Nuoro

Nuoro
comune
(IT) Nuoro
(SC) Nùgoro
Nuoro – Stemma
Nuoro – Bandiera
Nuoro – Veduta
Nuoro – Veduta
Vista di Nuoro dal Monte Ortobene
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Nuoro
Amministrazione
SindacoAndrea Soddu (liste civiche) dal 14-6-2015 (2º mandato dal 9-11-2020)
Territorio
Coordinate40°19′12.22″N 9°19′41.08″E / 40.320062°N 9.328079°E40.320062; 9.328079
Altitudine554 m s.l.m.
Superficie192,06 km²
Abitanti33 657[1] (30-11-2023)
Densità175,24 ab./km²
FrazioniLollove, Pratosardo
Comuni confinantiBenetutti (SS), Dorgali, Mamoiada, Oliena, Orani, Orgosolo, Orune
Altre informazioni
Cod. postale08100
Prefisso0784
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT091051
Cod. catastaleF979
TargaNU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona D, 1 602 GG[3]
Nome abitanti(IT) nuoresi
(SC) nugoresos
Patronosanta Maria della Neve
Giorno festivo5 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Nuoro
Nuoro
Nuoro – Mappa
Nuoro – Mappa
Posizione del comune di Nuoro nella sua provincia
Sito istituzionale

Nuoro (AFI: /ˈnu.oro/[4], fuori dalla Sardegna anche /ˈnwɔro/[5] ascolta[N 1]; Nùgoro in sardo[N 2]) è un comune italiano di 33 657 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia della Sardegna centro-orientale dal 1927.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Centro storico di Nuoro

La città si estende su un altopiano granitico a circa 554 metri s.l.m. (le abitazioni si estendono tra i 450 e i 650  m s.l.m.), ai piedi del monte Ortobene, alto 955 metri, e tra i colli Ugolio, Biscollai, Cucullio, Tanca Manna, Thigoloboe, Monte Gurtei e Sant'Onofrio. A ovest la città termina con il pianoro di Corte. Nuoro è il settimo capoluogo di provincia più elevato d'Italia, dopo Enna, Potenza, L'Aquila, Campobasso, Aosta e Caltanissetta.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Nuoro - Sèuna
Vista di Nuoro con la neve

Nuoro gode, come quasi tutti i comuni della Sardegna, di un clima mediterraneo temperato dominato da un ricorrente maestrale, con estati moderatamente calde e inverni freschi, solo raramente gelidi.

Tuttavia la quota relativamente elevata e la particolare posizione geografica della città favoriscono repentini cali di temperatura in occasione delle ondate fredde dal nord, soprattutto nord/est. Nuoro subisce periodicamente anche il caldo scirocco, che arriva dalla valle di Dorgali e spesso genera piogge molto intense.

La temperatura media annua varia tra i 13 e i 15 °C, a seconda delle annate (Media 2004: +13,09 °C / Media 2005: +13,07 °C / Media 2006: +14,30 °C) e dei quartieri, avendo la città una discreta estensione geografica unita ad un notevole dislivello di 275 m tra il punto più alto e quello più basso.[7][8]

Durante l'inverno sono numerose le gelate (57 nel 2004) mentre in estate sono abbastanza rari i giorni con temperature superiori ai 35 °C (neanche uno nel 2004), anche grazie al fatto che la brezza marina spesso riesce a giungere in città mitigando di qualche grado la temperatura.

Nel decennio 1996-2006 la temperatura più bassa registrata a Nuoro è stata di -10,5 °C il 31 gennaio 1999, proprio in occasione di un'ondata fredda da N/E, con 40 cm di neve cumulati in circa 15 ore. Dal 2001 in poi invece non si sono superati i 38,1 °C (i dati sono riferiti a una precisa area della città, quella del Quadrivio).

Nuoro Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 910121519242828241914111015,326,71917,8
T. min. media (°C) 43571115181815128547,71711,710,1
Precipitazioni (mm) 71857461412681740809511026617651215708

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome deriva dal medievale Nuor[9], derivante dal più antico Nugor[10]; è stato sostenuto dallo Spano (1872) che questa a sua volta provenisse da una non precisata "voce orientale" dal significato "casa" o "luce" o "fuoco". Secondo un'altra interpretazione, il toponimo Nùoro deriva dalla radice paleosarda nur, da cui il termine nuraghe.

"Nùoro" è la pronuncia etimologicamente più corretta e viene indicata dalle principali fonti[11][12] e istituzioni linguistiche[13][14]. È diffusa, negli italofoni non nativi della Sardegna e, in tempi recenti, anche fra i sardi non nativi di Nuoro[15], la pronuncia etimologicamente meno corretta "Nuòro"[16], indicata da altre fonti[17][18]. La frequenza tra i non nativi della pronuncia con "o" tonica è spiegabile con la rarità nella lingua italiana di una sequenza -ùo- rispetto al ben più comune dittongo -uò-. La pronuncia locale con l'accento sulla prima vocale è considerata la più appropriata in quanto etimologicamente derivante dal sardo altomedievale Nùgor, poi evolutosi nel tempo nella forma attuale[19].

Il toponimo in sardo Nùgoro è coufficiale[20][21].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Nuoro.
Monte Ortobene - Pala 'e casteddu - antichi ripari sottoroccia

Dal Neolitico alla Civiltà Nuragica[modifica | modifica wikitesto]

Le tracce più antiche della presenza dell'uomo nel territorio di Nuoro sono le Domus de janas (in nuorese bìrghines) risalenti al IV-III millennio a.C.. Sono inoltre presenti delle necropoli ipogeiche e resti di una tomba dei giganti e di un pozzo sacro, situato nelle vicinanze dell'attuale via Martiri della Libertà, dove sono stati recuperati numerosi reperti riferibili alla Cultura di Bonnanaro.

Nel quartiere di Su Nuraghe, all’interno di un parco urbano di circa 7 ettari, in una delle zone più elevate della città, c'è il complesso archeologico del nuraghe Tanca Manna, in un contesto della Media età del Bronzo con un nuraghe monotorre e un villaggio con caratteristiche della prima fase della civiltà nuragica. La posizione del Nuraghe e del villaggio sono stati determinati dalle scelte insediative di occupazione e controllo territoriale delle popolazioni protostoriche nell’area nuorese, come testimoniato anche dalla presenza di simili tipologie nelle immediate vicinanze tra cui i nuraghi Tertilo, Ugolio, e dei ruderi di Monte Gurtei e Biscollai.[22]

L'epoca romana[modifica | modifica wikitesto]

Cippo romano di confine con l'iscrizione FIN NURR - Sassari, Museo Sanna

Le prime fasi della dominazione romana in questa zona, denominata Civitates Barbariae, risalgono all'età repubblicana. A seguito del ritrovamento soprattutto in Barbagia e nel Marghine di monete puniche, si era ipotizzato che in una certa fase storica le "popolazioni sarde (legate al culto del toro) e puniche, si coalizzarono" inizialmente per reagire all'impatto dell'invasione di Roma[23]. I romani agirono sia militarmente che con una lenta e intelligente attività di "sedentarizzazione" dei clan locali, al fine di favorire lo sviluppo agricolo delle terre. Delimitarono dunque grandi latifondi da avviare alla coltivazione del grano che assegnarono a coloni o alle popolazioni locali. I confini erano segnalati da lapidi indicanti la proprietà. Un cippo terminale con la dicitura "FIN NURR", cioè fines nurritanenses, consente di identificare la localizzazione di quella popolazione che, semi-romanizzata, nel II secolo d.C. costituì un reparto militare imperiale assegnato alla Mauretania Cesariense: la "Cohors I – Nurritanorum"[24].

