Michael Parenti

Michael Parenti

Michael Parenti (New York, 30 settembre 1933) è un saggista, storico e politologo statunitense.

Vita privata e educazione

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Michael Parenti è stato cresciuto da una famiglia proletaria italo-americana nel quartiere dell'est Harlem a new York[1] Dopo aver concluso le scuole superiori ha lavorato per molti anni. Dopo essere ritornato a scuola ha ricevuto un BA(il primo grado accademico delle università anglofone) dal city college of New York, un master alla Brown university e un Ph.D. in scienze politiche dall'università di Yale.[2] Vive a Berkeley in California ed è padre di Cristian Parenti, un accademico, autore e giornalista.[3]

Parenti è conosciuto per i suoi libri e le sue lezioni marxiste[4][5],ed è un intellettuale della sinistra americana[6] Dopo aver completato il suo dottorato, Parenti ha insegnato scienze politiche e sociali in vari istituti di istruzione superiore, includendo l' "university of Illinois Urbana- campaign" (UI).Nel maggio 1970 mentre era un professore associato all'UI, ha partecipato a una mobilitazione contro la strage del 4 maggio e contro la guerra in Vietnam. Durante la protesta fu manganellato dalle forze dell'ordine e poi tenuto in prigione per due giorni.[7] Fu accusato di aggressione aggravata( a pubblico ufficiale), di disturbo della quiete pubblica e di aver resistito all'arresto. Dopo essere stato rilasciato su cauzione, ha iniziato un nuovo lavoro all'università del Vermont. Il mese successivo ritornò nell'Illinois per compiere il processo davanti a un giudice. Nonostante più di un testimone discolpasse parenti, il giudice lo dichiarò colpevole. Ecco come descrive ciò che è accaduto dopo: Nel giugno del 1971 sono tornato nell'Illinois per la sentenza. Perché ero già stato assunto fuori dallo stato e perché numerosi esponenti del mondo accademico provenienti da tutto il paese avevano inviato appelli a mio favore, mi ero salvato dal dover stare in prigione. Invece mi furono dati due anni di libertà vigilata, una multa, e condannato al pagamento delle spese processuali.[7] Questo incidente fece terminare la carriera di parenti come insegnante. Nel dicembre del 1971, dopo che l'UVM del suo dipartimento aveva votato all'unanimità di rinnovare il suo contratto, il consiglio di amministrazione dell'UVM e legislatori statali conservatori sono intervenuti per votare il mancato rinnovamento del contratto di parenti citando la sua "condotta poco professionale".[8] La battaglia per la sua presenza nella facoltà continuò fino all'inizio del 1972, ma alla fine perse la sua posizione.[9] Nei successivi anni non riuscirà a trovare impiego stabile come insegnante. Venne a sapere da associati che simpatizzavano per lui che era stato rifiutato da un college a cui aveva fatto domanda per le sue visioni di sinistra e il suo attivismo politico. Ha raccontato questo periodo della sua vita nel saggio "lotte in accademia: un conto personale" pubblicato in Dirty Truths (scomode verità). Ha discusso il più ampio tema dell'ortodossia politica negli istituti superiori degli stati uniti in "the empire Academia" (l'accademia dell'impero) un capitolo del suo libro del 1995 "against the empire" (contro l'impero).[10] Dal momento che non poteva guadagnarsi da vivere in modo stabile facendo l'insegnante, Parenti iniziò a dedicarsi completamente alla scrittura, i discorsi in pubblico e alla politica.Nel 1974 Parenti si candidò a rappresentante dello stato del Vermont come candidato del partito socialista democratico "liberty Union party"; finì al terzo posto con il 7.1% dei voti.[11] Nei suoi anni in Vermont Parenti divenne amico con Bernie Sanders. L'amicizia dei due terminò per il supporto di Sanders ai bombardamenti della Nato in Jugoslavia.Nel 2003 il "Caucasus for a new political science" gli conferì un premio alla carriera nel 2007 ha ricevuto un certificato speciale di riconoscimento dal congresso dalla rappresentante degli stati uniti Barbara Lee[12] Ha servito per 12 come giudice per il project censored. È anche nell' advisory boards del progressive politics network e di educazione senza frontiere. È anche nel comitato editoriale consultivo di "nuova scienza politica e natura, società e pensiero.[13]

