Paterno (Avezzano)

Paterno di Avezzano
frazione
Paterno di Avezzano – Veduta
Paterno di Avezzano – Veduta
Panoramica di Paterno
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Abruzzo
Provincia L'Aquila
Comune Avezzano
Territorio
Coordinate42°03′22″N 13°28′34″E / 42.056111°N 13.476111°E42.056111; 13.476111 (Paterno di Avezzano)
Altitudine702 m s.l.m.
Abitanti1 810[1] (31-12-2015)
Altre informazioni
Cod. postale67051
Prefisso0863
Fuso orarioUTC+1
TargaAQ
Nome abitantipaternesi
Patronosan Sebastiano, sant'Onofrio
Giorno festivo12 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Paterno di Avezzano
Paterno di Avezzano

Paterno è una frazione di 1 810 abitanti[1] del comune di Avezzano (AQ), in Abruzzo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il paese marsicano, situato alle pendici del monte Cervaro (gruppo montuoso dei Tre Monti), è adagiato sul versante settentrionale della piana del Fucino. La frazione è posta ad est del comune di Avezzano, confina con San Pelino ad ovest e con Celano ad est. A nord ovest è dominato dal monte Velino e dalla vetta del monte Cafornia e a nord est dai monti della Magnola. Il paese originario era situato a circa 900 metri m s.l.m., mentre il nuovo nucleo urbano si è sviluppato dopo il terremoto del 1915 più in basso nei pressi della via Tiburtina Valeria, strada che collega Roma a Pescara, e verso la piana del Fucino in località Pietragrossa.

Dista circa cinque chilometri dal capoluogo comunale[2].

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Sulle origini del nome di Paterno non si hanno notizie certe. Sarebbe legato a quello di una villa di epoca romana che avrebbe acquisito il toponimo del fundus Paternianus[3], dal nome del suo antico proprietario. Di quest'ultimo però non si hanno certezze, né Muzio Febonio né altri storici e ricercatori infatti hanno potuto chiarire chi fosse. Pietro Antonio Corsignani, Rosato Sclocchi ed Andrea Di Pietro sostennero l'ipotesi del console Paterno, non specificando però di quale console o prefetto del pretorio si tratti giacché ne esistettero diversi. Lo storico locale Fabiano Blasetti alla fine dell'Ottocento avanzò l'ipotesi che si potesse trattare di Ovinio Paterno, praefectus urbi nell'anno 281[4][5].

In alcuni documenti storici il borgo è riportato anche con i nomi di Paterniano[3], Paderno[6] o Paterno dei Marsi[7].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Monte Cervaro visto dalla croce di Pietragrossa
Chiesa di San Sebastiano

I primi rinvenimenti archeologici avvenuti negli anni settanta in località pianura di Cellitto, al chilometro 122 della strada statale 5 Via Tiburtina Valeria, testimoniano come in questi luoghi sin dal Neolitico, le popolazioni stanziassero in modo continuativo grazie alle favorevoli condizioni ambientali e climatiche del territorio circostante il lago Fucino[8]. Il villaggio in epoca imperiale era situato nei territori contesi da Equi e Marsi in area albense, della quale costituiva l'estremità geografica orientale[9]. In tempi remoti il villaggio di Paterno costituiva una fortezza situata in posizione strategica sulle rive settentrionali del lago Fucino. Muzio Febonio nella sua opera Historiae Marsorum scrive di una rocca militare situata sulla collina di Paterno, costruita ad est di Alba Fucens per difendere il passaggio verso il lago Fucino dalla colonia latina[10].

Nel territorio di Paterno insistevano due ocres (aggregati di case o vici posizionati in altura): uno era localizzato nella parte vecchia in località San Silvestro, che con ogni probabilità era dotata di una fortezza difensiva; l'altro era situato in località Porciano[11]. Gli oppida, probabilmente risalenti al IV secolo a.C., erano invece situati più in alto e costruiti per scopi militari. Questi circondavano le Tre Cime, località nota anche con il nome di Tre Monti: monti Cervaro, Uomo e Sinarica, situata in posizione dominante rispetto al paese contemporaneo[12].

Il centro urbano è sorto in epoca romana attorno alla villa del console Paterno, nel medioevo s'ingrandì grazie ad alcune popolazioni di villaggi lacustri abbandonati per via delle esondazioni del Fucino. Il suo nome apparve nel 774, quando Ildebrando, re dei Longobardi e duca di Spoleto, donò all'abbazia di Montecassino la chiesa di San Giorgio in Paterno, con cinquecento moggi di terra e il diritto di pesca nel lago Fucino[4][13]. Gli abitanti, rei di parteggiare per Federico II, vennero puniti nel 1222 dal conte del Molise Tommaso che incendiò e rase al suolo il borgo. Paterno, incluso nella contea dei Marsi, passò sotto il controllo della contea di Celano nel corso del XIII secolo.

