Nazionale di calcio del Galles

Bandiera del Galles Galles
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Calcio
Federazione FAW/CBDC[1][2]
inglese: Football Association of Wales
gallese: Cymdeithas Bêl-droed Cymru
Confederazione UEFA
Codice FIFA WAL
Soprannome Dreigiau (Dragoni)
Y Dreigiau Coch (I Draghi Rossi)
Selezionatore Bandiera del Galles Robert Page
Record presenze Gareth Bale (111)
Capocannoniere Gareth Bale (41)
Ranking FIFA 28º (26 ottobre 2023)[3]
Sponsor tecnico Adidas
Esordio internazionale
Bandiera della Scozia Scozia 4 - 0 Galles Bandiera del Galles
Glasgow, Regno Unito; 25 marzo 1876
Migliore vittoria
Bandiera del Galles Galles 11 - 0 Irlanda Bandiera dell'Irlanda
Wrexham, Regno Unito; 3 marzo 1888
Peggiore sconfitta
Bandiera della Scozia Scozia 9 - 0 Galles Bandiera del Galles
Glasgow, Regno Unito; 23 marzo 1878
Campionato del mondo
Partecipazioni 2 (esordio: 1958)
Miglior risultato Quarti di finale nel 1958
Campionato d'Europa
Partecipazioni 2 (esordio: 2016)
Miglior risultato Bronzo Semifinali nel 2016
UEFA Nations League
Partecipazioni 2 (esordio: 2018-2019)
Miglior risultato 1º posto nella Lega B 2020-2021

La nazionale di calcio del Galles (gall. Tîm pêl-droed cenedlaethol Cymru, ingl. Wales national football team) è la selezione calcistica rappresentativa del Galles, posta sotto l'egida della Football Association of Wales (FAW).

Il Galles vanta due partecipazioni al campionato del mondo (1958 e 2022) e due al campionato d'Europa (2016 e 2020). Al campionato del mondo del 1958 la nazionale gallese giunse ai quarti di finale, dove venne eliminata dal Brasile, poi campione, mentre al campionato d'Europa del 2016 raggiunse le semifinali, arrendendosi soltanto al Portogallo, poi vincitore del torneo. La squadra vanta nel proprio palmarès 12 vittorie nel Torneo Interbritannico, la più antica competizione tra squadre nazionali di calcio.

I primatisti di presenze nella selezione sono Chris Gunter e Gareth Bale (109), mentre il capocannoniere è Gareth Bale (41). Il Galles occupa il 28º posto nel ranking FIFA.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Inizi[modifica | modifica wikitesto]

Il Galles giocò il suo primo incontro ufficiale il 25 marzo 1875 a Glasgow contro la Scozia, diventando così la terza nazionale di calcio più "vecchia" nella storia.[4] Gli scozzesi vinsero per 4-0 questo incontro, ma fu comunque organizzata una rivincita per l'anno successivo: il 5 maggio 1877, presso il The Racecourse Ground di Wrexham, si giocò il primo incontro calcistico della storia su suolo gallese, che si concluse con la vittoria per 2-0 sempre degli ospiti.[5] Due anni più tardi fu organizzato anche il primo match contro l'Inghilterra: la partita fu disputata al Kennington Oval di Londra e vide la vittoria per 2-1 degli inglesi;[6] nel 1882 il Galles sfidò anche l'Irlanda, vincendo per 7-1 nello stadio di casa di Wrexham.

Il 6 dicembre 1882 le federazioni calcistiche delle quattro Home Nations (Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles) si riunirono presso Manchester per definire delle regole del gioco valide per tutto il mondo e fondando così l'International Football Association Board (IFAB), ancora oggi in funzione seppur con una composizione in parte alterata. Successivamente, nel corso della stagione 1883-1884, queste quattro federazioni fondarono anche il Torneo Interbritannico (in inglese British Home Championship), che si svolse fino al 1984 e che i gallesi vinsero nella loro storia per 12 volte.[7].

La Federazione calcistica del Galles (FAW) aderì inizialmente alla FIFA nel 1906, ma, poiché le relazioni tra il massimo organo governativo del calcio e le associazioni calcistiche britanniche non erano delle migliori e s'incrinarono presto, nel 1928 i gallesi ne uscirono per una disputa sul pagamento dei giocatori dilettanti. Come conseguenza, ai Dragoni fu impedito di partecipare alle prime tre edizioni del mondiale.[8]

Nel 1932 il Galles giocò la sua prima partita contro una nazionale non britannica: quella dell'Irlanda; un anno dopo venne l'ora anche del primo incontro lontano dalle isole britanniche: a Parigi giocarono contro la Francia pareggiando per 1-1.

Dopo la Seconda guerra mondiale, insieme alle altre Home Nations, anche i Gallesi rientrarono nella FIFA e presero parte alle qualificazioni ai Mondiali del 1950. I Dragoni finirono però ultimi nel loro raggruppamento e mancarono la qualificazione alla fase finale in Brasile.[9] Gli anni 1950, tuttavia, furono l'epoca d'oro del calcio gallese: nella nazionale scesero in campo giocatori del calibro di Ivor Allchurch, Cliff Jones, Alf Sherwood, Jack Kelsey, Trevor Ford, Ron Burgess, Terry Medwin e, soprattutto, John Charles.

Gli anni d'oro: il mondiale del 1958[modifica | modifica wikitesto]

John Charles nel 1954, in campo per il Galles in un match contro la Scozia

Il Galles partecipò per la prima volta a un campionato mondiale di calcio nel 1958, quando la competizione iridata era ospitata dalla Svezia. Il cammino per la qualificazione fu comunque alquanto complesso e inusuale: i Dragoni avevano infatti concluso il loro girone preliminare al secondo posto, dietro alla Cecoslovacchia e non avevano dunque ottenuto il pass per la fase finale.[10] Intervennero però a quel punto le difficoltà politiche nel Medio Oriente: l'Egitto e il Sudan si rifiutarono di giocare la loro partita di qualificazione contro l'Israele per la Crisi di Suez, nonostante la FIFA si fosse impegnata a promettere che tali incontri si sarebbero giocati in campo neutro. La FIFA fu costretta a dare le due partite vinte a tavolino per gli israeliani, ma impedì loro di ottenere subito il pass per il mondiale, senza aver mai giocato nemmeno un incontro di qualificazione, optando per organizzare uno spareggio alquanto insolito proprio contro il Galles.[11]

