Montegiorgio

Montegiorgio
comune
Montegiorgio – Stemma
Montegiorgio – Bandiera
Montegiorgio – Veduta
Montegiorgio – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Marche
Provincia Fermo
Amministrazione
SindacoMichele Ortenzi (lista civica) dal 10-6-2018 (2º mandato dal 16-5-2023)
Territorio
Coordinate43°07′50.52″N 13°32′13.49″E / 43.1307°N 13.537081°E43.1307; 13.537081 (Montegiorgio)
Altitudine411 m s.l.m.
Superficie47,45[1] km²
Abitanti6 562[2] (31-8-2020)
Densità138,29 ab./km²
FrazioniAlteta, Cerreto, Monteverde, Piane
Comuni confinantiBelmonte Piceno, Falerone, Fermo, Francavilla d'Ete, Grottazzolina, Magliano di Tenna, Massa Fermana, Montappone, Monte San Pietrangeli, Monte Vidon Corrado, Rapagnano
Altre informazioni
Cod. postale63833
Prefisso0734
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT109017
Cod. catastaleF520
TargaFM
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[3]
Cl. climaticazona E, 2 120 GG[4]
Nome abitantimontegiorgesi
Patronosan Giorgio
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montegiorgio
Montegiorgio
Montegiorgio – Mappa
Montegiorgio – Mappa
Posizione del comune di Montegiorgio nella provincia di Fermo
Sito istituzionale

Montegiorgio è un comune italiano di 6 562 abitanti[2] della provincia di Fermo nelle Marche.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Montegiorgio sorge su di un colle al centro della media valle del fiume Tenna. Una posizione dominante che spazia dal Monte Conero a nord, i Monti Sibillini ad ovest, il Gran Sasso a sud ed il Mare Adriatico ad est.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Montegiorgio è un centro di origine preistorica[5] e fiorente durante il medioevo.

Intorno all'anno 1000 vi si stabilirono i monaci farfensi e il luogo fu fortificato con muri di cinta e successivamente si eresse a comune. Si legò con la vicina Fermo seguendone le alterne alleanze tra Stato della Chiesa ed Impero.

Alla metà del Duecento vi si insediarono i francescani e quindi gli eremitani di sant'Agostino. Fu fondato il monastero delle monache clarisse, al quale risultava annesso un ospedale che fu arricchito da una donazione da parte di Giacomo S. Diotallevi nel 1320. Nel 1357, nel documento noto come Costitutiones aegidianae era ritenuto di pari importanza a Pesaro e Macerata tra le proprietà dello Stato della Chiesa.

Il comune partecipò alle lotte che si svolsero nelle Marche tra i Visconti ed il Papato. Il nome di terra Montis Georgei compare per la prima volta in un documento ufficiale del 1433.

Durante il periodo medievale, Montegiorgio si trovò spesso in contrasto con Rapagnano. Nel 1533, sotto il pontificato di Clemente VII, vennero fuse due campane di metallo, destinate alla chiesa di San Giovanni di Montegiorgio e alla chiesa di San Giovanni di Rapagnano: gli abitanti di Rapagnano presero violentemente quella di Montegiorgio, aumentando così le discordie tra i comuni.[6]

Nel 1816 Montegiorgio venne assegnato alla delegazione apostolica di Macerata.

Papa Pio VII con la riforma dello Stato Pontificio[7], assegnò Montegiorgio alla delegazione apostolica di Fermo.

Fu annessa al Regno d'Italia nel 1860.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune Montegiorgio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 aprile 1999.[8]

«D’azzurro, al San Giorgio rivoltato, il viso e le mani di carnagione, armato d'oro, elmo cimato da piume di rosso, con le mani afferranti la lancia d’argento, posta in banda, il Santo cavalcante il cavallo d'argento, rivoltato con finimenti neri, la lancia infilata nel ventre del drago di quattro zampe, di verde, rivoltato e semirovesciato con testa linguata e allumata di rosso, verso il Santo, con la ferita sanguinante, con la coda attorcigliata elicata posta a destra del cavallo che calpesta il drago con gli arti anteriori, il drago caricante la rupe d’oro movente dal fianco sinistro in sbarra ed estesa fino al fianco destro, fondata in punta il cavallo sostenuto dalla rupe e attraversante sulla catena, il tutto accompagnato dal monte all’italiana di sei colli, irregolari, centrale, posto in capo d'oro, cimato dalla crocetta greca di nero e accompagnato dalla fanciulla orante, con tunica rossa e mani e viso di carnagione, capelluta d'oro, inginocchiata sulla parete alta della rupe a sinistra. Sotto lo scudo su lista bifida di azzurro il motto: Montis Sanctae Mariae in Georgio felix terra. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo di giallo bordato di azzurro.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Portale di san Salvatore
Teatro Alaleona

Chiesa di San Giovanni e Benedetto[modifica | modifica wikitesto]

È la Chiesa parrocchiale di Montegiorgio.

