Nicola Conte (ufficiale)

Nicola Conte
NascitaTripoli, 15 aprile 1920
MorteRoma, 15 aprile 1976
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
SpecialitàMezzi d'assalto
Anni di servizio1941-1951
Gradocapitano di vascello
GuerreSeconda guerra mondiale
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Navale di Livorno
dati tratti da Uomini della Marina, 1861-1946[1]
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Nicola Conte (Tripoli, 15 aprile 1920Roma, 15 aprile 1976) è stato un militare e marinaio italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La portaerei Aquila semiaffondata in una foto del 1945.

Nacque a Tripoli, nell'allora Africa Settentrionale Italiana, il 15 aprile 1920.[2] Nel 1938 diviene allievo della Regia Accademia Navale di Livorno, uscendone con il grado di guardiamarina nel 1941.[3] Fu dapprima imbarcato sulla nave da battaglia Littorio e poi sulla Vittorio Veneto dove conseguì la promozione a sottotenente di vascello.[1]

Nel maggio 1942 passò, dietro sua domanda, alla Xª Flottiglia MAS e, ottenuto il brevetto da sommozzatore, operò nell'ambito del Reparto d'assalto subacqueo.[3] All'atto dell'armistizio dell'8 settembre 1943 rifiutò la richiesta del suo comandante, capitano di fregata Junio Valerio Borghese, di collaborare con la Marina della Repubblica Sociale Italiana.[1] Raggiunta Roma entrò a far parte attiva del Fronte militare di resistenza della Regia Marina, e dopo la liberazione della Capitale, il 4 giugno 1944 raggiunse il Centro Marina di Roma, venendo destinato al ricostituito Gruppo mezzi d'assalto.[3] Fu protagonista nelle acque di Genova, assieme al sottocapo Evelino Marcolini, dell'impresa che nella notte del 19 aprile 1945 portò al danneggiamento della portaerei Aquila,[2] operazione che gli valse la concessione della medaglia d'oro al valor militare a vivente e la promozione a tenente di vascello per merito di guerra.[1]

Dopo la fine del conflitto, dall'ottobre 1945 al dicembre 1947, prestò servizio al Centro Subacqueo di Taranto, partecipando attivamente alle operazioni di sminamento e bonifica delle coste e dei porti dell'Adriatico.[1] Collocato in aspettativa per infermità contratta in servizio, nel 1951 fu posto in congedo assoluto ed iscritto nel Ruolo d'Onore nel grado di capitano di corvetta.[2] Promosso capitano di fregata nel 1962, divenne capitano di vascello nel 1967.[1] Si spense a Roma il 15 aprile 1976 nel giorno del suo 56º compleanno.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Operatore volontario dei mezzi d'assalto, sorpreso dall'armistizio in territorio occupato, ricongiuntosi ai compagni d'arme per rinnovare le gesta che già tanta gloria avevano dato alla Regia Marina, otteneva di partecipare ad ardita operazione di forzamento di porto nazionale nella zona occupata, benché a conoscenza che il materiale da impiegare fosse ormai poco efficiente e conscio di affrontare in caso di cattura l'estremo sacrificio. Con abilità somma, sorretta da mirabile freddezza, indomita decisione e temerario coraggio, superava le ostruzioni attentamente vigilate, attaccava con successo l'obiettivo, riuscendo poi a rientrare incolume sull'unità che lo aveva trasportato nelle acque foranee del porto. Con questa azione che sollevava l'ammirazione dei compagni d'arme della Regia Marina e delle Nazioni Unite e risparmiava ulteriori gravi offese ad uno dei maggiori centri marittimi nazionali, già tanto provato, recava - in un momento particolarmente difficile - nuova gloria alla Marina ed alla Patria. Esempio mirabile di elette virtù di soldato. Acque di Genova, notte sul 19 aprile 1945
— 31 maggio 1946.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
  • Erminio Bagnasco, In Guerra sul Mare. Navi e marinai italiani nel secondo conflitto mondiale, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 2005, ISBN 88-87372-50-0.
  • Arrigo Petacco, Le battaglie navali nel mediterraneo nella Seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori Editore, 1976.
  • Gianni Rocca, Fucilate gli ammiragli. La tragedia della marina italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, A. Mondadori, 1987, ISBN 978-88-04-43392-7.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]