Museo Puškin delle belle arti

Museo Puškin
Ubicazione
StatoBandiera della Russia Russia
LocalitàMosca
Indirizzovia Volkhonka 12
Coordinate55°44′49.3″N 37°36′21.7″E / 55.747029°N 37.606029°E55.747029; 37.606029
Caratteristiche
Tipopittura, scultura, arti figurative
Intitolato aAleksandr Sergeevič Puškin
Istituzione31 maggio 1912
FondatoriIvan Vladimirovič Cvetaev
Apertura1912
DirettoreElizabeth Likhacheva
Visitatori766 325 (2021)
Sito web

Il Museo Puškin (in russo Государственный музей изобразительных искусств им.А.С.Пушкина?, Museo statale di arti figurative A.S. Puškin) si trova in via Volkhonka 12 a Mosca, in Russia, e possiede la più grande collezione di arte europea della città.

Il museo nacque come raccolta di calchi di sculture famose, che attualmente occupano gran parte del primo piano, a cui si aggiunsero poi opere originali, soprattutto dipinti (italiani, olandesi e fiamminghi, spagnola, francese), e materiale archeologico (Antico Egitto, Antica Grecia, Antica Roma, civiltà dell'Asia minore). Tra le opere più celebri, il Tesoro di Priamo, ripresentato al pubblico solo dal 1996, e la straordinaria collezione di opere impressioniste e post-impressioniste, con tutti i più grandi nomi di quel periodo. Quest'ultima collezione oggi si trova in un edificio dirimpetto, nell'ex-Museo delle collezioni private.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del museo è fuorviante, in quanto non ha niente a che fare direttamente con il celebre poeta russo Aleksandr Sergeevič Puškin. Il fondatore del museo, infatti, fu Ivan Cvetaev (padre della poetessa Marina Cvetaeva). Cvetaev persuase il giovane milionario Jurij Stepanovič Nečaev-Mal'cov e l'architetto Roman Klein dell'urgenza di dare a Mosca un museo di belle arti.

Ivan Cvetaev (1847-1913)

Progettato da Klein e Šuchov, finanziato da Mal'cov, la sede del museo fu edificata dal 1898 al 1912. Il sogno di Cvetaev si realizzò nel maggio 1912, quando il museo aprì i battenti al pubblico. Il museo fu originariamente intitolato a Alessandro III, sebbene il governo avesse dato solo 200.000 rubli per la costruzione, contro gli oltre due milioni di Nečaev-Mal'cov. Le prime opere esposte furono copie di antiche statue, ritenute essenziali all'educazione degli studenti d'arte. I soli oggetti autentici - il papiro di Mosca e il Viaggio di Wenamun - furono donati al museo da Vladimir Goleniščev tre anni dopo.

Dopo il trasferimento della capitale russa a Mosca, nel 1918, il governo dei Soviet decise per il trasferimento di migliaia di opere dal Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo alla nuova capitale. Questi dipinti formarono il primo nucleo di opere "europee" del Puškin. L'apporto principale di opere fu, però, successivo.

Ščukin e Morozov[modifica | modifica wikitesto]

Il nucleo fondamentale di opere oggi in esposizione al Museo Puškin si deve alle collezioni private di due mercanti russi: Sergej Ščukin (1854-1936) e Ivan Morozov (18711921). Entrambi appassionati di pittura impressionista e post-impressionista, collezionarono centinaia di tele ognuno. Ščukin, amante anche di Matisse e dei capolavori cubisti, aprì spesso le porte della sua abitazione per mostrare agli intellettuali russi la sua collezione privata.

Successivamente alla Rivoluzione russa del 1917, lo Stato decise di nazionalizzare le collezioni, che rimasero però collocate nelle rispettive abitazioni dei collezionisti: le due case museo presero così il nome di Primo museo di pittura moderna occidentale (la casa di Ščukin) e Secondo museo di pittura moderna occidentale (la casa di Morozov). Le collezioni vennero riunite nel 1928 nel Museo di pittura moderna occidentale: la forte influenza del regime nelle produzioni artistiche, orientate verso il realismo socialista, fece sì che il museo venisse boicottato ed additato come cattivo esempio di influenze artistiche lontane dalla scelta dello Stato.

Nel 1948 la collezione subì uno smistamento presso altri musei, come l'Ermitage di Leningrado (ora San Pietroburgo) e, appunto, il Museo Puškin.

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver cambiato nome nel 1937, venendo intitolato al poeta Puškin in occasione del centenario della sua morte, il museo ha ospitato segretamente nel secondo dopoguerra vari tesori artistici requisiti dalla Germania nazista, in particolare la collezione della Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda e il Tesoro di Priamo.

La prima fu conservata per circa dieci anni in casse di legno finché nel 1955 fu deciso di restituirla alla DDR, nonostante l'opposizione dei curatori del museo: per l'occasione alcune opere vennero accuratamente restaurate e temporaneamente esposte al pubblico nel museo, inclusa la Madonna Sistina di Raffaello Sanzio.

Il Tesoro di Priamo, dissotterrato a Troia da Heinrich Schliemann e prelevato dal Pergamonmuseum di Berlino dall'Armata Rossa al termine della seconda guerra mondiale, è invece rimasto in Russia smembrato in due parti, la più grande delle quali è conservata al Museo Puškin mentre la più piccola all'Ermitage di San Pietroburgo.

Il festival di musica internazionale Le notti di dicembre di Svjatoslav Richter si tiene al Museo Puškin dal 1981.

Le opere maggiori[modifica | modifica wikitesto]

Giambattista Pittoni, La morte di Sofonisba, 1716-1720
Ballerine dietro le quinte (Edgar Degas)
Il carnevale al boulevard des Capucines (Claude Monet, 1873)

Scuola italiana[modifica | modifica wikitesto]

Matteo di Giovanni
Sandro Botticelli
  • Annunciazione, 1495-1498
Cima da Conegliano
Bronzino
  • Madonna col Bambino e san Giovannino (Madonna Stroganoff), 1540 circa
Tiziano Vecellio
  • Cardinale Antoniotto Palavicini, anni 1540
Perugino (bottega)
Giovanni Gerolamo Savoldo
Giovanni Battista Pittoni
Canaletto
  • Il ritorno del Bucintoro al Molo di fronte al Palazzo ducale, 1727-1729

Scuola francese[modifica | modifica wikitesto]

Paul Cézanne
Marc Chagall
Edgar Degas
Claude Monet
Pierre-Auguste Renoir
Edvard Munch

L’opera si trova all’Hermitage a San Pietroburgo, nel Palazzo dello Stato Maggiore.

Fernand Léger

Scuola spagnola[modifica | modifica wikitesto]

Pablo Picasso

Scuola olandese[modifica | modifica wikitesto]

Vincent van Gogh
Frans Hals

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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