Il pensiero e le opere

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Il primo libro importante della carriera di Michel Parenti è democracy for a few.Pubblicato originariamente nel 1974, ha avuto ben nove edizioni ed è stato usato come libro di testo nelle università per i corsi di scienze politiche. Democrazia per pochi contiene una analisi critica dell'operato dei governi americani con un focus sulla relazione tra potere economico e potere politico. Di norma i libri di Parenti non vengono recensiti nelle pubblicazioni mainstream.L'unica eccezione è stata la inventing reality: la politica dei Mass Media(1986)[14] che è stato recensito da più giornali accademici[15] e da Micheal Pollan sul New York Times. Pollan ha scritto: "Documentando modelli di pregiudizio conservatore in una dozzina di importanti notizie apparse sulla stampa e nelle trasmissioni televisive, Inventing Reality fornisce una preziosa confutazione al martellamento di critica dei media di destra. Sfortunatamente, il signor Parenti è così semplicistico e dottrinario nel spiegare questo pregiudizio che rende il suo libro facile da ignorare." "Il recensore procede notando come l'autore dipinge la stampa con tratti così ampiamente marxisti da ignorare molti dettagli. Non può, ad esempio, spiegare adeguatamente episodi di coraggio e indipendenza, come durante il Vietnam e il Watergate"[16] Nella risposta a questa recensione pubblicata dall'editor come lettera, Parenti confuta le valutazioni negative di Pollan. Parenti scrive: "Nella sua recensione del mio libro "inventing reality: the politics of mass media" Michael Pollan dice che io dipingo la stampa con "tratti così ampiamente marxisti" che non posso "spiegare adeguatamente episodi di coraggio e indipendenza, come durante il Vietnam e il Watergate". Nei fatti però ho trattato gli atteggiamenti della stampa nel caso del Vietnam e di Watergate e l'ho trovata carente di "coraggio e indipendenza". Ma io faccio notare, a differenza dell impressione lasciata a Micheal Pollan, che mentre la stampa è funzionale agli interessi di pochi, ci può anche essere un prodotto di mercato le notizie che sono palpabili e credibili per i tanti"[17] Parenti ha continuato a esplorare i media in make believe media: la politica dell'intrattenimento. In questo libro parenti esamina numerosi film e serie tv popolari che secondo Parenti " hanno propagato immagini e temi che supportano il militarismo, l'imperialismo, il razzismo, il sessismo, l'autoritarismo e altri valori antidemocratici"[18] Nel libro descrive quelle che crede essere un pattern di rappresentazioni poco lusinghiere della classe operaia e dei sindacati e contesta la nozione che i grandi produttori stanno "dando al pubblico ciò che vogliono".[18] Nella sua prefazione al libro del 2010 di Matthew Alford's Reel power: Hollywood cinema and American supremacy Parenti ribadisce molti punti di make believe media. Altri scrittori di sinistra sono stati influenzati dalle sue critiche ai media.[19] Insieme al suo interesse per il ruolo dei mass media nella società, Parenti ha regolarmente pubblicato articoli su temi culturali, per esempio reflections on the politics of culture in cui riecheggia l'idea di Gramsci che la cultura " rifletta fortemente la struttura egemonica nell'ordine sociale, favorendo fortemente alcuni interessi più che altri".[20] Sviluppa ulteriormente questa idea nei suoi libri Lands of Idols, Superpatriotism, the Culture Struggle e God and His Demons. Il libro Dirty Truths: riflessioni su politica, media,ideologia, conspirazioni, vita etnica e potere di classe. È la raccolta più ampia di scritti di Parenti. Tra i suoi saggi ci sono "Fascism in a Pinstriped Suit" sulla possibilità del fascismo americano di emergere gradualmente piuttosto che fare la sua entrata in scena in stile grande fratello; "Now for the weather" su come anche il meteo in tv possa essere sfruttato dalla politica; e "false consciousness" sul perché il proletariato e i più poveri facciano proprie le stesse idee della borghesia.[7] Il provocatorio libro del 1997 Blackshirts and reds: rational fascism and the overthrow of communism inizia esaminando le fondamenta del fascismo europeo degli anni 20 e 30 e le sue incarnazioni neofasciste. Poi prende la controversa posizione di difendere l'unione sovietica e altre nazioni comuniste dalla "condanna riflessiva" argomentando che questa nazioni avevano vari vantaggi sulle nazioni capitaliste, per esempio la ridotta disuguaglianza economica. Riassume il suo approccio nella prefazione del libro: "Questo libro invita coloro che sono immersi nell’ortodossia prevalente del “capitalismo democratico” ad avere visioni iconoclastiche, a mettere in discussione gli slogan della mitologia del libero mercato e la persistenza dell’anticomunismo sia di destra che di sinistra, e a considerare in modo nuovo, con uno sguardo ricettivo ma non acritico, gli sforzi storici dei tanto diffamati Rossi e di altri rivoluzionari".[21] Più tardi argomenterà che le "ben documentate deficienze e ingiustizie" del sistema sovietico furono esacerbate dalla guerra civile russa, dall'invasione nazista e da interventi non militari contro il blocco orientale. Inoltre afferma che " i socialisti puri" quanto "la sinistra anticomunista" hanno fallito nel teorizzare un alternativa praticabile al "socialismo d'assedio" dell'Unione sovietica. Offrendo una prospettiva unica di difesa del socialismo del socialismo nel 20esimo secolo, Blackshirts and reds ha suscitato forti reazioni nel pubblico anarchico e di sinistra.[22][23]

