Piombino

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Piombino
comune
Piombino – Stemma
Piombino – Bandiera
Piombino – Veduta
Piombino – Veduta
Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Livorno
Amministrazione
SindacoFrancesco Ferrari (FdI) dal 10-6-2019
Territorio
Coordinate42°56′05.37″N 10°31′19.63″E / 42.934824°N 10.52212°E42.934824; 10.52212 (Piombino)
Altitudine21 m s.l.m.
Superficie129,88 km²
Abitanti32 254[3] (31-7-2023)
Densità248,34 ab./km²
FrazioniBaratti, Colmata, Fiorentina, Populonia, Populonia Stazione, La Sdriscia, Riotorto[1]
Comuni confinantiCampiglia Marittima, San Vincenzo, Suvereto, Follonica (GR)
Altre informazioni
Cod. postale57025 e 57020
Prefisso0565
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT049012
Cod. catastaleG687
TargaLI
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[4]
Cl. climaticazona C, 1 245 GG[5]
Nome abitantipiombinese, piombinesi;[2] piombinate, piombinati (aulico)[2]
Patronosanta Anastasia
Giorno festivo8 maggio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Piombino
Piombino
Piombino – Mappa
Piombino – Mappa
Posizione del comune di Piombino all'interno della provincia di Livorno
Sito istituzionale

Piombino (AFI: [pjomˈbino][6]) è un comune italiano di 32 254 abitanti[3] della provincia di Livorno in Toscana. Centro principale della val di Cornia[7] e principale polo dell'industria siderurgica in Toscana, è tra i più importanti porti italiani per traffico passeggeri.

La città conserva testimonianze del suo passato, dalle origini etrusche al Principato di Piombino di cui era la capitale; la sua lunga storia è sintetizzabile nei monumenti architettonici e nelle opere d'arte che si conservano nel centro storico, alla cui realizzazione contribuirono anche Leonardo da Vinci e Andrea Guardi.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Promontorio di Piombino.
Veduta aerea della città di Piombino

La città è posta nel tratto di costa sud della Toscana, all'estremità meridionale sull'omonimo promontorio (m. 21), a sud del monte Massoncello (286 m) e chiusa ad est dal monte Vento; è separata dall'isola d'Elba dal canale di Piombino, largo 10 km, che costituisce il tratto di mare che segna il confine orientale tra mar Ligure e mar Tirreno; il litorale all'estremità settentrionale del territorio comunale, che coincide col golfo di Baratti, si affaccia sul mar Ligure, mentre il litorale sud-orientale si affaccia sul mar Tirreno e coincide col tratto nord-occidentale del golfo di Follonica. Nelle vicinanze del golfo era presente il Lago di Piombino o Padùle di Piombino, in seguito prosciugato. A livello litoraneo, la città si trova lungo la costa degli Etruschi, corrispondente all'incirca alla provincia di Livorno; il suo territorio fa parte storicamente dell'antica Maremma Pisana, oggi denominata anche Maremma Livornese.

Il promontorio di Piombino, che è situato sul lembo di terra a nord dell'ampio golfo di Follonica, segna il confine geografico-morfologico orientale tra mar Ligure, a nord, e mar Tirreno, a sud, anche se nella comune percezione il confine tra i due mari viene spesso posto molto più a nord, tra Toscana e Liguria. La cima meridionale del promontorio è occupata da piazza Bovio, dalla quale con il cielo limpido si può ammirare tutto l'Arcipelago Toscano e la Corsica. Ad est, vicino al porto, si erge il Monte Vento, sul quale sino al XIX secolo sorgeva un mulino a vento, un'altura su cui si trova il semaforo di Piombino e la casa del Frasi, un casolare rurale del XIX secolo. In direzione nord si incontra la frazione di Gagno, toponimo che deriva dal latino ganeum («taverna»).

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Piombino.

Presso il dismesso semaforo di Piombino era attiva fino al 31 maggio 1959 la stazione meteorologica di Piombino del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare, che era gestita dal personale della Marina Militare.

In base alle medie climatiche calcolate per il decennio 1946-1955, la temperatura media annua si attesta a 16 °C, con la temperatura media di gennaio di 8,8 °C e con la temperatura media di luglio di quasi 24 °C.

