Montesarchio

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Montesarchio
comune
Montesarchio – Stemma
Montesarchio – Bandiera
Montesarchio – Veduta
Montesarchio – Veduta
Veduta della Torre di Montesarchio
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Benevento
Amministrazione
SindacoCarmelo Sandomenico (Lista civica) dal 16-5-2023
Territorio
Coordinate41°04′N 14°38′E / 41.066667°N 14.633333°E41.066667; 14.633333 (Montesarchio)
Altitudine300 m s.l.m.
Superficie26,51 km²
Abitanti12 938[1] (31-1-2023)
Densità488,04 ab./km²
FrazioniCirignano, Iavari, Izzi, Monaca, Muraglione, Tufara Valle, Varoni
Comuni confinantiApollosa, Bonea, Campoli del Monte Taburno, Cervinara (AV), Roccabascerana (AV), Rotondi (AV), San Martino Valle Caudina (AV), Tocco Caudio
Altre informazioni
Cod. postale82016
Prefisso0824
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT062043
Cod. catastaleF636
TargaBN
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 616 GG[3]
Nome abitantimontesarchiesi, sarchiesi
Patronosan Nicola di Bari
Giorno festivo6 dicembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montesarchio
Montesarchio
Montesarchio – Mappa
Montesarchio – Mappa
Posizione del comune di Montesarchio nella provincia di Benevento
Sito istituzionale

Montesarchio è un comune italiano di 12 938 abitanti[1] della provincia di Benevento in Campania.

È il comune più popoloso della provincia, dopo il capoluogo Benevento, e ha assunto il titolo di città con il decreto del presidente della Repubblica del 31 luglio 1997[4].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Sopra:Il versante settentrionale della collina di Montesarchio, con il borgo originario di Latovetere sulla sinistra.
Sotto: la mappa del comune di Montesarchio
Map

Situato 18 km a sud-ovest del capoluogo provinciale, nella Valle Caudina, ai piedi del monte Taburno. Dominano sulla città il monte Taburno e la collina, denominata Torre, riprendendo il nome del monumento che da secoli la domina, la Torre di Montesarchio, appunto, che vi si erge. Oltre alla torre, la collina ospita un castello e, più in basso sulla collina, le due parti della città vecchia, il lato vetere e il lato novo. La collina domina una vasta pianura dove la città si è espansa negli ultimi decenni. Nel territorio cittadino si trova anche un laghetto chiamato "Moccia" (data la sua vicinanza con l'omonima fabbrica di mattoni) nonché il torrente Tesa, immissario dell'Isclero. Inoltre nella periferia vi è una strada di comunicazione che conduce sul monte Taburno e ai borghi situati ai suoi piedi, denominata via Vitulanense, in contrada Monaca.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome attuale del comune ha avuto origine nel Medioevo da Mons Arculi o Mons Herculis (data la leggenda che narra che Ercole sia vissuto in queste zone ed abbia ucciso il Leone in una grotta del monte taburno nelle famose 12 fatiche di Ercole) successivamente "montesarculo". Un altro nome di montesarchio è "Caudium",[senza fonte] un agglomerato fondato dai Sanniti, da cui deriva il nome della valle (Valle Caudina).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Torre di Montesarchio

La zona di Montesarchio, abitata sin dal neolitico, è identificata con la città sannita di Caudium (fondata nel VIII a.C.), capitale e agglomerato più importante del Sannio caudino nonché famoso centro urbano di quei tempi dove commerciavano molti prodotti tipo vasi e altri manufatti dalla "Magna Grecia". La città è famosa per la battaglia delle Forche Caudine (seconda guerra sannitica) in cui i romani vennero sconfitti dai sanniti e costretti a subire la pena delle forche caudine. La città, probabilmente, venne distrutta dopo la disfatta della lega sannitica nel IV secolo a.C.[5]

La fontana di Ercole nel centro storico

Numerose testimonianze archeologiche risalgono all'epoca romana come gli scavi di Caudium, le terme, l'acquedotto romano e le antiche emergenze di località "Masseria Foglia". I romani, inoltre, vi costruirono la famosa via Appia (attuale strada statale 7) che collega Roma con Brindisi passando per Benevento (in quel tempo chiamata Beneventum)

Sotto la dominazione dei longobardi nacque l'agglomerato urbano chiamato "Latovetere", tipicamente medievale, con le case addossate al castello e alla torre. In epoca normanna, grazie all'incremento demografico, nacque invece il quartiere "Latonuovo".[5]

Vista dalla torre di Montesarchio.

