Pagliara (famiglia)

Pagliara
D'azzurro a tre losanghe d'oro vuote, poste in banda, alla bordura dentata d'oro.
StatoBandiera dell'Italia Italia
Casata di derivazioneConti dei Marsi
Titoli
FondatoreBenedetto Berardi
Ultimo sovranoMatteo "Policarpo" Pagliara
Claudia Pagliara
Data di fondazioneXI secolo
Data di estinzione1645 circa
Confluita inCioffi
EtniaItaliana

La famiglia Pagliara (anticamente Palladoro[1] o Palearia[1], talvolta preceduti dalle preposizioni da, della, de o di) è stata una famiglia nobile italiana[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta dei resti del castello di Pagliara, principale dimora della famiglia, ubicato nei pressi di Isola del Gran Sasso d'Italia

Famiglia originatasi dai Conti dei Marsi, quantunque non manchino autori che senza alcun fondamento la considerano di origine normanna, e per la precisione, discendente dal ramo dei conti di Lesina della famiglia Gentile, ramo estinto[3]. Trasse il nome dal feudo di Pagliara, anticamente denominato Palladoro o Palearia, parte del comune di Isola del Gran Sasso d'Italia, posseduto dalla famiglia sin dall'epoca della sua fondazione[A 1], avvenuta nell'XI secolo con Benedetto Berardi[1]. Nel corso dei secoli ha posseduto un totale di almeno 7 feudi[4]. Ha inoltre goduto di nobiltà a Salerno nel Seggio di Portaretese[4]. Si estinse intorno al 1645 con gli ultimi discendenti Matteo e Claudia Pagliara, il primo dei quali fu chierico regolare teatino con il nome di Policarpo, mentre la seconda andò in sposa a Giovan Tommaso Cioffi[5]. Portava uno stemma d'azzurro a tre losanghe d'oro vuote, poste in banda, alla bordura dentata d'oro, nelle cui losanghe aggiunse poi per concessione dei sovrani francesi un giglio d'oro[4].

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è riportato l'albero genealogico della famiglia Pagliara dal fondatore Benedetto, vissuto nell'XI secolo, fino alla seconda metà del XIII secolo, per la maggior parte ricostruito secondo quanto riportato dallo storico Niccola Palma[6]:

 Benedetto[A 2]
 
    
 ?
 ?
 ?
Oderisio[A 3]
   
       
 ?
 Gionata[A 16]
Rainaldo[A 20]
Berardo[A 21]
Nicola[A 22]
Egidio[A 23]
Colomba[A 24][7]
  
  
 ?
 Gualtiero[A 17]
  
   
 ?
Oderisio[A 18]
Galgano[A 19]
 
  
 ?
Gualtiero[A 4]
 
   
 ?
Oderisio[A 5]
 Gentile
  
     
Gualtiero[A 6]
Manerio[A 7]
Gentile[A 8]
?[A 9]
?
  
   
Tommasa[A 10]
 ?
Gualtiero[A 11]
 
   
 Gualtiero[A 12]
Berardo[A 13]
Gemma
  
  
 Tommasa[A 14]
Federico[A 15]

