Otranto

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Otranto
comune
Otranto – Stemma
Otranto – Bandiera
Otranto – Veduta
Otranto – Veduta
Veduta di una parte di via dei Bastioni dal bastione dei Pelasgi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Lecce
Amministrazione
SindacoFrancesco Bruni (Lista civica di centro-destra) dal 15-5-2023
Territorio
Coordinate40°08′52.17″N 18°29′09.36″E / 40.147825°N 18.485933°E40.147825; 18.485933 (Otranto)
Altitudine15 m s.l.m.
Superficie77,2[1] km²
Abitanti5 618[2] (31-10-2023)
Densità72,77 ab./km²
FrazioniPorto Badisco, Conca Specchiulla
Comuni confinantiCannole, Carpignano Salentino, Giurdignano, Melendugno, Palmariggi, Santa Cesarea Terme, Uggiano la Chiesa
Altre informazioni
Cod. postale73028
Prefisso0836
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT075057
Cod. catastaleG188
TargaLE
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona C, 1 099 GG[4]
Nome abitantiotrantini o idruntini
Patronosanti Antonio Primaldo e compagni martiri di Otranto

compatroni: san Francesco di Paola, Madonna dell'Altomare

Giorno festivo14 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Otranto
Otranto
Otranto – Mappa
Otranto – Mappa
Posizione del comune di Otranto nella provincia di Lecce
Sito istituzionale

Otranto (Uṭṛàntu in dialetto salentino[5], Δερεντό, traslitterato Derentò in grico[6]) è un comune italiano di 5 618 abitanti[2] della provincia di Lecce in Puglia.

Situato sulla costa adriatica della regione storica del Salento, è famoso come centro turistico a livello internazionale grazie alla presenza di strutture ricettive e complessi turistici nati già a partire dalla fine degli anni sessanta del Novecento e progettati da importanti architetti[7]. Otranto è posto nella punta più estrema della penisola salentina e risulta il comune più orientale d'Italia: il capo omonimo, chiamato anche Punta Palascìa, a sud del centro abitato, è il punto geografico più a est della penisola italiana.

Dapprima centro greco-messapico e romano, poi bizantino e più tardi aragonese, si sviluppa attorno all'imponente castello e alla cattedrale normanna. Sede arcivescovile e rilevante centro turistico, ha dato il suo nome al Canale d'Otranto, che separa l'Italia dall'Albania, e alla Terra d'Otranto, antica circoscrizione del Regno di Napoli. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell'UNESCO quale Sito Messaggero di Pace[8].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il porto
Lungomare degli Eroi
Veduta dal Lungomare degli Eroi

Capo d'Otranto, o Punta Palascìa, situato nel territorio comunale di Otranto, è il punto più a oriente d'Italia. Secondo le convenzioni nautiche, questo luogo è il punto di separazione tra il Mar Ionio e il Mar Adriatico[9]. È il comune con la minore densità abitativa della provincia di Lecce[10]. Il litorale, esteso per circa 25 km, si alterna a lunghi tratti sabbiosi, specie nella parte settentrionale, a tratti rocciosi a picco sul mare. Confina a nord con i comuni di Melendugno e Carpignano Salentino, a ovest con i comuni di Cannole, Giurdignano e Palmariggi, a sud con i comuni di Uggiano la Chiesa e Santa Cesarea Terme, a est con il Mare Adriatico.

Il territorio fa parte delle Serre salentine. La litoranea a sud in direzione Porto Badisco è caratterizzata da piccoli tornanti che si snodano tra il brullo paesaggio costiero, mentre a nord si erge dolcemente la Serra degli Alimini circondata da una fertile campagna a ridosso degli omonimi laghi e delle spiagge. Il centro urbano sorge nella Valle dell'Idro, piccolo ruscello il cui percorso si snoda interamente nel territorio comunale e che sfocia nel porto, nei pressi dei giardini pubblici.

Dall'ottobre 2006, parte del suo territorio rientra nel parco naturale regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di beni architettonici e di specie floreali e faunistiche.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La stazione meteorologica di riferimento è quella di Otranto-Punta Palascia, ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale, anche se attualmente è una stazione di tipo automatico DCP.
Dal punto di vista meteorologico Otranto rientra nel territorio del Salento orientale che presenta un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le precipitazioni, frequenti in autunno e in inverno, si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/anno. La primavera e l'estate sono caratterizzate da lunghi periodi di siccità.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del Salento orientale sono influenzati fortemente dal vento attraverso correnti fredde di origine balcanica, oppure calde di origine africana[11].

Otranto Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 12,613,215,018,322,626,829,229,626,221,817,614,213,318,628,521,920,6
T. min. media (°C) 5,65,87,29,513,117,019,519,917,313,79,97,16,29,918,813,612,1
Precipitazioni (mm) 71606540332016224980977420513858226627
Umidità relativa media (%) 78,778,277,877,376,272,970,972,476,579,280,580,379,177,172,178,776,7

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome greco è Ὑδροῦς.

