Noro Genjō

Genjō Noro (野呂元丈?, Noro Genjō; 16931761) è stato un botanico e medico giapponese, attivo durante lo shogunato Tokugawa.

Ritratto di Noro Genjō

Contribuì allo sviluppo degli studi olandesi (rangaku (蘭学) e alla diffusione della conoscenza scientifica occidentale in Giappone, attraverso la traduzione di numerosi testi.[1][2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1693 a Hatano, nella provincia di Ise. Allevato dallo zio, all'età di venti anni si trasferì a Kyoto, dove si dedicò per circa dieci anni allo studio della farmacologia tradizionale (honzōgaku 本草 学) con Ino Jakusui, della medicina sotto la direzione di Yamawaki Genzu, del confucianesimo sotto la guida di Namikawa Temmin, discepolo di Ito Jinsai e seguace della scuola Kogaku[3]. Nel 1720 venne chiamato al bakufu di Edo con l'incarico di collezionare piante medicinali. Con il botanico Niwa Shohaku intraprese un viaggio che lo portò nelle diverse regioni del Giappone, dove raccolse piante di tutte le specie. Il resoconto è riportato in Hokoriku hobutsu (1722).[4]

Nel 1740 venne riconosciuto come medico, e con Aoki Kon'yō (1698-1769) - letterato e futuro amministratore della Biblioteca dello shogun[5] - venne scelto dallo shogun Tokugawa Yoshimune (1716-1745) per studiare la lingua e le scienze olandesi. Gli incaricati apprendevano solitamente la lingua dagli interpreti di Nagasaki (Oranda Tsûji), e dagli olandesi degli insediamenti commerciali di Dejima; si presume che Genjo abbia imparato questa nuova lingua frequentando gli olandesi che soggiornavano a Edo in occasione delle visite annuali allo shogun, e i medici Philip Pieter Musculus e Doedo Evertsz.[6]

Genjo e Aoki Kon'yo furono a lungo impegnati nella traduzione di testi scientifici provenienti dall'Occidente[7], promossa dallo stesso shogun, interessato a reperire nei testi occidentali conoscenze tecniche e scientifiche utili al suo progetto di riforma agraria, specie ai fini dell'incremento della produzione nazionale.[8] Dopo un lavoro che lo impegnò per molti anni, Genjo realizzò due importanti traduzioni: Oranda Honzōwage, 1749-50 (Trad. Spiegazione in giapponese della botanica olandese) in 12 volumi, basata sulla versione olandese dell'Herbarius oft Gruydtboeck (Leida, 1618) di Rembert Dodoens[9], e Oranda Kinjuchuzyozu Honzōwage (Trad. Spiegazione in giapponese delle immagini olandesi di uccelli, bestie, insetti e pesci), basata sul libro del botanico inglese Thomas Johnson (circa1600-1644).[3]

La conoscenza della produzione occidentale da parte di Genjo non si limitò solo alle scienze. La sua casa rappresentò uno dei principali punti di incontro per poeti e letterati dell'epoca[10]; contribuì ad avvicinare all'arte europea il pittore Ike no Taiga, al quale mostrò dipinti in suo possesso di stile occidentale, allora poco conosciuto in Giappone, suscitando il suo interesse per l'uso della prospettiva e della verosimiglianza.[11][12][13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Kasaya Kazuhiko, The Encouragement of Science and the Introduction of Foreign Culture, in The origin and development of Japanese-style organization, Kyoto, International Research Center for Japanese Studies, 2000, pp. 115-117.
  2. ^ Takeshita, p. 17.
  3. ^ a b Goodman, pp. 73-74.
  4. ^ Vande Walle, p. 294.
  5. ^ (FR) Aoki Kon'yo, su Dictionnaire historique du Japon, 1 (A), 1993, pp. 49-50. URL consultato il 21 febbraio 2019.
  6. ^ Vande Walle, p. 267.
  7. ^ Nel 1720 lo shogunato autorizza l'ingresso dei libri occidentali tradotti in cinese. Cfr. Takeshita, T., La yogaku (rangaku) e la prima introduzione della scienza occidentale in Giappone, in Il Giappone, vol. 13, 1973, p. 11.
  8. ^ (EN) Tokugawa Yoshimune and the Germination of Dutch Studies, su National Diet Library.
  9. ^ (FR) Noro Genjo, in Dictionnaire historique du Japon, 16 (N-R), 1990, pp. 34-35.
  10. ^ (EN) Takahashi Hiromi, Korean Envoys and Japanese Confucians [collegamento interrotto], in 金城学院大学論集 / 金城学院大学論集委員会 編, 2003, p. 4. URL consultato il 21 febbraio 2019.
  11. ^ (EN) Ooka, Dianne T., Ike-no Taiga: Paintings in the Collection, in Philadelphia Museum of Art Bulletin, vol. 66, n. 305, 1971, p. 33.
  12. ^ (EN) Lee Jay Walker, Ike No Taiga and Japan Art: Rich Legacy of China and Shattering the Myths of the Edo Period, su Modern Tokyo Times, 21 marzo 2015. URL consultato il 21 febbraio 2019.
  13. ^ (ENJA) 山男ども(Monologue of Ike no Taiga 16), su ramages3.exblog.jp.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Louis-Frédéric, Japan Encyclopedia, Harvard, Harvard University Press, 2005, p. 728, OCLC 58053128.
  • (EN) Grant K. Goodman, Aoki Kon'yo and Noro Genjo, in Japan and the Dutch, 1600-1853, Routledge, 2017, pp. 66-74, OCLC 1006780745.
  • (EN) C.C. Krieger, The infiltration of European civilization in Japan during the 18th century, Leiden, Brill, 1940, OCLC 470198093.
  • (FR) Noro Genjo, in Dictionnaire historique du Japon, 16 (N-R), 1990, pp. 34-35.
  • T. Takeshita, La yogaku (rangaku) e la prima introduzione della scienza occidentale in Giappone, in Il Giappone, vol. 13, 1973, pp. 9-36.
  • (EN) Willy F Vande Walle, Dodonaeus in Japan: Translation and the Scientific Mind in the Tokugawa Period, Leuven, Leuven University Press, 2001, OCLC 249539618.
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