Partito Progressista Democratico (Taiwan)

Partito Progressista Democratico
民主進步黨
Mínzhǔ Jìnbù Dǎng
LeaderLai Ching-te
SegretarioHsu Li-ming
StatoBandiera di Taiwan Taiwan
SedeTaipei
Fondazione28 settembre 1986
IdeologiaNazionalismo taiwanese[1][2][3][4]
Liberalismo sociale[5][6][7]
Progressismo[8][9][10][11]
Anticomunismo[1][12][13]
Ambientalismo[14][15][16]
CollocazioneCentro/Centro-sinistra[17]
CoalizionePan-verde
Affiliazione internazionaleInternazionale Liberale
Seggi Yuan legislativo
51 / 113
(2024)
Iscritti238.664 (2023[18])
Sito webwww.dpp.org.tw/

Il Partito Progressista Democratico (PPD) è un partito politico di Taiwan. È attualmente il partito di maggioranza, che controlla sia la presidenza sia lo Yuan Legislativo. Il PPD è anche il partito principale della coalizione pan-verde.

Fondato nel 1986, il PPD è uno dei due maggiori partiti di Taiwan, insieme al Kuomintang, storicamente dominante. Tradizionalmente è stato associato ad una forte difesa dei diritti umani e ad un'identità distinta di Taiwan. L'attuale leader del partito è Lai Ching-te, subentrato in seguito alle dimissioni della presidente in carica Tsai Ing-wen.[19] Il PPD è membro di lunga data dell'Internazionale Liberale e membro fondatore del Consiglio dei liberali e dei democratici asiatici. Ha rappresentato Taiwan nelle Nazioni e Organizzazioni non rappresentate. Il PPD è più disposto ad aumentare le spese militari rispetto al Kuomintang.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le radici del PPD erano in opposizione alla regola autoritaria del Kuomintang di avere un solo partito. Il PPD fu fondato come il movimento "fuori dal KMT". Il partito fu fondato come partito alternativo il 28 settembre 1986 quando diciotto membri fondatori si sono incontrati al Grand Hotel Taipei.[20] Un totale di 132 persone hanno aderito al partito quel giorno.[21]

2000-2008: nel governo di minoranza[modifica | modifica wikitesto]

Il PPD ha vinto la presidenza con l'elezione di Chen Shui-bian nel marzo 2000, terminando più di mezzo secolo di predominio del KMT a Taiwan. Chen ha ammorbidito la posizione del partito sull'indipendenza per appellarsi a elettori moderati, per placare gli Stati Uniti e la Cina. Ha anche promesso di non cambiare i simboli di stato della Repubblica di Cina e dichiarare l'indipendenza formale finché la Repubblica Popolare cinese non ha attaccato Taiwan.

Il PPD è diventato il più grande partito nello Yuan Legislativo per la prima volta nel 2002 dopo le elezioni legislative del 2001.

Il PPD ha subito una sconfitta elettorale significativa nelle elezioni nazionali e regionali a livello nazionale nel dicembre 2005. La coalizione pan-azzurra ha ottenuto 16 dei 23 seggi della contea e della città sotto la guida del sindaco di Taipei e del presidente del partito del KMT Ma Ying-jeou.

Il premier Frank Hsieh, organizzatore elettorale PPD ed ex sindaco di Kaohsiung ha dato le dimissioni verbali per due volte dopo le elezioni, ma le sue dimissioni non sono state accettate dal presidente Chen fino al 17 gennaio 2006 dopo che il mandato della presidenza del PPD era terminata. L'ex presidente del PPD Su Tseng-chang è stato nominato per sostituire Hsieh come Primo Ministro. Hsieh e il suo governo si sono dimessi in massa il 24 gennaio per far posto a Su e al suo nuovo Consiglio dei Ministri.

Identità separata[modifica | modifica wikitesto]

Il 30 settembre 2007, il Partito Democratico Progressista di Taiwan ha approvato una risoluzione che affermava un'identità separata dalla Cina e che chiedeva l'emanazione di una nuova costituzione per una "nazione normale".[22]

2008-2016: in opposizione[modifica | modifica wikitesto]

Nelle elezioni nazionali tenutesi nei primi mesi del 2008 il PPD vinse meno del 25% dei seggi nel nuovo Yuan Legislativo mentre il suo candidato presidenziale, ex sindaco di Kaohsiung Frank Hsieh, ha perso contro il candidato del KMT Ma Ying-jeou con un ampio margine (41,55% vs 58,45%).

2016: nel governo di maggioranza[modifica | modifica wikitesto]

Il 16 gennaio 2016, a Taiwan si è tenuta un'elezione generale per la sua presidenza e per lo YL. Il PPD ha guadagnato il posto presidenziale, con l'elezione di Tsai Ing-wen, che ha ricevuto il 56,12% dei voti, mentre il suo avversario Eric Chu, del KMT, ha guadagnato il 31,2%. Inoltre, il PPD ha guadagnato la maggioranza nello Yuan Legislativo, vincendo 68 seggi nella legislatura a 113 seggi.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il Congresso Nazionale del Partito sceglie, per due anni, i 30 membri del Comitato Esecutivo Centrale e gli 11 membri del Comitato Centrale di Revisione. Il Comitato Esecutivo Centrale, a sua volta, sceglie i 10 membri del Comitato Centrale Permanente. Il PPD dal 2012 dispone inoltre di un "Comitato per gli Affari della Cina" per affrontare le relazioni tra lo stretto.