In epoca romana Otranto era conosciuta come Hydruntum, dal nome del torrente Hydrus nella cui vallata sorge la città. Altre fonti[13] danno come nome latino Odruntum, termine sempre tuttavia legato alla parola acqua, precisamente al termine messapico Odra, appunto acqua.[14]

Gli antichi toponimi greci formati con la desinenza -οῦς, gen. -οῦντος (traslitterato -oûs, -oûntos, che in italiano dà -unte, come Μυοῦς, Miunte), trasposti in latino, si presentano in parte con la uscita -entum, e parte con la uscita -untum; cfr. Πυξοῦς (Pyxoûs), centro poi latinizzato in Buxentum in Lucania, e Σολοῦς (Soloûs) o Soluntum, in Sicilia. In greco moderno, i nomi anticamente formati con il suffisso -οῦς hanno oggi invece l'uscita in -οῦντα (-oûnta), confronta l'antica Trebisonda (Τραπεζοῦς, Trapezoûs, in italiano Trapezunte), cui nome greco oggi è Τραπεζούντα (Trapezoúnta). Dal greco classico Ὑδροῦς potevano dunque risultare sia il latino Hydruntum, che Hydrentum, o piuttosto Hudrentum. Quest'ultima forma si ricava da un'iscrizione dell'epoca di Augusto: patr(onus) municipii Hudrentinor(um). La forma Hudrentum fu individuata come l'antico prototipo del Derentò dei Greci salentini; con accentuazione greca, lo ritroviamo nel X secolo presso Costantino VII Porfirogenito nel suo De administrando imperio, in forma del genitivo τῆς Ὑδρεντοῦ (tês Hudrentoû). Il salentino Uṭṛàntu e il grico Δερεντό (Derentò, metatesi di Hudrentós, Ὑδρεντός), come anche la forma italiana Òtranto, non derivano dunque né dal latino Hydruntum, né dalla genuina tradizione classica Ὑδροῦς. Sembrano derivare invece dalla forma Hudrentum, che dev'essere considerata un compromesso linguistico nato là dove popolazioni elleniche e italiche confinavano fin da tempi remoti, ripreso dai Bizantini nel VII secolo dopo secoli di oblio, e dopo che la continuità dell'antico nome era già andata persa[15].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini, periodo messapico e romano[modifica | modifica wikitesto]

Le immediate vicinanze di Otranto erano abitate probabilmente già dal Paleolitico, certamente dal Neolitico; la città fu poi popolata dai Messapi (di cui nel 1995 sono state scoperte le mura e una porta della città), stirpe che precedeva i Greci, quindi, cadde nelle mani dei Romani, diventando presto municipio.

Nel periodo romano, Otranto era una delle città marinare più importanti della Puglia. Il lavoro mercantile e di artigianato locale era molto fiorente, soprattutto nella lavorazione della porpora e dei tessuti. Era presente a Otranto una comunità ebraica e ciò fa capire l'importanza commerciale che il centro poteva avere e che andava oltre alle isole Ionie.

Prima che Otranto diventasse colonia romana, esisteva già una complessa rete viaria che metteva in comunicazione la cittadina con il resto del Salento e con la Puglia in genere. I Romani non fecero altro che rinforzarla, introducendola nelle loro arterie di comunicazione. A Otranto rimangono ancora delle testimonianze del passaggio dei Romani: due basi di marmo con epigrafe latina, risalenti al II secolo, che riconducono agli imperatori Lucio Aurelio Vero e Marco Aurelio Antonino. Nel 162 la città chiese e ottenne di battere moneta e fu così che venne aperta una zecca, rimasta attiva sino al II secolo d.C. Pian piano il porto di Otranto divenne sempre più importante, superando anche quello di Brindisi. Tale realtà non fece altro che consolidarsi in epoca paleocristiana.

Antica mappa della Terra d'Otranto

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

L'importanza del suo porto le fece assumere il ruolo di ponte fra oriente e occidente. Otranto fu centro bizantino e gotico, poi normanno, svevo, angioino e aragonese. Nella sua cattedrale, costruita fra il 1080 e il 1088, nel 1095 venne impartita la benedizione ai dodicimila crociati che, al comando del principe Boemondo I d'Altavilla (1050-1111), partivano per liberare e per proteggere il Santo Sepolcro[16]. A Otranto, l'11 settembre 1227, era morto a seguito di malaria il Ludovico IV di Turingia, sposo di santa Elisabetta d'Ungheria.

Otranto era sede di un'importante comunità ebraica che espresse raffinati poeti nel IX secolo, tra i quali Meiuchas e Shabbatai da Otranto.[17] La comunità era nota in tutto il Mediterraneo e in riferimento al suo prestigio venne coniato il detto «da Bari uscirà la Legge e la parola del signore da Otranto».[18] Nella seconda metà del XII secolo risiedevano in città 500 famiglie ebree sotto la guida di Meir, Mali, Menachem e Caleb, come testimoniato dal diario di viaggio di Beniamino di Tudela.[19] All'inizio del XIII secolo visse a Otranto il poeta ebreo Anatoli, che ivi compose uno splendido dialogo tra il corpo e la mente dopo la morte[20]. Nel 1219 l'imperatore Federico II confermò al vescovo i diritti sulle decime dei cristiani e degli ebrei residenti a Otranto.

Nel 1480 la città fu attaccata dai Turchi di Maometto II, e, dopo 15 giorni di assedio, l'11 agosto la espugnarono, facendo strage della popolazione (sacco di Otranto o battaglia di Otranto). Il 14 agosto circa 800 prigionieri maschi furono decapitati per non aver voluto rinnegare la fede cristiana: si tratta dei Santi Martiri idruntini. I Turchi distrussero anche il Monastero di San Nicola di Casole (poco a sud di Otranto). In esso i monaci basiliani avevano costituito la più vasta biblioteca dell'allora Occidente oltre ad avere istituito la prima forma di college nella storia, che ospitava ragazzi provenienti da tutta Europa che si recavano a Otranto per studiare. Fu uno di questi monaci, Pantaleone, l'autore del monumentale mosaico pavimentale (il più grande in Europa) contenuto nella cattedrale. I Codici prodotti in questo monastero sono ora custoditi in prestigiose biblioteche d'Italia (a Firenze e Venezia) e d'Europa, da Parigi a Londra, da Berlino a Mosca.