Montesarchio fu possesso feudale dei Della Leonessa o de Lagonissa dal 1278 al 1480, dei Carafa dal 1480 sino al 1528 quando passò ai D'Avalos che la tennero sino alla fine della feudalità nel 1806[6]. Nelle pertinenze di Montesarchio vi erano possedimenti baronali anche di altre famiglie: per esempio al 1669 risultano versamenti fiscali della famiglia d'Alessandro per feudi "sopra Montesarchio e Valle Vitulano".[7]

Il terremoto del 5 giugno 1688 provocò ingenti danni al comune.

La torre del paese fu usata per contenere all'interno un carcere di massima sicurezza al tempo dei Borbone. Vi fu rinchiuso, tra gli altri, il patriota e politico italiano Carlo Poerio oggi ricordato con una lapide in quella che, leggenda narra, sia stata la sua cella.

Vista notturna di Montesarchio

Il castello fu edificato per fini militari e di ordine pubblico. Nel caso in cui il nemico fosse transitato al di sotto della collina, dalle "bocce di leone" di cui è dotato sarebbe sceso olio bollente per respingere gli invasori.

A livello amministrativo Montesarchio nel 1861 passò dal disciolto Principato Ultra alla neonata provincia di Benevento.

Durante il ventennio fascista il comune fece costruire la biblioteca comunale e la scuola elementare[8].

Il comune di Montesarchio è stato scelto come una delle sedi della XXX Universiade di Napoli del 2019, per la quale sono stati apportati miglioramenti allo Stadio Comunale "A. Allegretto" reinaugurato il 2 luglio dello stesso anno.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone di Montesarchio sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 31 luglio 1997.[9]

«Lo stemma del Comune è composto da uno scudo recante il disegno d'Ercole, rivestito di un lenzuolo che ricopre soltanto il suo basso ventre, accompagnato da un leone, con, sullo sfondo, un paesaggio composto da un albero di basso fusto, alla sua destra, e, alla sua sinistra, i resti di un'antica torre cilindrica di piccole dimensioni. Il cielo è azzurro, con una nuvoletta bianca sullo sfondo. Il fondo campo è verde. Sotto lo scudo vi è una striscia con la scritta: Hercules alexicacos.[10]»

Il gonfalone municipale è costituito da un drappo azzurro.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Decreto del Presidente della Repubblica»
— 31 luglio 1997

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Abbazia di San Nicola
Deposizione di Cristo, dipinta nella lunetta del portale della chiesa della Madonna delle Grazie
Facciata del comune di Montesarchio
Chiesa ed ex convento di San Francesco, sede municipale
chiesa di Santa Maria delle Grazie
  • Abbazia di San Nicola. Sita nel centro storico, è stata edificata fra il XII e il XIII secolo anche se nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata. La facciata, in stile romanico, è sovrastata da una nicchia un tempo affrescata. L'interno è a due navate e conserva diversi resti della struttura originaria romanica come l'arco che precede il presbiterio. Vi si può ammirare un altare maggiore in marmi policromi sovrastato da un grande dipinto.
  • Chiesa e convento di Santa Maria delle Grazie. Il complesso venne edificato dai padri francescani nel XV secolo. La chiesa possiede una navata con una sola cappella laterale dedicata all'Immacolata Concezione. Al suo interno è conservata una scultura lignea della Madonna, realizzata dallo scultore napoletano Carmine Lantriceni (1760). Sul chiostro, voluto dal conte Carlo Carafa nel XV secolo, si affaccia il campanile realizzato in epoca posteriore.[5]
  • Chiesa e convento di San Francesco. Il complesso è stato costruito nel 1339 ma l'aspetto attuale risale al XVIII secolo. La chiesa, di stile vanvitelliano, ha una facciata con tre ingressi (il centrale possiede una bella porta in legno intarsiata con scene di vita di San Francesco). L'interno è a tre navate ed ha altari e dipinti barocchi. Di notevole interesse è l'organo a canne e il pulpito in legno. Il convento è attualmente sede comunale.
  • Chiesa della Purità, San Pio e San Leone. Nata come cappella privata dei D'Avalos, conserva ancora il passaggio che conduceva al palazzo nobiliare. Di notevole interesse è il presbiterio con il coro, ricco di decorazioni, il baldacchino centrale in marmo e l'altare maggiore, costituito da motivi geometrici e floreali.[5]
  • Chiesa di San Giovanni Battista o dell'Annunziata
  • Chiesa e convento di Santa Maria di Costantinopoli (XVII secolo). Abitato dai frati francescani Cappuccini (da qui viene il nome "convento dei cappuccini"). Costruita da Nicola Davalos, principe del paese per devozione per lo scampato pericolo della peste del 1656 che colpì la valle caudina. nell'inizio del XX secolo fu adibito come caserma militare. Nel ventennio fascista fu inaugurata anche una colonia estiva.
  • Vecchio cimitero di Latovetere. Probabilmente la chiesa più antica di Montesarchio, eretta in età longobarda e utilizzata come cimitero in tempi successivi.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Torre di Montesarchio.
castello di Montesarchio
  • Torre di Montesarchio. Struttura militare di origine medievale adibita a sede del museo archeologico nazionale del Sannio Caudino insieme al castello. All'interno dell'antica torre è esposto "Il ratto di Europa", celebre cratere di Assteas.
  • Castello di Montesarchio. Edificato per fini militari e di ordine pubblico (nelle sue segrete furono imprigionati numerosi dissidenti politici), il castello è visitabile e ospita il museo archeologico nazionale del Sannio Caudino. L'evidenza storica dell'utilizzo della struttura come carcere deriva dal rinvenimento di aree adibite a cortili per i reclusi ed esplicite iscrizioni sui muri ad opera dei patrioti rinchiusi nelle celle. Il castello, del quale sono evidenti gli incassi del ponte levatoio e il fossato di protezione, ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli, dall'VIII in poi, periodo nel quale si fa risalire la prima edificazione.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Porta del quartiere storico di Latonuovo, vista dall'interno