Fazioni interne[modifica | modifica wikitesto]

Per molti anni il Partito Progressista Democratico ha riconosciuto ufficialmente diverse fazioni all'interno, come la fazione New Tide, la fazione Formosa, la fazione della Justice Alliance e la fazione dell'Alleanza di Stato.

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni Voti Seggi
Generali 1986
12 / 100
Generali 1989
21 / 130
Generali 1992 2.944.195
51 / 161
Generali 1995 3.132.156
54 / 164
Generali 1998 2.966.834
70 / 225
Generali 2001 3.447.740
87 / 225
Generali 2004 3.471.429
89 / 225
Generali 2008 3.775.352
27 / 113
Generali 2012 5.763.186
40 / 113
Generali 2016 5.416.683
68 / 113
Generali 2020 6.383.783
61 / 113
Generali 2024 4.981.060
51 / 113

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Carin Holroyd, Introducing East Asia: History, Politics, Economy and Society, Routledge, 28 dicembre 2020, ISBN 978-1-317-40992-2. URL consultato il 14 settembre 2023.
  2. ^ (EN) Declining Taiwanese identity?, su Asia Dialogue, 8 febbraio 2019. URL consultato il 14 settembre 2023.
  3. ^ (EN) Linda van der Horst, The Evolution of Taiwanese Identity, su The Diplomat, 10 giugno 2016. URL consultato il 14 settembre 2023.
  4. ^ (EN) Charlie Campbell, Taiwan’s New President Reflects The Island’s Changing Identity, su Time, 21 gennaio 2016. URL consultato il 14 settembre 2023.
  5. ^ (EN) Kuo Yu-Ying, Policy Analysis in Taiwan, Policy Press, 1º marzo 2018, ISBN 978-1-4473-4745-3. URL consultato il 14 settembre 2023.
  6. ^ (EN) Michael Casey, Time to Start Worrying about Taiwan, su The National Interest, 12 giugno 2016. URL consultato il 14 settembre 2023.
  7. ^ (EN) Taiwan International Review, Democratic Progressive Party of Taiwan, Mission in the United States, 1999. URL consultato il 14 settembre 2023.
  8. ^ (EN) Kelvin Chen, Democracy prevails in Taiwan, su Taiwan News, 12 gennaio 2020. URL consultato il 14 settembre 2023.
  9. ^ (EN) Bryan Ying, With Tsai's Inauguration Over - The Work Begins, su The Taiwan Times, 22 maggio 2020. URL consultato il 14 settembre 2023.
  10. ^ (EN) Milo Hsieh, Why Do Taiwanese Empathize With Hong Kong Protesters?, su The News Lens International Edition, 21 novembre 2019. URL consultato il 14 settembre 2023.
  11. ^ (EN) Nick Aspinwall, Progressives: Taiwan Would Like Your Attention, in The Nation, 9 gennaio 2020. URL consultato il 14 settembre 2023.
  12. ^ (EN) Chi Su, Taiwan's Relations with Mainland China: A Tail Wagging Two Dogs, Routledge, 11 settembre 2008, ISBN 978-1-134-04042-1. URL consultato il 14 settembre 2023.
  13. ^ (ZH) 直面兩岸爭議題 賴清德:民進黨反共不反中, su 大紀元時報 香港|獨立敢言的良心媒體, 24 dicembre 2019. URL consultato il 14 settembre 2023.
  14. ^ (EN) Simona Grano, Environmental issues facing Taiwan, su Brookings, 9 novembre 2015. URL consultato il 14 settembre 2023.
  15. ^ (EN) Chen Yun, Tsai reiterates net zero emissions goal - Taipei Times, su Taipei Times, 6 giugno 2023. URL consultato il 14 settembre 2023.
  16. ^ (EN) President Tsai Ing-wen's Energy Transition Promises: What Taiwanese Hope to See in the Next Four Years, su rsprc.ntu.edu.tw, 5 giugno 2020. URL consultato il 14 settembre 2023.
  17. ^ (EN) Kevin Lin e Michael Haack, Viewing Taiwan From the Left, in Jacobin Magazine, 1º ottobre 2020. URL consultato il 22 agosto 2023 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2020).
  18. ^ [1]
  19. ^ (EN) Taiwan President Tsai Ing-wen resigns as party leader over election results, su SBS News, 26 novembre 2022. URL consultato il 14 settembre 2023.
  20. ^ (EN) Lu Hsin-hui Lu e Chung-han Kuo, DPP should clarify its cross-strait policy: founding member, Central News Agency. URL consultato il 12 agosto 2017.
  21. ^ (EN) Li-hua Chung e Jonathan Chin, DPP members say party must discuss core values, in Taipei Times. URL consultato il 12 agosto 2017.
  22. ^ (EN) AP, Taiwan Party Asserts Separate Identity

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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