Famiglia Collepietro[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Pagliara era conosciuta anche come famiglia Collepietro (anticamente Collepetrano, talvolta preceduta dalla preposizione di) nelle sue diramazioni iniziali per il possesso che avevano i membri che le costituivano del feudo di Collepietro[1]. Le famiglie Pagliara e Collepietro costituiscono quindi la stessa casata, usano entrambe lo stesso stemma e sono riportate nelle bibliografie anche come Collepietro-Pagliara, Collepietro-Palearia o Collepietro-Palladoro[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni
  1. ^ Nel Catalogus baronum era presente un Oderisio de Collepetrano che in Penne possedeva Insulam e Paleariam, oltre alle località di Castelli, Forca di Valle, Tossicia, ecc.
  2. ^ Membro della famiglia dei Berardi, entrato nell'XI secolo in possesso della contea di Pagliara, cambiò il proprio cognome con il nome del feudo, fondando così la famiglia Pagliara. Per il possesso della signoria di Collepietro era anche denominato col nome di Collepietro.
  3. ^ Fu abate e cardinale dell'Abbazia di San Giovanni in Venere.
  4. ^ Attestato nel 1175.
  5. ^ Fu abate e cardinale dell'Abbazia di San Giovanni in Venere. Morì nel 1204.
  6. ^ Fu vescovo e gran cancelliere del Regno di Sicilia. Nacque a Pagliara nella seconda metà del XII secolo e morì a Roma nel 1231.
  7. ^ Fu conte di Manoppello.
  8. ^ Fu conte di Manoppello.
  9. ^ Contessa di Manoppello di cui non se ne conosce l'identità, si sposò con Pietro Berardi.
  10. ^ Si sposò con Diopoldo di Schweinspeunt.
  11. ^ Fu logoteta del Regno di Sicilia.
  12. ^ Fu conte di Manoppello e Pagliara. Nacque a Pagliara prima del 1222 e morì prima del 1266.
  13. ^ Morì il 15 giugno 1232 nella battaglia di Agridi.
  14. ^ Si sposò nel 1276 con ? Orsini.
  15. ^ Si sposò il 12 dicembre 1262 con ? Maletta.
  16. ^ Fu signore di Collepietro.
  17. ^ Fu signore di Collepietro.
  18. ^ Fu conte di Pagliara, signore di Basciano, Carapelle Calvisio, Castelli, Collalto, Collepietro, Forca di Valle, Penne, Tossicia e Vico, e nel 1148 giustiziere sotto il re del Regno di Sicilia Ruggero II. Morì prima del 1176.
  19. ^ Fu signore di Caporciano, Castiglione Messer Raimondo, Cermignano e Collepietro.
  20. ^ Fu signore di Luco.
  21. ^ Fu vescovo della Diocesi di Teramo. Nacque a Pagliara nella seconda metà dell'XI secolo e morì a Teramo il 19 dicembre 1123. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
  22. ^ È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
  23. ^ È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
  24. ^ Nacque a Pagliara nel 1100 e morì nel 1116. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica.
Riferimenti
  1. ^ a b c d e Palma (1832), cap. 26, passim.
  2. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 128; Engenio Caracciolo et al. (1671), p. 247; Morico (2016)passim.
  3. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 3, p. 179 e vol. 6, p. 128; Engenio Caracciolo et al. (1671), p. 247.
  4. ^ a b c Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 128.
  5. ^ Candida Gonzaga (1875), vol. 6, p. 128; Donnorso (1740), p. 235; Engenio Caracciolo et al. (1671), p. 155; Palma (1832), p. 146.
  6. ^ Palma (1832), pp. 145-147.
  7. ^ Santa Colomba, su santiebeati.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Berardo Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili delle province meridionali d'Italia, vol. 3 e 6, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1875, ISBN non esistente.
  • Vincenzo Donnorso, Memorie istoriche della fedelissima, ed antica città di Sorrento, Napoli, Domenico Roselli, 1740, ISBN non esistente.
  • Cesare d'Engenio Caracciolo, Enrico Bacco, Ottavio Beltrano e al., Breve descrittione del Regno di Napoli, Napoli, Ottavio Beltrano e Novello de' Bonis, 1671, ISBN non esistente.
  • Walter Morico, Palear la dinastia dei maestri di Federico II, Roma, Streetlib, 2016, ISBN 978-8892598805.
  • Niccola Palma, Storia ecclesiastica e civile della regione più settentrionale del Regno di Napoli detta dagli antichi Praetutium, ne' bassi tempi Aprutium oggi città di Teramo e diocesi aprutina, vol. 1, Teramo, Ubaldo Angeletti, 1832, ISBN non esistente.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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