Monte Parodi

Monte Parodi
Il monte Parodi visto dal Molo Italia
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Liguria
Provincia  La Spezia
Altezza673 m s.l.m.
CatenaAppennino Ligure
Coordinate44°06′36″N 9°46′45.12″E / 44.11°N 9.7792°E44.11; 9.7792
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
Monte Parodi
Monte Parodi

Il monte Parodi si eleva per 673 m s.l.m.[1] nella parte nord-occidentale del golfo della Spezia.

Collocazione[modifica | modifica wikitesto]

Il rilievo sovrasta ad ovest la città della Spezia e digrada con altre colline verso sud nella catena di alture che raggiunge il mare in corrispondenza di Portovenere.
Dal Parodi si accede all'Alta Via dei Monti Liguri e alla rete di sentieri del Parco nazionale delle Cinque Terre.

Dalla sommità del rilievo il panorama, specialmente nelle limpide e fredde giornate invernali, spazia dal monte Saccarello al Monviso, percorre tutto l'Appennino emiliano e le Alpi Apuane per terminare con le isole dell'arcipelago toscano e la Corsica.

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

Il monte Parodi è noto per i suoi giacimenti di piombo[2] sotto forma di galena.[3]

Accesso alla cima[modifica | modifica wikitesto]

Da sempre il monte Parodi è meta degli spezzini per fuggire alla calura estiva che avvolge la città in luglio ed agosto (infatti sul monte si registrano sempre temperature di sei o sette gradi inferiori rispetto al livello del mare).

La sommità si raggiunge seguendo le strade che dalla città ne salgono le pendici verso la Foce, Costa di Murlo o Biassa. L'automobile può essere parcheggiata all'inizio del parco dove si trova la Palestra nel Verde, un suggestivo percorso attrezzato fitness che consentire ai visitatori la possibilità di allenarsi tra boschi e macchia mediterranea.

Un sentiero pedonale di circa trecento metri conduce al Forte del monte Parodi, della catena di forti ottocenteschi costruiti a difesa della base navale. La struttura è abbandonata e attualmente utilizzata per ospitare antenne e ripetitori radiotelevisivi, in via di ricollocazione.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV., Memorie della Accademia lunigianese di scienze Giovanni Capellini: Scienze naturali fisiche e matematiche, vol. 40-42, Accademia Lunigianese di scienze Giovanni Capellini, 1976, pp. 20. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  2. ^ Antonio Bianchi, La Spezia e Lunigiana: società e politica dal 1861 al 1945, FrancoAngeli, 1999, p. 17. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  3. ^ Guglielmo Jervis, I tesori sotterranei dell'Italia, 2: Regione dell'Appennino e vulcani attivi e spenti dipendentivi, Ermanno Loescher, 1874, p. 21. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  4. ^ Nuovo piano di teleradiocomunicazioni: via le antenne dal Parodi, in Città della Spezia, 14 ottobre 2015. URL consultato il 20 gennaio 2021.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]