Palazzo Bovara

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Palazzo Bovara
Palazzo municipale
Facciata del palazzo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàLecco
IndirizzoPiazza Armando Diaz, 1
Coordinate45°51′20.3″N 9°23′35.52″E / 45.855639°N 9.3932°E45.855639; 9.3932
Informazioni generali
Condizioniin uso
Costruzione1836 - 1852
Inaugurazione1843
StileNeoclassico
Usodal 1900 al 1928 Tribunale poi sede del Comune di Lecco
Piani2
Realizzazione
ArchitettoGiuseppe Bovara
ProprietarioComune di Lecco

Palazzo Bovara è un edificio ottocentesco di Lecco; attualmente e dal 1928 rappresenta la sede dell'amministrazione comunale della città di Lecco, dopo essere stato il primo ospedale[1] civile e, dal 1900 al 1928, tribunale.
Il suo nome deriva da Giuseppe Bovara, l'architetto che lo progettò e può trarre in inganno pensando all'altro palazzo Bovara (casa natale dell'architetto) ed a Villa Bovara, villa patrizia anch'essa realizzata dall'architetto.

Il palazzo fu progettato nel 1836[1] su commissione di Vittorio Cremona, Pompeo Redaelli e Antonio Muzzi per divenire il primo ospedale moderno di Lecco. I lavori si interruppero bruscamente nel 1843 a causa della scarsità dei fondi e per tanto, del progetto originario, fu completata solo una delle quattro corti. Solo nel 1854 verrà completata la facciata dell'edificio che affaccia su piazza Diaz su di un lato e su piazza Lega Lombarda da un altro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La parte più antica di Palazzo comunale fu progettata intorno al 1830 dall'architetto lecchese Giuseppe Bovara, autore anche del Teatro della Società e della Basilica di San Nicolò, oltre che di altri importanti monumenti della città. Il progetto originario era molto più ampio di quello che venne poi concretamente realizzato: per l'esattezza l'attuale municipio è la quarta parte della costruzione progettata che, inaugurata nel giugno 1843, fino ai primi del Novecento fu la sede dell'ospedale cittadino e poi, per i successivi 20 anni, del Tribunale e dei Musei Civici di Lecco.

il 13 aprile 1928 Re Vittorio Emanuele III lo inaugurò come sede del municipio della città di Lecco a seguito della creazione della Grande Lecco cioè dall'unificazione di tutti gli ex comuni della conca lecchese avvenuta fra il 1923 e e il 1928 che attualmente formano i rioni. Un'unificazione resa necessaria, nonostante l'opposizione causata dalla propria autonomia di alcuni ex comuni, dall'evoluzione che la città e i comuni limitrofi avevano subito, in particolare nel corso della seconda metà dell'Ottocento e nei primi anni del XX secolo.

I lavori per adattare l'ex-ospedale a sede dell'amministrazione comunale furono progettati dall'ingegnere Iosto Braccioni e durarono circa due anni durante i quali la Cappella del vecchio ospedale venne riattata per ospitare oggi la Sala del Consiglio Comunale.[2]

Fino ad allora il palazzo civico era ubicato altrove e precisamente:

  • fino al 1852, in Piazza S. Marta
  • dal 1852 al 1862, in Via Contrada Larga, 214 (oggi Via Cavour, 41)
  • dal 1862 al 1893, in Piazza del Mercato (oggi Piazza XX Settembre)
  • dal 1893 al 1928, presso il Palazzo Ghislanzoni, in Via Roma 51.

Da allora le esigenze dell'ente locale e le sue competenze si sono notevolmente ampliate come la costruzione dei fabbricati annessi al primitivo edificio che ospitano attualmente gli uffici dell'anagrafe.

