Oliver North

Oliver Laurence North
NascitaSan Antonio, 7 ottobre 1943
Dati militari
Paese servitoUSA
CorpoUnited States Marine Corps
Anni di servizio1968-1990
GradoTenente colonnello
GuerreGuerra del Vietnam
Decorazioni
PubblicazioniEroi Americani (2008)
scrittoreScandalo Irangate
  • Freedom Alliance, presidente onorario
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Oliver Laurence North (San Antonio, 7 ottobre 1943) è un ex militare statunitense, già membro dello staff del Consiglio per la sicurezza nazionale, famoso perché coinvolto nello scandalo Irangate.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Servizio militare[modifica | modifica wikitesto]

North è nato a San Antonio, in Texas, il 7 ottobre 1943. Intrapresa la carriera militare, si laurea all'Accademia Navale degli Stati Uniti ad Annapolis, Maryland. Entra nel corpo dei Marine, dove milita per 22 anni, fino a raggiungere il grado di tenente colonnello. Durante il suo servizio ha combattuto nella guerra del Vietnam, nella quale ha ottenuto diverse decorazioni: la Bronze Star Medal, la Silver Star Medal e due Purple Heart.

Carriera pubblica[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1983 fino al 1986 ha fatto parte dell'amministrazione Reagan nello staff del Consiglio per la sicurezza nazionale[1], in qualità di coordinatore anti-terrorismo. Durante il suo servizio nell'amministrazione Reagan, North è intervenuto in diverse e importanti azioni militari. Nel 1983 ha pianificato l'invasione di Grenada, affidata a reparti Marines, per rovesciare il governo comunista dell'isola. Nel 1985 ha invece ricoperto un importante ruolo nell'arresto di un gruppo di terroristi che aveva dirottato la Achille Lauro, mentre il 15 aprile 1986 ha preso parte all'organizzazione del blitz contro le basi terroristiche nella Libia di Mu'ammar Gheddafi. Le covert operations condotte in quel periodo avrebbero contemplato anche il finanziamento di attività militari mediante il traffico di droga[2].

Ruolo nello scandalo Irangate[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Irangate.

Fu coinvolto nello scandalo Irangate e individuato tra i principali sospettati per aver venduto armi all'Iran e con i ricavati aver sostenuto i Contras in Nicaragua[3]. North fu indicato da alcuni esponenti della Casa Bianca come l'unico a conoscenza di quei traffici[4], e perciò Reagan dapprima e Bush poi poterono proseguire la politica estera già sperimentata fino ad allora[5]. North venne così posto sotto processo e le sue udienze al Congresso vennero trasmesse in diretta televisiva, durante una delle quali fu sul punto di scoppiare in lacrime. Il 4 maggio 1989, al termine del processo, venne dichiarato colpevole di tre reati e assolto da altri nove; le condanne vennero però in seguito annullate in appello.

Attività professionale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 Oliver North è stato il fondatore, e da allora presidente onorario, della Freedom Alliance (unione per la libertà). Fondò questa organizzazione pubblica allo scopo di aiutare con borse di studio i figli di tutti i soldati morti (o resi permanentemente disabili) in guerra, ma anche per sostenere i militari in servizio e le loro famiglie. In questo modo intese mantenere una forte difesa nazionale e promuovere i diritti dei cittadini[6] e la libera iniziativa.

In seguito è stato conduttore televisivo e commentatore politico repubblicano presso il canale televisivo conservatore Fox News, oltre ad essere il conduttore del talk show Storie di guerra con Oliver North (War Stories with Oliver North). Inoltre è staton l'autore di alcuni libri a sfondo politico-militare, tra cui Eroi americani (American Heroes) pubblicato nel 2008. È infine stato alla guida della National Rifle Association of America dal 7 maggio 2018 fino al marzo 2019, quando è stato forzato a rassegnare le dimissioni[7].

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze statunitensi[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Christopher Hitchens, The Reagan Doctrine and the Secret State, MERIP Middle East Report, No. 148, Re-Flagging the Gulf (Sep. - Oct., 1987), pp. 6-8.
  2. ^ The Contras, Cocaine, and Covert Operations, su nsarchive.gwu.edu. URL consultato il 19 dicembre 2015.
  3. ^ Ray Nichols, OF ARMS AND THE MAN: THE IRAN-CONTRA AFFAIR AS 'REPRESENTATIVE ANECDOTE, Australasian Journal of American Studies, Vol. 11, No. 2 (December 1992), pp. 19-36.
  4. ^ Scott J. Basinger, Brandon Rottinghaus, Stonewalling and Suspicion during Presidential Scandals, Political Research Quarterly, Vol. 65, No. 2 (JUNE 2012), pp. 290-302.
  5. ^ Peter Dale Scott, Northwards without North: Bush, Counterterrorism, and the Continuation of Secret Power, Social Justice, Vol. 16, No. 2 (36), VARIETIES OF STATE AND CORPORATE CRIME (Summer 1989), pp. 1-30.
  6. ^ Mary E. Bendyna, R. S. M., John C. Green, Mark J. Rozell, Clyde Wilcox, Uneasy Alliance: Conservative Catholics and the Christian Right, Sociology of Religion, Vol. 62, No. 1 (Spring, 2001), pp. 51-64.
  7. ^ Il protagonista dello scandalo Iran-Contra nuovo presidente dell’associazione Usa per le armi, su La Stampa, 7 maggio 2018. URL consultato il 3 maggio 2023.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN139135095 · ISNI (EN0000 0001 2221 6265 · LCCN (ENn86008183 · GND (DE120313154 · J9U (ENHE987007429326805171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86008183