Le mura

Dopo la pesante distruzione da parte dei Turchi, la città si rianimò, presa dalla voglia di riscattarsi. Per la sicurezza furono rafforzate le fortificazioni e nel 1539 la città contava 3200 abitanti con 638 fuochi. In questi anni, Otranto fu contesa dai Veneziani e nuovamente dagli Angioini. Nel frattempo gli Ottomani tentarono nuovi assalti alla città, nel 1535 e nel 1537, ma Otranto riuscì sempre a resistere.

Dal Seicento all'età contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

A partire dalla seconda metà del Seicento Otranto visse un netto calo della sua importanza. Il commercio fu soggetto a un arresto e le manifestazioni culturali furono pressoché nulle. Anche nel settore edile non ci furono grandi novità. Molti degli abitanti di Otranto, ormai esausti e spaventati dalle continue incursioni via mare, decisero di lasciare il proprio paese per trasferirsi in luoghi più sicuri. Fu così che la città perse quel posto primario che occupava nel Salento. Otranto subì altri attacchi dei saraceni, nel 1614 e nel 1644, ma riuscì a uscirne indenne. Molti terreni della zona circostante furono abbandonati e ciò causò la formazione di paludi, dove il rischio di contrarre la malaria si fece sempre più alto.

Il Settecento fu il secolo di una moderata ripresa. L'edilizia crebbe, seppur lievemente. Tutto ciò si deve alla presenza di alcune famiglie che da altri centri della Terra d'Otranto si trasferirono a Otranto per investire i loro risparmi in beni immobili.

Veduta di Otranto, A. L. Castellan, 1819

Nell'Ottocento la campagna otrantina che circondava i laghi Alimini era squallida e deserta. Esistevano solo poche masserie, alcune delle quali erano abitate solo in alcune stagioni dell'anno. In quest'area, il rischio di contrarre malattie era molto elevato nel periodo estivo, quando avveniva il prosciugamento delle zone paludose.

Il primo progetto di bonifica fu stilato nel 1868 dal genio civile di Bari, il quale, dopo aver rilevato tutta la superficie del lago e dopo averne misurato la profondità, riconobbe le zone di impaludamento e suggerì il modo di sanarle. Le paludi, quindi, lasciarono lo spazio a terreni coltivabili. Venne ripresa l'agricoltura.

Nel periodo napoleonico la cittadina divenne Ducato del Regno di Napoli e si verificò una netta ripresa grazie al Ministro Fouch. Le fortificazioni otrantine furono soggette a una totale trasformazione a partire dal 1866 e molti beni urbanistici della città finirono nelle mani del demanio. Il fossato del Castello fu ricoperto da terra e brecciolina e un tratto delle mura fu abbattuto.

Durante la prima guerra mondiale il Canale di Otranto fu interessato dal blocco del Canale d'Otranto realizzato dagli alleati (Italia, Inghilterra e Francia) ai danni dell'Impero austro-ungarico e teatro dello scontro detto battaglia del Canale d'Otranto, che si concluse con la sconfitta degli alleati e la forzatura del blocco[21].

Durante la seconda guerra mondiale il Canale di Otranto subì un'incursione aeronavale (notte tra 11 e 12 novembre 1940) contemporanea a quella attuata a Taranto (Notte di Taranto) eseguita come diversivo nei confronti dell'attacco principale su Taranto che ospitava la flotta italiana[22].

Il Novecento fu un secolo di emigrazioni verso la Germania e la Svizzera alla ricerca di un posto di lavoro. Alla fine degli anni novanta la città ha vissuto gli sbarchi in massa sulle sue coste dei profughi albanesi in fuga dalla loro terra[23].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione araldica dello stemma:

«Un campo d’azzurro, alla torre cilindrica d’argento, avvinghiata da una serpe di nero che, risalendo in senso sinistrorso i fianchi di essa torre, introduce la testa nell’alta finestra aperta nel campo. Lo scudo fra due rami di quercia e d’alloro decussati alla base è timbrato dalla corona urbica del rango di città.

La parte inferiore dello stemma reca il motto della città: "Civitas Fedelissima Hydrunti"»

Profilo araldico del gonfalone:

«Drappo di rosso...»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Cattedrale dell'Annunziata[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Pantaleone, Cattedrale di Otranto e Mosaico di Otranto.
Cattedrale

Intitolata a Santa Maria Annunziata, la cattedrale fu edificata sotto la dominazione normanna e ultimata nel XII secolo. Sorge sui resti di un villaggio messapico, di una domus romana e di un tempio paleocristiano, ed è stata consacrata il 1º agosto 1088 durante il papato di Urbano II. Fortemente rimaneggiata in seguito alle devastazioni turche del 1480, conserva all'interno un capolavoro dell'arte musiva medievale. Realizzato tra il 1163 e il 1165 e firmato dal monaco Pantaleone, il mosaico, che si estende lungo le tre navate, il transetto e l'abside, presenta un maestoso Albero della Vita con temi tratti dall'Antico Testamento, dai vangeli apocrifi, dai cicli cavallereschi e dal bestiario medievale. Nella cattedrale sono inoltre conservate le reliquie dei Santi martiri di Otranto.

Chiesa di San Pietro

Chiesa di San Pietro[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Pietro costituisce un'importante espressione dell'arte bizantina in Puglia. Costruita intorno al IX-X secolo, fu, probabilmente, la prima basilica della città, eletta metropoli nel 968. A pianta quadrata a croce greca inscritta, presenta tre piccole navate sormontate da una cupola centrale sorretta da quattro colonne. Le tre absidi sul fondo conservano cicli di affreschi in stile bizantino databili tra X e XVI secolo.

