Piazza della Palma

Piazza Randolfo Pacciardi
Il lato nord-occidentale della piazza
Nomi precedentiPiazza della Palma
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàGrosseto
QuartiereCentro storico
Informazioni generali
Tipopiazza
IntitolazioneRandolfo Pacciardi
Collegamenti
Intersezionistrada Garibaldi, strada Corsini, via Cristoforo Colombo e via delle Carceri
Mappa
Map

Piazza Randolfo Pacciardi, meglio conosciuta come piazza della Palma, è una piazza del centro storico di Grosseto.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il retro della chiesa della Misericordia e il palazzo Ponticelli

La piazza si sviluppa a forma rettangolare, con asse maggiore rivolto in direzione nord-sud. La parte nord-occidentale della piazza è delimitata da alcuni edifici e dall'area absidale e campanile della chiesa della Misericordia; in questo lato si apre il piccolo largo Carlo Gentili, che la collega senza elementi di discontinuità con l'adiacente piazza dei Martiri d'Istia. Dall'estremità settentrionale della piazza, ha origine la caratteristica e suggestiva strada Ginori, che la collega direttamente con piazza San Francesco, mentre tutto il lato settentrionale è costeggiato dalla via Garibaldi, che collega piazza della Palma con piazza Mensini. Il lato sud-orientale della piazza è invece delimitato dalla strada Corsini, su cui si affaccia il cortile di accesso al museo di storia naturale della Maremma e il retro del monumentale complesso del carcere di Grosseto.

Al centro della piazza è situata un'aiuola alberata caratterizzata dalla presenza di una palma Washington, intorno alla quale si sviluppa un parcheggio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il villaggio alto-medievale[modifica | modifica wikitesto]

Una serie di scavi archeologici condotti da Riccardo Francovich tra il 1998 e il 2002 ha permesso di identificare l'area di piazza della Palma con il nucleo originario della città di Grosseto: qui sono state individuate tracce di capanne e case di terra, a riprova della presenza di un insediamento stabile di medie dimensioni.[1] Inoltre, la piazza è rialzata rispetto al livello del mare del resto del centro storico di circa 5 metri, rendendolo un posto sicuro dalle inondazioni del vicino fiume Ombrone.[2] Tracce di strutture in legno sono state rinvenute nelle adiacenze (largo Gentili, via Garibaldi, via dell'Unione),[2] a testimonianza che il villaggio di piazza della Palma doveva rivestire il ruolo di centro maggiore intorno a cui vertevano altri piccoli insediamenti.[1]

Il villaggio alto-medievale era quindi sì caratterizzato da strutture in legno o terra, ma già nel IX secolo è provato che gli edifici di maggiore importanza, come le chiese, erano già realizzate in pietra: lo testimoniano le indagini archeologiche effettuate nell'area delle vicine chiese di San Giorgio e di San Pietro.[2] Inoltre, il villaggio di capanne era probabilmente delimitato da una palizzata in legno o da un fossato, ma era ben distinto dall'area del castello signorile degli Aldobrandeschi, situato in un'altra zona della città. Tale separazione è registrata ancora nella prima metà del XII secolo: solamente nel corso del secolo successivo i due nuclei saranno racchiusi sotto un'unica cinta muraria.[1]

La città di Grosseto è menzionata per la prima volta in un documento della diocesi di Lucca dell'anno 803, dove è ricordata come «loco Grossito», mentre in un altro documento del 973 è attestata come «curtis cum castrum». È verosimile quindi pensare che il nucleo originario della città andò a formarsi a partire dalla fine dell'VIII secolo e soltanto nel X secolo venne realizzato un sistema di difese, tanto da meritarsi l'appellativo di castrum.[2]

La palma e la nascita della piazza[modifica | modifica wikitesto]

«La palma spunta da un cortiletto grigio, ben riparato, lontano da qualsiasi percorso e piega teneramente verso la parete che la ripara dal vento del nord. Ha come unica compagnia una bella ragazza che s'affaccia ad una finestra sopra la sua chioma, senza dubbio per conversare con lei. Quando scorgemmo per la prima volta queste amiche, la fanciulla volgeva un triste sguardo verso il settentrione, mentre la palma s'allungava piano piano e dischiudeva il proprio piumaggio, simile ad un uccello che abbia finito di cantare.»