In epoca moderna passò sotto la signoria dei Colonna dal 1511. All'epoca della rivolta di Masaniello nel 1647 qui avvenne un grave saccheggio e nello stesso periodo la costituzione della sua universitas, dotata di autonomia. Nel 1799 si registrò il passaggio delle truppe francesi, infine nel 1806, anno dell'eversione feudale, Paterno divenne frazione di Celano[14]. Grazie al prosciugamento del lago Fucino ci fu un importante incremento demografico, ma come gran parte dei centri marsicani anche questo paese venne distrutto dal terremoto del 1915. Su duemila abitanti ci furono appena 360 superstiti, a Paterno scomparve il 15% dei nuclei familiari[15]. Nel paese ricostruito più a valle, tra il 1938 e il 1939, venne edificata la chiesa intitolata a san Sebastiano.

Nella Seconda guerra mondiale Paterno fu pesantemente bombardata da attacchi alleati miranti a colpire i convogli militari e i depositi di bombe dei tedeschi che si pensava erroneamente fossero dislocati nei pressi della distrutta fontana di Pietragrossa. Il bombardamento più violento avvenne il 10 novembre 1943. Faticosamente rialzatosi dai danni materiali e spirituali inflitti dal conflitto, il paese, pur anelando insieme a San Pelino l'autonomia amministrativa, nel 1954 divenne definitivamente frazione di Avezzano[16][17].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Santuario di Sant'Onofrio
I resti della parte vecchia di Paterno

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

L'insediamento neolitico di Paterno, situato in località pianura di Cellitto lungo l'antica via Valeria, fu scoperto nel 1970. I primi scavi furono portati avanti dall'istituto di antropologia e paleontologia umana dell'università di Pisa. Nel 1978, grazie anche all'opera dell'Archeoclub della Marsica, fu rinvenuta la statuetta litica di Paterno oltre a diverso vasellame ceramico[22][23].

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 gennaio si svolge la festa patronale in onore di san Sebastiano martire. D'estate il 12 giugno si celebra invece la festa in onore del compatrono sant'Onofrio[25][26].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina marsicana.
La cococciata

La tradizione culinaria locale si caratterizza per i piatti tipici della cucina povera rinascimentale, propria delle realtà contadine. I piatti tipici esaltano le produzioni tipiche della piana del Fucino come la patata del Fucino e la carota dell'altopiano del Fucino, entrambe certificate IGP[27][28].

La cococciata è una sfoglia realizzata con farina e acqua e condita con le zucchine tagliate a rondelle, il prezzemolo, il pepe nero e l'olio[29].

Dal 1958, in seguito alla costituzione della Cantina Cooperativa del Fucino[30][31], vengono prodotti a Paterno vini rossi, rosati e bianchi in diverse linee: Trebbiano di Avezzano[32], Montepulciano d'Abruzzo, Fucens, Rosso della Costa, Visconte, Fonte Vecchia, Noemo, Sapori d'Autunno, Pecorino, Cococciola, Scabino e frizzante Brioso[33].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è situato lungo la strada statale 5 Via Tiburtina Valeria. Non distante dal centro urbano c'è l'innesto della strada statale 696 dir Vestina che conduce a Celano.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di Paterno-San Pelino è una fermata ferroviaria posta sulla linea ferroviaria Roma-Pescara a servizio delle due frazioni del comune di Avezzano[34].

Sport[modifica | modifica wikitesto]