Chiesa di San Salvatore[modifica | modifica wikitesto]

Il portale o arco del Trecento, è la parte rimanente dell'ingresso della chiesa costruita alla fine del secolo XIV e abbattuta nel 1827. Altri frammenti architettonici e pittorici del complesso chiesa-convento agostiniani (la sacrestia) sono visibili nei locali situati sotto la sede scolastica con l'ingresso di fianco all'ufficio delle Poste Italiane.

Chiesa di San Francesco[modifica | modifica wikitesto]

Eretta nella parte più alta del paese nel XIII secolo, era chiamata chiesa di Santa Maria grande. Dedicata successivamente a san Francesco, per volere di Sisto V, fu ristrutturata alla fine XVI secolo secondo i gusti dell'epoca. Aperta al culto fino al crollo di parte del tetto, avvenuto alla metà del XX secolo. Annessa alla chiesa vi è una cappella in stile gotico che, oltre a monumenti funebri ha le pareti affrescate da Antonio Alberti da Ferrara intorno al 1425. Annesso alla chiesa vi è l'odierno Palazzo comunale che dopo la demolizione del precedente edificio già conventuale conserva lo scalone opera di Panfilo Gentili.

Chiesa di Sant'Andrea[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Chiara[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Michele[modifica | modifica wikitesto]

ex Chiesa della Madonna della Luna[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria degli Angeli[modifica | modifica wikitesto]

Annessa al portale della scomparsa San Salvatore; al suo interno affreschi del XIV secolo molto deteriorati.

Loggiato ottocentesco[modifica | modifica wikitesto]

Nella seconda metà del XIX secolo, il Comune realizza, al posto di un dirupo scalato, un porticato a sud di palazzo Passari ed in linea con esso, da cui è separato da un' ampia scalinata. La sommità del loggiato è a livello del piano della strada superiore e delimita un ampio spazio praticabile. Il loggiato presenta sopra l' elaborato cornicione un muro in mattoni. Nella parte controterra sono presenti botteghe.

E' costituito da 7 logge. Tra una loggia e l'altra, sono affisse lapidi commemorative e busti in onore di personaggi illustri montegiorgesi: Lucidio Ceci, Mons. Giuseppe Petrelli, Gaetano Orsolini, Giacinto Cestoni.

Monumento ai caduti[modifica | modifica wikitesto]

Il combattente è stato realizzato da Gaetano Orsolini.

Teatro comunale Domenico Alaleona[modifica | modifica wikitesto]

È stato ricavato nell'ex Palazzo comunale, di cui rimane l'annessa Torre civica. il nome è stato scelto per onorare la memoria di Domenico Alaleona.

Mura castellane[modifica | modifica wikitesto]

Sono state realizzate nel XIII e XIV secolo.

Palazzo Passari[modifica | modifica wikitesto]

Porte di San Nicolò e Sant'Andrea[modifica | modifica wikitesto]

Sono state erette nel XVIII secolo.

Borghi di Cerreto ed Alteta[modifica | modifica wikitesto]

Esempio di castelli medioevali

Ippodromo San Paolo[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi naturalistici[modifica | modifica wikitesto]

Cipressi calvi[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi del ponte sul Tenna (fiume) che conduce a Belmonte Piceno, a sinistra in direzione monti mare, si trova il filare di 60 piante di cipresso delle paludi o cipresso calvo, Taxodium distichum.[9] E' un albero delle Cupressacee, nativo degli Stati Uniti d' America. Molto probabilmente furono piantati alla fine del XIX secolo per volontà di un membro della nobile famiglia Passari, proprietaria, in quel tempo, dei terreni. Si dice che essi rappresentino un segno d' amore nei confronti di una donna statunitense che aveva nostalgia degli alberi del suo paese. Sono gli unici esemplari nella regione Marche di Taxodium distichum. Dal rilevamento censitario effettuato dal Corpo forestale dello Stato nel 2005, gli esemplari più maestosi hanno diametro di circa 1,50 metri ed altezza di poco superiore ai 30 metri. Queste piante sono state censite dalla regione Marche con D.G.R. n. 279 del 02-03-2012 nella categoria " formazione vegetale monumentale" e cioè alberi di particolare interesse storico-culturale e naturalistico-paesaggistico.