La palma nel cortile di casa Bruchi in una xilografia del 1896

La porzione del centro storico riguardante l'area di piazza della Palma fu interessata tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX secolo da alcune opere urbanistiche: fu demolita l'antica chiesa di San Leonardo e al suo posto costruita la chiesa della Misericordia (1844);[1] venne innalzata la possente mole delle carceri cittadine (prima del 1884);[4] fu costruito il palazzo Ponticelli insieme ad altri edifici coevi (1914);[5] fu ampliata la struttura dell'asilo infantile Vittorio Emanuele (1917), già in sede dal 1879.[6]

Nel luogo esatto dove sorgerà la piazza si trovava all'inizio del XX secolo un isolato costituito dal palazzo proprietà di Egidio Bruchi, sindaco liberale di Grosseto, nel cui cortile era piantata una palma che la tradizione dice risalente al 1796; la stessa pianta era già stata descritta nel 1867 dallo scrittore americano William Dean Howells nel suo Italian Journeys.[5][3] Il 14 febbraio 1937 un violento temporale si abbatté su Grosseto e la palma di casa Bruchi si spezzò per il forte vento di levante, addolorando «tutti i cittadini abituati oramai a vederla decorare quell'angolo quieto di Grosseto»,[7] in quanto «con la chioma ben ravviata, con i regolari nodi lungo il flessibile tronco, dava un tono orientale alla piazza»,[7] come si legge su un articolo della Nazione di quell'anno.[8] Nel luglio dello stesso anno, tuttavia, Egidio Bruchi si procurò una nuova palma da datteri e la piantò nuovamente sul luogo della precedente, di fianco al troncone rimasto nel terreno della palma settecentesca.[8] Tuttavia, il palazzo Bruchi fu distrutto durante uno dei bombardamenti del 1943: il palazzo non sarà mai ricostruito e la sua totale demolizione permise infine la rimozione dell'isolato e la nascita della piazza.[8] Una nuova palma venne ripiantata in ricordo delle precedenti scomparse.

La piazza contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La palma abbattuta nel maggio 2019

Nel 2001 la piazza venne intitolata al politico maremmano Randolfo Pacciardi, ma è ancora maggiormente nota con il nome di piazza della Palma.[9] Iniziò anche a farsi strada l'ipotesi di rendere la piazza esclusivamente pedonale e spostare il parcheggio che vi si trova all'esterno delle mura cittadine: fu presentato all'amministrazione un progetto per la pedonalizzazione della piazza che prevedeva la realizzazione di sette capanne semoventi per attività commerciali o culturali, in ricordo dell'antico nucleo originario della città,[10][11] ma tale proposta venne successivamente bocciata. I progressivi tentativi di rendere la piazza pedonale da parte della giunta guidata dal sindaco Emilio Bonifazi non dettero alcun esito.[12][13][14]

La palma al centro della piazza, ormai deceduta a causa del punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus), è stata abbattuta il 27 maggio 2019.[15][16][17] Pur non essendo prevista inizialmente una sostituzione, in seguito alle rimostranze della popolazione e alle proposte di donazioni da parte di alcuni vivaisti locali, l'amministrazione comunale ha iniziato a valutare la piantumazione di una nuova palma in luogo della precedente.[15][18][19] Il 18 febbraio 2020 è stato rimosso il ceppo della vecchia canariensis ed è stata piantata una washingtonia, donata da Paolo Degli Innocenti di Conad.[20][21][22]