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2020 i residenti di origine straniera ammontano a 580 unità, ovvero il 4,4% della popolazione totale. I principali gruppi provengono dai seguenti paesi:[12]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Un vaso dalle necropoli Caudium, esposto al Museo archeologico nazionale del Sannio Caudino.

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

La città è sede di due circoli didattici, una scuola media, tre licei (scientifico, psicopedagogico, linguistico), due istituti pubblici (istituto professionale e alberghiero) e uno privato (istituto Montessori con vari indirizzi di studio).[senza fonte]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Diverse scene del film Permettete signora che ami vostra figlia? (1974) sono girate a Montesarchio. Anche alcune scene di Zappatore (1950) sono girate a Cirignano (frazione di Montesarchio).

Cratere di Assteas

Museo[modifica | modifica wikitesto]

Il comune ospita il museo archeologico nazionale del Sannio Caudino presso il castello cittadino. Tra i tanti vasi antichi e reperti archeologici presenti all'interno, è esposto anche il celebre vaso di Assteass (ratto di Europa).

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

La città fa parte della Comunità Montana Zona del Taburno, della Regione Agraria n. 3 - Monti del Taburno e del Camposauro e del Parco del Taburno-Camposauro.

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Varoni: all'inizio del XIX secolo fu elevato a comune dai Francesi e tale rimase fino al 1867, quando con decreto del 10 gennaio fu aggregato al comune di Montesarchio.
  • Cirignano: non è stato mai comune autonomo, ma sempre "Casale" di Montesarchio.
  • Tufara Valle

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Montesarchio è un centro agricolo. Dal 2017 è associato a I borghi più belli d'Italia[13].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La valle Caudina è stata storicamente punto di passaggio tra Capua e Beneventum con la via Appia romana, di cui la odierna strada statale 7 Via Appia va a ricalcare il percorso tra Caserta e Benevento, costituendo la principale infrastruttura stradale del comune, benché declassificata a gestione comunale nel tratto urbano e sostituita da un tratto in variante che evita l'attraversamento dell'abitato. La strada, nel territorio di Montesarchio, presenta caratteristiche di strada extraurbana secondaria con incroci a raso. Altre strade di rilievo provinciale che attraversano Montesarchio sono anch'esse extraurbane secondarie e inserite dall'ente gestore nel Comparto 5: Vitulanese - Caudino e sono: la SP 109 Vitulanese I Tronco, erede di una via di comunicazione del Principato Ulteriore tra il capoluogo Avellino e la valle del Tammaro attraverso la valle Vitulanese; la SP 129 Montesarchio - Bucciano - Bivio S. Tommaso, che attraverso Varoni e Bucciano giunge nella valle dell'Isclero ad Ovest del Taburno - Camposauro, in territorio di Sant'Agata de' Goti; la SP 134 Varoni - Bonea - Frazione Bacilli, che dalla precedente attraversa Bonea e vi ritorna; la SP 135 SS 7 - Bonea, che dalla statale Appia raggiunge la SP 129 a Varoni; la SP 136 SS 7 - Cervinara; la SP 137 Montesarchio - Cervinara; la SP 138 Irpinia verso San Martino Valle Caudina; la SP 139 SP Vitulanese - Castello feudale di Montesarchio, di accesso al complesso monumentale e relativo museo.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è interessato solo in minima parte, nella sua parte più ad est, tra la discarica di Tre Ponti e Tufara Valle, dalla ferrovia della Valle Caudina, che però ha la stazione di San Martino Valle Caudina-Montesarchio-Pannarano nel territorio del primo di questi tre, collegata a Montesarchio dalla SP 275 della provincia di Avellino, che continua nella SP 138.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