Cascata del Sasso[modifica | modifica wikitesto]

Nei pressi del ponte che conduce a Belmonte Piceno, vicino ai cipressi calvi, sul Tenna (fiume), c'è la cascata del Sasso.[10] Grandi massi rimasti bloccati nell' ansa del fiume crearono una cascatella che calmava la corrente tanto da creare a valle una specie di laghetto. Le massaie venivano qui per il bucato fino agli anni '50. Dal secondo dopoguerra sul fiume Tenna furono costruiti argini, ponti che ne diminuirono l' ampiezza, ma aumentarono la velocità delle acque rendendo la cascata molto più alta e impetuosa. La cascata fu poi cementificata e vi fu costruita la chiusa per alimentare i canali per l' irrigazione dei campi e controllare la portata del fiume. Alla fine degli anni '70 la prima cementificazione crollò a causa di una piena, se ne possono ancora vedere i resti, ne seguì un' altra. Fino agli anni '70, i ragazzi andavano alla cascata del Sasso come al mare.

Querciabella[modifica | modifica wikitesto]

Querciabella, cerquavella in dialetto, è l'appellativo di una pianta della specie Roverella che fu secolare, si stima dai 5 agli 8 secoli[11] . Fu censita dalla Regione Marche[12]. Per la sua maestosità, bellezza e grandezza meritò un tondino di localizzazione sulle carte del Touring Club Italiano.[13] Insisteva su un terreno privato lungo la strada statale Faleriense, di proprietà anticamente dei Conti Passari, poi Ganucci. Negli ultimi anni vegetativi, la circonferenza del fusto era di 5,6 metri, mentre il diametro della chioma arrivava a 34 metri, l'altezza era di 19 metri[14].

A godere della sua ombra, nel corso dei secoli, furono in molti, sia per ristorarsi dalle fatiche quotidiane di lavoro e di viaggio, sia nei momenti collettivi di festa. Oltre a contadini, massaie, ragazzi di ritorno da un bagno nel fiume Tenna, commercianti, si dice che vi si appostassero i briganti per assaltare le carrozze, e che vi stanziassero gli zingari.

La primavera del 1985 fu l'ultima in cui germogliò, con poche foglie e distribuite solo in alcune parti.

L' albero ormai secco rimase intatto per qualche anno, ma alla fine l' amministrazione comunale fu costretta a far tagliare tutti i rami per la pubblica incolumità.

Oggi Querciabella è ridotta a un rudere, il suo fusto diventa sempre più piccolo, ma testimonia la grandezza dei suoi secoli di vita.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[15]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteca comunale mons. Germano Liberati[modifica | modifica wikitesto]

Aperta nell'anno 1983 è collocata nel piano mezzanino di Palazzo Passari in piazza Giacomo Matteotti, n. 33.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Banda musicale Domenico Alaleona[16].

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

La cucina montegiorgese è simile a quella degli altri centri del Fermano. I piatti tipici sono:

  • I vincisgrassi (simili alle lasagne, ma senza besciamella e con un condimento costituito da verdure varie, pomodoro, carne di bue, interiora e fegatini di pollo).
  • La porchetta: un maiale intero condito con spezie e finocchio selvatico cotto al forno.
  • La galantina: una gallina disossata viene farcita con un impasto di carne macinata, uova, olive e verdure varie. Durante la cottura in acqua con verdure e spezie, viene posta tra due assi con un peso sopra che le conferisce una forma rettangolare, viene consumata fredda, a fette.
  • A Natale il cappone arrosto, mentre a Pasqua l'agnello.

Tra i dolci tipici si ricordano:

  • Caciù (calcione): dolce tipico carnevalesco montegiorgiese. Originariamente il ripieno era costituito da fave macinate o ceci o formaggio, con i tempi moderni si sono aggiunti altri ingredienti quali il cacao, la cioccolata e altre varianti. Preparazione: da una sfoglia a base di farina zucchero e uova, tirata sottile, se ne taglia una striscia della larghezza di una ventina di centimetri, ogni 20 centimetri si pone un po' di ripieno (un cucchiaio abbondante) si ripiega e ritaglia la sfoglia lasciando un po' di margine intorno al ripieno. Una volta ricavati i caciù, vanno poi fritti per qualche minuto in abbondante olio o strutto bollente, sono gustabili sia caldi che freddi. Dal mese di marzo del 2009 i Caciù de Muntijorgio sono tutelati da una Denominazione Comunale di Origine in cui sono stilate le caratteristiche del prodotto. Attualmente si gustano anche, nella versione con il ripieno di fave, nella vicina Monte San Pietrangeli, in cui vi è dedicata una sagra a tema.
A proposito di calzoni (o calcioni):
(Dialetto maceratese-fermano-camerte)

«Li fa de cecio co' na dose justa,
de cascio, de ricotta, quilli gusta!
Sulo a pensacce pare de magnalli
e te fa satollà sinza proalli.»