Il ritrovamento, nel 1975, di ceramiche ascrivibili all'epoca imperiare (I-II sec. d.C.) nel rione di Su Serbadore testimoniano la frequentazione dell'area urbana da parte dei romani[25].

Il Medioevo e l'Età Giudicale[modifica | modifica wikitesto]

La presenza bizantina in città è attestata dal ritrovamento di una tomba a poliandro databile al VII-VIII secolo, contenente i resti di dieci soldati-coloni (kaballaroi)[26], di frammenti di "graffita arcaica savonese, maiolica arcaica pisana, ingobbiate monocrome savonesi e oristanesi e marmorizzata pisana"[25], e di una moneta dell'imperatore Leone VI il saggio[27].

La Curatoria turritana di Nugor[modifica | modifica wikitesto]

Nuoro è citata in diversi documenti fra i quali il condaghe di San Nicola di Trullas, Condaghe di San Pietro di Silki e di Salvenero, databili tra l'XI e il XIII secolo. In quell'epoca è attestata l'esistenza di una Curatoria giudicale con capoluogo Nugor, nel distretto sud orientale del Giudicato di Torres, comprendente probabilmente le sole ville di Nuoro, Lollove e Orgosolo, ma che in passato doveva essere più estesa[28]. La Curatoria di Nugor, estrema propaggine a sud est del giudicato di Torres, confinava a ovest con quella più conosciuta di Dore che ebbe alternativamente come capoluoghi Dore, Orotelli, Sarule e Othane (Ottana), citata nel Condaghe di San Pietro di Silki e ad est con quella di Orosei-Galtellì del Giudicato di Gallura[senza fonte]. A sud vi era la curatoria arborense della Barbagia di Ollolai. Il borgo di Nugor nel secondo decennio del XII secolo venne assegnato alla diocesi di Ottana composta dalle ville di: "Macomerio, Virore, Gorore, Molaria, Orticalli, Sabuco, Silanos, Dualque, Nuracucuma, Lexay, Golossene, Otana, Ortilli, Univer, Orane, Suarell, Nuor, Noroloe, Gossilla, Sporlazo, Illortay, Bortiochoro e Su Burgu (solo a partire dal 16 agosto 1353)"[29].

Le comunità monastiche[modifica | modifica wikitesto]

Non si ha notizia di comunità monastiche insediate nei dintorni della città. L'unica congregazione religiosa attestata nel territorio del nuorese è quella dei camaldolesi, che nel 1139 ricevettero in dono dal vescovo ottanese Ugone la chiesa di San Pietro di Oddini. Alcuni studi hanno ipotizzato che proprio nella parte sud-orientale del ghiandifero dell'Ortobene, si potesse localizzare la chiesa di Santa Maria di Gultudolfe, scomparsa, facente parte di un antico salto ecclesiale, detto di Girifai o Jurifai. Il salto, insieme alla chiesa di Santa Maria di Gultudolfe e Santa felicita di Bithe (Vitithè o Bititè, un villaggio scomparso presso Galtellì) donato dallo iudike di Gallura Costantino de Lacon al monastero di San Felice di vada a Rosignano Marittimo nel 1160 circa. La donazione rientra perfettamente nella tipologia della secatura de rennu, un istituto giuridico medievale equiparabile alla sdemanializzazione odierna. Il re Costantino concedeva l'uso di quelle terre al monastero, che aveva pieni poteri anche sui mezzadri che vi lavoravano. In realtà, come mostrato da studi recenti[30], la villa di Gultudolfe è da localizzare nella bassa Gallura, attuale Baronia, nelle vicinanze di Irgoli e Loculi.

L'insediamento medievale[modifica | modifica wikitesto]

La quattrocentesca chiesa di Santa Croce

A partire dal XIII-XIV secolo, nel territorio dell'attuale Nuoro, si contavano diversi insediamenti umani: oltre agli attuali quartieri di San Pietro e di Sèuna, attorno alla villa principale si contavano altri centri demici, fra cui Lollove (attuale frazione di Nuoro), Noddule/Loddune, Nurdole (Nuroloe nelle Rationes Decimarum), Occana, Gortovene, Gurtei, Toddotana, pranu 'e bidda, Saderi/Sadiri, Ivana, Muruapertu, Bidda 'e Macras, la zona di Seuna-Sedda Orthai; le vestigia di questi borghi abbandonati erano ancora visibili nell'Ottocento; alcuni di questi sono citati nel Dizionario dell'Angius-Casalis. Si deve tener conto che l'Angius non distingueva tra insediamenti medievali e nuragici, che indicava indistintamente come "vestigia di popolazioni antiche". Difatti, l'insediamento Gurtei da lui indicato è quasi certamente il villaggio attorno all'omonimo nuraghe, del quale oggi non rimane praticamente nulla[31].

Fra il 1341 e il 1342, risultava uno dei villaggi che versava il maggior contributo di tasse alla Diocesi di Ottana nelle Rationes Decimarum , attestandosi anche come una delle uniche due pievanie (chiese rurali dotate di battistero) della diocesi. L'altra pievania era Bottidda.

Nel 1322 Ugone II di Arborea e Giacomo II d'Aragona stipularono un accordo che, confermando i diritti regali giudicali sull'Arborea, affermava i diritti del sovrano arborense anche sulle terre di Dore, ma con un'investitura extragiudicale, cioè come faudatario del re d'Aragona. Più precisamente nel 1339 il re di Sardegna e Corsica creò la Contea del Goceano, includendovi oltre al Castello di Goceano la curatoria Dore con le ville di Nuoro, Oniferi, Orani, Orgosolo, Orotelli, Ottana, Sarule, infeudandola al giovane donnikellu arborense che poi divenne il giudice Mariano IV d'Arborea, padre di Eleonora.

Seguì un periodo di guerra tra Arborea e Aragona fino al 1388 quando Nuoro figura tra le 8 ville della Curatoria Dore che firmano il trattato di pace fra sardi e catalani. Per la Villa di Nuor firmano il Majore Arçoco Carta e i Jurados: Mariano Tolu, Gunnario Popula, Comita Dorvidi, Aramo Torla, Gunnario Asole, Mariano Quinnache, Remundo de Serra, Nicolao Tola e Parasono Matola[32]. Nel 1414, dopo la vittoria degli aragonesi, la Contea di Goceano venne consegnata al conte Leonardo Cubello.

Il periodo aragonese e spagnolo[modifica | modifica wikitesto]

casa di San Pietro

Fra le popolazioni era radicato un sentimento antiaragonese tant'è che, sia il Goceano che il Nuorese vengono segnalati nel 1421 come zone ribelli al sovrano aragonese e fedeli al Cubello[33].

Nel XV secolo si assistette all'introduzione del sistema feudale, sconosciuto nella società giudicale. Nel 1477 la contea di Goceano, sequestrata al ribelle Leonardo Cubello, venne assegnata al demanio reale e gli Acta curiarum regni Sardiniae del 1485 riportano che i territori della curatoria di Dore, benché fossero un settimo dei possedimenti reali in Sardegna, contavano un terzo dei fuochi fiscali[34].

