Pietro Morettini

Assedio della città fortificata di Namur (1692)

Pietro Morettini (Cerentino, 1660Locarno, 15 marzo 1737) è stato un architetto e ingegnere militare svizzero-italiano[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Pietro Morettini, nacque a Camanoglio una frazione di Cerentino in Val Maggia, al tempo sotto la diocesi di Como. Il padre Filippo faceva il muratore. A 14 anni emigrò col padre in Francia a Besançon. Fu allievo del generale Sébastien Le Prestre de Vauban, uno dei più grandi ingegneri militari di tutti i tempi nominato maresciallo di Francia.

Con lui collaborò al rinforzo di numerosi apparati difensivi di diverse città europee fra Sei e Settecento, come quella della stessa Besançon nel 1677, la fortezza di Landau in Alsazia fra il 1688 e il 1691, che riuscì a resistere alle truppe dell'Imperatore Giuseppe I durante il conflitto detto Guerra della Grande Alleanza, e di quella di Namur tra il 1692 e il 1696.

Alla fine del 1692 si sposò con una giovane di "nobilissima famiglia", di origine lussemburghese, ma abitante a Namur: Marie-Rose Ronchan.[2]. La data del matrimonio non è certa ma dedotta dal fatto che il primogenito della coppia, Giovan Filippo, nacque a Namur il 20 luglio del 1693.

Nel 1698, passato al servizio dei Paesi Bassi, nemici dei francesi dimostrando una certa disinvoltura e un carattere mercenario, fu nominato ingegnere militare e rimase al servizio degli olandesi fino al 1702, collaborò con un altro grande ingegnere militare Menno van Coehoorn per la fortificazione di Bergen op Zoom, città che elesse a proprio domicilio almeno fino al 1702 e dove gli nacquero almeno tre figli. Partecipò inoltre alla fortificazione di altre città olandesi. Nel 1706 offrì i suoi servizi alla Repubblica di Venezia ma la trattativa non ebbe seguito.

I Savoia richiesero la sua opera per la costruzione di opere idrauliche, fu poi chiamato a fortificare varie città tedesche, la più celebre è forse la fortificazione di Friburgo, dal 1707 al 1712. Lavorò, dal 1715 al 1716, anche per lo Stato Pontificio durante il papato di Clemente XI, in un progetto idraulico per le zone paludose intorno a Roma.

Nel 1717, passò al servizio della Repubblica di Genova, dove venne nominato colonnello e per la quale lavorò nella costruzione di fortificazioni fino alla sua morte nel 1737. Per il territorio genovese costruì o rinforzò le fortificazioni di Savona, La Spezia e Novi Ligure. Fece costruire nel Forte di Gavi una grossa polveriera, e in Corsica, allora isola genovese, rinforzò le fortificazioni di Ajaccio, Bonifacio e Calvi.

Pietro Morettini morì nel 1737 nella sua residenza di Locarno[3] ancora nel pieno della sua carriera.

Le opere[modifica | modifica wikitesto]

La Buca d'Uri nella gola della Schöllenen.

Il 20 settembre 1707 ottenne l'incarico di costruire una galleria nella gola della Schöllenen[4], sul lato nord del passo del San Gottardo in Valle di Orsera. Sulla costruzione della galleria si riferisce un aneddoto che vuole che:

«passando su per la valle della Reuss alla volta del Gottardo [...] cadde da cavallo e sfracellossi una gamba. Mentre attendeva la sua guarigione, formò il disegno e il progetto di aprire la famosa Buca d'Uri»

L'opera era da iniziare entro due settimane e da proseguire fino alla conclusione, in modo da essere transitabile al più tardi entro la primavera del 1709. La costruzione della galleria si concluse, tra l'ammirazione generale, già dopo undici mesi, verso il 15 agosto 1708. I costi dell'opera furono più elevati del previsto; secondo il contratto avrebbero dovuto essere 1680 talleri francesi, ma in effetti i costi ammontarono a 3080 talleri francesi. Questa galleria, detta Buca di Uri (in tedesco: Urnerloch), aveva una lunghezza di circa 64 m e fu il primo traforo di una strada alpina.

Fra le opere civili va anche ricordata la costruzione, forse nel 1703 durante uno dei suoi soggiorni in patria, del palazzo di famiglia, Palazzo Morettini a Locarno, oggi sede della Biblioteca Cantonale e dell'annuale festival cinematografico della città ticinese.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Fortificazioni[modifica | modifica wikitesto]

San Gottardo, la Buca di Uri[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Morettini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gian Alfonso Oldelli, Dizionario storico-ragionato degli uomini illustri del canton Ticino, Presso Francesco Veladini, Lugano 1807-1811.
  • Thedore von Libenau, Ancora degli ingegneri militari Pietro Morettini ed Agostino Ramelli in "Bollettino storico della Svizzera italiana", anno XVI, 1894.
    • Nuove informazioni intorno agli ingegneri ed architetti Pietro Morettini e Domenico Fontana in "Bollettino storico della Svizzera italiana", anno XI, 1889.
  • Vera Comolli Mandracci, Luganensium Artistarum Universitas. L'archivio e i luoghi della Compagnia di Sant'Anna tra Lugano e Torino, Lugano 1992.
  • Virgilio Chiesa, Lineamenti storici del Malcantone, Curio, ristampa Museo del Malcantone, 2002, pp. 80-82.
  • Marino Viganò, «Petrvs Morettinvs Tribvnvs Militvm». Un ingegnere della valle Maggia all'estero, Pietro Morettini (1660-1737), Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2007, ISBN 978-88-7713-477-6.
    • Hanno risolto di gratiare detto S.r Moretini. Fortuna e strategie sociali di un ingegnere militare della Lombardia Svizzera: Pietro Morettini (1660-1737) in "Storia in Lombardia", Angeli editore, 2005.
  • Micaela Viglino Davico, Fortezze alla 'moderna' e ingegneri militari del ducato sabaudo, Celid, Torino 2005, 336.
  • Maria Vittoria Cattaneo, Nadia Ostorero, L'archivio della Compagnia di Sant'Anna dei Luganesi in Torino. Una fonte documentaria per lo studio dei cantieri e delle maestranze per architettura e decorazione nel Piemonte sabaudo, Torino 2006.
  • Marino Viganò, «Quarante-cinq pieds de largeur; et quinze pieds de profondeur...». Misure e fabbriche della fortezza di Namur in contratti d'appalto di Pietro Morettini, 1696-1697 in Atti del Convegno "Le misure del Castello – Un percorso per la conoscenza dell'architettura fortificata", Ferrara, 13-14 ottobre 2006.
  • Aldo Di Raimondo, Il Forte del Castel di Gavi (1528-1797), Erga edizioni, 2008.
  • Marino Viganò, Ingegneri militari 'ticinesi' nel Piemonte sabaudo. Opere di fortificazione tra XVI e XVIII secolo, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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