Nicia di Nicea

Nicia di Nicea (in greco antico: Νικίας?, Nikìas; ... – ...; fl. I secolo a.C.-I secolo) è stato un biografo e storico greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nicia fu un biografo e storico degli antichi filosofi greci. Non si sa nulla della sua vita; potrebbe essere vissuto nel I secolo a.C. o nel I d.C., visto che viene citato in almeno due casi accanto a Sozione e si inserirebbe nella temperie culturale di quest'ultimo come storico della filosofia, probabilmente di poco a lui posteriore[1].

Opera[modifica | modifica wikitesto]

È citato ripetutamente da Ateneo di Naucrati per il suo lavoro sulla Successioni (in greco Διαδοχαί?),[2], una storia delle varie scuole filosofiche, strutturata secondo il metodo delle diadochaì già utilizzato da Sozione e che sarebbe stato ripreso anche da Diogene Laerzio. L'opera viene anche citata da Ateneo come Sui Filosofi (in greco Περὶ τῶν Φιλοσοφῶν?)[3].

Delle Successioni ci sono arrivati, proprio grazie ad Ateneo, sei frammenti, riguardanti la presunta origine servile di Perseo di Cizio[4], su Estieo del Ponto, che «si vantava, ed era un vanto onorevole, di non aver mai visto sorgere o tramontare il sole, perché era sempre stato intento allo studio»[5], sulla promiscuità di Dionisio di Eraclea[6] e, ancora, sul fatto che Alessameno di Teo fosse l'inventore del dialogo[7], sul fatto che Bione di Boristene fosse figlio di una etera[8]. Ancora, il dialogo pseudoplatonico Alcione, probabilmente posteriore alla Nuova Accademia, veniva da lui attribuito, a dire di Ateneo[9], a un certo Leone di Bisanzio, membro dell'Antica Accademia.

Una seconda opera, una Storia dell'Arcadia (in greco Ἀρκαδικά?) è ugualmente citata da Ateneo[10] su «un concorso di bellezza tra le donne. (..) Lo istituì Cipselo, avendo costruito una città nella pianura bagnata dall'Alfeo, in cui stabilì alcuni Parrasiani e consacrò un terreno sacro e un altare a Demetra Eleusinia, nella cui festa era veniva celebrato questo concorso di bellezza. E la donna che ottenne la vittoria in questa gara fu Erodice»[11]. Tuttavia, il fatto che la citazione sia attribuita semplicemente a Nicia, senza indicare «di Nicea» come Ateneo fa negli altri riferimenti a lui, rende dubbio se attribuire a lui questo lavoro di storia locale arcade o ad un altrimenti sconosciuto omonimo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. R. Giannattasio Andria, I frammenti delle ‘Successioni dei filosofi’ , Napoli, L'Arte Tipografica, 1989, pp. 156–157.
  2. ^ Ateneo, VI 191; XIII 591.
  3. ^ Ateneo, IV 483.
  4. ^ Ateneo, IV, 162E.
  5. ^ Ateneo, VI, 105D.
  6. ^ Ateneo, X, 437E.
  7. ^ Ateneo, XI, 505B.
  8. ^ Ateneo, XIII, 591F.
  9. ^ XI, 506C.
  10. ^ Ateneo, XIII 609EF.
  11. ^ Trad. A. D'Andria.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R. Giannattasio Andria, I frammenti delle ‘Successioni dei filosofi’ , Napoli, L'Arte Tipografica, 1989 (edizione critica dei frammenti di Nicia, con quelli di Antistene, Sosicrate di Rodi, Alessandro Poliistore e Giasone di Nisa).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]