Nel 1479, alla nascita della corona di Spagna, il Regno di Sardegna entrò automaticamente a farne parte. Avvenirono anche grandi cambi religiosi: nel 1503 venne soppressa la Diocesi di Ottana e, assieme alle antiche diocesi di Bisarcio e di Castro, venne ricompresa nella nuova diocesi di Alghero.

Gli ultimi decenni del secolo furono caratterizzati da una certa vivacità culturale. La nascita delle confraternite aveva dato una spinta importante alla vita religiosa del villaggio. La prima fu quella del Rosario, fondata da Pascalino Floris il 20 gennaio 1572[35]. La seconda fu quella di Santa Croce, fondata dal gesuita sassarese Giuseppe Vargiu nel 1579[36]. La terza, quella di San Carlo Borromeo, risulta contestuale alla fondazione della chiesa da parte del nobile don Pietro Paolo Pirella Satta, tra il 1611 (anno di beatificazione del vescovo milanese) e il 1630, anno di morte del Pirella[37].

L'Encontrada de Nuero nel Seicento feudale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1616[senza fonte] l'Encontrada de Nuero con Nuoro-Orgosolo-Locoe-Lollove[38] faceva parte del grande e ricco Marchesato di Orani comprendente anche le encontrade di Orani, Bitti e Gallura. Il Marchesato era feudo di Anna Portugal e Fernandez de Silva[39] e confinava col feudo Barbagia di Ollolai, col Marchesato del Marghine, e con i centri della Baronia di Orosei-Galtellì e con quella di Posada o Monalbo.

La "casa dei contrafforti" nel quartiere di San Pietro
La seicentesca Chiesa di N.S. delle Grazie

La villa, pur se soggetta alle fluttuazioni dovute a carestie e pestilenze, era abbastanza popolosa. Negli atti del Parlamento del Viceré Geronimo Pimentel[40], si riportano due censimenti: Nuoro, nel censimento del 1592, contava 826 fuochi, che nel 1626 si erano ridotti a 608, per una popolazione stimabile in 1800 abitanti.

Nel 1601 vi è la prima traccia di un síndico, ossia di un rappresentante legale dei vassalli: Pedro Pablo Pirella Satta, che sarà nuovamente in carica nel 1609 insieme a Juan Estevan Manca[37].

Nel villaggio era operativo il tribunale dell'inquisizione: nella relazione del visitatore Juan baptista Rincón de Ribadeneyra, del 1613, risulta che Nuoro contava su un commissario del Sant'Uffizio, il sacerdote Antonio Freso di Ozieri, e sei famigli[41].

Gli antichi rioni di Nuoro erano allora quelli ancora noti come storici:

  • Santu Predu;
  • Su Serbadore;
  • Santa Ruche;
  • Santu Càralu;
  • S'Ispina Santa;
  • Corte in susu;
  • Séuna;
  • Sa corte de sos sette fochiles (grande cortile sul quale si affacciavano sette focolari, sette case);
  • Su puthicheddu (pozzo in epoca moderna essiccato);
  • Fossu Loroddu (letteralmente “fosso sporco” dove si era soliti buttare l'immondizia);
  • Santu Milianu;
  • Santu Nicola (zona intorno all'antica chiesetta di San Nicolò, andata poi in rovina);
  • Sa Bena (fonte pubblica e abbeveratoio per il bestiame posto nell'attuale incrocio tra via Gramsci e via Manzoni);

I capitoli della villa di Nuoro nel parlamento sardo[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del XVII secolo a seguito di pestilenze e carestie si registra un crollo demografico. Dal censimento del 1698, Nuoro era il centro abitato più popolato dell'Encontrada de Nuero, della Barbaja Ololay e Marquesado de Orani.[42]

Costume maschile tradizionale di Nuoro

Nel 1614 Don Antonio Satta riuscì a vincere una causa contro il primo tentativo di aggregazione del Capitolo di Alghero. Nel 1671 un secondo tentativo fu sventato dai maggiorenti nuoresi che si rivolsero direttamente alla Curia romana. Il Sindaco supplicò il sovrano Carlo II di Spagna affinché intercedesse con il Santo Padre per la trasformazione della parrocchia in abbazia. Chiese inoltre lo scorporo dalla diocesi di Alghero e l'unione con l'antica diocesi di Galtellì. Segnalò infine, per rafforzare tale richiesta, le vessazioni doppie imposte ingiustamente dal Capitolo algherese con il pretesto del real donativo, del sussidio alle galere, del seminario.

Il Regno di Sardegna dalla Spagna ai Savoia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1779 il pievano don Salvatore Roig di Ozieri aspirava a diventare vescovo della mitra dell'antico vescovado di Galtellì, con sede a Nuoro, con l'emanazione della bolla Eam inter caeteras di Papa Pio VI. Fu ricostituita la diocesi che assunse il nome Galtellinensis-Nuorensis. Il primo vescovo fu monsignor Giovanni Antioco Serra Urru.

Nuoro divenne sede del Tribunale di Prefettura (1807), città nel 1836, e sede di Divisione Amministrativa e di Intendenza nel 1848 (in pratica una terza provincia sarda, dopo Cagliari e Sassari); poi l'ultimo titolo fu ridotto nel 1859 a quello di sottoprefettura. Si sviluppò perciò come centro amministrativo a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, periodo in cui si aprì ad un rilevante insediamento di funzionari piemontesi del Regno di Sardegna e commercianti continentali. Così avrebbe in seguito descritto questo passaggio storico il Satta:

«In breve, i nuoresi si trovarono amministrati, rappresentati dagli estranei, e in fondo non se ne dolsero. Era un fastidio in meno»

Rivolta "de su Connottu"[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Rivolta de Su Connottu.

L'episodio trae origine a seguito dell'emanazione nel 1865 di una legge con la quale si aboliva l’istituto dell'ademprivio e si imponeva una tassazione particolarmente onerosa sulle abitazioni. Questo provvedimento era stato preceduto dall' Editto delle chiudende, emanato nel 1820 dall'allora re di Sardegna Vittorio Emanuele I, e autorizzava la chiusura dei terreni che erano fino ad allora di proprietà collettiva, introducendo di fatto la proprietà privata.

Il 26 aprile 1868, al culmine della tensione, diverse centinaia di cittadini assaltarono il palazzo del municipio e diedero alle fiamme gli atti di compravendita dei terreni del demanio.

Il banditismo, che dopo Su Connottu si pretese almeno in parte corroborato da sentimenti di ribellione al nuovo regime dei suoli, ebbe una recrudescenza e lo Stato rispose con l'invio di truppe di polizia, numerose quanto poco efficaci nel contrastare grassazioni e faide. Verso la fine del secolo si manifestò il fenomeno dell'emigrazione verso il continente americano e il Nord-Europa. Sul finire del secolo gli abitanti erano circa 7.000.

Il Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Uno scorcio da piazza San Giovanni

Con il Novecento il fermento culturale che avrebbe dato vita all'importante avanguardia artistica sarda si giovò del notevole miglioramento dei trasporti per la comunicazione col Continente, ed anzi prese proprio questa a suo obiettivo; pian piano, si fecero conoscere oltremare le opere della Deledda, dei pittori, dei poeti. Celebri per il notevole pregio le sculture di Francesco Ciusa. Nuoro divenne un centro culturale di grande rilievo. Con l'allargamento dei servizi e dei posti di lavoro amministrativi, iniziarono a trasferirsi a Nuoro molti abitanti dei paesi vicinanti e fra questi alcuni artisti.