Chiesa della Madonna dell'Altomare[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa della Madonna dell'Altomare

La chiesa della Madonna dell'Altomare, edificata nel XVII secolo, fu ricostruita nel 1744 come ricorda l'epigrafe posta sulla facciata. Arroccata su uno sperone tufaceo che scende direttamente nel mare, è dedicata allo Spirito Santo. L'interno, a navata unica, presenta l'altare dedicato alla Vergine. Tutte le decorazioni richiamano alla tradizione marittima: il pavimento a mosaico è decorato al centro con una stella di tradizione marinara, circondata da nodi Savoia o a otto. Tutti gli arredi, anche l'illuminazione, richiamano ai temi del mare: dal cavalluccio marino al delfino, dall'ancora alla conchiglia, quest'ultima che riunisce una doppia simbologia: legata al mare da una parte, legata all'iconologia della perfezione dall'altra.

Chiesa di Santa Maria dei Martiri[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa Santa Maria dei Martiri

La chiesa di Santa Maria dei Martiri, con annesso convento di san Francesco di Paola, fu edificata a partire dal 1614 al posto di una preesistente struttura voluta da Alfonso d'Aragona, in ricordo del terribile massacro degli ottocento otrantini che qui ebbe luogo. La struttura architettonica dell'edificio è in stile rinascimentale, mentre gli altari sono barocchi. Tra i dipinti vi si conserva un grande quadro di Lavinio Zoppo della seconda metà del XVI secolo raffigurante la strage di Otranto[25].

Chiesa di Santa Maria del Passo[modifica | modifica wikitesto]

La piccola chiesa di Santa Maria del Passo risale al XVI secolo. Ubicata a metà strada fra la città e il Colle della Minerva, venne edificata per ricordare il passaggio nel 1480 degli ottocento otrantini che venivano condotti dai Turchi sul colle per essere trucidati. Di semplice fattura, presenta un'unica aula rettangolare con volta a botte caratterizzata da un'abside recante l'immagine cinquecentesca della Vergine.

Monastero di San Nicola di Casole[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Monastero di San Nicola di Casole.

L'antico monastero di San Nicola di Casole sorgeva a pochi chilometri a sud di Otranto e rappresenta uno dei luoghi più importanti del Salento, a livello storico, artistico e culturale. Il casale fu fondato nel 1098 da Boemondo I d'Antiochia. Successivamente l'insediamento venne donato a un gruppo di basiliani guidati da Giuseppe, che fu primo abate della futura Abbazia.
Attivissimo centro culturale, conservò per lunghi secoli numerosissimi volumi greci e latini. Era all'epoca una delle biblioteche più ricche d'Europa. Venne distrutta nel 1480, in seguito alla devastazione dei Turchi. Di essa rimangono oggi solo rovine.

Cripte e Chiese Rupestri[modifica | modifica wikitesto]

Cripta di San Nicola[modifica | modifica wikitesto]

Situata nella Valle delle Memorie, luogo di importanza storica per la presenza di un antico villaggio rupestre, la cripta di San Nicola è scavata nelle pareti rocciose della vallata e risale probabilmente al X-XII secolo. La cripta è formata da tre navate, divise da pilastri, terminanti con piccole absidi semicircolari. Sono ancora visibili tracce di affreschi bizantini e iscrizioni in lingua greca.

Cripta del Padreterno[modifica | modifica wikitesto]

La cripta del Padreterno risale al X-XI secolo. Ubicata nei pressi del Colle della Minerva, è interamente scavata nella roccia e si accede mediante una scalinata. L'ipogeo è costituito da un ambiente principale con altare comunicante con altri ambienti sostenuti da pilastri monolitici. Lungo le pareti, interamente affrescate, si distribuisce il sedile in pietra.

Chiesa Madonna della Serra
Interno Chiesa Madonna della Serra
Catacombe di San Giovanni[modifica | modifica wikitesto]

Le catacombe di San Giovanni risalgono all'età paleocristiana. Si tratta di un complesso ipogeico, situato sulla collina di San Giovanni, appartenuto probabilmente alla comunità ebraica o paleocristiana ben rappresentate a Otranto nei primi secoli dopo Cristo. Le catacombe venivano utilizzate come necropoli.

Chiesa della Madonna della Serra[modifica | modifica wikitesto]

Nella parte più meridionale del territorio otrantino, al confine con i comuni di Santa Cesarea Terme, Minervino di Lecce e Uggiano la Chiesa, sorge la chiesa rurale della Madonna della Serra, così chiamata per essere posizionata sulla sommità di un'altura (Monti Ferrari) che appartiene alle cosiddette serre salentine. Edificata verso la fine del Seicento, la chiesa è caratterizzata da una volta a botte lunettata e dalla presenza di affreschi parietali fra cui risalta quello della Titolare. A pochi metri di distanza è possibile notare un'antica strada romana con basolato.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Lopez[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo fu edificato, al tempo del dominio spagnolo, dalla nobile famiglia Lopez. Al nucleo più antico, costituito dalla cinquecentesca casa-torre, nel XVII secolo venne addossato un più ampio corpo di fabbrica, a completare la dimora signorile. Dal 1992, per volontà di monsignor Vincenzo Franco, l'edificio ospita il Museo Diocesano.
All'interno è possibile ammirare opere ed elementi architettonici provenienti dalla cattedrale di Otranto e dalle chiese parrocchiali appartenenti alla diocesi locale. I tre piani dell'edificio ospitano sezioni dedicate alla scultura, alla pittura e agli arredi e strumenti liturgici. Tra le opere di maggior pregio, un monumentale fonte battesimale del XVI secolo, attribuito alla bottega del celebre scultore salentino Gabriele Riccardi, ornato da lastre a rilievo raffiguranti scene dell'Antico e Nuovo Testamento; i frammenti di un mosaico pavimentale, ascrivibile al IV-V secolo, rinvenuto sotto il pavimento della cattedrale nel corso dei lavori di ristrutturazione; vari strumenti liturgici.

