Pieve di Soligo

Pieve di Soligo
comune
Pieve di Soligo – Stemma
Pieve di Soligo – Bandiera
Pieve di Soligo – Veduta
Pieve di Soligo – Veduta
Panorama di Pieve di Soligo (da San Gallo)
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Treviso
Amministrazione
SindacoStefano Soldan (PD - lista civica) dal 26-5-2014
Territorio
Coordinate45°53′N 12°10′E / 45.883333°N 12.166667°E45.883333; 12.166667 (Pieve di Soligo)
Altitudine132 m s.l.m.
Superficie19,02 km²
Abitanti11 544[1] (30-6-2023)
Densità606,94 ab./km²
FrazioniBarbisano, Solighetto
Comuni confinantiCison di Valmarino, Farra di Soligo, Follina, Refrontolo, Sernaglia della Battaglia, Susegana
Altre informazioni
Cod. postale31053
Prefisso0438
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT026057
Cod. catastaleG645
TargaTV
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona E, 2 624 GG[3]
Nome abitantipievigini
Patronosanta Maria Maddalena
Giorno festivo22 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pieve di Soligo
Pieve di Soligo
Pieve di Soligo – Mappa
Pieve di Soligo – Mappa
Il territorio cittadino nella provincia di Treviso.
Sito istituzionale

Pieve di Soligo (Piéve in veneto[4]) è un comune italiano di 11 544 abitanti della provincia di Treviso in Veneto.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio per 2/3 pianeggiante e per 1/3 collinare, bagnato dai fiumi Soligo e Lierza, Pieve di Soligo è collocato nella parte orientale del Quartier del Piave, di cui è storicamente il capoluogo.

Il colle di San Gallo, che sovrasta il paese di Soligo, chiude idealmente a nord la pianura di Pieve, assieme ai colli che dominano su Solighetto; a sud fanno da confine le colline di Collalto e Colfosco di Susegana.

L'arco delle Prealpi Bellunesi, con le sue cime (le più importanti sono quelle del Monte Cesen e del Col de Moi), incornicia a nord la piana e le colline di Pieve; questo fronte montuoso può essere valicato attraverso i passi di San Boldo e di Praderadego.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone di Pieve di Soligo sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 16 aprile 1958.[5]

«Stemma trinciato di rosso e d'azzurro, alla banda d'azzurro, bordata d'argento attraversante, caricata nel centro da una fascia d'argento: il primo alla croce gigliata d'oro, accostata a destra da due pali d'argento; il secondo a tre torri al naturale, poste in fascia, fondate sulla campagna di verde, accostate a sinistra da due pali d'argento; la campagna caricata della scritta SOLICUM in caratteri lapidari d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è costituito da un drappo interzato in banda di rosso, di bianco e d'azzurro.

Lo stemma di Pieve di Soligo vuole rappresentare la situazione che venne a crearsi nel corso del XIV secolo quando il fiume Soligo divideva due zone soggette a poteri diversi. La banda azzurra simboleggia il corso d'acqua che divideva il territorio comunale nelle due zone e la fascia a metà della banda rappresenta il ponte che collega le due sponde. La riva sinistra, la Pieve del Contà, rientrava fra i possedimenti dei conti Brandolini da Bagnacavallo, feudatari della Serenissima; le righe bianche e rosse sono riprese dal loro blasone[6] mentre la croce d'oro simboleggia la pieve, attestata dal 1192, da cui il borgo abitato prese il nome. Nella partizione destra è rappresentata la Pieve del Trevisan, soggetta alla Marca Trevigiana e le torri in campo azzurro sono simbolo dell'assemblea di Treviso; la scritta "Solicum" in punta è il nome latino del Soligo.[7]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nel periodo dell'occupazione la popolazione di Pieve di Soligo sopportò gravi sacrifici opponendosi con determinazione ai nazisti con azioni armate a difesa del territorio che fu, tra l'altro, soggetto ad azioni di rappresaglia tanto che ben trecento case furono distrutte dall'occupante. Notevole il numero dei caduti e tra questi alcuni impiccati. Soligo rinnovava, così, la tradizione di fedeltà e amore alla Patria già dimostrata nell'estate del 1918 nei mesi decisivi della prima guerra mondiale. - Pieve di Soligo, settembre 1943 - settembre 1944.[8]»
— D.P.R. 15 dicembre 1994

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Duomo di Pieve di Soligo[modifica | modifica wikitesto]

Facciata di Santa Maria Assunta
Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Santa Maria Assunta (Pieve di Soligo).

