Offensiva Nivelle

Offensiva Nivelle
parte del fronte occidentale della prima guerra mondiale
Il Fronte occidentale nel 1917.
Data16 aprile - 9 maggio 1917
LuogoFrancia settentrionale
EsitoVittoria tedesca
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1,2 milioni di soldati
7 000 cannoni[1]
128[2]-200[3] carri armati
Probabilmente all'incirca 480 000 soldati
Perdite
Probabilmente più di 270 000 uomini[3]
compresi 4 000 catturati[2]
118[2] - 150[3] carri armati distrutti
163 000 uomini in totale[3]
compresi 15 000[2] - 20 780[4] soldati catturati
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L'offensiva Nivelle fu un attacco francese avvenuto nel 1917 sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale. Nonostante fosse stato pianificato di far terminare, attraverso questo attacco, la guerra entro 48 ore e con perdite che si sarebbero assestate attorno alle 10.000 unità, questa offensiva non riuscì a raggiungere nessuno di questi due obbiettivi.[5] L'elevato numero di perdite che fu registrato causò, tra l'altro, una vasta diserzione tra le file dell'esercito francese e portò a un cambio ai vertici dello Stato Maggiore.

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Quando Robert Nivelle prese il posto di Joseph Joffre in qualità di comandante in capo delle truppe francesi nel dicembre del 1916, dopo le sanguinose battaglie di Verdun e della Somme, sostenne che un grande assalto alle linee tedesche avrebbe portato la Francia a vincere la guerra in 48 ore.[6] Il piano fu messo in azione il 16 aprile 1917, dopo aver ottenuto il benestare del primo ministro Alexandre Ribot e nonostante tutti gli altri alti ufficiali dello Stato Maggiore avessero espresso la loro forte disapprovazione verso questa operazione.[7]

L'offensiva di Nivelle fu condotta su larga scala, coinvolgendo 1,2 milioni di soldati e 7.000 pezzi di artiglieria, su un fronte che andava da Roye a Reims. L'operazione principale sarebbe stata un grande assalto condotto contro le postazioni tedesche lungo il crinale dello Chemin des Dames nella seconda battaglia dell'Aisne, unendosi poi alle altre forze degli Alleati. Fin dall'inizio, il piano, che era stato studiato dal dicembre del 1916, fu afflitto da ritardi sulla tabella di marcia e dalla mancanza di informazioni. Quando alla fine esso fu messo in atto nell'aprile del 1917, i Tedeschi ne erano ormai a conoscenza ed avevano preso le adeguate misure difensive.[7]

Le tre fasi[modifica | modifica wikitesto]

L'offensiva fu pianificata suddividendola in tre grandi fasi.

La prima fase sarebbe stata incentrata su un attacco preliminare condotto dalla , dalla e dalla armata contro Arras. La seconda fase invece aveva come obbiettivo la conquista del crinale dello Chemin des Dames. Infine, la terza fase prevedeva che le truppe inglesi, dei Dominion e francesi si riunissero dopo aver sfondato le linee tedesche. Ciò non accadde.

Il "Cimetière militaire nationale de Soupir" vicino allo Chemin des Dames. Le tombe appartengono a soldati francesi, le pietre tombali bianche con l'incisione in arabo appartengono ai soldati delle colonie africane francesi.

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

L'offensiva partì con un grande bombardamento di artiglieria. Seguendo il bombardamento, la fanteria e i carri armati francesi avanzarono contro le difese tedesche. La fanteria, non protetta, soffrì perdite elevate e i carri furono in gran parte distrutti prima di sortire qualunque tipo di effetto. La fanteria francese riuscì, alla fine, a sopraffare la prima linea di trincea, ma fu bloccata successivamente sul campo aperto da un intenso fuoco delle nuove mitragliatrici MG 08, presenti in gran numero. Nonostante le numerose perdite, furono fatti alcuni avanzamenti, principalmente dalle divisioni guidate dal generale Charles Mangin. Tuttavia, l'offensiva fu ridimensionata nelle due settimane successive. I progressi furono lenti: al 5 maggio, erano stati catturati solo quattro chilometri delle linee difensive tedesche. Un assalto lanciato il 5 maggio fu annullato dopo quattro giorni di combattimenti inconclusivi, causando così il disordinato abbandono dell'azione offensiva.[7]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

L'offensiva si risolse con un guadagno molto piccolo in termini di terreno. I Francesi ammisero di aver avuto 96.000 perdite, ma probabilmente la cifra esatta fu molto superiore (il doppio forse)[3]: già nei primi 5 giorni di battaglia furono persi 120.000 uomini.[1] La maggior parte dei nuovi carri francesi Schneider CA1 fu distrutta dal fuoco dell'artiglieria nemica. I Tedeschi ammisero la perdita di 163.000 uomini, ma quasi sicuramente questo numero includeva anche i 20.780 prigionieri catturati dai Francesi.[8] Nel frattempo, anche le forze inglesi e russe, nel tentativo di unirsi a quelle francesi, avevano contato perdite molto elevate, 160.000 per gli Inglesi e 5.183 per i Russi. Il 15 maggio, sei giorni dopo la fine della battaglia, Nivelle fu sollevato dal suo incarico, ponendo fine alla sua carriera.

I Francesi avevano contato di perdere 10.000 uomini e, alla fine dell'offensiva, le strutture mediche francesi erano al collasso. Le grosse perdite provocarono numerosi episodi di ammutinamento. Addirittura, mentre l'offensiva stava rallentando, la 2ª divisione francese arrivò sul campo di battaglia con gli uomini ubriachi e privi delle loro armi.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dupuy R.E. & Dupuy T.N. (1993) The Collins Encyclopedia of Military History (4th. edition) Harper Collins, NY: p.1654
  2. ^ a b c d Perrett B. (1992) The Battle Book Arms and Armour Press, London: p.349 ISBN 1-85409-328-2
  3. ^ a b c d e Eggenberger D. (1985) An Encyclopedia of Battles (2nd. edition) Dover Publications Inc., NY: p.533 ISBN 0-486-24913-1
  4. ^ Laffin J. (1986) Brassey's Battles: 3.500 Years of Conflict, Campaigns and Wars from A to Z Brassey's, London: p.484
  5. ^ Berton P. (1986) Vimy p.292 ISBN 0-77101339-6
  6. ^ (EN) Michael Duffy, First World War.com – Who's Who – Robert Nivelle, su firstworldwar.com, 22 agosto 2009.
  7. ^ a b c (EN) Michael Duffy, First World War.com – Battles – The Second Battle of the Aisne, 1917, su firstworldwar.com, 22 agosto 2009.
  8. ^ Laffin J. (1986) Brassey's Battles: 3,500 Years of Conflict, Campaigns and Wars from A to Z Brassey's, London: p.484 ISBN 0-08-031185-7

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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