I Dragoni vinsero facile sia all'andata che al ritorno: 2-0 al Ramat Gan Stadium e sempre 2-0 al Ninian Park di Cardiff ottenendo così la loro prima qualificazione al Campionato mondiale di Calcio. In Svezia il Galles fu inserito nel gruppo C con i padroni di casa, l'Ungheria e il Messico: i gallesi figurarono molto bene, riuscendo a passare il turno grazie al secondo posto conquistato nel raggruppamento, pur arrendendosi poi ai quarti di finale contro il Brasile, futuro campione del torneo. In quest'ultima gara comunque i Dragoni, già sfavoriti ad armi pari, dovettero sostenere anche l'assenza del loro più forte giocatore: John Charles e subirono un'onorevole sconfitta per 1-0, unica rete siglata da un diciassettenne Pelé, alla sua prima marcatura con la casacca verdeoro.[12]

Il memorabile cammino del Galles al mondiale del 1958 fu di ispirazione per il libro When Pele Broke Our Hearts: Wales and the 1958 World Cup scritto da Mario Risoli ed edito da St David's Press,[13] opera dalla quale fu anche tratto un documentario che ricevette una nomination ai Bafta Cymru Awards.

Anni 1970 e 1980: tra gioie e delusioni[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fondazione del campionato europeo di calcio nel 1960 fino alla partecipazione all'edizione del 2016, il Galles non riuscì mai a disputare la fase finale del torneo. Nel 1976 la squadra, allenata da Mike Smith, riuscì a vincere il proprio gruppo di qualificazione, formato dall'Ungheria, dall'Austria e dal Lussemburgo; prima del 1980, tuttavia, partecipavano alla fase finale del torneo solamente quattro nazionali, per cui i Dragoni dovettero affrontare in uno spareggio con gara di andata e ritorno, la Jugoslavia. Il match d'andata, disputatosi in Zagabria, vide la vittoria per 2-0 dei padroni di casa. Per aggiudicarsi lo spareggio i gallesi sarebbero stati costretti a vincere con tre goal di scarto nel ritorno, ma al Ninian Park si fermarono sull'1-1, vedendo così sfumare l'obiettivo sogno della partecipazione al campionato d'Europa.[14]

L'anno successivo il Galles riuscì nell'impresa, per la prima volta dopo quarantadue anni, di sconfiggere l'Inghilterra su suolo inglese, collezionando peraltro la sua prima vittoria a Wembley, grazie a una rete su rigore di Leighton James.[15] Tre anni dopo i gallesi bissarono il successo, questa volta sul campo casalingo di Wrexham, sconfiggendo gli inglesi per 4-1, grazie alle marcature di Mickey Thomas, Ian Walsh, Leighton James e a un autogol di Phil Thompson; questa vittoria impedì peraltro agli inglesi di vincere il Torneo Interbritannico di quell'anno, consegnandolo all'Irlanda del Nord.[16]

Mark Hughes, stella della nazionale gallese tra gli anni 1980 e 1990 successivamente anche CT dei Dragoni

Durante le qualificazioni a Spagna 1982 il Galles, allenato da Mike England, sfiorò il passaggio del turno, venendo eliminato soltanto per differenza reti dopo aver perso l'ultimo incontro per 3-0 contro l'Unione Sovietica, nonostante il motivo dell'eliminazione sia da attribuire più che a questa sconfitta al clamoroso pareggio casalingo per 2-2 nella penultima gara del girone contro la modesta Islanda.[17]

Simile se non uguale fu il destino dei Dragoni alle qualificazioni per il mondiale successivo: trainati dai goal di Mark Hughes prima schiantarono la Spagna con un risultato di 3-0 e poi sconfissero la Scozia ad Hampden Park per 1-0, ma nuovamente i sogni gallesi furono fermati dall'Islanda che li sconfisse per 1-0 a Reykjavík, sancendone nuovamente l'eliminazione.[18]

Gli anni 1990 e la crisi[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la guida di Terry Yorath il Galles raggiunse quello che allora era il suo massimo piazzamento nel ranking FIFA, ovvero la ventisettesima posizione; il record è stato poi battuto con il 21º posto ottenuto nel maggio 2015 e il 17° raggiunto nel luglio 2016. I Dragoni sfiorarono nuovamente l'accesso alla fase finale dei mondiali: nell'ultima giornata delle qualificazioni al mondiale del 1994 i gallesi, obbligati a vincere contro la Romania, persero per 2-1, con Paul Bodin che, sul risultato di parità, sbagliò anche un calcio di rigore.[19]

In seguito a questa mancata qualificazione la FAW decise di non rinnovare il contratto a Yorath, optando per ingaggiare temporaneamente John Toshack, che, tuttavia, rassegnò le proprie dimissioni dopo un solo match (sconfitta per 3-1 contro la Norvegia), adducendo come motivazione l'insorgere di alcuni problemi con la federazione.[20] Mike Smith assunse per la seconda volta la guida dei Dragoni con l'obbiettivo di raggiungere la qualificazione a campionato d'Europa del 1996, ma i gallesi giocarono un girone preliminare molto deludente, subendo sconfitte da Moldavia e Georgia.[21] Smith fu quindi esonerato e al suo posto subentrò Bobby Gould.

Sotto la guida di Gould il Galles dovette affrontare un periodo di grandissima difficoltà. I tre principali giocatori della squadra (Nathan Blake, Robbie Savage e Mark Hughes), entrati in collisione con l'allenatore, lasciarono la nazionale,[22][23] mentre i risultati furono più che deludenti: sotto tale gestione arrivarono la sconfitta in amichevole per 2-1 contro il modesto Leyton Orient[24] e la sconfitta per 7-1 contro i Paesi Bassi.[25] Nel giugno 1999, in seguito a una sconfitta per 4-0 contro l'Italia, Gould rassegnò le proprie dimissioni e la FAW scelse di assegnare la guida della squadra, almeno per il match contro la Danimarca che si sarebbe tenuto quattro giorni dopo, alle due ex stelle della nazionale Mark Hughes e Neville Southall.[26]

Anni 2000: da Hughes al Toshack-bis[modifica | modifica wikitesto]

Hughes fu confermato poi come ct della nazionale, andando vicino a portarla alla qualificazione al campionato d'Europa del 2004: il Galles fu infatti eliminato nello spareggio contro la Russia. Questa sfida non fu comunque priva di controversie, in quanto al centrocampista russo Yegor Titov, in seguito a un controllo antidoping dopo la gara d'andata (0-0 a Mosca), fu trovata in corpo una sostanza vietata. Nonostante questo fatto, la UEFA decise di non procedere con controlli più specifici su tutta la squadra, limitandosi solamente a squalificare Titov.[27] Nella gara di ritorno, a Cardiff, gli ospiti vinsero per 1-0, spegnendo i sogni di partecipazione all'europeo al Galles.