Palazzo de Mori[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo de Mori è un'antica e nobile dimora a più piani, con patio di ingresso lastricato in pietra e vecchie coperture di embrici. Dall'ampio terrazzo caratterizzato dall'antico parapetto di colonne modellate in pietra, ci si affaccia sul mare, godendo di una suggestiva vista panoramica sulla baia di Otranto e sul porticciolo. Famoso in cartoline e quadri l'arco posto sotto il terrazzo. Il Palazzo de Mori si trova sui bastioni, nell'antico ricamo delle strette e sinuose stradine del centro storico di Otranto, a due passi dalla chiesetta bizantina di San Pietro, dal Castello Aragonese e dalla Cattedrale nota per il suo meraviglioso mosaico. Palazzo de Mori è l'antica dimora appartenuta inizialmente alla famiglia Leondari da cui ha preso il nome la vecchia via che conduce a essa, attraverso il ricamo delle strette vie del centro storico di Otranto. Più propriamente appartenne al nobile Michele Leondari, caduto durante la drammatica invasione saracena nel 1480 e riportato sui marmi che ricordano gli ottocento Martiri caduti sul Colle della Minerva e sui bassorilievi del monumento del lungomare. Il Palazzo passò quindi ai Bruni e in eredità ai de Mori tramite donna Peppina Sammarruco ved. de Mori, ved. Bruni, stimata benefattrice, figlia della nobile Saveria Nachira, di antica famiglia di Uggiano la Chiesa, cui appartenne un altro degli 800 Santi Martiri di Otranto, il colto monaco basiliano Macario Nachira, eroicamente morto per la fede, e di don Vincenzo appartenente alla famiglia otrantina dei Sammarruco che ha dato proprietari terrieri, industriali e sindaci, anche se di origine greca (cognome originario Soummakis, nobili di Zante).

Masserie[modifica | modifica wikitesto]

Masseria Cippano
  • Masseria Consalvi
  • Masseria Panareo
  • Masseria Cippano - XVI secolo
  • Masseria Creste
  • Masseria Bandino - XVIII secolo
  • Masseria dell'Orte
  • Masseria Torre Pinta
  • Masseria Ficola
  • Masseria Maramonte Nuovo
  • Masseria Muzza
  • Masseria Fagà - XVII secolo
  • Masseria Cerra
  • Masseria Murrune
  • Masseria Frassanito
  • Masseria Autigne
  • Masseria Montelauro
  • Masseria Prosperi
  • Masseria Fabrizio
  • Masseria Longa

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Torre Alfonsina e Mura[modifica | modifica wikitesto]

La torre si colloca in corrispondenza di Porta Terra, l'ingresso più antico alla vecchia città dei Martiri. La sua realizzazione si deve ad Alfonso d'Aragona, il grande liberatore della città dall'occupazione turca nel 1481[26]. Il corridoio d'ingresso è difeso da quattro saettiere a strapiombo poste sulla volta. Alla base è possibile scorgere due epigrafi recanti il nome della torre e un motto che recita SIT VIRGO MATER FORTITUDO MEA (Sia la Vergine Madre la mia fortezza).
Il grande sistema di difesa delle mura otrantine è stato oggetto, nel corso dei secoli, di numerosi rimaneggiamenti. Un primo impianto doveva essere presente già in età messapica e romana. Il tracciato attuale ricalca in parte il circuito murario edificato sotto la dominazione bizantina, successivamente risistemato dapprima da Roberto il Guiscardo nel 1081 e in seguito da Federico II nel 1228. Le continue minacce provenienti dal mare e l'importanza rivestita da Otranto in quanto Porta d'Oriente della penisola, portò anche gli Angioini e, tempo dopo, i viceré spagnoli, a fare delle mura e del castello un efficiente modello di architettura militare. Ciò fu possibile attraverso l'intervento dei migliori ingegneri e architetti militari dell'epoca, tra i quali Ciro Ciri e Francesco di Giorgio Martini.

Castello Aragonese[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello di Otranto.
Il castello di Otranto

Il castello di Otranto, che diede il nome al primo romanzo gotico della storia, è in stretta relazione con la cinta muraria con cui forma un unico apparato difensivo. Fatto costruire da Alfonso d'Aragona tra il 1485 e il 1498, il castello fu ideato da Ciro Ciri con la consulenza di Francesco di Giorgio Martini. Al tempo in Piazza Castello, luogo dove si trova l'edificio, si ergevano delle fortificazioni risalenti al periodo della dominazione sveva con l'aggiunta dei ritocchi operati dai turchi intorno al 1480. Sotto la giurisdizione aragonese, il castello venne circondato da un alto fossato e l'architetto Ciro Ciri ristrutturò la struttura militare insieme alle mura della città . L'attuale Castello presenta una facies frutto di diverse trasformazioni avvenute a partire dai rifacimenti di Ciri, ma è nella seconda metà degli anni Novanta del Quattrocento che il Castello[27] fu radicalmente trasformato insieme alla Porta Alfonsina grazie all'opera di Francesco di Giorgio Martini[28] attraverso la realizzazione dei quattro massicci torrioni cilindrici angolari. Più tardi nel Cinquecento fu aggiunto lo Spuntone scarpato portando ad una planimetria organica nel 1578. Infatti, sul lato dell'edificio che si affaccia sul mare, venne aggiunto un bastione a lancia con dei baluardi esterni per avvistare l'arrivo di navi e flotte nemiche. Sul bastione sono incisi gli scudi gentilizi di Antonio de Mendoza e di Don Pedro di Toledo, allora signori della città, mentre sul portone d'ingresso è scolpito lo stemma di Carlo V.