Sul lato opposto rispetto all'ingresso del cortile di Palazzo municipale sono poste due lapidi, entrambe importanti per la storia del comune in quanto ne ricordano due tappe fondamentali. La prima fu posta nel 1958 e celebra il 110º anniversario dell'elevazione di Lecco al rango di città, riconoscimento attribuito nel 1848 dal Governo Provvisorio della Lombardia per i meriti conseguiti dai patrioti lecchesi nel corso delle Cinque giornate di Milano che li videro protagonisti fin dalle prime ore in soccorso ai milanesi insorti contro il Governo Austriaco. Con il ritorno degli austriaci, tuttavia, Lecco venne nuovamente declassata a borgo fino a che, con il conseguimento dell'Unità d'Italia, venne definitivamente riconosciuta città. La seconda lapide ricorda invece un episodio della storia più recente e precisamente il conferimento alla città della Medaglia d'argento al valor militare per attività partigiana per la partecipazione alla Lotta di Liberazione dal 1943 al 1945, concessa con decreto del Presidente della Repubblica del 19 settembre 1974 e consegnata in una memorabile cerimonia allo stadio comunale Rigamonti-Ceppi dall'allora Presidente della Camera On. Sandro Pertini.[3][4]

Sulla facciata del palazzo, in posizione centrale, è stata posta nel 1932 la riproduzione in marmo dello stemma del comune ad opera dello scultore lecchese Luigi Milani.[5]

L'ambiguità della denominazione[modifica | modifica wikitesto]

Anche se è ormai entrata nell'uso giornalistico, si tratta di una denominazione errata, coniata negli anni Novanta dal settimanale Il giornale di Lecco contro la quale, a suo tempo, si espresse lo studioso ed esperto Gianfranco Scotti. Del resto, la stessa guida rossa del Touring club parla semplicemente di Municipio. Pertanto, se proprio si volesse usare il termine Palazzo, sarebbe quindi opportuno parlare di Palazzo civico.

A documentare l'introduzione della denominazione è il Giornale di Lecco del 13 marzo 1995 che pubblica una lettera di Gianfranco Scotti:

«Da qualche tempo è invalsa l'abitudine, nella stampa locale, di denominare "Palazzo Bovara" la sede del Comune di Lecco. Trovo del tutto fuori luogo tale denominazione in quanto priva di qualsiasi giustificazione logica. Il Palazzo del Comune non si è mai chiamato così per la semplice ragione che non è mai appartenuto a una famiglia di questo cognome: la sede del Comune di Como è detta "Palazzo Cernezzi" perché fu un tempo la dimora di questa nobile famiglia comasca; lo stesso dicasi per la sede del Comune di Pavia chiamata "Palazzo Mezzabarba". Nel caso di Lecco, l'edificio fu progettato intorno al 1840 dall'architetto Giuseppe Bovara, com'è noto, e destinato a sede dell'Ospedale e tale rimase fino al 1900, quando fu eretto il nuovo Ospedale di via Ghislanzoni. Bovara è stato quindi il progettista e non il proprietario dell'attuale Palazzo del Comune. Sarebbe come se si chiamasse "Villa Piermarini" la villa Reale di Monza solo perché progettata dal grande architetti folignate (...)»

Nella risposta allo studioso, il Giornale di Lecco ammette l'abuso e spiega:

«Accogliamo di buon grado le Sue precisazioni. Ci permettiamo di farle notare che se la dizione "Palazzo Bovara" non è propriamente coretta per indicare il Municipio, consente a chi scrive di evitare eccessive ripetizioni che un lettore attento potrebbe trovare cacofoniche.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Touring club italiano, Le province di Como e Lecco: il Lario, le ville, i parchi, Bellagio, Menaggio, Varenna, Touring Editore, 2003, p. 93, ISBN 978-88-365-2919-3. URL consultato il 18 dicembre 2021.
  2. ^ Cenni storici del Palazzo comunale (PDF), su lecco.lc-card.it. URL consultato il 31 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2016).
  3. ^ Decreto del Presidente della Repubblica (PDF), su comune.lecco.it. URL consultato il 20 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 dicembre 2013).
  4. ^ Descrizione storica sul conferimento della medaglia al valore, su scoprilecco.it. URL consultato il 20 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2012).
  5. ^ Tiziana Rota, Sculture all'aperto, Grafiche Cola, 2009, pp. 124-125.

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