Carl Fletcher in campo per il Galles in un match di qualificazione a Sudafrica 2010

Dopo una brutta partenza nel torneo di qualificazione al campionato del mondo del 2006, Hughes decise di dimettersi per andare ad allenare i Blackburn in Premier League, e quindi la FAW scelse di riaffidare la squadra a John Toshack.[28][29] Nelle qualificazioni a Euro 2008 il Galles, inserito nel Gruppo D con Germania, Rep. Ceca. Slovacchia, Irlanda, Cipro e San Marino, finì al quinto posto nel proprio raggruppamento, mescolando buoni risultati (un pari in Germania o un roboante 5-2 alla Slovacchia) con cocenti delusioni, tra cui le sconfitte contro Cipro e Slovacchia, quest'ultima addirittura per 5-1.[30] Nonostante la qualificazione mancata di molto, arrivò anche qualche segnale positivo per il movimento calcistico gallese, come per esempio l'inserimento in squadra di molti giovani promettenti prelevati dall'Under-21 come Gareth Bale e Aaron Ramsey.

Nelle qualificazioni al mondiale sudafricano del 2010 il Galles partì bene, mettendo in fila due buone vittorie contro Azerbaigian e Liechtenstein. Successivamente però i Dragoni persero 2-1 a Mosca contro la Russia e 1-0 a Mönchengladbach contro la Germania (in quest'ultima partita comunque la prestazione dei gallesi fu notevole, in quanto riuscirono a resistere per oltre settanta minuti contro i ben più forti tedeschi[31]) e le speranze di qualificazioni si affievolirono notevolmente, per poi essere totalmente annientate dopo due sconfitte in casa, entrambe per 2-0, contro Finlandia e Germania.

Toshack rassegnò le proprie dimissioni da allenatore del Galles il 9 settembre 2010 mentre la squadra era impegnata nelle qualificazioni a Euro 2012, in seguito alla sconfitta in trasferta contro il Montenegro per 1-0 nella gara inaugurale del girone preliminare.[29] Al suo posto la Federazione scelse l'allenatore dell'Under-21 Brian Flynn, Flynn durò però soltanto due partite sulla panchina gallese e venne esonerato nel dicembre di quello stesso anno dopo le sconfitte con Bulgaria e Svizzera.[32]

Anni 2010: le semifinali all'europeo 2016[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 dicembre 2010 fu nominato CT dei Dragoni Gary Speed[33], già giocatore per il Galles, il quale esordì l'8 febbraio 2011 per il match inaugurale della prima Nations Cup, perdendo per 3-0 contro l'Irlanda di Trapattoni.[34] Il 26 maggio di quello stesso anno Speed esordì col Galles nelle qualificazioni agli Europei 2012, e nominò capitano Aaron Ramsey, che a ventidue anni divenne il più giovane capitano della storia della nazionale gallese. Nell'agosto del 2011, in seguito alla sconfitta per 2-0 contro l'Inghilterra, i Dragoni finirono al 117º posto del ranking FIFA, il loro peggior risultato nella storia.[35] Nei mesi successivi il Galles mise in fila un discreto numero di successi (2-1 al Montenegro, 2-0 alla Svizzera e 1-0 alla Bulgaria) e risalì entro ottobre di quello stesso anno al 49º posto,[36] ricevendo il premio non ufficiale di big mover nel ranking (riconoscimento ufficioso destinato alla nazionale che compie il maggior numero di passi in avanti nel ranking FIFA nel tempo posto tra un aggiornamento e l'altro dello stesso[37]).

Una formazione del Galles, semifinalista al campionato europeo di Francia, nell'ottobre 2016

L'ultimo incontro di Speed sulla panchina dei gallesi fu un'amichevole contro la Norvegia, il 12 novembre 2011, vinto per 4-1. L'uomo fu poi trovato morto nel proprio appartamento il 27 di quel mese: secondo la polizia si era suicidato impiccandosi.[38] La FAW scelse di affidare la squadra a Chris Coleman, che entrò in attività come CT il 19 gennaio 2012.[39] Il cammino di qualificazione al mondiale del 2014 fu molto difficile: i Dragoni persero all'esordio 2-0 contro il Belgio, mentre nella partita successiva subirono un'umiliante sconfitta per 6-1 contro la Serbia.[40] Coleman decise di cambiare capitano, affidando la fascia ad Ashley Williams[41], ma la squadra non riuscì a recuperare nel girone di qualificazione, ma una sconfitta per 2-1 contro la Croazia precluse ogni speranza di qualificazione.

Nell'aprile del 2013 la federazione decise di aprire Dragon Park, un centro per lo sviluppo delle giovanili gallesi, oltre che del calcio femminile, presso Newport.[42]

Il Galles, inserito nel gruppo B delle qualificazioni al campionato europeo del 2016, partì nel modo migliore: nel maggio 2015 la squadra raggiunse anche la propria miglior posizione di sempre nella classifica mondiale della FIFA, il 21º posto[43], e nelle prime cinque partite mise a referto tre vittorie e due pareggi. Il 9 luglio 2015, in virtù degli ottimi risultati (come la vittoria per 1-0 sul Belgio, all'epoca secondo nel ranking FIFA), il Galles entrò per la prima volta tra le migliori dieci di tale classifica, con uno storico 10º posto. Dopo l'aggiornamento del 6 agosto 2015 la squadra ottenne posizioni ancora migliori, accreditandosi come una delle migliori squadre del mondo.

Il 10 ottobre 2015, nonostante la sconfitta per 2-0 con la Bosnia ed Erzegovina, si qualificò con un turno d'anticipo al campionato europeo di Francia, approdando per la prima volta alla fase finale di un campionato d'Europa. La compagine allenata da Coleman vinse all'esordio contro la Slovacchia (2-0), poi perse contro l'Inghilterra (1-2) e batté la Russia, chiudendo il proprio raggruppamento al primo posto. Eliminò in seguito l'Irlanda del Nord negli ottavi di finale (1-0) e anche il favorito Belgio ai quarti di finale (3-1), per poi terminare il memorabile cammino in semifinale, dove fu sconfitta 2-0 dal Portogallo, poi vincitore del torneo.

