Nicolò Carmine Falcone

Nicolò Carmine Falcone
arcivescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato19 luglio 1681 a Lagonegro
Ordinato diacono6 maggio 1708
Ordinato presbitero17 maggio 1708
Nominato vescovo22 giugno 1733 da papa Clemente XII
Consacrato vescovo28 giugno 1733 dal cardinale Giovanni Battista Altieri
Elevato arcivescovo15 luglio 1743 da papa Benedetto XIV
Deceduto1º marzo 1759 (77 anni) a Santa Severina
 

Nicolò Carmine Falcone, o Falconi (Lagonegro, 19 luglio 1681Santa Severina, 1º marzo 1759), è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Lagonegro da famiglia originaria di Policastro, Nicolò Carmine Falcone ricevette gli ordini nel 1708 nella diocesi natale, all'epoca appartenente al vicereame asburgico di Napoli. Godette fama di studioso ed erudito, sebbene la maggior parte dei suoi scritti, se si eccettuano le relazioni ad limina apostolorum, siano ormai perdute[1]. Fu consacrato vescovo di Martirano nel 1733, e si prodigò per l'edificazione di nuovi edifici religiosi e la creazione di nuove parrocchie nelle località montane della Sila[2] e del Reventino[3]. Resta la relazione ad limina del 1736 importante per ricostruire la storia delle località del Reventino e della Valle del Savuto nella prima metà del XVIII secolo[4].

Nel 1743 fu nominato arcivescovo metropolita di Santa Severina. Anche in questa sede si prodigò in favore delle località montuose della Sila[5] e della Valle del Tacina[6]. Restano almeno tre sue relazioni ad limina relative alla metropolia di Santa Severina (del 1744, 1747, 1750). Dalla relazione del 1747 sappiamo che l'arcivescovo, a causa del cattivo stato della sua abitazione, si era ammalato e chiedeva alla Santa Sede il permesso di allontanarsi temporaneamente da Santa Severina per curarsi[6].

Da arcivescovo di Santa Severina polemizzò inoltre con Niccolò Putignani e altri ecclesiastici di Bari riguardo alle reliquie di San Nicola di Mira di cui l'illuminato mons. Falcone negava l'autenticità e la proprietà di secernere la Santa Manna[7].

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L. Accattatis, Le biografie degli uomini illustri, op. cit.
  2. ^ Mario Felice Marasco, Soveria Mannelli e il suo territorio, Notizie e dati tratti dagli appunti di Ivone Sirianni, San Vito al Tagliamento: Tipografia Sanvitese Ellerani, 1969, pp. 7 segg.
  3. ^ Pietro Bonacci, Decollatura: vicende sociali e religiose dal Seicento all'Ottocento, Decollatura: Grafica Reventino, 1982, ad indicem
  4. ^ Matilde Rocca, La popolazione di Martirano (Calabria Citra) nel 1700: catasto onciario e relazioni ad limina, Soveria Mannelli: Rubbettino, 1991
  5. ^ Fiore Scalzi, Petronà tra cronaca e storia, Soveria Mannelli: Rubbettino, 1981
  6. ^ a b Andrea Pesavento, La vallata del Tacina nel Settecento, su La Provincia KR n. 2-5/2003. URL consultato il 9 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  7. ^ Charles-Louis Richard e Jean Joseph Giraud (a cura di), Biblioteca sacra, ovvero Dizionario universale delle scienze ecclesiastiche che comprende la storia della religione, della sua istituzione e de' suoi dogmi; la storia parimenti..., Milano: Ranieri Fanfani, 1836, vol. XVII pp. 159-160 (Google libri)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • «NICOLÒ FALCONI da Policastro». In: Luigi Accattatis (a cura di), Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza: Tip. Municipale, 1870, Vol. II, p. 394 (Google books)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Martirano Successore
Saverio Ferrari 22 giugno 1733 – 15 luglio 1743 Bernardino de Bernardis, O.M.
Predecessore Arcivescovo metropolita di Santa Severina Successore
Luigi d'Alessandro 15 luglio 1743 – 1º marzo 1759 Giovanni Battista Pignatelli
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