I trasporti interurbani di Montesarchio vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da AIR Campania.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Sindaci di Montesarchio
Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1860 1861 Salvatore De Simone Sindaco
1861 1864 Michele Frattasi Sindaco
1864 1865 Salvatore De Simone Sindaco
1865 1866 Giambattista Supino Sindaco
1866 1866 Alfonso Zingone Sindaco
1866 1866 Michele Frattasi Sindaco
1866 1867 Alfonso Zingone Sindaco
1867 1876 Michele Verrusio Sindaco
1876 1877 Lorenzo Palomba Sindaco
1877 1878 Angelo Verrusio Sindaco
1878 1878 Michele Frattasi Sindaco
1878 1885 Nicola Striani Destra storica Sindaco
1885 1890 Alfonso Zingone Sinistra storica Sindaco
1890 1896 Bartolomeo D'Ambrosio Partito Liberale Costituzionale Sindaco
1897 1906 Antonio Striani Partito Liberale Costituzionale Sindaco
1908 1910 Bartolomeo D'Ambrosio Partito Liberale Costituzionale Sindaco
1910 1920 Angelo D'Amelio Sinistra storica Sindaco
1920 1923 Angelo D'Amelio Sinistra storica Sindaco
1923 1926 Angelo Ferraro Partito Nazionale Fascista Sindaco
1926 1936 Costantino Ambrosone Partito Nazionale Fascista Podestà
1938 1942 Francesco Cassella Partito Nazionale Fascista Podestà
1942 1942 Luigi Umili Partito Nazionale Fascista Podestà
1942 1943 Felice De Pasquele Partito Nazionale Fascista Podestà
1943 1943 Luigi De Ferraris Partito Nazionale Fascista Podestà
1943 1943 Pasquale Guglielmi Partito Nazionale Fascista Podestà
1943 1944 Emilio Finelli indipendente: (CLN) Commissario
1944 1946 Mario Cutillo indipendente: (CLN) Commissario
1946 1952 Innocenzo De Bellis Partito Nazionale Monarchico Sindaco
1952 1953 Ferdinando Luciano Partito Liberale Italiano Sindaco
1953 1958 Ernesto Parisio Partito Liberale Italiano Sindaco
1958 1961 Ferdinando Luciano Partito Liberale Italiano Sindaco
1962 1962 Carminantonio Mataluni Democrazia Cristiana Sindaco
1962 1963 Ernesto Ricciardi Partito Liberale Italiano Sindaco
1963 1964 Domenico Lanzotti Partito Liberale Italiano Sindaco
1964 1969 Giuseppe Coppolaro Partito Socialista Italiano Sindaco
1969 1970 Ferdinando Luciano Partito Liberale Italiano Sindaco
1970 1971 Vincenzo Luciano Partito Liberale Italiano Sindaco
1971 1972 Gennaro Papa Partito Liberale Italiano Sindaco
1972 1974 Ferdinando Luciano Partito Liberale Italiano Sindaco
1974 1975 Fausto Iannuzzi Movimento Sociale Italiano Sindaco
1975 1976 Paolo Chica Democrazia Cristiana Sindaco
1976 1977 Fiorente Marcello D'Apice Democrazia Cristiana Sindaco
1977 1982 Carmine Pagnozzi Democrazia Cristiana Sindaco
1982 1985 Carminantonio Mataluni Democrazia Cristiana Sindaco
1985 1987 Carmine Pagnozzi Democrazia Cristiana Sindaco
1987 1989 Gennaro Papa Partito Liberale Italiano Sindaco
1989 1990 Carmine Pagnozzi Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1992 Carminantonio Mataluni Democrazia Cristiana Sindaco
1992 1993 Nicola Damiano Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1993 1994 Carmine Pagnozzi Democrazia Cristiana Sindaco
1994 1998 Enrico Striani Partito Liberale Italiano Sindaco
1998 2002 Enrico Striani Lista civica: I Liberali Sindaco
2002 2003 Maria Assunta Colella Indipendente Comm. pref.
2003 2008 Antonio Izzo Lista civica: Forza Italia Sindaco
2008 2013 Antonio Izzo Popolo della libertà Sindaco
2013 2018 Francesco Damiano Lista civica: PD Sindaco
2018 2023 Francesco Damiano Lista civica: PD Sindaco
2023 in carica Carmelo Sandomenico Lista civica: centro Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Il centro storico di La Garde, fotografato da un'inquadratura che esalta la somiglianza con quello di Montesarchio.
  • Bandiera della Francia La Garde, dal 1977
    La scelta deriva dal fatto che entrambe le città hanno, nel loro punto più alto, una torre e un castello in posizioni assai simili.
  • Bandiera della Palestina Betlemme, dal 2006[14]
    La motivazione del gemellaggio è che una cittadina di Montesarchio, Suor Nunziatina Izzo, svolge da oltre 25 anni la sua attività nella chiesa della Natività nella cittadina palestinese. Nel 2008 il Sindaco di Betlemme Dott. Victor Batarseh è stato ospite di Montesarchio, per rafforzare ulteriormente i rapporti di amicizia tra le due città.
  • Bandiera dell'Italia Torre del Greco, dal 2008
    Il gemellaggio intende mettere a confronto culture e tradizioni di due città diverse della Campania: una sul mare, l'altra nell'entroterra.