Nel settembre 2016 il Galles aprì la campagna di qualificazione al campionato del mondo 2018 con grandi aspettative, conseguendo una larga vittoria in casa (4-0) contro la Moldavia. Seguirono, però, cinque pareggi consecutivi ,che rallentarono la marcia verso la qualificazione. Dopo tre vittorie consecutive, la sconfitta interna subita contro l'Irlanda sancì il terzo posto finale nel girone e dunque l'eliminazione del Galles[44].

Anni 2020: da Giggs a Page, il ritorno ai mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Dopo le dimissioni di Coleman nel novembre 2017, la panchina fu affidata, nel giugno 2018, a Ryan Giggs, che condusse i suoi alla qualificazione al campionato d'Europa 2020: malgrado un brutto inizio, con due sconfitte nelle prime tre partite di qualificazione, il Galles rimase imbattuto nelle gare successive e ottenne il secondo posto nel girone, necessario per approdare alla fase finale del torneo. Nella UEFA Nations League 2018-2019 i gallesi chiusero al secondo posto il proprio girone di Lega B, alle spalle della Danimarca e davanti all'Irlanda, con due vittorie e due sconfitte.

Nella UEFA Nations League 2020-2021 la squadra, che per le ultime due partite fu guidata ad interim da Robert Page, con Giggs tenuto fuori per problemi giudiziari, riuscì a rimanere imbattuta, vincendo cinque partite e pareggiandone una nel proprio girone di Lega B. Il primo posto nel raggruppamento valse la promozione in Lega A.

Al campionato d'Europa 2020, disputatosi nel 2021 stante il rinvio dovuto alla pandemia di COVID-19, i gallesi, allenati da Page a causa del perdurare dei problemi giudiziari di Giggs,[45] si piazzarono secondi nel gruppo vinto dall'Italia, futura vincitrice del torneo, con una vittoria (2-0 contro la Turchia), un pareggio (1-1 contro la Svizzera) e una sconfitta (1-0 contro l'Italia), e poi si fermarono agli ottavi di finale, eliminati dalla Danimarca.

Nel girone di qualificazione al campionato del mondo 2022 la squadra di Page si piazzò seconda, alle spalle del Belgio, accedendo ai play-off. Qui eliminò l'Austria in semifinale (2-1) e vinse la finale contro l'Ucraina (1-0), qualificandosi al mondiale per la prima volta dal 1958. La partecipazione alla rassegna qatariota fu un fallimento: i gallesi pareggiarono all'esordio (1-1) contro gli Stati Uniti, poi furono sconfitti sia dall'Iran (0-2) sia dall'Inghilterra (0-3), venendo eliminati a causa dell'ultimo posto nel girone.

Strutture calcistiche[modifica | modifica wikitesto]

Il Millennium Stadium di Cardiff, casa della nazionale di calcio del Galles fino al 2010

Dal 2000 al 2010 la nazionale di calcio del Galles ha giocato la maggior parte delle proprie partite casalinghe nel Millennium Stadium di Cardiff, impianto che condivideva con la nazionale di rugby ed edificato nel 1999 per ospitare la Coppa del Mondo di rugby 1999.[46] Prima di quell'anno i Dragoni giocarono prima le loro partite in diversi stadi, principalmente quelli di Cardiff, Swansea e Wrexham e successivamente nel Cardiff Arms Park.

Il primo match del Galles nel Millennium Stadium fu contro la Finlandia il 29 marzo 2000. I finlandesi vinsero l'incontro per 2-1: il primo goal in assoluto segnato nello stadio fu di Jari Litmanen, mentre il primo di un gallese fu firmato da Ryan Giggs.[47]

Quando nel 2009 fu inaugurato il Cardiff City Stadium, la FAW decise di organizzare alcune amichevoli in questo nuovo impianto, alternando invece i match ufficiali tra i Millennium Stadium, il Liberty Stadium di Swansea e il Racecourse Ground di Wrexham. Il Millennium Stadium fu, però, usato sempre meno, in quanto era molto raro che, dati anche gli scarsi risultati della nazionale in quel periodo, venisse riempito per più del 50% della propria capienza. Durante le qualificazioni al campionato d'Europa 2012 i Dragoni giocarono a Swansea o al Cardiff City Stadium, fuorché il derby contro l'Inghilterra, unico incontro giocato al Millennium. Tale alternanza fu mantenuta anche per le qualificazioni al mondiale di Brasile 2014, mentre all'inizio del torneo di qualificazione al campionato d'Europa del 2016, dopo l'ampliamento a 33 000 posti di quest'impianto, il Galles si è trasferito definitivamente al Cardiff City Stadium.[48]

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma[modifica | modifica wikitesto]

Il primo stemma usato sulle casacche dei Dragoni per i primissimi match ufficiali era l'emblema del Principe del Galles, rappresentante tre penne di struzzo in una corona e ora, in maniera stilizzata, utilizzato dalla nazionale di rugby. Successivamente la federazione utilizzò diversi emblemi, che introdussero la figura del dragone.[49]

Evoluzione
Lo stemma del Principe del Galles utilizzato sulle divise dei Dragoni per i primi match della sua storia
Lo stemma in uso fino dal 1951 al 2010
Lo stemma in uso dal 2011 al 2019
Lo stemma in uso dal 2019

L'attuale stemma della Federazione calcistica del Galles deriva da un precedente scudo disegnato nel 1951 da H. Ellis Tomilson per festeggiare i 75 anni di esistenza della stessa FAW. Esso presentava il dragone rosso che campeggia anche al centro della bandiera nazionale posto al centro di uno scudo bordato di verde, nel bordo erano posti undici porri (pianta simbolo nazionale del Galles) colorati di giallo che rappresentano gli undici giocatori in campo. In basso si trovava la scritta in lingua gallese "Gorau Chwarae Cyd Chwarae" (in inglese Best play is team play), ovvero "il miglior gioco è quello di squadra".[50]

Nel 2011 questo logo è stato rinnovato: lo scudo presenta forme meno squadrate e più curvilinee, i porri sono semplificati fino a sembrare narcisi e il motto in basso è stato inscritto su un nastro rosso e verde. Inoltre la testa del dragone viene girata verso destra, ossia in avanti, a indicare come la Federazione e la nazionale puntino a progredire nei risultati sportivi.[51]

Un ulteriore rebranding avviene nel 2019, con la netta semplificazione dell'emblema, dal quale spariscono i porri e le componenti testuali: rimane un semplice scudetto bianco bordato di verde, contenente il disegno del dragone, sempre col capo rivolto a destra, ma in una differente resa grafica.

