Patachou

Patachou
NazionalitàBandiera della Francia Francia
GenereChanson
Cabaret
Periodo di attività musicale1950 – 1980
Studio2

Patachou, pseudonimo di Henriette Ragon (Parigi, 10 giugno 1918Neuilly-sur-Seine, 30 aprile 2015), è stata una cantante e attrice francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Patachou e il suo secondo marito Arthur Lesser, l'11 novembre 1962 all'aeroporto di Amsterdam-Schiphol.

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Maurice Ragon e Marie-Célestine Vizet[1], Henriette Ragon cresce a Parigi. Svolge alcuni mestieri, dattilografa poi impiegata in una fabbrica della Gnome et Rhône durante la seconda guerra mondiale, dove conosce un ingegnere, Jean Billon, che sposa e da cui ha un figlio, il musicista e cantautore Pierre Billon[2].

In seconde nozze sposerà poi il produttore cinematografico statunitense Arthur Lesser[1].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Per qualche tempo venditrice di scarpe, pasticcera, antiquaria, nel 1948 apre con il marito una sala da tè al 13 di rue du Mont-Cenis a Montmartre, nel retro di una panetteria, e la chiama Chez Patachou, poi trasformandola in un ristorante, dove assume un fisarmonicista per l'intrattenimento. I clienti trovano che lei abbia una voce adorabile e si cimenta quindi con successo nel canto. I giornalisti parigini le danno il soprannome del suo locale, Patachou. Nel 1950 registra i suoi primi dischi.

La sua carriera e il suo locale hanno un grande successo e un'importante influenza sulla canzone francese.

Georges Brassens inizia "da Patachou" nel gennaio 1952, condottovi da un amico di Sète, Pierre Galante, giornalista di Paris Match. La prima sera in cui Brassens è presente, lei canta Brave Margot e Les Amoureux des bancs publics e invita il suo pubblico a fermarsi alla fine dello spettacolo per scoprire l'autore di queste canzoni. Brassens sale quindi sul palco del cabaret e canta, tra gli altri, Le Gorille e Putain de toi, che Patachou riteneva di non poter eseguire da sola.[3] Il 23 dicembre 1952, nello studio Chopin-Pleyel, registra nove brani per l'album Patachou chante Brassens, che include un'esclusiva Le Bricoleur (boîte à outils) e un duetto con lui, Maman, Papa.

Jacques Brel canta da Patachou per tre anni[4] (il suo nome compare sulla targa commemorativa apposta il 22 novembre 2016 sull'edificio al 13 di rue du Mont-Cenis[5]).

Tra i molti artisti che si esibiscono nel suo locale vi sono Édith Piaf, Charles Aznavour, Hugues Aufray, Michel Sardou[6], così come Claude Nougaro e Romuald.

La sua carriera decolla nel 1950 con i suoi primi dischi. Canta, sotto il nome di "Lady Patachou", all'ABC, poi al Bobino, poi in tournée in Francia e nel mondo. Dal 1953 è al Palladium di Londra, al Waldorf-Astoria e alla Carnegie Hall di New York, in tutte le principali città degli Stati Uniti, e a Montréal, nel Medio Oriente e Hong Kong.

Nel 1958 registra un disco di canzoni di Aristide Bruant sotto la direzione artistica di Boris Vian. Nel 1959 pubblica un disco intitolato La chose ou les ratés de la bagatelle.

All'inizio degli anni 1970 tiene concerti in Giappone e in Svezia, dove il suo registro beffardo e tipicamente parigino suscita l'entusiasmo.

In parallelo ha una carriera come attrice. A partire dagli anni 1950 appare sia al cinema sia a teatro, in particolare chiamata da Jean Renoir per French Cancan, nel 1954, e da Sacha Guitry. Dagli anni 1980 Patachou aumenta la presenza al cinema ma anche in televisione, con alcune interpretazioni molto note, tra cui la sua terrificante "matriarca" in sedia a rotelle nella serie Orages d'été, o la temuta zia di un assassino, nel film TV Pris au piège, la quale manipola un commissario di polizia e fa condannare un innocente.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Tomba nel cimitero di Père-Lachaise.

Muore il 30 aprile 2015 nella sua casa di Neuilly-sur-Seine, a 96 anni[6][7].

Dopo il suo funerale celebrato il 7 maggio 2015, nella chiesa Saint-Justin a Levallois-Perret, alla presenza di numerose personalità[8], è poi sepolta nella seconda divisione del cimitero di Père-Lachaise[9].

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • 1960: Impasse de la fidélité di Alexandre Breffort, regia di Jean-Pierre Grenier, théâtre des Ambassadeurs
  • 1985: Le Sexe faible di Édouard Bourdet, regia di Jean-Laurent Cochet, teatro Hébertot, Isabelle
  • 1990: Intere giornate sugli alberi di Marguerite Duras, regia di Jean-Luc Tardieu, Centro culturale Loire-Atlantique Nantes, Centro nazionale della creazione di Orléans
  • 1996: Le Siècle di Michèle Laurence, regia di François Bourcier, théâtre Rive Gauche

Canzoni più note[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Decorazioni[modifica | modifica wikitesto]

Ufficiale della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
— 31 dicembre 2008[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b « Patachou », whoswho.fr.
  2. ^ Jacques Lafitte, Qui est qui en France, J. Lafitteª ed., 2010, p. 1694..
  3. ^ Christian Lamet, Stan Cuesta e François Gorin, La chanson française, Scaliª ed., 2007, p. 159..
  4. ^ Chez Patachou, cabaret de légende à Montmartre - PARISCityVISION, su pariscityvision.com.
  5. ^ (EN) Montmartre's Forgotten Cabaret: Chez Patachou, su Plug-Inn.
  6. ^ a b La chanteuse et actrice française Patachou est morte, su francetvinfo.fr..
  7. ^ Patachou. La chanteuse et comédienne est décédée, su ouest-france.fr, Ouest-France..
  8. ^ AFP, Proches et admirateurs de Patachou lui rendent un dernier hommage, su orange.fr, Orange..
  9. ^ Christian Meyze, Les obsèques de Patachou jeudi 7 mai à Levallois- Perret (92), su francetvinfo.fr, 5 mai 2015..
  10. ^ Journal officiel, 1º gennaio 2009.
  11. ^ Paris-Match, 1 maggio 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (IT) Gianni Lucini, Luci, lucciole e canzoni sotto il cielo di Parigi - Storie di chanteuses nella Francia del primo Novecento, Novara, Segni e Parole, 2014, 160 p. ISBN 978-88-908494-4-2

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN59270534 · ISNI (EN0000 0000 7976 1566 · Europeana agent/base/26831 · LCCN (ENn91065127 · GND (DE1061391566 · BNE (ESXX1024451 (data) · BNF (FRcb138982876 (data) · J9U (ENHE987007319514905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n91065127