schwartz, Johnson doubled the difficulty, su espn.go.com. URL consultato il 21 luglio 2010.
  6. ^ a b Brian Stefen Paul, Michael Johnson: "Restituisco l'oro di Sidney" [collegamento interrotto], su sport.it, 3 giugno 2008. URL consultato il 21 luglio 2010.
  7. ^ (EN) Player Bio: Michael Johnson, su baylorbears.com. URL consultato il 21 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  8. ^ (EN) Dick Patrick, IAAF votes to take away 2000 U.S. relay gold, su usatoday.com, 18 luglio 2004. URL consultato il 21 luglio 2010.
  9. ^ (EN) Yomi Omogbeja, CAS denies Nigeria Sydney relay gold, su athleticsafrica.com, 22 luglio 2005. URL consultato il 21 luglio 2010.
  10. ^ (EN) Antonio Pettigrew agrees to return relay gold medal, su seattletimes.nwsource.com, 4 giugno 2008. URL consultato il 21 luglio 2010.
  11. ^ Michael Johnson restituisce medaglia d'oro: "vinta poco onestamente", su sportlive.it, 4 giugno 2008. URL consultato il 21 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  12. ^ (EN) IOC decision in the doping case of Mr. Antonio Pettigrew, su en.beijing2008.cn, 2 agosto 2008. URL consultato il 21 luglio 2010.
  13. ^ L'Usada cancella i risultati di Pettigrew. La staffetta Usa 4x400 restituisce 3 ori, su qn.quotidiano.net, 4 giugno 2008. URL consultato il 21 luglio 2010.
  14. ^ (EN) All-time men's best 200 m, su alltime-athletics.com. URL consultato il 21 luglio 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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