Le divise[modifica | modifica wikitesto]

Non esistono testimonianze inerenti all'aspetto della divisa del Galles il giorno dell'esordio assoluto, nel match del 25 marzo 1875 contro la Scozia; la prima divisa dei Dragoni di cui si hanno notizie fu quella indossata nel 1877 (bianca, con il classico stemma del Principe del Galles cucito sul petto, e pantaloncini blu). Questo stesso completo è attestato anche per quanto riguarda il match contro l'Inghilterra del 1881. Due anni più tardi invece i Gallesi mutarono la loro divisa, scegliendo per una maglia completamente magenta accoppiata a dei pantaloncini bianchi. Dal 1895 al 1900 invece si assistette a un nuovo cambio: casacca partita bianco-verde (colori che rimandano allo sfondo della bandiera nazionale) e pantaloncini neri.
Nel 1901 subentrò il classico completo rosso (colore derivante dal dragone simbolo sia della nazione che della FAW[52]), eventualmente bordato con particolari bianchi, con pantaloncini bianchi, che segnerà la storia della nazionale.[49]

Una divisa gallese di Billy Meredith risalente al 1908

Dal 1946 le divise dei Dragoni furono prodotte dalla Umbro e nel 1949 abbiamo attestazione della presenza, per la prima volta di un completo di riserva, utilizzato in un'amichevole in trasferta contro il Portogallo in quanto i padroni di casa scendevano in campo anche loro con una divisa rossa, tale completo era composto da casacca gialla bordata in verde e pantaloncini neri, con i calzettoni a righe giallo-verdi. Il Galles si presentò ai mondiali del 1958, unici giocati nella sua storia, con una divisa rossa bordata in bianco come prima maglia, e una gialla con rifiniture verdi come seconda.[53]

Nel 1972, in occasione di un match contro l'Inghilterra il Galles permise, per un'iniziativa di carattere pubblicitario, all'azienda inglese Bukta di disegnare la divisa per l'incontro: che si presentò molto simile a quella classica, con la sola particolarità di aver escluso completamente il bianco nelle bordature della casacca, colorate di giallo. La stessa Bukta disegnò le divise dei Dragoni per un anno nel 1975, mentre dal '76 l'azienda di riferimento fu la Admiral. I completi delle stagioni dal 1976 al 1979 presentavano delle bande orizzontali, leggermente curvate verso l'interno, giallo-verdi sulla prima divisa e rosso-verdi su quella di riserva.[54]

Dal 1980, per sette anni, le divise gallesi furono disegnate dalla Adidas, in quanto la FAW dovette terminare il proprio contratto con la precedente azienda che era entrata in crisi finanziaria. Il design dei completi, tuttavia, rimase simile a quello delle stagioni precedenti. Per vedere grandi cambiamenti è necessario attendere il ritorno della Umbro, avvenuto nel 1990 dopo una breve parentesi di contratto con la Hummel: già dalla stagione 1990 furono inseriti dei particolari stilistici alla prima divisa, nel tentativo di renderla utilizzabile anche come vestito casual per i tifosi fuori dallo stadio e non solamente per i giocatori. Nel 1996 subentrò l'azienda italiana Lotto che apportò importanti modifiche inserendo nel completo del 2006 un dragone in trasparenza al centro della maglia.[55]

Dal 2000 al 2008 le divise gallesi sono state disegnate dalla Kappa, che non ha apportato grandi cambiamenti ai primi due completi, ma ha introdotto una terza divisa: giallo-blu nel 2000-2001, gialla nel 2001-2002, azzurra dal 2003 al 2005, nera con una banda bianco-rossa nel 2005-2006 e infine bianca con finiture e maniche rosso-verdi nel 2007. Dal 2008 al 2010 la sponsorizzazione tecnica è stata affidata all'azienda statunitense Champion Sportswear, che ha reintrodotto il dragone in trasparenza sulla prima e sulla seconda divisa.[56]

Dopo una breve parentesi segnata da un nuovo contratto con la Umbro (tra il 2010 e il 2013), la sponsorizzazione tecnica è passata nelle mani dell'Adidas.[57]

Evoluzione della divisa[modifica | modifica wikitesto]

Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1876
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1883
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1895
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1901
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1905
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
1939
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1943
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Mondiali 1958
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1972
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1976
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1980
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
2003
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2006
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2012
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
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Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2015
Trasferta
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1949
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1956
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1973
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
1974
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1976
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
1980
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
2002
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
Manica destra
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Pantaloncini
Calzettoni
2012
Manica sinistra
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Maglietta
Maglietta
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Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
2015

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Cronologia degli sponsor tecnici

Tutte le rose[modifica | modifica wikitesto]

Mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Coppa del Mondo FIFA 1958
Kelsey, 2 Williams, 3 Hopkins, 4 Sullivan, 5 M. Charles, 6 Bowen, 7 Medwin, 8 Hewitt, 9 J. Charles, 10 I. Allchurch, 11 C. Jones, 12 K. Jones, 13 Vearncombe, 14 Edwards, 15 C. Baker, 16 Crowe, 17 Leek, 18 Vernon, 19 Webster, 20 Elsworthy, 21 L. Allchurch, 22 T. Baker, CT: Murphy
Coppa del Mondo FIFA 2022
Hennessey, 2 Gunter, 3 N. Williams, 4 B. Davies, 5 Mepham, 6 Rodon, 7 Allen, 8 Wilson, 9 Johnson, 10 Ramsey, 11 Bale, 12 Ward, 13 Moore, 14 Roberts, 15 Ampadu, 16 Morrell, 17 Lockyer, 18 J. Williams, 19 Harris, 20 James, 21 A. Davies, 22 Thomas, 23 Levitt, 24 Cabango, 25 Colwill, 26 Smith, CT: Page

Europei[modifica | modifica wikitesto]

Campionato d'Europa UEFA 2016
Hennessey, 2 Gunter, 3 Taylor, 4 Davies, 5 Chester, 6 A. Williams, 7 Allen, 8 King, 9 Robson-Kanu, 10 Ramsey, 11 Bale, 12 Fôn Williams, 13 G. Williams, 14 Edwards, 15 Richards, 16 Ledley, 17 Cotterill, 18 Vokes, 19 Collins, 20 J. Williams, 21 Ward, 22 Vaughan, 23 Church, CT: Coleman
Campionato d'Europa UEFA 2020
Hennessey, 2 Gunter, 3 N. Williams, 4 B. Davies, 5 Lockyer, 6 Rodon, 7 Allen, 8 Wilson, 9 T. Roberts, 10 Ramsey, 11 Bale, 12 Ward, 13 Moore, 14 C. Roberts, 15 Ampadu, 16 Morrell, 17 Norrington-Davies, 18 J. Williams, 19 Brooks, 20 James, 21 A. Davies, 22 Mepham, 23 Levitt, 24 Cabango, 25 Colwill, 26 Smith, CT: Page

Rosa attuale[modifica | modifica wikitesto]

Lista dei giocatori convocati per le gare dei play-off di qualificazione al campionato europeo di calcio 2024 del marzo 2024.