Imponente edificio che sorge nel cuore di Pieve è il duomo intitolato a Santa Maria Assunta[9], monumento neoromanico (con alcuni elementi neogotici) costruito nei primi anni del XX secolo, ad opera dell'architetto Domenico Rupolo. Fu consacrata nel 1924.

La facciata a salienti, in laterizio, è sovrastata da cinque pinnacoli e fa intuire la struttura a tre navate degli interni.

L'opera d'arte di maggior valore in essa custodita è la pala d'altare del pittore primo-cinquecentesco Francesco da Milano, rappresentante Assunzione della Vergine e risalente al 1540.

A sinistra del duomo svetta l'alto campanile, inaugurato nel 1955. Esso si eleva per circa 70 m e contiene un poderoso concerto di 3 campane in scala diatonica di Reb3 maggiore, fuse dalla Premiata Fonderia De Poli di Vittorio Veneto.

Giuseppe Toniolo (1845 – 1918), grande sociologo ed economista cattolico è stato sepolto nella struttura religiosa. [10]

Chiesa di San Martino[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Martino[11] sorge alla fine della via Crucis che ha inizio nella Cal Santa; si erge presso il cimitero di Pieve.

Documentata già nel 1177, ha una lunga storia, che culmina nella ricostruzione del 1840, a spese del nobile pievigino Gerolamo Maria Balbi Valier, a cui si deve l'aspetto attuale.

La facciata è caratterizzata da un pronao sostenuto da quattro colonne di ordine ionico, sulle quali insiste un grande frontone.

Chiesa di Santa Maria Maddalena[modifica | modifica wikitesto]

Antico edificio sacro è la chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena[12], patrona di Pieve di Soligo, ubicata nella parte occidentale del centro del paese.

Questo luogo sacro lega la sua storia a quella dell'omonima confraternita; se ne ha notizia già nel XIV secolo, ma l'attuale edificio è presumibilmente databile al 1608.

La chiesa della Maddalena ha una facciata a capanna con timpano, aperta da un portale a cui si affiancano due monofore. A destra della facciata sorge il campanile, con orologio dipinto e cella campanaria aperta da due monofore per lato.

Chiesa di Santa Caterina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Barbisano § Chiesa di Santa Caterina.

La chiesa di Santa Caterina[13] è sede parrocchiale di Barbisano, frazione sud di Pieve. Risale ai primi anni del XX secolo.

Chiesa dell'Immacolata Concezione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Solighetto § Chiesa parrocchiale.

La chiesa dell'Immacolata Concezione[14] è la parrocchiale di Solighetto, ubicata nel cuore della frazione nord di Pieve e risalente al XIX secolo.

Oratori[modifica | modifica wikitesto]

Cappella della Madonna del Carmine

L'oratorio privato di Villa Morona, adiacente ad essa sul lato est, è un piccolo luogo sacro in stile barocco. Si nota per la presenza di un grande portale sovrastato da timpano, sopra il quale c'è un piccolo oculo; a sinistra del portale ha luogo una monofora rettangolare con timpano. Sulla sommità della facciatina campeggia un campanile a vela dotato di due campane e abbellito da elementi scultorei.

Chiesetta di Santa Croce

Piccolo edificio sacro edificato nel 1885, è sede dei sepolcri della famiglia Stefanelli. Internamente è affrescata con la raffigurazione della Sacra Famiglia, nella quale compare una rappresentazione del castello di Collalto prima della sua quasi totale distruzione durante la Grande Guerra[15].