Le precipitazioni medie annue risultano piuttosto scarse, raggiungendo un valore medio annuo di 494,1 mm ed essendo distribuite in 62,3 giorni di pioggia medi annui; gran parte degli accumuli pluviometrici si verificano in autunno, mentre tra il periodo tardo invernale e le intere stagioni della primavera e dell'estate possono verificarsi periodi di siccità.

L'umidità relativa media annua si presenta piuttosto elevata per la componente marittima mediterranea che influenza il clima.

I venti prevalenti sono di grecale nel periodo compreso tra ottobre e marzo, di ostro nei mesi di aprile, maggio, agosto e settembre e di ponente a giugno e a luglio.[9]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Età antica[modifica | modifica wikitesto]

La tomba del bronzetto di offerente nella necropoli di San Cerbone

I primi insediamenti nel territorio risalgono almeno ai tempi degli Etruschi, quando, sul versante nord del monte Massoncello sul promontorio di Piombino, dove si trovava l'antico Porto Falesia, venne fondata Populonia[10], la città portuale più importante della Dodecapoli etrusca. Successivamente la zona fu romanizzata e per secoli seguì le sorti dell'Etruria romana. Nel 417 circa Rutilio Namaziano testimoniò la decadenza della zona nel De reditu suo, dove cita Populonia come città «morta», abbandonata dopo le invasioni barbariche del IV secolo. Il poeta descrisse anche il porto Falesia, citando per la prima volta il nucleo originario di Piombino, oggi Portovecchio.

Alto medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Sembra ormai accettato che il nome Piombino derivi da Populino, cioè piccola Populonia. Infatti Populonia è profondamente legata alla nascita di Piombino; durante il medioevo Populonia fu spesso attaccata e depredata. Populonia venne saccheggiata nel 546 da Totila, capo dei Goti; nel 573 la città subì l'ennesimo saccheggio, questa volta ad opera dei Longobardi, assalto che costrinse il vescovo Cerbone (San Cerbone) a rifugiarsi all'isola d'Elba. Infatti nonostante Populonia fosse ormai ridotta a piccolo centro e non fosse più l'antica gloriosa città etrusca, era la sede della diocesi. L'ultimo saccheggio subito dall'abitato è registrato nell'anno 809 ad opera degli orobiti, pirati di origine slava che vivevano sui monti del Peloponneso[11]. Fu allora che i pochi abitanti fuggiaschi si spostarono presso il porto Falesia mettendo le basi a quella che sarebbe divenuta Piombino.

I secoli IX e X hanno lasciato scarse e frammentarie testimonianze. Sulla base della toponomastica locale è stato suggerito che i profughi di Populonia abbiano trovato nella zona tarde sopravvivenze germaniche e precisamente Goti. Ciò spiegherebbe, ad esempio, il toponimo gotico Tolla[12], una collina nei pressi del porto di Piombino.

L'egemonia della Repubblica di Pisa[modifica | modifica wikitesto]

La duecentesca Casa delle Bifore

Nel 1022 venne fondato il monastero di San Giustiniano di Falesia nei pressi dell'omonimo porto Falesia, ad opera di sei monaci dell'ordine benedettino, figli del conte Tedice della nobile famiglia che successivamente verrà conosciuta come Della Gherardesca, dotandolo di cospicue rendite fondiarie; è da notare che la presenza del monastero favorì intorno ad esso l'attività di pescatori, naviganti e lavoratori, qua possiamo scorgere l'embrione di quella comunità che diverrà Piombino. Nell'XI secolo, sul promontorio di Piombino erano presenti nella parte a nord i resti della città di Populonia e il ricco Monastero di San Quirico appartenente all'ordine benedettino; a sud il Monastero di San Giustiniano di Falesia, anch'esso benedettino e forse localizzato presso lo scomparso oratorio di Santa Maria di Faliegi, la Rocchetta e lo scalo del porto Falesia. Uberto, abate del monastero di San Giustiniano, cedette in seguito parte dei beni del monastero all'Opera della Primaziale Pisana retta da Ildebrando degli Orlandi e da quel momento la città divenne soggetta alla repubblica pisana, ricoprendo il ruolo di secondo porto: si trattava del porto di Falesia, che prese successivamente il nome di Portovecchio nel 1466, quando fu costruito il Porticciolo della Marina. L'abitato nato in prossimità del monastero, ormai città, divenne un porto fortificato strategico per gli interessi di Pisa, soprattutto come scalo nei traffici con le miniere dell'Isola d'Elba.