Dati aggiornati al termine della seconda gara.

N. Pos. Giocatore Data nascita (età) Pres. Reti Squadra
P Wayne Hennessey 24 gennaio 1987 (37 anni) 109 -95 Bandiera dell'Inghilterra Nottingham Forest
P Danny Ward 22 giugno 1993 (30 anni) 40 -41 Bandiera dell'Inghilterra Leicester City
P Adam Davies 17 luglio 1992 (31 anni) 4 -2 Bandiera dell'Inghilterra Sheffield Utd
P Tom King 9 marzo 1995 (29 anni) 0 0 Bandiera dell'Inghilterra Wolverhampton
D Ben Davies 24 aprile 1993 (30 anni) 86 2 Bandiera dell'Inghilterra Tottenham
D Connor Roberts 23 settembre 1995 (28 anni) 55 3 Bandiera dell'Inghilterra Leeds Utd
D Chris Mepham 5 novembre 1997 (26 anni) 46 0 Bandiera dell'Inghilterra Bournemouth
D Joe Rodon 22 ottobre 1997 (26 anni) 44 0 Bandiera dell'Inghilterra Leeds Utd
D Neco Williams 13 aprile 2001 (22 anni) 38 4 Bandiera dell'Inghilterra Nottingham Forest
D Ben Cabango 30 maggio 2000 (23 anni) 7 0 Bandiera del Galles Swansea City
D Joe Low 20 febbraio 2002 (22 anni) 1 0 Bandiera dell'Inghilterra Wycombe
D Jay Dasilva 22 aprile 1998 (25 anni) 0 0 Bandiera dell'Inghilterra Coventry City
C Aaron Ramsey 26 dicembre 1990 (33 anni) 84 21 Bandiera del Galles Cardiff City
C Harry Wilson 22 marzo 1997 (27 anni) 54 8 Bandiera dell'Inghilterra Fulham
C Ethan Ampadu 14 settembre 2000 (23 anni) 51 0 Bandiera dell'Inghilterra Leeds Utd
C David Brooks 8 luglio 1997 (26 anni) 29 4 Bandiera dell'Inghilterra Southampton
C Dylan Levitt 13 novembre 2000 (23 anni) 13 0 Bandiera della Scozia Hibernian
C Jordan James 2 luglio 2004 (19 anni) 10 0 Bandiera dell'Inghilterra Birmingham City
C Rubin Colwill 27 aprile 2002 (21 anni) 8 1 Bandiera del Galles Cardiff City
C Wesley Burns 13 novembre 1994 (29 anni) 6 0 Bandiera dell'Inghilterra Ipswich Town
C Josh Sheehan 30 marzo 1995 (28 anni) 5 0 Bandiera dell'Inghilterra Bolton
C Charlie Savage 2 maggio 2003 (20 anni) 1 0 Bandiera dell'Inghilterra Reading
A Daniel James 10 novembre 1997 (26 anni) 51 7 Bandiera dell'Inghilterra Leeds Utd
A Kieffer Moore 8 agosto 1992 (31 anni) 41 12 Bandiera dell'Inghilterra Ipswich Town
A Brennan Johnson 23 maggio 2001 (22 anni) 26 3 Bandiera dell'Inghilterra Tottenham
A Nathan Broadhead 5 aprile 1998 (25 anni) 11 2 Bandiera dell'Inghilterra Ipswich Town
A Rabbi Matondo 9 settembre 2000 (23 anni) 11 0 Bandiera della Scozia Rangers
A Liam Cullen 23 aprile 1999 (24 anni) 1 0 Bandiera del Galles Swansea City

Record individuali[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche aggiornate al 25 marzo 2024.[58]

I calciatori in grassetto sono ancora in attività in nazionale.

Giocatori con più presenze[modifica | modifica wikitesto]

Posizione Giocatore Presenze Reti Periodo
1 Gareth Bale 111 41 2006-2022
2 Chris Gunter 109 0 2007-2022
Wayne Hennessey 0 2007-
4 Neville Southall 92 0 1982-1997
5 Ashley Williams 86 2 2008-2019
Ben Davies 2 2012-
7 Gary Speed 85 7 1990-2004
8 Aaron Ramsey 84 21 2008-
9 Craig Bellamy 78 19 1998-2013
10 Joe Ledley 77 4 2005-2018

Giocatori con più reti[modifica | modifica wikitesto]

Posizione Giocatore Reti Presenze Periodo
1 Gareth Bale 41 111 2006-2022
2 Ian Rush 28 73 1980-1996
3 Trevor Ford 23 38 1947-1957
Ivor Allchurch 68 1951-1966
5 Dean Saunders 22 75 1986-2001
6 Aaron Ramsey 21 84 2008-
7 Craig Bellamy 19 78 1998-2013
8 Robert Earnshaw 16 59 2002-2011
Cliff Jones 59 1954-1970
Mark Hughes 72 1984-1999

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Giocatori notevoli[modifica | modifica wikitesto]

Ian Rush, secondo miglior marcatore della nazionale gallese, in un'immagine del 2008
Ryan Giggs, giocatore simbolo della nazionale gallese tra gli anni 1990 e 2000, fotografato durante un match contro il Brasile
Bale, Bellamy, Ramsey ed Earnshaw durante il riscaldamento prima di una partita della nazionale
Inseriti nella Hall of Fame dello sport gallese[59]
Inseriti nella Hall of Fame del calcio britannico[60]
Inseriti tra le Football League 100 Legends[61]
Vincitori del premio Calciatore dell'anno (FWA)[62]
Vincitori del premio Calciatore dell'anno (PFA)[63]
Inseriti in una Squadra dell'anno della PFA[63]

Commissari tecnici[modifica | modifica wikitesto]