Torri costiere[modifica | modifica wikitesto]

Torre Sant'Emiliano

Il litorale del comune di Otranto è costellato di torri difensive costruite nel XVI secolo da Carlo V per difendere il territorio dagli attacchi saraceni.

Da nord a sud sono presenti:

Esistevano in passato altre due torri andate distrutte nel XIX secolo: Torre Palascìa e Torre Badisco.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Ipogeo di Torre Pinta

Ipogeo di Torre Pinta[modifica | modifica wikitesto]

L'ipogeo di Torre Pinta, situato sotto l'omonima torre nella Valle delle Memorie, fu scoperto nel 1976. L'ipogeo, di cui non si ha una sicura datazione storica, potrebbe risalire al Neolitico e successivamente ampliato e sfruttato in varie epoche per svariate funzioni. Presenta una pianta a croce latina - dovuta probabilmente ai Basiliani che lo trasformarono in luogo di culto - costituita da un corridoio (dromos), con volta a botte forato da tante piccole cellette, terminante in un vano sferico. Le cellette, con molta probabilità, erano destinate ad accogliere le urne cinerarie dei defunti. In corrispondenza del vano sferico, dal quale si accede in tre ambienti absidati, si innalza una torre colombaia edificata nel XVII secolo in sostituzione della volta crollata. Nei pressi dell'ingresso si apre un piccolo ambiente circolare ospitante un camino.

Grotta dei Cervi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Grotta dei Cervi (Otranto).

Grotta dei Cervi è un'importante grotta naturale costiera, sita nella baia di Porto Badisco. Scoperta nel 1970, la cavità racchiude un inestimabile patrimonio archeologico: i suoi antichi abitatori hanno lasciato sulle pareti numerose testimonianze pittoriche, immagini di uomini, figure rituali, scene di caccia e animali. I graffiti sono realizzati con un impasto di ocra e guano di pipistrello, e l'importanza del sito ha suggerito la chiusura permanente della grotta.
I reperti archeologici e fossili rinvenuti costituiscono il nucleo principale del Museo Paleontologico l'Alca di Maglie.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Laghetto di bauxite

Ex cava di bauxite e Laghetto.[modifica | modifica wikitesto]

L'ex cava di bauxite e il laghetto si trovano a sud di Otranto nei pressi della baia delle Orte. La bauxite, minerale dal quale si ricava l'alluminio, veniva imbarcata nel porto cittadino in direzione negli stabilimenti di Porto Marghera, dove veniva lavorata. Il giacimento fu scoperto negli anni '40 del secolo scorso grazie al ritrovamento casuale di un grosso minerale da parte di uno studente. La cava venne definitivamente abbandonata nel 1976-78 a causa del costoso processo estrattivo. La presenza di una falda freatica, incontrata durante la fase dello scavo, ha determinato la formazione di un piccolo laghetto. La zona circostante si è quindi arricchita di piante acquatiche e paludose come la cannuccia di palude.

Laghi Alimini[modifica | modifica wikitesto]

L’ecosistema ospita numerose specie vegetali e animali ed è caratterizzata dalla presenza di due bacini circondati da vegetazione. I due bacini sono collegati attraverso un canale e danno origine a un microclima caldo umido in tutta la zona. Crescono rare specie di piante, tra cui l`orchidea di palude e la castagna d`acqua.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[29]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2019, la popolazione straniera residente era di 317 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[30]

Diffusione del dialetto salentino

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il dialetto parlato a Otranto è il dialetto salentino nella sua variante meridionale. Il dialetto salentino, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, si presenta carico di influenze riconducibili alle dominazioni e ai popoli stabilitisi in questi territori nei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi, spagnoli.

Religioni[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è sede dell'arcidiocesi di Otranto, suffraganea dell'arcidiocesi di Lecce e appartenente alla regione ecclesiastica Puglia.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

In occasione della festa di San Giuseppe si allestiscono le Tavole di San Giuseppe.

Molto sentiti dalla popolazione, sono i Festeggiamenti dei Santi Martiri Idruntini, la Festa di San Francesco da Paola, la Festa della Madonna dell'Altomare.[senza fonte]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • Biblioteca Comunale Maria Corti, Scuola Media - via Cappuccini
  • Biblioteca Antonio Corchia, Bastione dei Pelasgi - via Leondari

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

  • Scuola dell'Infanzia
  • Scuola Primaria
  • Scuola Secondaria di I grado
  • Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Museo Diocesano, Palazzo Lopez - piazza Basilica

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

«Affondare la propria origine - non necessariamente connessa alla nascita - in terra d’Otranto è destinarsi un reale-immaginario. E lì, appunto, nel primo dì di un settembre io fui nato. Otranto. Da sempre magnifico, religiosissimo bordello, casa di cultura tollerante confluenze islamiche, ebraiche, arabe, turche, cattoliche. Ne è testimone la stupenda cattedrale. Il suo favoloso mosaico figurante l’"albero della vita", dell’anno 1100

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Alba dei Popoli[modifica | modifica wikitesto]

L'Alba dei Popoli[34] è una rassegna di arte, cultura, ambiente, musica e spettacoli. La manifestazione celebra il legame della Puglia con la civiltà mediterranea.