Oratorio di San Zuanet

Di origine antiche ma ricostruito nel XIX secolo, San Zuanet si trova nella valle del torrente Lierza, nella frazione di Solighetto, al confine con Refrontolo. Struttura di piccole dimensioni, conserva al suo interno un dipinto di Giovanni Demin[16].

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Borghi e calli[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni vecchi borghi e le relative calli restano a testimoniare gli originari nuclei abitativi di Pieve di Soligo, fino ai primi decenni del XX secolo. Intorno ad essi si è poi sviluppata la più vasta area urbana oggi esistente.

Borgo Stolfi[modifica | modifica wikitesto]
Veduta di Borgo Stolfi

Situato lungo il fiume Soligo, è uno dei borghi storici di Pieve. Occupa la sponda destra del fiume, all'altezza della chiesa parrocchiale, dove il Soligo fa un'ansa, in prossimità del ponte.

Le strutture architettoniche che lo costituiscono, sono tipiche palazzine di due o tre piani adiacenti l'una all'altra, secondo il tradizionale stile dei borghi del Veneto orientale.

Ha qui luogo inoltre la vecchia roggia colla ruota da mulino alimentata dal Soligo.

Cal Santa[modifica | modifica wikitesto]
Scorcio della Cal Santa

La Cal Santa è una delle vie più antiche del centro storico: inizia poco ad est della chiesa parrocchiale, dove sorge un vecchio borgo, e prosegue fino all'area del cimitero, segnata da una via Crucis.

Questa calle è luogo topico nel corpus poetico di Andrea Zanzotto, che spesso la trasfigura attraverso il nome di Contrada Zauberkraft, andando a idealizzarne e ricostruirne il "sostrato antropologico"[17].

Ville venete[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale di Pieve di Soligo è interessato da numerosi esempi di palazzi e ville venete, molti dei quali sono stati schedati dall'Istituto Regionale Ville Venete.

Casa Corà detta del Podestà[modifica | modifica wikitesto]

Casa Corà detta del Podestà[18] è una villa del XVII secolo, ubicata in via Chisini, vicino alla più importante Villa Chisini.

Casa Corà si segnala per le linee architettoniche molto semplici, costituite da tre piani di monofore rettangolari con semplici profili in pietra; la monotonia è rotta da un sopralzo timpanato e aperto da un'elegante bifora con balaustrina lapidea.

Palazzo Balbi Valier Sammartini[modifica | modifica wikitesto]
Palazzo Balbi Valier

Palazzo Balbi Valier Sammartini[19], architettura risalente al XIX secolo, è l'edificio più imponente della piazza principale di Pieve di Soligo. Fu costruito per la famiglia Balbi Valier, ricchi imprenditori che in questo luogo avevano già un palazzo dalla metà del XVIII secolo, dove gestivano le loro attività legate alla lavorazione della seta.

La struttura ottocentesca fu progettata da Giovanni Battista Meduna. La grande mole del palazzo, di quattro piani, è aperta in facciata da ben undici monofore per piano, fra le quali sono presenti decorazioni.

Sull'angolo nord-ovest si inserisce una torre merlata in stile neogotico, secondo l'eclettismo tipico di molte architetture locali del XIX secolo.

Sul retro del palazzo trova spazio una corte, intorno alla quale si sviluppano le diverse adiacenze, un tempo legate all'attività dei Balbi Valier e ora sede di negozi.

Villa Brandolini d'Adda[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Brandolini d'Adda.

Villa Brandolini d'Adda[20] è la grande villa della frazione Solighetto, edificata nel XVIII secolo.

Villa Chisini[modifica | modifica wikitesto]
Villa Chisini, facciata sul fiume

Villa Chisini[21] è una grande villa del XVIII secolo. Sorge lungo la via omonima che si diparte dalla piazza centrale di Pieve, ma ha la facciata più notevole sul fiume Soligo.