Allenatori

Confronti con le altre nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Sono prese in considerazione le nazionali contro cui il Galles ha disputato nella sua storia almeno dieci incontri. Le partite terminate ai calci di rigore sono contate come pareggio.[64]

Saldo positivo[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza reti Ultima vittoria Ultimo pareggio Ultima sconfitta
Bandiera dell'Irlanda del Nord Irlanda del Nord 57 28 15 14 92 69 +23 27 maggio 2011 6 febbraio 2007 23 maggio 1980
Bandiera dell'Irlanda Irlanda 35 17 7 11 96 62 +34 15 marzo 1924 18 aprile 1925 13 febbraio 1926
Bandiera dell'Ungheria Ungheria 10 5 2 3 15 14 +1 9 febbraio 2005 20 marzo 1963 16 ottobre 1985

Saldo nullo[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza reti Ultima vittoria Ultimo pareggio Ultima sconfitta
Bandiera della Finlandia Finlandia 12 4 4 4 17 12 +5 7 settembre 2002 16 novembre 2013 10 ottobre 2009

Saldo negativo[modifica | modifica wikitesto]

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Reti Fatte Reti Subite Differenza reti Ultima vittoria Ultimo pareggio Ultima sconfitta
Bandiera della Scozia Scozia 107 23 23 61 124 243 -117 22 marzo 2013 10 settembre 1985 25 maggio 2011
Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra 102 14 21 67 91 247 -156 2 maggio 1984 20 maggio 1981 16 giugno 2016
Bandiera della Germania Germania 17 2 6 9 10 26 -16 14 maggio 2002 21 novembre 2007 1º aprile 2009
Bandiera del Belgio Belgio 16 5 4 7 23 23 0 1º luglio 2016 11 giugno 2022 22 settembre 2022
Bandiera della Cecoslovacchia Cecoslovacchia 12 3 3 6 10 15 -5 19 novembre 1980 8 settembre 1993 11 novembre 1987
Bandiera della Norvegia Norvegia 11 3 4 4 15 14 +1 12 novembre 2011 27 maggio 2004 5 settembre 2001
Bandiera del Brasile Brasile 10 1 1 8 5 20 -15 10 settembre 1991 12 giugno 1983 5 settembre 2006

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

1907; 1920; 1924; 1928; 1933; 1934; 1937; 1939 (ex aequo); 1952 (ex aequo); 1956 (ex aequo); 1960 (ex aequo); 1970 (ex aequo)

Partecipazioni ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Non partecipante
1938 Non partecipante
1950 Non qualificata
1954 Non qualificata
1958 Quarti di finale
1962 Non qualificata
1966 Non qualificata
1970 Non qualificata
1974 Non qualificata
1978 Non qualificata
1982 Non qualificata
1986 Non qualificata
1990 Non qualificata
1994 Non qualificata
1998 Non qualificata
2002 Non qualificata
2006 Non qualificata
2010 Non qualificata
2014 Non qualificata
2018 Non qualificata
2022 Primo turno
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non partecipante
1964 Non qualificata
1968 Non qualificata
1972 Non qualificata
1976 Non qualificata
1980 Non qualificata
1984 Non qualificata
1988 Non qualificata
1992 Non qualificata
1996 Non qualificata
2000 Non qualificata
2004 Non qualificata
2008 Non qualificata
2012 Non qualificata
2016 Semifinali
2020 Ottavi di finale
Giochi olimpici[65]
Edizione Risultato
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Non invitata
1995 Non invitata
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Non qualificata
2003 Non qualificata
2005 Non qualificata
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
2017 Non qualificata


Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni


Statistiche dettagliate sui tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Mondiali[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930 Bandiera dell'Uruguay Uruguay Non partecipante - - - -
1934 Bandiera dell'Italia Italia Non partecipante - - - -
1938 Bandiera della Francia Francia Non partecipante - - - -
1950 Bandiera del Brasile Brasile Non qualificata - - - -
1954 Bandiera della Svizzera Svizzera Non qualificata - - - -
1958 Bandiera della Svezia Svezia Quarti di finale 0 3 1 2:3
1962 Bandiera del Cile Cile Non qualificata - - - -
1966 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Non qualificata - - - -
1970 Bandiera del Messico Messico Non qualificata - - - -
1974 bandiera Germania Ovest Non qualificata - - - -
1978 Bandiera dell'Argentina Argentina Non qualificata - - - -
1982 Bandiera della Spagna Spagna Non qualificata - - - -
1986 Bandiera del Messico Messico Non qualificata - - - -
1990 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1994 Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti Non qualificata - - - -
1998 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
2002 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud / Bandiera del Giappone Giappone Non qualificata - - - -
2006 Bandiera della Germania Germania Non qualificata - - - -
2010 Bandiera del Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
2014 Bandiera del Brasile Brasile Non qualificata - - - -
2018 Bandiera della Russia Russia Non qualificata - - - -
2022 Bandiera del Qatar Qatar Primo turno 0 1 2 1:6

Europei[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960 Bandiera della Francia Francia Non partecipante - - - -
1964 Bandiera della Spagna Spagna Non qualificata - - - -
1968 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1972 Bandiera del Belgio Belgio Non qualificata - - - -
1976 Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia Non qualificata - - - -
1980 Bandiera dell'Italia Italia Non qualificata - - - -
1984 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
1988 bandiera Germania Ovest Non qualificata - - - -
1992 Bandiera della Svezia Svezia Non qualificata - - - -
1996 Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra Non qualificata - - - -
2000 Bandiera del Belgio Belgio / Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi Non qualificata - - - -
2004 Bandiera del Portogallo Portogallo Non qualificata - - - -
2008 Bandiera dell'Austria Austria / Bandiera della Svizzera Svizzera Non qualificata - - - -
2012 Bandiera della Polonia Polonia / Bandiera dell'Ucraina Ucraina Non qualificata - - - -
2016 Bandiera della Francia Francia Semifinali 4 0 2 10:6
2020[66] Bandiera dell'Europa Europa Ottavi di finale 1 1 2 3:6
2024 Bandiera della Germania Germania Non qualificata - - - -

Confederations Cup[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1992 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Non invitata - - - -
1995 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Non invitata - - - -
1997 Bandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita Non qualificata - - - -
1999 Bandiera del Messico Messico Non qualificata - - - -
2001 Bandiera della Corea del Sud Corea del Sud / Bandiera del Giappone Giappone Non qualificata - - - -
2003 Bandiera della Francia Francia Non qualificata - - - -
2005 Bandiera della Germania Germania Non qualificata - - - -
2009 Bandiera del Sudafrica Sudafrica Non qualificata - - - -
2013 Bandiera del Brasile Brasile Non qualificata - - - -
2017 Bandiera della Russia Russia Non qualificata - - - -