Premio Grinzane Terra d'Otranto[modifica | modifica wikitesto]

Il Premio Grinzane Terra d'Otranto[35] è un riconoscimento internazionale sul tema del confronto interculturale. Presenta due sezioni: la prima per un'opera letteraria che tratta il tema della tolleranza e dell'integrazione e la seconda per una particolare attività nel campo della solidarietà e del dialogo.

Lapide muraria affissa ad una casa, situata nel centro storico di Otranto dedicata al capitano Giovanni Antonio Delli Falconi il quale, protesse e morì nella città otrantina durante l'attacco dei Turchi della guerra omonima

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia della Puglia.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Fa parte del club I borghi più belli d'Italia[36].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

I collegamenti stradali principali sono rappresentati da:

Il centro è anche raggiungibile dalle strade provinciali SP48 Martano-Carpignano Salentino-Otranto, SP87 litoranea Otranto-Porto Badisco-Santa Cesarea Terme, SP277 Otranto-Giurdignano, SP358 Uggiano la Chiesa-Otranto, SP366 Otranto-San Foca-San Cataldo.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La cittadina è servita da una stazione ferroviaria, capolinea della linea Lecce-Otranto delle Ferrovie del Sud Est.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
25 luglio 1988 10 agosto 1990 Salvatore Miggiano Partito Socialista Italiano Sindaco [37]
11 ottobre 1990 12 marzo 1993 Giovanni Stefanelli Partito Socialista Italiano Sindaco [37]
12 marzo 1993 23 novembre 1993 Renato Cupri Comm. pref. [37]
29 luglio 1993 22 novembre 1993 Nicola Russo Comm. straordinario [37]
23 novembre 1993 17 novembre 1997 Francesco Vetruccio lista civica Sindaco [37]
17 novembre 1997 28 maggio 2002 Francesco Bruni Forza Italia Sindaco [37]
28 maggio 2002 29 maggio 2007 Francesco Bruni Forza Italia Sindaco [37]
29 maggio 2007 7 maggio 2012 Luciano Cariddi lista civica Sindaco [37]
7 maggio 2012 11 giugno 2017 Luciano Cariddi lista civica Sindaco [37]
11 giugno 2017 12 giugno 2022 Pierpaolo Cariddi lista civica Sindaco [37]
12 giugno 2022 17 ottobre 2022 Pierpaolo Cariddi lista civica Sindaco [37]
18 ottobre 2022 15 maggio 2023 Vincenza Filippi Comm. pref. [37]
15 maggio 2023 in carica Francesco Bruni Fratelli d'Italia Sindaco [37]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio della città è il Città di Otranto, che milita nel campionato di Eccellenza pugliese.[38] [39]

La principale squadra di calcio a 5 della città è l'Idrusa Calcio Otranto femminile[senza fonte]

La principale società di pallavolo della città è la Polisportiva Città di Otranto Volley; sia la squadra femminile che quella maschile militano in Prima Divisione.[40]

La principale squadra di pallavolo femminile della città è la Polisportiva Volley Otranto, che milita in Prima Divisione.[senza fonte]

Ogni anno si Si svolge la rassegna automobilistica "Otranto Motor Expo" sul lungomare degli Eroi, che vede partecipare le più importanti case automobilistiche.[senza fonte]