Stemma e blasonatura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del Comune è composto da uno "scudo sannita" recante il disegno d'Ercole, rivestito di un lenzuolo che ricopre soltanto il suo basso ventre e con in mano una clava, accompagnato da un leone, con, sullo sfondo, un paesaggio composto da un albero di basso fusto, alla sua destra, e, alla sua sinistra, i resti di un'antica torre cilindrica di piccole dimensioni. Il cielo è azzurro, con una nuvoletta bianca sullo sfondo. Il fondo campo è verde. Questi ultimi due elementi richiamano i colori del Comune, che sono, appunto, l'azzurro e il verde. Sotto lo "scudo" vi è una striscia con la scritta: "Hercules alexicacos".[15]

Il gonfalone del Comune è composto da un drappo di colore azzurro, recante lo stemma, come sopra descritto, con le seguenti aggiunzioni: nella parte superiore, al centro, in caratteri grandi cubitali, colore oro la scritta "Città " e al secondo rigo "di" (sempre in posizione centrale). Segue al rigo successivo una grossa corona formata di mattoni, sempre color oro e posta in posizione centrale, subito sotto la corona è posto lo stemma e sotto la sua scritta "Hercules alexicacos" una corona d'alloro in colore oro. Al di sotto della corona d'alloro, con le stesse caratteristiche della scritta del primo e secondo rigo, vi è la scritta "Montesarchio".[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b Statuto del Comune, articolo 3 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  5. ^ a b c d Appunti, p. 41.
  6. ^ Erasmo Ricca, Istoria de' feudi del regno delle Due Sicilie di qua dal faro, Napoli, 1865, v. 3, p.356 e sgg.
  7. ^ Come da evidenza fiscale pagata da Flavia d'Alesandro "per la tassa di d.26.1.5 per li ann. d.100 sopra Montesarchio e Valle Vitulano" (Nova situatione de pagamenti fiscali de carlini 42 a foco delle Provincie del Regno di Napoli, et adohi de Baroni, e Feudatarij. Dal primo di Gennaro 1669 avanti, Napoli, 1670, p. 210). In quella data detta Falvia risultò a debito di 36.2.19 1/2 ducati per adoha di quell'anno.
  8. ^ Nicola A. Tinessa, Paese mio, pp. 35-68.
  9. ^ Montesarchio, decreto 1997-07-31 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  10. ^ Comune di Montesarchio, Lo Stemma – Il Gonfalone, su comune.montesarchio.bn.it. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  12. ^ ISTAT, Cittadini Stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2020 Comune: Montesarchio, su demo.istat.it. URL consultato il 30 marzo 2022.
  13. ^ https://borghipiubelliditalia.it/borgo/montesarchio/ I Borghi più belli d'Italia
  14. ^ Benevento: gemellaggio Montesarchio - Betlemme. I sindaci ricevuti alla Rocca - ilQuaderno.it, su ilquaderno.it. URL consultato l'8 novembre 2013.
  15. ^ Statuto del Comune, articolo 3 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Progetto MURST - Appunti di viaggio: i cinque volti del Sannio, Auxiliatrix, 2001.
  • Alfredo Zazo, Dizionario Bio-Bibliografico del Sannio, Napoli, Fausto Fiorentino, 1973.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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