Nations League[modifica | modifica wikitesto]

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
2018-2019 Bandiera del Portogallo Portogallo 7° in Lega B 2 0 2 6:5
2020-2021 Bandiera dell'Italia Italia 1° in Lega B[67] 5 1 0 7:1
2022-2023 Bandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi 16° in Lega A[68] 0 1 5 6:11

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Football Association of Wales: About The FAW
  2. ^ L'acronimo della federazione è FAW in inglese, mentre l'acronimo in gallese è CBDC.
  3. ^ a b (EN) Men's Ranking, su fifa.com. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  4. ^ About Wales: Football, su wales.com. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2015).
  5. ^ Mon 05 Mar 1877 Wales 0 Scotland 2, su londonhearts.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  6. ^ England match No.8: England Wales 2-1, su englandfootballonline.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  7. ^ Birtish Home Championships, su MyFootballFacts.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  8. ^ BRITISH FOOTBALL AND FIFA, 1928-46:GOING TO WAR OR PEACEFUL COEXISTENCE?, su Fifa.com, 20 maggio 2015. URL consultato il 14 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale l'11 luglio 2019).
  9. ^ World Cup 1950 Qualifying, su rsssf.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  10. ^ World Cup 1958 Qualifying, su rsssf.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  11. ^ World Cup 1958 - Qualifications, su planetworldcup.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  12. ^ WorldCup archive - Sveden 1958, su fifa.com, 20 maggio 2015. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2018).
  13. ^ (EN) Mario Risoli, When Pele Broke Our Hearts: Wales and the 1958 World Cup, 1998.
  14. ^ European Championship 1976 - Qualifying Stage, su rsssf.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  15. ^ BBC Sport archive: 1977 - England 0-1 Wales, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  16. ^ Wales 4 England 1 - day the Welsh ran Greenwood's men ragged, su dailymail.co.uk. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  17. ^ World Cup 1982 Qualifying, su rsssf.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  18. ^ World Cup 1986 Qualifying, su rsssf.com. URL consultato il 20 Maggio 2015.
  19. ^ Paul Bodin on when Wales were a spot-kick away from the World Cup, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 20 maggio 2015.
  20. ^ Dewi Hughes, Time for Toshack to deliver, su news.bbc.co.uk, 21 maggio 2015.
  21. ^ European Championship 1996 qualifications, su rsssf.com. URL consultato il 21 maggio 2015.
  22. ^ An Englishman over the border, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 maggio 2015.
  23. ^ Wales reprieve for Savage, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 maggio 2015.
  24. ^ 1996 MATCHES, su rsssf.com. URL consultato il 21 maggio 2015.
  25. ^ Paul Abbandonato, Holland 7-1 Wales...the day the world caved in on Hartson, Saunders Vinnie and the rest of Bobby Gould's Dragons, su walesonline.co.uk. URL consultato il 21 maggio 2015.
  26. ^ Hughes and Southall fill in for Wales, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 maggio 2015.
  27. ^ Wales consider Euro 2004 appeal, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 Maggio 2015.
  28. ^ Michael Walker, Hughes leaves Wales at crossroads of fear, su theguardian.com. URL consultato il 21 Maggio 2015.
  29. ^ a b John Toshack departs as Wales boss, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 Maggio 2015.
  30. ^ European Championship 2008 - Qualifiying Stage, su rsssf.com. URL consultato il 21 maggio 2015.
  31. ^ Peter Shuttleworth, Germany 1-0 Wales, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 Maggio 2015.
  32. ^ Youth coach Brian Flynn to leave Wales coaching role, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 21 Maggio 2015.
  33. ^ Wales unveil ex-captain Gary Speed as new manager, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  34. ^ Nations Cup: Republic of Ireland 3-0 Wales, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  35. ^ Netherlands overtake Spain to top Fifa world rankings, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  36. ^ (EN) Wales rise in world rankings 45 places to 45th, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  37. ^ Best/Worst Movers, su fifa.com, 22 maggio 2015. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2015).
  38. ^ Nick Szczepanik, Gary Speed - Obituary, su theguardian.com, 22 maggio 2015.
  39. ^ Chris Coleman - New Wales National Team Manager, su faw.org.uk, 22 maggio 2015.
  40. ^ Serbia 6 - 1 Wales, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  41. ^ (EN) Aaron Ramsey replaced as Wales captain by Ashley Williams, su news.bbc.co.uk, 22 maggio 2015.
  42. ^ Wales open new £5m development centre in Newport, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  43. ^ (EN) The FIFA/Coca-Cola World Ranking - Ranking Table, su fifa.com. URL consultato il 5 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2018).
  44. ^ [https://www.tuttomercatoweb.com/russia-2018/qual-russia-2018-girone-d-serbia-ok-galles-eliminato-1028220 Qual. Russia 2018, Girone D: Serbia ok, Galles eliminato|tuttomercatoweb.com, 9 ottobre 2017
  45. ^ (EN) ‘A deep thinker’: Robert Page, the accidental manager of Wales at Euro 2020, su the Guardian, 8 giugno 2021. URL consultato il 10 giugno 2021.
  46. ^ HISTORY OF THE MILLENNIUM STADIUM, su millenniumstadium.com. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2011).
  47. ^ Wales flop in Cardiff, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  48. ^ Wales will not switch Euro 2016 qualifiers to Millennium Stadium, su news.bbc.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  49. ^ a b Wales - 1876-1939, su historicalkits.co.uk. URL consultato il 24 Maggio 2015.
  50. ^ The Message on our Chest, su faw.org.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  51. ^ Chris Wathan, New badge of honour for Welsh football, su walesonline.co.uk. URL consultato il 22 Maggio 2015.
  52. ^ S. Salvi e A. Savorelli, Tutti i colori del calcio, Firenze, Le Lettere, 2008.
  53. ^ Wales - 1946-1963, su historicalkits.co.uk. URL consultato il 24 Maggio 2015.
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  64. ^ MATCHES → Wales national football team v all opponents in all times, su eu-football.info.
  65. ^ Come da regolamento FIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle Nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionare questa pagina.
  66. ^ Originariamente previsto per il 2020, fu posticipato al 2021 in seguito alla pandemia di COVID-19 del 2019-2021
  67. ^ Promossa in Lega A
  68. ^ Retrocessa in Lega B

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