Si tiene inoltre il torneo di tennis "Otranto Open", che ha luogo nei fossati del castello.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tuttitalia
  2. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 ottobre 2023 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Rohlfs 1964, p. 16.
  6. ^ (EL) A. I. Thavōrīs, Το Βελβεντό: η ιστορία του ονόματος της κωμοπόλεως και η ετυμολογία του. (Velvento: la storia del nome della città e la sua etimologia.), in Μακεδονικά (Makedonika), VI, Salonicco, Etaireia Makedonikōn Spoudōn, 1965, p. 192.
  7. ^ V. C. Galati, Turismo e villaggi turistici nella Puglia balneare del Secondo dopoguerra (1956-1993), in ASUP - Annali di Storia dell'Urbanistica e del Paesaggio, in Urbanistica per la villeggiatura e per il turismo nel Novecento a cura di F. Canali, in ASUP - Annali della Storia dell'Urbanistica e del Paesaggio, vol. 3, 2015, pp. 304-341..
  8. ^ La Gazzetta del Mezzogiorno.it
  9. ^ Esistono comunque altre convenzioni che pongono il confine fra i due mari più a sud
  10. ^ I comuni della Puglia per densità
  11. ^ Copia archiviata (PDF), su clima.meteoam.it. URL consultato il 25 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2014). Tabelle climatiche 1971-2000 dall'Atlante Climatico 1971-2000 del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare
  12. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 6 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
  13. ^ L. R. Palmer, La lingua latina, Einaudi, Torino 1977, p. 50
  14. ^ Staff del sito del Comune di Otranto, ODRA, su Staff del sito del Comune di Otranto (a cura di), https://www.comune.otranto.le.it/, Staff del sito del Comune di Otranto, 24.06.22 (h. 00.00) - 15.10.22 (h. 00.00). URL consultato il 1º agosto 2023.
    «Ci sono fonti che danno come latino Odruntum, termine tuttavia legato alla parola acqua e più precisamente al termine messapico “ODRA” appunto acqua.»
  15. ^ Rohlfs 1964, pp. 16-18.
  16. ^ F. Cardini M. Piccirillo R. Salvarani, Verso Gerusalemme. Pellegrini, santuari, crociati tra X e XV secolo,Velar, 2000
  17. ^ B. Ligorio, Amore e morte nei piyyutim della Otranto ebraica medievale tra X e XIII secolo, in «Parola e Storia» 13, anno VII n.1/2013.
  18. ^ C. Colafemmina, “Da Bari uscirà la Legge e la Parola del Signore da Otranto”. La cultura ebraica in Puglia nei secoli IX - XI, in: «Sefer Yuḥasin» anni X-XI1994-1995.
  19. ^ M. Botticini – Z. Eckstein, I pochi eletti: Il ruolo dell'istruzione nella storia degli ebrei, 40 –1492, Università Bocconi edit., Milano 2012, pp. 220-226 e 387-388; B. Ligorio, Sapere e Denaro: da Shabbatai Donnolo a Federico II, Artebaria ed., Taranto2010, p. 47; C. Colafemmina, L'itinerario pugliese di Beniamino da Tudela, in «Archivio Storico Pugliese» 28 (1975), pp. 92-93, 98-100
  20. ^ B. Ligorio, Amore e morte nei piyyutim della Otranto ebraica medievale tra X e XIII secolo, in: «Parola e Storia» 13, anno VII n.1/2013
  21. ^ Carlo Stasi, Otranto e l'Inghilterra (episodi bellici in Puglia e nel Salento), in Note di Storia e Cultura Salentina, anno XV, pp. 127–159, (Argo, Lecce, 2003) e Carlo, Stasi, Otranto nel Mondo. Dal "Castello" di Walpole al "Barone" di Voltaire (Editrice Salentina, Galatina 2018).
  22. ^ Carlo Stasi, op. cit..
  23. ^ Roberto Cotroneo, Otranto, Mondadori, 2009
  24. ^ Copia archiviata, su comune.otranto.le.it. URL consultato il 9 novembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2012).
  25. ^ La tela di Lavinio Zoppo, su patrimoniolatente.eu.
  26. ^ ALFONSO II d'Aragona, re di Napoli, su treccani.it. URL consultato il 18 luglio 2017.
  27. ^ F. Canali e V. C. Galati, Architetture e ornamentazioni dalla Toscana agli 'Umanesimi baronali' del Regno di Napoli /(1430-1510), in «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», vol. 7-8, 2000-2001, pp. 67-87.
  28. ^ V. C. Galati, Francesco di Giorgi oMartini e le strutture fortificate della Puglia aragonese, in «Bollettino della Società di Studi Fiorentini», vol. 11, 2002, pp. 108-132.
  29. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  30. ^ Dati Istat
  31. ^ Carlo Stasi, Otranto nel Mondo. Dal "Castello" di Walpole al "Barone" di Voltaire (Editrice Salentina, Galatina 2018) ISBN 978-88-31964-06-7.
  32. ^ Ricalca la fama, diffusasi nella letteratura di fine secolo grazie al famoso romanzo, la scelta del titolo del ministro di polizia di Napoleone, Joseph Fouché, nominato appunto Duca d'Otranto dall'Imperatore dei francesi: esso rappresenta un classico dell'araldica napoleonica, essendo del tutto svincolato da precedenti nobiliari della località, ma anche una scelta dettata dalle reminiscenze letterarie collegate alla località, che apparteneva al regno di Napoli e giustificò pertanto un'investitura "in partibus" (usualmente conferita, in araldica, su territori occupati da potenze nemiche e non certo per un regno amico come quello di Giuseppe Napoleone e Gioacchino Murat).
  33. ^ La prima traduzione italiana testo a fronte si trova in Carlo Stasi, Otranto nel Mondo. Dal "Castello" di Walpole al "Barone" di Voltaire (Editrice Salentina, Galatina 2018) ISBN 978-88-31964-06-7.
  34. ^ Popoli - Otranto Festival. Alba dei popoli - Città di Otranto. Un'iniziativa per accogliere il nuovo anno dalla città più ad est d'Italia. Alba dei Popoli - Luce d'Oriente - Città di Otranto, su www.otranto.biz. URL consultato il 3 agosto 2023.
  35. ^ Premio Grinzane Terra d'Otranto Archiviato il 26 febbraio 2008 in Internet Archive.
  36. ^ Sito del Club I Borghi più Belli d'Italia, su borghitalia.it. URL consultato l'8 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2007).
  37. ^ a b c d e f g h i j k l m http://amministratori.interno.it/
  38. ^ Scheda Otranto - Eccellenza Girone Unico Puglia - 2019-20
  39. ^ Scheda Hydruntum 2014 - Seconda Categoria Girone C Puglia - 2018-19
  40. ^ FIPAV - Comitato Provinciale di Lecce | Home Page

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alfredo Mantovano, Altro che leonessa d'Italia. Così Otranto salvò Roma, Il Foglio, 14 luglio 2007.
  • Otranto nel Medioevo. Tra Bisanzio e l'Occidente, hg. v. Hubert Houben, Galatina (Congedo) 2007 (Saggi e testi / Università degli studi del Salento, Dipartimento dei beni delle arti e della storia 33) ISBN 978-88-8086-737-1
  • AA.VV.,Excavations at Otranto, Collana del Dipartimento di Scienze dell'Antichità, Università di Lecce, Congedo, Galatina, 1992
  • Russo Fernando, Otranto. I segni della città, Edizioni Romanae, 2002
  • Grazio Gianfreda, Otranto nascosta. Archeologia, grotte, villaggi rupestri, cripte, chiese, Edizioni del Grifo, 1997
  • Grazio Gianfreda, Otranto, castello e fortificazioni. Da luoghi di difesa a spazi di accoglienza, Edizioni del Grifo, 2008
  • Guida di Otranto. La città, il territorio, la costa, Congedo, Galatina, 1992
  • Giuseppe Mariano, Otranto, l'alba del 1480, Besa Editrice, 2007

Articoli[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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