L'oratorio di Santa Maria di Faliegi alla fine del XIX secolo

Il nome Piombino è attestato nel 1114 nella forma Plumbinum e questo ha dato origine alla leggenda secondo la quale il nome deriva dal peso in piombo (in latino plumbum) da pagarsi come dazio portuale, leggenda che però non sembra avere fondamento storico. La città era cinta da mura, dove si aprivano due porte: la Porta a Mare (distrutta) e la Porta a Terra, tutt'oggi esistente. Alla metà del secolo XII la cittadina dominata dall'abbazia si trasformò in libero comune con proprie istituzioni e regolamentazioni. Le rivalità tra la Repubblica di Pisa e quella di Genova portarono tra l'XI ed il XII secolo a conflitti che videro Piombino presa e saccheggiata dai Genovesi. In questo periodo la città fu sotto l'amministrazione di un governatore civile e militare della Repubblica di Pisa, che portava il titolo di Capitano. Nel 1248, durante il governo di uno di questi Capitani, Ugolino Arsopachi, vennero costruiti i Canali di marina. Nel 1376 Papa Gregorio XI visitò Piombino, nel suo viaggio da Avignone a Roma.

Dalla Signoria al Principato di Piombino[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Signoria di Piombino e Principato di Piombino.
Incisione raffigurante il Principato di Piombino, XVII secolo. Si noti la Rocchetta sul promontorio che diverrà piazza Bovio

Nel 1399 Gherardo Appiano, ceduta Pisa che la famiglia possedeva dal 1392 ai Visconti di Milano per 200 000 fiorini, riservò per sé e i suoi successori Piombino, che il 19 febbraio del 1399 diveniva Signoria indipendente. Gherardo d'Appiano divenne anche signore di Populonia, Scarlino, Suvereto, Buriano, Badia al Fango e delle isole di Pianosa, Montecristo ed Elba ed edificò la propria residenza a Piombino nella Piazzerella (attuale piazza Bovio).

Erede ne fu il figlio Jacopo II Appiano, minorenne e quindi sotto tutela della madre, donna Paola Colonna: in questo periodo lo stato fu sotto la protezione di Firenze prima, di Siena poi, e infine nuovamente di Firenze.

Morti Jacopo e Paola, nel 1445 governò il principato la sorella Caterina Appiano sposata a Rinaldo Orsini, che divenne cosignore di Piombino fino alla morte nel 1450. Dopo questi seguì Emanuele Appiano, figlio di Jacopo I, che lasciò poi al figlio Jacopo III, il quale incentivò nuove costruzioni militari.

A Jacopo III successe il figlio Jacopo IV, durante il cui governo (tra il 1501 e il 1503) Cesare Borgia occupò Piombino divenendone Signore; alla morte di Alessandro VI tutto tornò nelle mani dell'Appiano. Dopo questi furono signori Jacopo V e suo figlio Jacopo VI: tra il 1548 e il 1557 Cosimo I de' Medici Granduca di Toscana si impossessò dello Stato di Piombino, cedutogli dall'imperatore Carlo V.

Il figlio di Jacopo VI, Alessandro Appiano mantenne il potere per poco, ucciso in una congiura, e gli successe il figlio Jacopo VII, che nel 1594 ottenne il titolo di Principe dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo. Alla sua morte si aprì un periodo trentennale estremamente confuso, eccetto che durante il governo della principessa Isabella Appiano; dopo alterne vicende il principato nel 1634 venne ufficialmente concesso dall'imperatore Ferdinando II d'Asburgo e da Filippo IV di Spagna a Niccolò Ludovisi.

Nel 1706 il principato passò in via ereditaria ai Boncompagni.

Nel 1799 le truppe Francesi penetrano in Italia e nel 1805 Napoleone, assegnò il Principato, insieme a Lucca, alla sorella Elisa Bonaparte Baciocchi: nacque così il Principato di Lucca e Piombino.