(IT)

«Li fanno di ceci con una dose giusta,
di formaggio, di ricotta, quelli sono gustosi!
Solo a pensarci, sembra di mangiarli,
e ti fanno saziare senza assaggiarli»

Liquori:

  • Mistrà e Anisetta (liquori di produzione locale a base d'anice).
  • Vino cotto (vino dolce da dessert di circa 14 gradi alcolici, ottenuto dalla bollitura a fuoco diretto del mosto d'uva, lasciato poi a fermentare ed invecchiare a lungo. Da qualche anno è anche commercializzato dalle cantine autorizzate).

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
16 maggio 1988 25 luglio 1990 Giovanni Diluca Democrazia Cristiana Sindaco [17]
25 luglio 1990 22 marzo 1994 Giovanni Diluca Democrazia Cristiana Sindaco [17][18]
22 marzo 1994 21 novembre 1994 Aurora Monaldi Commissario prefettizio [17]
21 novembre 1994 30 novembre 1998 Cataldo Sforza Partito Democratico della Sinistra Sindaco [17]
30 novembre 1998 27 maggio 2003 Cataldo Sforza Lista civica Sindaco [17]
27 maggio 2003 15 aprile 2008 Luciano Achilli Lista civica Sindaco [17]
15 aprile 2008 27 maggio 2013 Armando Benedetti Il Popolo della Libertà Sindaco [17]
27 maggio 2013 11 giugno 2018 Armando Benedetti Lista civica Insieme per Montegiorgio Sindaco [17]
11 giugno 2018 14 maggio 2023 Michele Ortenzi Lista civica ProgettiAmo Montegiorgio Sindaco [17]
15 maggio 2023 in carica Michele Ortenzi Lista civica ProgettiAmo Montegiorgio Sindaco [17]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Fa parte dell'area vasta n. 4 di Fermo, dell'Azienda sanitaria unica regionale delle Marche (A.S.U.R. Marche).

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Ha sede nel comune la società di calcio S.S.D. Montegiorgio Calcio, fondata nel 1954, militante nel campionato di Eccellenza Marche 2023/2024.

Le altre due squadre di calcio sono Audax Montegiorgio e Piane di Montegiorgio calcio.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Nella frazione delle Piane è presente un ippodromo (Ippodromo San Paolo).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 14º censimento generale della popolazione e delle abitazioni
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Attestazioni preistoriche
  6. ^ Giuseppe Rutili, Rapagnano. Storia, arte e tradizioni, Rapagnano, 2006.
  7. ^ Moto proprio della Santità di Nostro Signore papa Pio VII sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica
  8. ^ Montegiorgio, decreto 1999-04-21 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 20 gennaio 2022.
  9. ^ Marco Ramadori, Aldo Ferracuti (con la collaborazione di), Piane di Montegiorgio camminando lungo il sentiero della storia ... fa parte di Quaderni montegiorgesi n. 22, [Montegiorgio], [2019] p. 15.
  10. ^ Marco Ramadori, Aldo Ferracuti (con la collaborazione di), Piane di Montegiorgio camminando lungo il sentiero della storia ... fa parte di Quaderni montegiorgesi n. 22, [Montegiorgio], [2019] p. 78.
  11. ^ Marche: cinquanta alberi da salvare Valido Capodarca, Firenze, Vallecchi editore, 1984.
  12. ^ Il patrimonio vegetale della Marche, S. Ballelli ... et al., Ancona, Regione Marche, (1981)
  13. ^ Marco Ramadori, Aldo Ferracuti (con la collaborazione di), Piane di Montegiorgio camminando lungo il sentiero della storia ... fa parte di Quaderni montegiorgesi n. 22, [Montegiorgio], [2019] p.11.
  14. ^ Marche: cinquanta alberi da salvare Valido Capodarca, Firenze, Vallecchi editore, 1984.
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Liana Cognigni e Claudio Ferracuti, Quaderni montegiorgesi, Musica insieme a Montegiorgio, pp. 19 e seg..
  17. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  18. ^ Sospensione del Consiglio comunale

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Liberati ( a cura di), Montegiorgio nella storia e nell' arte, Fermo, Andrea Livi, 2008, ISBN 8879692313
  • Marco Ramadori, Aldo Ferracuti (con la collaborazione di), Piane di Montegiorgio camminando lungo il sentiero della storia ... fa parte di Quaderni montegiorgesi n. 22, [Montegiorgio], [2019]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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