L'edificio di epoca fascista delle Poste

Passate la guerra italo-turca e la prima guerra mondiale con un elevato numero di caduti, si ebbero in città i primi sviluppi delle sinistre. Uno dei principali attivisti fu l'avvocato Salvatore Sini, impegnato in molte campagne fra le quali una per la fondazione di una lega delle donne operaie; è noto anche come autore del testo di No potho reposare. Nel 1921 fu visitata da David Herbert Lawrence, il quale voleva conoscere i luoghi dove erano ambientati i romanzi della Deledda; di questa fugacissima tappa, restano alcune interessanti pagine di "Mare e Sardegna" . Nel 1926 fu conferito il premio Nobel alla cittadina Grazia Deledda.

Avendo già assunto almeno moralmente questo ruolo, ed essendola in pratica già stata nel secolo precedente, nel 1927 Nuoro ridivenne provincia. Nel 1931 raggiunse i 9.300 abitanti.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della città di Nuoro è risalente all'Ottocento e deriva dallo stemma di monsignor Giovanni Maria Bua, amministratore apostolico di Galtellì-Nuoro nel secolo XIX sotto il quale Nuoro divenne città nel 1836. Esso è composto da tre montagne simbolo delle tre regioni del Marghine, dell'Ogliastra e della Barbagia. Il bue, oltre a richiamare il cognome del vescovo, simboleggia la vocazione pastorale del territorio. Infine troviamo il sole e l'albero eradicato, simbolo del giudicato di Arborea, quest'ultimo rimosso dallo stemma nel 1945.[43]

«D'azzurro, alla campagna di verde con lo sfondo di una catena di montagne di tre cime; sulla campagna a destra [sic] un bue, pure al naturale passante [sic]; sul tutto [sic] un sole raggiante d'oro. Ornamenti esteriori di città.[44]»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
— Conferito a Nuoro col R.D. del 10 settembre 1836.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La cattedrale di Santa Maria della Neve[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Santa Maria della Neve.
Cattedrale

La cattedrale di Santa Maria della Neve è un monumento del XIX secolo, in stile neoclassico. Eretta per volontà del vescovo Giovanni Maria Bua, nella prima metà del XIX secolo. Il progetto venne affidato all'architetto Antonio Cano. La posa della prima pietra risale al 12 novembre 1835 e i lavori terminarono con la consacrazione del 29 giugno 1853. Oltre l'altare maggiore dedicato a santa Maria della Neve furono affrescati nel soffitto ed eretti nella navata sinistra gli altari: Vergine del Carmelo, Madonna della Salute, Sacro Cuore; nella navata destra gli altari: San Salvatore da Horta, Santa Lucia, Madonna di Lourdes. All'interno è presente una tela rappresentante la deposizione di Cristo, a lungo attribuita erroneamente[45] al pittore bolognese Alessandro Tiarini.

Questa nuova cattedrale prese il posto dell'antica pieve di Santa Maria ad Nives. Durante il periodo di costruzione della nuova cattedrale, la Diocesi di Nuoro utilizzò come cattedrale la chiesa de "Sa Purissima". Un'antica chiesa oramai perduta situata nel Corso Garibaldi.

La chiesa della Madonna delle Grazie (Nostra Sennora 'e sa Gràssia)[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa della Madonna delle Grazie (Nuoro).
L'antica chiesa delle Grazie. Affreschi

Il 22 ottobre 1679 il vescovo di Alghero Francesco Lopez de Urraca concedeva a Nicolau Ruju Manca la "permissione di poter fabbricare una chiesa in onore della Vergine delle Grazie di Nuoro". La chiesa si trova nell'antico quartiere di Sèuna. La facciata presenta un portale centrale, con due semicolonne sulle quali poggia un doppio architrave modanato sormontato da un timpano triangolare in trachite. Il portale è sormontato da un rosone. Gli stipiti e i capitelli delle colonne sono decorati con figure zoomorfe e floreali che rimandano al linguaggio decorativo gotico-catalano. Sulla fiancata destra si apre un terzo ingresso che, in tempi remoti, conduceva all'esterno in un ampio spazio, delimitato da colonne, che fungeva da ostello per i pellegrini. Sulle fiancate vi sono infine loggette che interrompono, alleggerendolo, il volume massiccio della costruzione. Nella chiesa sono conservati pregevoli dipinti, risalenti al XVIII secolo.

Le altre antiche chiese[modifica | modifica wikitesto]

Tomba di Grazia Deledda
nella Chiesa della Solitudine.
  • Chiesa del Rosario (Su Rosàriu) - Fu edificata di fronte all'antica chiesa di San Pietro, nel quartiere San Pietro, nei pressi della casa di Grazia Deledda.
Nuoro, monastero delle Carmelitane Scalze e chiesa di Salvatoris Mater, opera di Savin Couelle
  • Chiesa di Santa Croce (Santa Ruche) - del XV-XVI secolo, antica sede di una confraternita, prossima alla piazza Su Connottu nel quartiere di San Pietro. All'interno una piccola cupola, archi in trachite a sesto acuto, un Cristo di scuola fiorentina del Quattrocento, ed un Cristo in croce di fattura spagnola di probabile datazione cinquecentesca.
  • Chiesa del Salvatore (Su Serbadore) -edificata prima del XV secolo ha subito numerosi restauri che ne hanno stravolto gli esterni. Furono inoltre abbattute nel novecento le cumbessias che servivano come appoggio per i pellegrini della festa de Su Serbadore.
  • Chiesa di San Giuseppe - facente parte del convento francescano dei Minori Osservanti.
  • Chiesa di San Carlo (Santu Càralu) -L'oratorio era frequentato dallo scultore Francesco Ciusa, la cui casa natale si trova proprio di fronte. All'interno del tempio si trova la tomba dell'artista, sopra la quale è collocata una delle copie della famosa scultura La madre dell'ucciso, opera con la quale Ciusa partecipò alla Biennale di Venezia nel 1907.
  • Chiesa della Madonna della Solitudine (sa Solidae) - cara a Grazia Deledda, che la cita nelle sue opere, si trova sulla strada che conduce al monte Ortobene. Di origine seicentesca, fu demolita e ricostruita negli anni cinquanta, al suo interno è collocata la tomba della Deledda.
  • Chiesa di Santa Maria di Valverde (N.S. de Balubirde)
  • Chiesa di Nostra Signora di Monte Nero (Virgin 'e monte)
  • Nostra Signora del Carmelo (Su Càrmene) - già San Leonardo (Santu Lenardu) in via Massimo d'Azeglio.