Essa si dispone su tre livelli e su uno di essi sorge il Gallo Calonego con la parte centrale rialzata di un piano e terminata da un timpano. Le aperture sono tutte rettangolari e di dimensioni contenute.

Di particolare rilievo quelle centrali del primo piano, costituite da tre monofore interessate da un poggiolo sviluppato in lunghezza, con vista sul fiume.

La facciata sulla strada, avente le stesse caratteristiche architettoniche, è celata dalle alte fronde dell'antico giardino.

Villa Ghetti[modifica | modifica wikitesto]
Facciata di Villa Ghetti

Villa Ghetti[22] è un'ampia struttura di villa del XVII secolo, ubicata nell'area prospiciente la facciata della chiesa dell'Assunta.

Si tratta di un edificio composito, fatto di più parti, su cui spicca la grande facciata sud, dalle peculiari linee di villa veneziana tardo seicentesca: degne di nota, nella parte centrale rialzata e terminata da timpano, le due bifore sovrapposte con parapetto lapideo.

A destra di questa facciata un annesso più basso ha delle tracce di affresco, tra cui, ben conservata, la raffigurazione di un cavallo rampante.

Villa Morona[modifica | modifica wikitesto]
Villa Morona col relativo oratorio della Madonna del Carmine

Villa Morona[23] si trova a pochi passi dalla chiesa dell'Assunta, all'inizio di via Marconi.

Edificata nel XVII secolo per la famiglia omonima, attualmente si trova in buono stato di conservazione.

La facciata sulla strada, caratterizzata da asimmetria e rimaneggiata al piano terra, è di due piani più un mezzanino di sottotetto, divisi da cornici marcapiano. Le aperture di maggior rilievo sono quelle del settore centrale: il portale affiancato da due oculi, al piano terra, e le tre aperture appaiate con balaustrina al piano nobile.

La facciata interna, quella che dà sul cortile della villa, è diversa dalla prima per il suo impianto simmetrico, oltre ad essere meglio conservata nelle sue forme originarie. Si differenzia inoltre per la presenza, al piano nobile, di aperture a tutto sesto, con trifora centrale.

Villa Toti Dal Monte[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Barbisano § Villa Toti Dal Monte.

A Barbisano si trova la residenza di Toti Dal Monte[24], famosa soprano novecentesca; si tratta di un edificio degli anni 1920, in luogo paesaggisticamente notevole, per la vista sui colli di Collalto e sul fiume Lierza.

Maglio di Pradella[modifica | modifica wikitesto]

Lungo il fiume Soligo, verso la frazione Solighetto, si trova il maglio di Pradella[25], antico stabilimento ancora funzionante, dove avviene la lavorazione del ferro; è dotato di tre ruote ad acqua e, al suo interno, si può avere testimonianza di come, prima dell'industrializzazione, si forgiavano manualmente gli utensili agricoli.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Il Soligo all'altezza del centro di Pieve

Malgrado la vasta urbanizzazione che ha interessato Pieve di Soligo nel secondo Novecento, con aree residenziali e industriali in crescita, ai margini delle zone densamente edificate ne restano altre di valore ambientale, sulle quali spiccano quelle interessate dal corso dei due fiumi Lierza e Soligo.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2022 gli stranieri residenti nel comune erano 1 422, ovvero il 12,3% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[26][27]:

  1. Macedonia del Nord 342
  2. Bangladesh 264
  3. Romania 179
  4. Marocco 145
  5. Albania 97
  6. Senegal 57
  7. Ucraina 49
  8. Repubblica Dominicana 22
  9. Cina 21
  10. Serbia 21


Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune sono presenti numerose scuole dell'infanzia, primarie e secondarie. La scuola secondaria superiore di una certa rilevanza per la città è:

  • ISISS Marco Casagrande - specializzazioni: Liceo Scienze Umane e Scientifiche - Tecnico per l'Edilizia, l'Ambiente e il Territorio.

