Palazzo Fibbioni

Palazzo Fibbioni
Palazzo Fibbioni, restaurato, nel 2014.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneAbruzzo
LocalitàL'Aquila
Indirizzovia San Bernardino
Coordinate42°21′02.6″N 13°24′00″E / 42.350722°N 13.4°E42.350722; 13.4
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Stilerinascimentale
Usosede del Comune dell'Aquila (2015-2023), uffici comunali (2023-)
Realizzazione
ProprietarioFondazione Fibbioni

Palazzo Fibbioni, citato talvolta come Palazzo Fibbioni Lopez, è un palazzo storico dell'Aquila.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Era il palazzo principale dell'omonima famiglia il cui capostipite, Bertolomeo del Secco, si trasferì all'Aquila nel XVI secolo dalla provincia di Novara ricevendo qui il soprannome di «Fibbione».[1] La famiglia si è estinta sul finire del XIX secolo[1] e le ultime eredi, Teodora ed Agnese Fibbioni, decisero nel 1899 di istituire un'apposita fondazione per la gestione e la tutela della struttura.[2]

L'edificazione del palazzo è riconducibile agli ultimi anni del XVI secolo (Giambattista Fibbioni, figlio di Bartolomeo vi abitava già nel 1578[1]) ed è considerato uno dei primi esempi di architettura civile aquilana di stampo rinascimentale.[3]

Lesionato già dal terremoto del 1703,[4] è stato nuovamente danneggiato dal sisma del 2009 venendo poi restaurato a partire dal 2012. I lavori si sono conclusi nell'agosto del 2014. Dal 2015 al 2023 ha ospitato la sede municipale in attesa del restauro di Palazzo Margherita; attualmente, ospita alcuni uffici comunali.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Posto proprio sull'incrocio detto dei Quattro Cantoni, centro del sistema cardo-decumanico, il palazzo costituisce un unico aggregato con il contiguo palazzo Lopez tanto che non è raro riferirsi alla struttura con il nome unificato di palazzo Fibbioni Lopez.[2]

È caratterizzato da due prospetti pubblici di cui il principale volto su via San Bernardino e il secondario su corso Vittorio Emanuele; entrambe le facciate sono tripartite orizzontalmente con quella principale, probabilmente modificata nei secoli successivi, recante un portale bugnato databile al XVI o XVII secolo.[3] Nel prospetto di via San Bernardino le aperture, tutte di stampo classico quadrangolare, sono raggruppate al centro in corrispondenza del portale.[3] L'interno presenta alcuni soffitti lignei tra i più importanti della città, con dipinti ad opera di Giovan Paolo Cardone, allievo di Pompeo Cesura.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Colapietra, p. 227.
  2. ^ a b c Giovanni Baiocchetti, Palazzo Fibbioni, un altro gioiello restituito alla città, in ilcapoluogo.globalist.it, 29 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  3. ^ a b c Moretti e Dander, p. 76.
  4. ^ Clementi e Piroddi, p. 119.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alessandro Clementi e Elio Piroddi, L'Aquila, Bari, Laterza, 1986.
  • Raffaele Colapietra, L'Aquila: i palazzi, con Mario Centofanti, Carla Bartolomucci e Tiziana Amedoro, L'Aquila, Ediarte, 1997.
  • Mario Moretti e Marilena Dander, Architettura civile aquilana dal XIV al XIX secolo, L'Aquila, Japadre Editore, 1974.
  • Touring Club Italiano, L'Italia - Abruzzo e Molise, Milano, Touring Editore, 2005.

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