Chiese scomparse o diroccate[modifica | modifica wikitesto]

  • San Mamiliano (Santu Milianu) - viene citata come chiesa di San Julian e Sant'Emiliano, diroccata già nel XVII secolo.
  • San Nicolò (Santu Nicola) - in via San Nicolò
  • Santa Maria Maddalena (Sa Piedade) - era in via della Pietà.
  • San Pietro e Lucas (Santu Predu) - sorgeva in via Chironi di fronte alla nuova chiesa del Rosario.
  • San Lucifero (Santu Luziferru) - in via Roma, angolo via Marconi. La facciata in mattoni è stata rinvenuta sotto l'intonaco della casa in via Marconi.
  • San Giovanni (Santu Jubanne) - era presso piazza San Giovanni.
  • Sa Purissima (de la Purisima Concepción) - fu una delle antiche cattedrali di Nuoro, edificata presso Corso Garibaldi (Bia Majore). Nel XIX secolo al suo posto fu edificato il Municipio, poi sostituito dalla sede del Banco di Sardegna.
  • Sant'Elena (Sant'Elene) - presso via Mons. Bua (Bar Cambosu)
  • Santa Barbara - in via S. Barbara presso l'artiglieria.
  • Sant'Angelo - viene citata nel dizionario del Casalis, insieme con Santa Barbara
  • Santa Lucia (Santa Luchia) - era in Via Lamarmora.
  • Sant'Orsola (Sant'Ùrsula) - era in Via Irillai.
  • Santa Marina, più tardi cointestata a Sant'Onofrio (Santu Nofre) sul colle di Sant'Onofrio, ove c'è il chiosco.
  • Santa Maria del Monte, demolita per la costruzione del carcere "La Rotonda". Si trovava in via Carlo Cattaneo.
  • chiese campestri tra Balubirde e Marreri: N.S. de sa Ìtria, Santu Jacu, Santu Gabinzu, Santu Tèderu, Santu Tomeu, Santu Larentu; i ruderi si trovano alle pendici settentrionali del monte Ortobene.
  • chiese campestri Prato Sardo: San Marco Evangelista; Santu Micheli, S'Ispiritu Santu.

Chiese moderne[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa della Madonna delle Grazie (Sa Gràssia Noba). Si trova praticamente nel centro geometrico della città, proprio all'inizio del Corso Garibaldi.
  • Chiesa di San Giuseppe (Santu Zoseppe). Costruita relativamente da poco (negli ultimi 50 anni), ha una caratteristica immagine data dall'intera struttura in mattoncini rossi sporgenti.
  • Chiesa di San Domenico Savio, gestita dai Salesiani di Don Bosco
  • Chiesa di Salvatoris Mater: opera dell'architetto francese Savin Couelle, è gestita dalle carmelitane scalze dell'adiacente convento situato sulla collina di Cuccullio a circa 650 m s.l.m.
  • Chiesa di San Paolo. Da poco, fuori questa chiesa si può vedere un bellissimo panorama verso i quartieri di Città Giardino e Città Nuova.
  • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
  • Chiesa della Beata Maria Gabriella. Situata nella periferia più estrema, a pochi passi dal Carcere di Badu 'e Carros e dalle difficoltà che esso porta, la parrocchia è stata completata appena nel 1999. È realizzata in stile moderno. La chiesa è dedicata alla Beata Maria Gabriella Sagheddu, nata a Dorgali.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Nuraghi[modifica | modifica wikitesto]

Nuraghe Tanca Manna
  • Nurache Biscollai
  • Nurache Corte
  • Nurache Costiolu
  • Nurache Curtu
  • Nurache Dèo
  • Nurache Durgulileo
  • Nurache Feghei
  • Nurache Fenole
  • Nurache Funtana 'e Littu
  • Nurache Gabotele
  • Nurache Gurturju
  • Nurache Jacupiu
  • Nurache Loghelis
  • Nurache Monte Gurtei
  • Nurache Murichessa
  • Nurache Murzulo
  • Nurache Noddule o Loddune
  • Nurache Nurdole
  • Nurache Nuschele
  • Nurache Orizanne
  • Nurache Pradu 'e Leo
  • Nurache Pedra Pertusa
  • Nurache S'Abba biba
  • Nurache Sa Murta
  • Nurache Tanca Manna
  • Nurache Soddu
  • Nurache Sodduleo
  • Nurache Su Ribu 'e su sàliche
  • Nurache Su Saju
  • Nurache Tertilo
  • Tres Nuraches
  • Nurache Tigologoe
  • Nurache Ugolio
Nuoro - il Redentore - opera di Vincenzo Ierace

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Statua del Redentore (Nuoro) e Piazza Sebastiano Satta.
  • Piazza Sebastiano Satta (Costantino Nivola);
  • Statua del Redentore, eretta nel 1901 (sul Monte Ortobene);
  • Scultura "Madre dell'ucciso" (Francesco Ciusa) (nella chiesa di San Carlo);
  • Porta della Città;
  • Porta della Barbagia con Madre mediterranea (Pietro Cascella);
  • Prefettura
  • Vecchio Ospedale San Francesco
  • Rifugi antiaerei nuoresi
  • Sa Conca, rifugio sotto roccia utilizzato come ovile (sul Monte Ortobene);
  • Rocciai del Monte Ortobene – monumenti naturali;
  • Omaggio a Grazia Deledda – monumento dell'artista Maria Lai, presso la Chiesa della Solitudine;
La Piazza Sebastiano Satta con alcune delle sculture di Costantino Nivola

Piazza Sebastiano Satta[modifica | modifica wikitesto]

La piazza-monumento è ubicata al centro di Nuoro fra il corso Garibaldi e il rione di Santu Prédu. L'idea di utilizzare questo spazio, la vecchia piazza Plebiscito, per onorare il "vate di Sardegna", Sebastiano Satta (1867-1914), fu perfezionata nel 1967 con l'incarico allo scultore Costantino Nivola. Nivola iniziò ad eseguire una serie di schizzi e scelse la strada minimalista con l'inserimento di piccole rappresentazioni in bronzo in giganteschi massi granitici provenienti dal monte Ortobene, anche al fine di legare il paesaggio urbano e quello del Monte visibile sullo sfondo della piazza.

Vie principali[modifica | modifica wikitesto]

Il corso Giuseppe Garibaldi
Lo stesso argomento in dettaglio: Corso Giuseppe Garibaldi (Nuoro).

Il Corso Garibaldi è la via principale di Nuoro ed è meta di nuoresi e turisti per via delle attività commerciali e bar presenti, tra cui lo storico Caffè Tettamanzi.

Il colle di Sant'Onofrio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Colle di Sant'Onofrio.

Il colle di Sant'Onofrio è meta dei nuoresi e dei turisti per la presenza di un parco e anche di Villa Antonietta, comunemente chiamata dai nuoresi Castello di Sant'Onofrio, visitabile solo con il consenso dei proprietari in quanto è abitata.

Il borgo di Lollove[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Lollove.

Si tratta di un borgo di origini medievali, abitato da poche unità di residenti. Fra i ruderi abbandonati e le poche case abitate si erge la chiesetta seicentesca della Maddalena, in stile tardo-gotico.

Caffè storici[modifica | modifica wikitesto]

L'antico Caffè Tettamanzi
Lo stesso argomento in dettaglio: Caffè Tettamanzi.

Il principale caffè storico è il Caffè Tettamanzi, fondato nel 1875 e situato nel centro storico di Nuoro al Corso Giuseppe Garibaldi 71. Questo caffè è ancora oggi punto di ritrovo di nuoresi e turisti. Questo caffè anticamente si chiamava Bar Majore. Un altro caffè storico di Nuoro è il Bar Cambosu, fondato nel 1921 e anch'esso situato nel centro storico della città.