Edifici[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso del Museo di storia naturale della Maremma
  • Museo di storia naturale della Maremma, importante museo inaugurato nel 2009 all'interno della struttura situata sul lato sud-occidentale della piazza, dove si apre la strada Corsini, un tempo sede dell'ex asilo infantile Vittorio Emanuele, prima scuola materna laica di Grosseto. L'edificio è ricordato nelle planimetrie della piazza a partire dal 1823; nel 1860 è ancora ricordato come "casa". La scuola materna fu inaugurata il 9 gennaio 1879. Dopo la chiusura dell'asilo, la struttura subì una fase di degrado, fino a quando, nel 1993, il Comune di Grosseto decise di utilizzarlo come sede del museo, iniziando così i lavori di riqualificazione dell'edificio.[6]
  • Palazzo Ponticelli, situato sul lato sud-orientale della piazza, è stato costruito nel 1914 ed era l'abitazione del ricco proprietario terriero Guglielmo Ponticelli. Si presenta come un imponente edificio con la caratteristica torretta. Attualmente ospita alcuni uffici istituzionali.[5]
  • Carcere di Grosseto: il monumentale complesso delle carceri si affaccia lungo l'anello viario della storica strada del Giuoco del Cacio, l'odierna via Saffi, ma il suo retro con il cortile delimita il lato sud-orientale della piazza, adiacente al palazzo del museo di storia naturale. Si tratta di un'imponente costruzione documentata dal 1884.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Roberto Farinelli, Riccardo Francovich, Guida alla Maremma medievale. Itinerari di archeologia nella provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine, 2000, pp. 137-139.
  2. ^ a b c d Mariagrazia Celuzza, Mauro Papa, Grosseto visibile, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2013, pp. 18-22.
  3. ^ a b Attilio Brilli (a cura di), Grosseto e la Maremma. Viaggi e viaggiatori 1790-1910, Città di Castello, Edimond, 1997.
  4. ^ a b Celuzza, Papa, op. cit., pp. 143-144.
  5. ^ a b c Mario Innocenti, Elena Innocenti, Grosseto: briciole di storia. Cartoline e documenti d'epoca 1899-1944, voll. 1-2, edizione riveduta e corretta, Grosseto, Editrice Innocenti, 2005, p. 311-313.
  6. ^ a b Celuzza, Papa, op. cit., pp. 133-134.
  7. ^ a b Massimo Battigalli, Cronaca di Grosseto, La Nazione, 1º luglio 1937-XV E.F.
  8. ^ a b c Mario Innocenti, Stefano Innocenti, Grosseto: briciole di storia. Cronaca fotografica della città e della periferia (Ponte Tura, ippodromo del Casalone, il Deposito etc.) dalla seconda metà del XVIII secolo agli anni sessanta del Novecento, vol. 3, Grosseto, Editrice Innocenti, 2003, p. 12.
  9. ^ Piazza Pacciardi, il Pri denuncia lo scippo, Il Tirreno, 10 aprile 2001.
  10. ^ Via le auto e spazio alle capanne, Il Tirreno, 3 ottobre 2010.
  11. ^ Piazza della Palma. Nella culla della città rinasce il futuro. Sette strutture polifunzionali per riqualificare l'area. Non solo esteticamente, La Nazione, 8 ottobre 2010.
  12. ^ «Da piazza della Palma via le auto 7 giorni su 7», Il Tirreno, 12 marzo 2014.
  13. ^ Il centro storico è ancor più pedonale. Il Pd si divide ma la mozione passa: dal 1º luglio niente auto in piazza della Palma, giro di vite in tutte le altre zone, Il Tirreno, 7 giugno 2014.
  14. ^ Piazza della Palma pedonale per 4 mesi, Corriere di Maremma, 20 giugno 2014.
  15. ^ a b Punteruolo, la palma simbolo è abbattuta e gli abitanti lanciano una raccolta firme[collegamento interrotto], Il Tirreno, 28 maggio 2019. URL consultato il 21 giugno 2019.
  16. ^ In città sono in corso tagli e trattamenti per salvare il salvabile[collegamento interrotto], Il Tirreno, 20 maggio 2019. URL consultato il 21 giugno 2019.
  17. ^ Punteruolo, si abbattono le palme morte ma il problema restano quelle "infestate"[collegamento interrotto], Il Tirreno, 20 maggio 2019. URL consultato il 21 giugno 2019.
  18. ^ «Vogliamo un'altra palma» Petizione al via, già 100 firme, Il Tirreno, 31 maggio 2019. URL consultato il 21 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2019).
  19. ^ Palma in regalo, il Comune esamina le tre offerte, Il Tirreno, 10 giugno 2019. URL consultato il 21 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2019).
  20. ^ Piazza della Palma, Conad dona il restyling, su Il Tirreno, 1º febbraio 2020. URL consultato il 28 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2020).
  21. ^ Da oggi piazza della Palma ritrova il suo simbolo, su Il Tirreno, 18 febbraio 2020. URL consultato il 28 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2020).
  22. ^ In piazza Pacciardi arriva la nuova Palma. Iniziati i lavori, su Il Giunco, 18 febbraio 2020. URL consultato il 28 febbraio 2020.
  23. ^ Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine, 1995, p. 142.
  24. ^ Riapre la storica chiesa della Misericordia. I lavori di restauro sono costati 600mila euro, La Nazione, 16 ottobre 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Farinelli, Riccardo Francovich, Guida alla Maremma medievale. Itinerari di archeologia nella provincia di Grosseto, Siena, Nuova Immagine, 2000, pp. 121-125, 137-139.
  • Mario Innocenti, Elena Innocenti, Grosseto: briciole di storia. Cartoline e documenti d'epoca 1899-1944, voll. 1-2, edizione riveduta e corretta, Grosseto, Editrice Innocenti, 2005, pp. 311-313.
  • Mario Innocenti, Stefano Innocenti, Grosseto: briciole di storia. Cronaca fotografica della città e della periferia (Ponte Tura, ippodromo del Casalone, il Deposito etc.) dalla seconda metà del XVIII secolo agli anni sessanta del Novecento, vol. 3, Grosseto, Editrice Innocenti, 2003, p. 21.
  • Mariagrazia Celuzza, Mauro Papa, Grosseto visibile, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]