Nella cultura di massa

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La band new yorkese "choking the victim" usa diversi sample dalle lezioni di Michel Parenti nell'album "no gods, no managers".[senza fonte]

  1. ^ Michael Internet Archive, Contrary notions : the Michael Parenti reader, San Francisco : City Lights Books, 2007, ISBN 978-0-87286-482-5. URL consultato il 7 agosto 2024.
  2. ^ G. L. W., Contemporary Juristic Theory. By Roscoe Pound. Claremont, California: Pomona College, Scripps College, Claremont Colleges. 1940. viii and 83 pp. ($1.50 net.), in The Cambridge Law Journal, vol. 7, n. 3, 1941-11, pp. 435–436, DOI:10.1017/s0008197300126509. URL consultato il 7 agosto 2024.
  3. ^ Christian Parenti | John Jay College of Criminal Justice, su jjay.cuny.edu. URL consultato il 7 agosto 2024.
  4. ^ michaelparenti.org. vd. anche onlinereviewofbooks.com (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2009).
  5. ^ Michael Parenti, The Increasing Relevance of Marxism, in Socialism and Democracy, vol. 12, n. 1, 1998-01, pp. 115–121, DOI:10.1080/08854309808428215. URL consultato il 7 agosto 2024.
  6. ^ Paul R. Carr, Does your vote count ? critical pedagogy and democracy, collana Counterpoints, P. Lang, 2011, ISBN 978-1-4331-0813-6.
  7. ^ a b c Michael Parenti, Dirty truths: reflections on politics, media, ideology, conspiracy, ethnic life and class power, City Lights Books, 1996, ISBN 978-0-87286-318-7.
  8. ^ (EN) PROFESSOR'S OUSTER FOUGHT IN VERMONT, in The New York Times, 5 dicembre 1971. URL consultato il 7 agosto 2024.
  9. ^ January 1918, University Press of Kentucky, 19 dicembre 2023, pp. 1–246, ISBN 978-0-8131-9663-3. URL consultato il 7 agosto 2024.
  10. ^ (EN) Michael Parenti, Against Empire, City Lights Books, 29 luglio 2021, ISBN 978-0-87286-861-8. URL consultato il 7 agosto 2024.
  11. ^ (EN) VT Elections Database » Search Elections, su VT Elections Database. URL consultato il 7 agosto 2024.
  12. ^ (EN) Humanities Institute, Michael Parenti | Scripps College in Claremont, California, su The Humanities Institute, 25 settembre 2008. URL consultato il 7 agosto 2024.
  13. ^ (EN) Biography, su The Michael Parenti Political Archive. URL consultato il 7 agosto 2024.
  14. ^ Sidney Kraus, Inventing Reality: The Politics of the Mass Media, by Michael Parenti, in Political Science Quarterly, vol. 102, n. 2, 1987, pp. 349–350, DOI:10.2307/2151380. URL consultato il 7 agosto 2024.
  15. ^ Chip Berlet, Review of Inventing Reality: The Politics of the Mass Media, in The Library Quarterly: Information, Community, Policy, vol. 57, n. 2, 1987, pp. 220–222. URL consultato il 7 agosto 2024.
  16. ^ (EN) Michael Pollan, CAPITALIST CRUSADERS, in The New York Times, 6 aprile 1986. URL consultato il 7 agosto 2024.
  17. ^ (EN) Politics of the Press, in The New York Times, 4 maggio 1986. URL consultato il 7 agosto 2024.
  18. ^ a b Doris A. Graber, Make-Believe Media: The Politics of Entertainment. By Michael Parenti. New York: St. Martin's, 1992. 241p. $17.35 Paper., in American Political Science Review, vol. 87, n. 1, 1993-03, pp. 221–221, DOI:10.2307/2938993. URL consultato il 7 agosto 2024.
  19. ^ Tabe Bergman, “Old-New” Directions in Political Communication: Taking Michael Parenti's Media Criticism as a Guide, in Frontiers in Communication, vol. 4, 29 maggio 2019, DOI:10.3389/fcomm.2019.00023. URL consultato il 7 agosto 2024.
  20. ^ (EN) Michael ParentiTopics: Media, Monthly Review | Reflections on the Politics of Culture, su Monthly Review, 1º febbraio 1999. URL consultato il 7 agosto 2024.
  21. ^ Michael Parenti, Michael Parenti Blackshirts And Reds. URL consultato il 7 agosto 2024.
  22. ^ (EN) Worker’s ice pick, su The Anarchist Library. URL consultato il 7 agosto 2024.
  23. ^ (EN) RA, A Communist Review of Michael Parenti’s Blackshirts and Reds, su The Communist, 9 novembre 2023. URL consultato il 7 agosto 2024.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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