Il Monte Ortobene[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Monte Ortobene.
Monte Ortobene - lecci e graniti
La statua del Redentore - febbraio 2005
M. Ortobene - punta pala 'e casteddu
Chiesa della Madonna del Monte Nero (Virgin 'e monte)

L'Ortobene è il monte simbolo dei nuoresi. La vetta raggiunge i 955 m s.l.m. Sulla cima c'è la statua del Redentore e l'antica chiesa campestre di Nostra Signora 'e su Monte. Di rilevante interesse turistico ed antropologico è la cosiddetta "sa conca", una residenza rurale ricavata all'interno di un enorme masso di granito cavo e di forma sferica, situato sul ciglio della strada che porta al parco di "Sedda Orthai". Presso le pendici settentrionali del Monte vi sono le tracce del santuario di Valverde, i ruderi delle chiese di Sa Itria, di Santu Jacu e della Chiesa di Santu Tomeu, infine il mulino ottocentesco sito in località "Caparedda".

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

La popolazione residente della cittadina di Nùoro ha avuto un picco negli anni '90 con circa 37 000 abitanti; da allora l'evoluzione demografica è sempre stabilmente in calo.

Abitanti censiti[46]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2016 la popolazione straniera residente era di 1 263 persone, pari al 3,4% della popolazione totale. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[47]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La lingua sarda parlata a Nuoro è quella logudorese nella variante nuorese.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

La biblioteca Sebastiano Satta[modifica | modifica wikitesto]

La Biblioteca Sebastiano Satta fu fondata nel 1933 su iniziativa del Comune e della Provincia di Nuoro, col supporto del Ministero della Pubblica Istruzione. I primi fondi librari furono acquistati anche grazie alla collaborazione del locale liceo ginnasio “G. Asproni”.

Il Consorzio per la biblioteca “Sebastiano Satta” è stato costituito, con Decreto Prefettizio del 28 dicembre 1945, dall’Amministrazione Provinciale di Nuoro e dal Comune di Nuoro, ai sensi della Legge n.393/1941 “Disposizioni concernenti le biblioteche dei Comuni capoluoghi di Provincia”.

Nel 1980 vengono modificati lo Statuto, la composizione, nonché la denominazione del Consorzio, che diventa Consorzio per la Pubblica Lettura “Sebastiano Satta”. Ne fanno parte, inizialmente, oltre la Provincia e il Comune di Nuoro, anche le Comunità Montane n. 9 del Nuorese e n. 10 delle Baronie.

Da allora inizia la creazione del Sistema Bibliotecario Territoriale del Nuorese e delle Baronie (che attualmente comprende 26 comuni ricadenti nel territorio delle due ex Comunità Montane) e viene istituito il Sistema Bibliotecario Urbano di Nuoro.

Nel 2011, in seguito alla soppressione di due dei quattro enti consorziati, le Comunità Montane n. 9 del Nuorese e n. 10 delle Baronie, il Consorzio è stato commissariato. Dal 1º agosto 2019 è attivo il progetto finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, relativo al supporto della gestione dei servizi bibliotecari del Centro sistema e del Sistema Bibliotecario Urbano del Consorzio.

La biblioteca è intitolata a Sebastiano Satta.

Università[modifica | modifica wikitesto]

Nuoro dal 1989 è sede di corsi di laurea delle Università di Cagliari e Sassari erogati in accordo con il Consorzio per la Promozione degli Studi Universitari nella Sardegna Centrale.

ISRE[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1972 fu istituito l'Istituto superiore regionale etnografico (ISRE), annesso al preesistente Museo del costume ora Museo della vita e delle tradizioni popolari sarde.[48]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Cantori nuoresi nel 1903
Il Tenore Santu Predu di Nuoro
Il Tenore Goine di Nuoro

Dal 1989 Nùoro è sede del Seminario di studio sulla musica Jazz Nuoro Jazz diretto dal trombettista Paolo Fresu dalla prima edizione sino al 2013, ora diretto dal pianista Roberto Cipelli ed organizzato dall'Ente Musicale di Nuoro. Il Seminario si tiene tutti gli anni fra l'ultima settimana di agosto e la prima di settembre. Inoltre da tanti anni vanta la presenza di vari gruppi folk con gruppi di ballo e canto con la presenza dei cori polifonici e dei Tenores che seguono i canoni del canto a tenore e l'antica moda nugoresa citata nell'opera di Grazia Deledda Tradizioni popolari di Nuoro.

L'“Atene Sarda” tra passato e futuro[modifica | modifica wikitesto]

La città ha avuto, a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, un forte fermento culturale che ha visto nascere e svilupparsi il talento di tanti artisti e personalità che attirarono l'attenzione nazionale ed internazionale, uscendo perciò dal ristretto ambito locale e facendo nascere per Nuoro l'appellativo di "Atene Sarda" (Elettrio Corda).[49]

A Nuoro è nata Grazia Deledda, scrittrice, vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 1926, e pure Salvatore Satta, giurista e autore del romanzo Il giorno del giudizio. Il romanzo lascia forse una delle testimonianze più profonde e intime della città e dei suoi abitanti, dei quali ritrae le famiglie più note nel primo Novecento sotto una labilissima copertura di nomi fittizi. Altre personalità artistiche nate a Nuoro sono il poeta Sebastiano Satta (1867-1914); il pittore e fotografo Antonio Ballero (1864 -1932); lo scultore Francesco Ciusa (1883-1949), affermatosi alla Biennale di Venezia del 1907; il pittore Giovanni Ciusa Romagna (1907-1958). Peraltro, per tutto il corso del ventesimo secolo la città è stata attraversata da un grande fermento culturale in campo artistico, letterario, musicale e sociale[50] con nomi, come quello della scrittrice Maria Giacobbe.

Come da lui ricordato, a Nuoro si è formato il carattere di Indro Montanelli che qui frequentò le ultime due classi delle elementari e i primi tre anni del ginnasio[51].

Nel 2017 il comune di Nuoro ha proposto la candidatura della città come Capitale Italiana della Cultura 2020[52] risultando tra le prime dieci finaliste.[53] Il progetto, riguardante tutto il territorio provinciale e non solo,[54] pur non essendo stato premiato dalla commissione ministeriale, è stato sostenuto a livello regionale.[55]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Media[modifica | modifica wikitesto]

Stampa[modifica | modifica wikitesto]

Vi è un'emittente televisiva, chiamata Telesardegna, e due emittenti radiofoniche, Radio Barbagia e Radio Nuoro Centrale, che danno le notizie locali. Vi sono inoltre le sedi di corrispondenza delle TV e dei giornali regionali come Videolina, L'Unione Sarda e La Nuova Sardegna.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • Il cinema teatro Eliseo, aperto nel 2005, di proprietà comunale, ospita soprattutto spettacoli teatrali e concerti. È gestito da Sardegna Teatro per concessione del Comune di Nuoro[56].
  • Il cine-teatro dell'oratorio "Le Grazie", chiuso dopo l'apertura di un cinema multisala in località Pratosardo.
  • L'anfiteatro "Fabrizio De Andrè", tra i teatri all'aperto più grandi della Sardegna; negli anni, durante l'estate, ha ospitato il Festival regionale del folklore e numerosi concerti, poi è stato chiuso in attesa di lavori di consolidamento delle gradinate.
  • Il teatro del Museo Etnografico di Nuoro dove si svolgono conferenze, concerti e il Festival internazionale di cinema etnografico.
  • Auditorio della Biblioteca "Sebastiano Satta", ospita stabilmente presentazioni di libri, mostre e dibattiti.
  • Il teatro situato sotto la chiesa di San Giuseppe, inaugurato nel 2016 e dato in gestione alla compagnia Bocheteatro.[57]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Oltre ai prodotti della cucina sarda, pur nella tipica variante barbaricina comune a tutto il circondario, la gastronomia del capoluogo nuorese vanta la specificità di un tipo di pasta e di un dolce:

  • Su filindeu (fili di Dio) è una pasta per minestra formata da sottilissimi fili sovrapposti in tre strati incrociati, ricavati con abilità manuale da un impasto con semola di grano duro, che viene poi cotta nel brodo di pecora e condita con pecorino fresco.[58] È nota per essere la pasta più rara del mondo[59][60].
  • S'aranzada nugoresa (l'aranciata nuorese) è un dolce preparato con scorza d'arancio candita nel miele e con mandorle, la cui ricetta fu messa a punto dal pasticcere nuorese Battista Guiso che, intorno al 1900, ottenne per questo importanti riconoscimenti in Italia e all'estero.[61]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Donna in costume nuorese

Riveste enorme importanza, sia per l'attaccamento e devozione dei nuoresi sia come attrattiva turistica, la Sagra del Redentore che dura circa una settimana, all'interno della quale vi è anche la sfilata dei costumi della Sardegna. La sagra ha termine con la funzione religiosa che ha sede ai piedi della statua del redentore il 29 di agosto di ogni anno.

Nel fine settimana tra la prima e la seconda metà di novembre c'è la manifestazione Mastros in Nugoro, inserita nel circuito Autunno in Barbagia, nel quale si aprono case storiche e i musei della città. Durante la manifestazione che si svolge nei quartieri di Santu Predu e Seuna e che richiama non solo i nuoresi, ma anche turisti e visitatori, vengono esposti prodotti tipici e artigianali. Dal 2014 inoltre è stato introdotto nell'evento Su Cojubiu Nugoresu, un rito antico in cui si celebra il matrimonio in costume tradizionale. Fino al 2007 la manifestazione si chiamava Mastros in Santu Predu, poiché era coinvolto solo l'omonimo quartiere. dopo due anni di pausa dal 2010 la manifestazione cambia nome in Mastros in Nugoro e da quest'anno coinvolge anche il quartiere di Seuna.

Un altro importante appuntamento è quello del 21 novembre per la festa della Madonna delle Grazie a carattere prettamente religioso, ma che coinvolge l'amministrazione comunale.[62] Secondo la tradizione, un giovane pastore trovò, nel XVII secolo, una piccola statua lignea della Madonna che si dimostrò miracolosa. Fu così che nel 1812 la città fece voto alla Vergine per essere liberata dalla peste. Per sciogliere il voto, da allora viene allestita una processione in cui 12 nuoresi col tradizionale costume, accompagnati dal sindaco e dal gonfalone, offrono 12 ceri alla Madonna in rappresentanza degli altrettanti rioni della città; nel tempo si sono aggiunti altri sette ceri, offerti dai membri della confraternita delle Grazie.[63]

Molto sentita è anche la festa di Sant'Antonio abate, il 16 e 17 gennaio, durante la quale, come in molti centri della zona, i vari quartieri organizzano grandi falò (sos focos) nelle piazze e offrono ai cittadini fava e lardu (fave con lardo), vino e pane carasau. È tradizione durante la festa fare il giro dei numerosi fuochi della città dove gli organizzatori fanno a gara per il fuoco più bello e l'ospitalità. Attorno al fuoco: canti, balli sardi e l'immancabile gioco della morra. I più frequentati sono solitamente quelli dei quartieri del centro storico, come quello di Santu Predu o della cattedrale.

Per il carnevale si può assistere alla manifestazione del carnevale barbaricino, con le maschere provenienti dai centri vicini come i mamuthones di Mamoiada, boes e merdules di Ottana, turpos di Orotelli, su bundu di Orani ecc.; è stata riscoperta una delle caratteristiche maschere di Nuoro chiamata Bove o Boves, simile ai boes di Ottana e citata dallo studioso Raffaello Marchi. Altre maschere tipicamente nuoresi, in fase di studio e ricostruzione, sono quelle di su turcu e quella di maschera a gattu, molto simile a quella scoperta a Sarule, citate da Grazia Deledda in alcune sue opere.

  • Fino al 2009 Nuoro ospitava a fine estate la bella manifestazione della Notte Bianca, dove vari artisti si esibivano per le strade principali della cittadina, e i commercianti potevano mantenere i negozi aperti fino a notte fonda. La manifestazione è stata reintrodotta nel 2014 dopo alcuni anni di pausa per il mancato finanziamento da parte del comune.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Nuoro

Strade[modifica | modifica wikitesto]

La Strada statale 131 Diramazione Centrale Nuorese è la superstrada che collega Nuoro con Olbia e Cagliari.

La circonvallazione sud è un'importante arteria che raccorda i quartieri di Mughina (tramite la galleria di Mughina), Badu 'e Carros e Città Giardino con la strada provinciale 58 per Orgosolo e la strada provinciale 22 per Oliena (quest'ultima arteria stradale parte dalla SP 58 a circa 1 km da Nuoro) e con la strada statale 389 var Nuoro-Lanusei per Orani, Sarule, Mamoiada, Lodine, Gavoi, Fonni e l'Ogliastra. È inoltre possibile raggiungere la strada statale 131 Diramazione Centrale Nuorese tramite la galleria di Prato Sardo. La galleria di Mughina dopo i fatti di cronaca del ciclone Cleopatra del 2013, in giornate di maltempo è stata spesso soggetta per precauzione alla chiusura al traffico veicolare per via degli allagamenti e di alcuni problemi strutturali.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Nuoro è capolinea della ferrovia ARST per Macomer, che collega il capoluogo con i paesi del Marghine e con l'altro capolinea di Macomer. Condivide con Andria e Matera il fatto di essere capoluogo di provincia non servito dalla rete ferroviaria statale.

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

Nuoro dispone di un sistema di trasporto pubblico, gestito dall'ATP. L'autobus a Nuoro viene comunemente chiamato postalino.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gonfalone comunale
Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Nuoro.
Installazione al neon con gli stemmi delle città gemellate con Nuoro, collocata all'ingresso della casa comunale.

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

Una formazione della Nuorese vincitrice del Campionato Interregionale 1983-1984, girone N, e promossa in Serie C2.

La principale squadra di calcio della città è la Nuorese che, nel campionato di Serie D 1973-1974 ha raggiunto il suo miglior piazzamento arrivando terza, sfiorando la promozione in Serie C; inoltre ha vinto il Campionato Interregionale 1983-1984, girone N, ottenendo la promozione in Serie C2. Ha poi ha disputato il campionato di Serie C2 2006-2007, arrivando quarta e uscendo sconfitta in semifinale platy-off contro il Pergocrema. Dal 2014-2015 al 2017-2018 la Nuorese ha militato in Serie D.