La società di calcio A.S.D Paterno ha militato nei tornei dilettantistici abruzzesi[35]. Nel 2017 ha vinto la Coppa Italia Dilettanti Abruzzo[36]; il campo sportivo è intitolato a Michele Addari[37].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Censimento 2015, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 20 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2016).
  2. ^ Paterno di Avezzano, su italia.indettaglio.it, Italia in Dettaglio. URL consultato il 25 settembre 2020.
  3. ^ a b Giuseppe Grossi, L'ager albensis e il fundus Avidianus, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  4. ^ a b Matteo Biancone, Paterno nel 1954, pur desiderando l'autonomia amministrativa, divenne definitivamente frazione di Avezzano, su centrogiuridicodelcittadino.com, Centro Giuridico del Cittadino. URL consultato il 1º settembre 2023.
  5. ^ Gianmichele Laino, Nel nome de padre. Per un'analisi etimologica del toponimo Paterno, su academia.edu. URL consultato il 27 febbraio 2019.
  6. ^ Luigi Tudico, Fucino. Il prosciugamento del lago (PDF), su altervista.org, 2009. URL consultato il 14 aprile 2017.
  7. ^ Zuccarini.
  8. ^ Campanelli et al., p. 129.
  9. ^ Mario Di Berardino, Gli Equi e i Marsi, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2017).
  10. ^ Febonio, 1. 111, c. V.
  11. ^ Letta, p. 128.
  12. ^ Letta, p. 118.
  13. ^ Leone Marsicano, p. 314.
  14. ^ Melchiorre e Del Gusto, p. 14.
  15. ^ Mario Di Berardino, Il terremoto del 1915, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2017).
  16. ^ D.P.R. del 31 luglio 1954, n. 938, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 13 giugno 2016.
  17. ^ Mario Di Berardino, Dal fascismo ad oggi, su avezzano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2016).
  18. ^ Chiesa di San Sebastiano, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 16 gennaio 2017.
  19. ^ Chiesa di Sant'Onofrio, su beweb.chiesacattolica.it, BeWeB. URL consultato il 16 gennaio 2017.
  20. ^ Carlo Ignazio Gavini, Storia dell'architettura in Abruzzo, vol. I, pp. 341-344., ed. Bestetti e Tumminelli, Milano-Roma, 1928.
  21. ^ Mario Di Berardino, Chiesa di San Salvatore, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 23 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2021).
  22. ^ Giuseppe Grossi, Dal paleolitico all'età del bronzo, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2016).
  23. ^ Giuseppe Grossi, La preistoria, su celano.terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  24. ^ Inquadramento geomorfologico de I Tre Monti, su webmarsica.it, Web Marsica. URL consultato il 16 dicembre 2023.
  25. ^ Luca Di Giampietro, Festa di Sant'Antonio Abate in grande stile anche a Paterno, su ilgiornale24.it, 14 gennaio 2017. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2017).
  26. ^ Feste Patronali Paterno, su eventiesagre.it. URL consultato il 16 gennaio 2017.
  27. ^ La patata del Fucino ottiene l'IGP, su ansa.it, ANSA, 14 gennaio 2016. URL consultato il 17 luglio 2022.
  28. ^ Disciplinare di produzione della Indicazione geografica protetta Carota dell'Altopiano del Fucino (PDF), su politicheagricole.it, MIPAAF. URL consultato il 17 luglio 2022.
  29. ^ Davide Banfo, Buongusto. Sperimentare e poi sperimentare: la cococciata di Avezzano con la birra dalla lunga vita, su repubblica.it, La Repubblica, 14 aprile 2020. URL consultato il 17 luglio 2022.
  30. ^ Cantina cooperativa del Fucino, su cantinadelfucino.it, Cantina del Fucino. URL consultato il 17 luglio 2022 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2017).
  31. ^ Di Berardino 2008, p. 21.
  32. ^ Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano (a cura di), Registro nazionale delle varietà di vite, su catalogoviti.politicheagricole.it, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. URL consultato il 28 febbraio 2019.
  33. ^ Di Berardino 2008, pp. 75-118.
  34. ^ Stazione di Paterno-San Pelino, su stazionidelmondo.it. URL consultato il 16 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2016).
  35. ^ A.S.D. Paterno, su figcabruzzo.it, FIGC Abruzzo. URL consultato il 2 agosto 2016.
  36. ^ Alice Pagliaroli, Delirio nerazzurro, il Paterno vince la Coppa Italia, su infomedianews.it, Info Media News, 8 febbraio 2017. URL consultato l'8 febbraio 2017.
  37. ^ Mario Di Berardino, Storia di Paterno, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 22 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2019).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Adele Campanelli et al., Il tesoro del lago: l'archeologia del Fucino e la Collezione Torlonia, Carsa Edizioni, 2001.
  • Pietro Antonio Corsignani, Reggia Marsicana Ovvero Memorie Topografico-Storiche Di varie Colonie, e Città antiche e moderne della Provincia de i Marsi e di Valeria: Compresa Nel Vetusto Lazio, e negli Abruzzi, Colla Descrizione Delle loro Chiese, e Immagini miracolose, e delle Vite de' Santi, cogli Uomini Illustri, e la Serie de' Vescovi Marsicani, Parrino (provenienza dell'originale: Biblioteca Pubblica Bavarese, Monaco di Baviera), 1738.
  • Mario Di Berardino, Il paese Paterno: monografia storica di un centro della Marsica, Dominici editore, Avezzano, 1982.
  • Mario Di Berardino, La Cantina Cooperativa del Fucino, Virgola Comunicazione, 2008.
  • Andrea Di Pietro, Origini e storia di Celano e dintorni: Aielli, Paterno, S. Potito, S. Jona, Ovindoli, Rovere, Adelmo Polla, Cerchio, 1985.
  • Muzio Febonio, Historiae Marsorum, 1678.
  • Leone Marsicano, Chronica monasterii Casinensis: Die Chronik von Montecassino, collana Monumenta Germaniae Hist. Script. 34), Hannover, H. Hoffmann edizioni, 1980.
  • Cesare Letta, Il territorio del Fucino in età preromana e romana, problemi topografici, storici, archeologici, in Fucino 100 anni, Avezzano, atti del centenario 1877-1977, 1977.
  • Angelo Melchiorre e Federico Del Gusto, La regione della Marsica, Centro Spaziale del Fucino Piero Fanti, 1990.
  • Rosato Sclocchi, Storia dei Marsi dalle età più antiche al 1911, Off. Graf. B. Vecchioni & Figli, L'Aquila, 1913.
  • Chiara Zuccarini (a cura di), Anton Ludovico Antinori - Annali degli Abruzzi. Indici analitici Vol. V dall'anno 950 all'anno 1030, Simonelli Editore, 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito istituzionale, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano. URL consultato il 3 ottobre 2022.
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