Nel 1995 il nome del nuovo Istituto è stato adottato dallo scultore Marco Casagrande nato a Miane, vissuto nell'Ottocento e divenuto famoso in Ungheria, che riporta alla mente uno dei tanti artisti e intellettuali fioriti in questa terra.[28]

Folclore[modifica | modifica wikitesto]

Il fiume Soligo divide la frazione capoluogo in due contrade denominate "Contà" e "Trevisan". C'è una grande rivalità tra le due contrade tanto che in occasione della sagra paesana chiamata "Lo Spiedo Gigante", che nell'ottobre del 2006 ha festeggiato i 50 anni, si svolge, tra i vari eventi, anche il tiro alla fune che un tempo si disputava a cavallo del ponte sul Soligo.

Patrono[modifica | modifica wikitesto]

Il patrono di Pieve di Soligo è Santa Maria Maddalena. La festa patronale è il 22 luglio e viene celebrata una messa presso la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Barbisano: abitato da circa 2100 persone, il paese ha una chiesa non antica dedicata a Santa Caterina, la santa patrona, che viene festeggiata il 25 novembre.
  • Solighetto: paesino di circa 2600 abitanti, che ricopre un'area quasi uguale al capoluogo del comune, conserva ancora intatto lo spirito di un paese basato sull'economia rurale, ai piedi delle colline delle prealpi trevigiane. In occasione della festa dell'Immacolata (8 dicembre), è tradizione che si tenga la sagra paesana, che, dopo anni di oblio, dal 2008, grazie alla volontà di un'associazione operante nel territorio, è stata ripristinata.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1913 il paese divenne località capolinea della tranvia Susegana-Pieve di Soligo, concessa alla Società Veneta e soppressa formalmente nel 1931. Gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, la stessa venne provvisoriamente trasformata in ferrovia militare e prolungata fino a Revine Lago.

Dal 2014 viene collegata a Montebelluna e Conegliano da diverse linee di autobus della società MOM - Mobilità di Marca [29]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1928 aggregazione di territori del soppresso comune di Refrontolo; nel 1946 distacco di territori per la ricostituzione del comune di Refrontolo (Censimento 1936: pop. res. 2163), senza comprendere la frazione Barbisano[30].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 584.
  5. ^ Pieve di Soligo, decreto 1958-04-16 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  6. ^ La famiglia Brandolini portava uno scudo di rosso, a tre bande d'argento caricate di nove scorpioni di nero, 3, 3, 3; al capo del secondo, caricato di tre trecce di rosso, ordinate in fascia.
  7. ^ Francesca Girardi (a cura di), Pieve di Soligo (PDF), in Storia dei gonfaloni e descrizione araldica dei 12 comuni del Quartier del Piave, p. 13.
  8. ^ Ricompense al valor militare per attività partigiana (GU Serie Generale n. 80 del 05-04-1995), su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 24 febbraio 2022.
  9. ^ scheda in venetando.it
  10. ^ Dieci anni fa a Roma la beatificazione di Giuseppe Toniolo, su qdpnews.it, 29 aprile 2022.
  11. ^ scheda in venetando.it
  12. ^ scheda in venetando.it
  13. ^ scheda in venetando.it
  14. ^ scheda in venetando.it
  15. ^ scheda in venetando.it
  16. ^ scheda in venetando.it
  17. ^ Andrea Zanzotto, Le poesie e prose scelte, I Meridiani, Mondadori, 1999, p. 1654.
  18. ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete
  19. ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete
  20. ^ Scheda della villa nel sito del Comune
  21. ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete
  22. ^ Scheda della villa nel sito dell'Istituto Regionale Ville Venete
  23. ^ la scheda della villa nel sito dell'IRVV
  24. ^ scheda in venetando.it
  25. ^ Vedi Scheda in venetando.it
  26. ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2022 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 31 luglio 2023.
  27. ^ cittadini stranieri tuttitalia.it
  28. ^ Chi siamo isisspieve.it/
  29. ^ Servizio extraurbano - MOM.
  30. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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