Vi sono inoltre delle squadre di calcio giovanili: pol. Ichnos 1999 Nuoro, Atletico Nuoro, Puri e Forti, Sadosan, Sales, Santu Predu Polisport.[senza fonte]

Pallamano[modifica | modifica wikitesto]

A Nuoro è presente la "Città del Redentore Handball Club" che milita in serie A2 femminile, da menzionare inoltre la storica Star Solar Handball Atletic Club Nuoro, denominata anche "H.A.C. Nuoro", una società di pallamano che militava fino al 2020/21[65] in A1 (femminile) e serie B (maschile) con ottimi risultati; disputando anche diverse competizioni europee. I settori giovanili hanno disputato partite di livello nazionale.

Softball[modifica | modifica wikitesto]

La Nuoro Softball milita nel campionato italiano di softball di Serie A1 (prima stagione nel 2003). Nel suo palmarès la Coppa Italia del 2011 e, nel 2012, fu finalista della Coppa delle Coppe.

Pallavolo[modifica | modifica wikitesto]

In città è presente la PVN Nuoro, nota[nota a chi?] società di pallavolo le cui squadre maggiori militano:

  • in Serie D in ambito femminile;
  • la squadra maschile, avendo vinto il campionato di Serie D 2022/2023, ha ottenuto la promozione nel massimo campionato regionale in serie C.[senza fonte]

Altre attività sportive[modifica | modifica wikitesto]

Altre attività sportive presenti in città:

  • atletica leggera (Circolo Sportivo Atletica Amatori Nuoro e l'Atletica Delogu Nuoro),
  • nella pallacanestro si può trovare la Pallacanestro Nuoro (maschile) in serie D riconosciuta anche col nome Sirbones (cinghiale in sardo nuorese e mascotte della squadra) e disputa le partite nel palazzetto del Coni situato in via Lazio. L'Ichnos Basket che milita in Promozione disputa le gare nel palazzetto dei Salesiani.
  • la pallamano Star Solar Handball Atletic Club Nuoro o denominata anche H.A.C. Nuoro è una società di pallamano che milita in A1 (femminile) e serie B (maschile) con ottimi risultati disputò anche competizioni europee in passato. I settori giovanili hanno disputato partite di livello nazionale.
  • nuoto e pallanuoto rappresentati dalla Rari Nantes Acquatica Nuoro,
  • la scherma è rappresentata dal Club Scherma Nuoro A.S.D,
  • bocce,
  • nel rugby è presente un sodalizio che partecipa al campionato di serie C, la Nuororugby.
  • arti marziali come judo, con lo storico club Judo Teiko, l'Osaka, il Progetto Farfalla in collaborazione con il Banzai di Roma, che ha portato Nuoro a vincere un argento agli europei cadetti, e la Polisportiva Gigliotti Team Nuoro, quest'ultima attiva anche nella lotta olimpica, nel sambo (di cui fu la prima e storica palestra in Sardegna[senza fonte]) e nella lotta sarda "s'istrumpa".
  • Santu Predu C5 futsal femminile, milita nel campionato di A2 nazionale

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ La pronuncia locale del toponimo, nonché quella tradizionalmente raccomandata in lingua italiana, è "Nùoro" (lo stesso Comune di Nuoro ha più volte aggiunto l'accento al nome nelle sue pubblicazioni per indicarne la pronuncia ritenuta da sempre più corretta[6]); tuttavia, tra i non nativi della Sardegna è maggiormente diffusa la pronuncia alterata "Nuòro", variante che oggi viene accolta anche da alcune enciclopedie e dizionari.
    Per maggiori informazioni vedi paragrafo Origini del nome.
  2. ^ Da scriversi con l'accento secondo le norme della limba sarda comuna.
Fonti
  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Nuoro", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  5. ^ Luciano Canepari, Nuoro, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
  6. ^ Nuoro 2020 ha il suo logo ufficiale, su Comune di Nuoro, 13 dicembre 2017.
  7. ^ Clima Nuoro: temperatura, medie climatiche, pioggia Nuoro. Grafico pioggia e grafico temperatura Nuoro - Climate-Data.org, su it.climate-data.org. URL consultato il 2 maggio 2021.
  8. ^ Condizioni meteorologiche medie a Nuoro, Italia, tutto l'anno - Weather Spark, su it.weatherspark.com. URL consultato il 2 maggio 2021.
  9. ^ Pietro Sella, Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Sardinia, Editrice Apostolica Vaticana, 1945, nn. 159, 160, 862, 2281.
  10. ^ Codice Diplomatico della Sardegna, Carlo Delfino, 1985 [1868], p. 158,1.
  11. ^ accento fonico [prontuario], in Enciclopedia Treccani.
  12. ^ Si dice o non si dice?, in Corriere della Sera.
  13. ^ Accentazione dei nomi geografici, in Accademia della Crusca, 30 settembre 2002. URL consultato il 23 giugno 2022.
  14. ^ Manlio Brigaglia, La pronuncia di Nuoro? Quella corretta ha l'accento sulla u, in La Nuova Sardegna, 20 giugno 2015. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  15. ^ Davide Cadeddu, Perché la Sardegna non è Italia, in The Huffington Post, 10 dicembre 2016. URL consultato il 23 giugno 2022.
  16. ^ Stefano Bartezzaghi, L’accento di Benettòn e quell’andamento sdrucciolo, in La Repubblica, 14 luglio 2020. URL consultato il 23 giugno 2022.
  17. ^ nuorése, in Vocabolario Treccani.
  18. ^ Nuorese, in Grande Dizionario di Italiano, Garzanti Linguistica.
  19. ^ In uno studio il toponimo “Nuoro”, in La Nuova Sardegna, 26 marzo 2021. URL consultato il 29 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2022).
  20. ^ Consiglio Provinciale di Nuoro, Comune delimitato di lingua sarda ai sensi dell'art.3 della Legge 482/1999 con Delibere del Consiglio Provinciale di Nuoro n. 58 del 15.06.2001 e n. 158 del 16.12.2003., in Deliber n.58 e n.158.
  21. ^ Comune di Nuoro, deliberazioni giunta e consiglio comunale, su 88.56.51.30. URL consultato il 22 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2016).
  22. ^ M. Cattani, F. Debandi, A. Fiorini, D. Murgia, Lo scavo archeologico del nuraghe Tanca Manna (Nuoro). Relazione. Si veda Ipotesi di Storia vol. 6 2013-2014, pp. 171-194.
  23. ^ A. Mastino, Analfabetismo e resistenza: geografica epigrafica della Sardegna, Faenza, 1993
  24. ^ Mastino. Le relazioni tra Africa e Sardegna in età romana. L'Africa Romana, II, Sassari, 1984
  25. ^ a b Gianlugii Marras, Nuoro, via Brusco Onnis. Materiali postmedievali, in Archeologia Postmedievale, n. 24, 2020, p. 325.
  26. ^ SERRA 1978: SERRA, P. B., Tomba a poliandro altomedioevale di via Ballero, Nuoro, AA. VV. 1978, pp. 217-221.
  27. ^ Giovanni Spano, Memoria sopra una lapide terminale trovata in Sisiddu presso Cuglieri e Scoperte archeologiche fattesi nell’isola in tutto l’anno 1868, Cagliari, Tipografia Timon, 1869, pp. 23–24..
  28. ^ Villaggi e popolazione in Sardegna nei secoli XI-XX, Carlo Delfino, 2014, p. 358.
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