Dopo la definitiva disfatta di Waterloo nel 1815, nonostante le richieste del principe Luigi I Boncompagni-Ludovisi di riavere la sovranità sullo stato, venne sancita l'annessione del territorio dell'ex-principato al Granducato di Toscana degli Asburgo-Lorena retto da Ferdinando III.

Dal Congresso di Vienna al XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

La città e le fortificazioni di Piombino nel XVIII secolo

Dopo la fine del Principato e l'annessione al Granducato, il territorio di Piombino fu inserito nel compartimento granducale di Pisa (i compartimenti granducali corrispondevano all'incirca alle odierne province toscane) per poi passare nel 1834 al compartimento di Grosseto.

Nel periodo tra il 1831-1832 iniziò la bonifica del padule di Piombino (lago di Piombino), voluta da Leopoldo II di Lorena.

Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi anche il territorio dell'antico stato di Piombino, si unirono al regno d'Italia. Lo stesso anno la nuova provincia di Grosseto cedette Piombino e i comuni della Val di Cornia alla provincia di Pisa.

La rivoluzione industriale italiana mosse i suoi primi passi anche a Piombino. I primi insediamenti industriali si ebbero tra il 1860 e il 1870 e nel 1891, per iniziativa degli inglesi R. W. Spranger e J. H. Ramsay, venne impiantata la fabbrica Magona d'Italia. Nello stesso periodo si sviluppò la Società Anonima Alti Forni e Fonderie di Piombino, che qualche anno dopo si fuse con la Società Elba formando un potente trust siderurgico, che assunse dal 1918 la denominazione di Ilva. Piombino si avviava così a diventare uno dei maggiori centri industriali italiani[13]. Nel frattempo le mura vennero quasi totalmente demolite (1903) e la città si espanse oltre il nucleo del centro, verso la zona industriale, l'entroterra, e la zona marina di Salìvoli.

Con l'avvento del Fascismo tutte le funzioni in precedenza svolte dal sindaco, dalla giunta e dal consiglio comunale vennero trasferite ad un podestà. Nell'ottica fascista di un riordinamento amministrativo, nel 1925, per interessamento personale del gerarca Costanzo Ciano, nativo di Livorno, Piombino e molte altre località limitrofe della Val di Cornia e delle zone vicino Cecina vennero inserite nella Provincia di Livorno, ampliandola considerevolmente[14]. In tale occasione Piombino divenne capoluogo del nuovo circondario omonimo[15].

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Piombino e Movimento operaio a Piombino.

Piombino durante la seconda guerra mondiale subì pesanti bombardamenti essendo sede di importanti industrie siderurgiche. La Battaglia di Piombino, del 10 settembre 1943, è ritenuta dagli storici una delle prime pagine della Resistenza italiana.

I bombardamenti segnarono profondamente la città, obbligando la cittadinanza a trovare rifugio nelle campagne della Val di Cornia. Si salvarono alcune parti delle fortificazioni medievali e alcuni monumenti di valore ambientale e architettonico nei quartieri affacciati sul mare.

Centro storico visto da piazza Bovio. L'edificio più alto sulla destra è il Castello di Piombino

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma del comune
Stemma del comune

La testimonianza pittorica più antica che si conosca risale al XV secolo e riporta i colori argento-bianco e rosso, colori della famiglia Appiani; nell'Ottocento si aggiunsero il verde e l'oro.

Nello scudo sono raffigurati un fortilizio con tre torri e una chiesa simbolo della città; ai lati appaiono due ramoscelli, uno di alloro e l'altro di quercia, uniti alla base. Sopra lo scudo si trova la corona, che indica in araldica il titolo di città, conferitole con Regio Decreto nel 1927. Lo scoglio in basso e il mare simboleggiano l'identità di città marinara.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
«Regio decreto»
— 4 settembre 1927

Il 28 luglio 2000 la Città di Piombino è stata insignita dal Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi della Medaglia d'Oro al Valor Militare[16] per la Battaglia di Piombino; Piombino fa parte delle Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione. In Toscana, solo la città di Firenze e le province di Massa Carrara e Arezzo condividono questa decorazione. In precedenza, Piombino era stata insignita della medaglia d'argento il 23 marzo 1978[17].

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sorretta da profondo sentimento patriottico e da antico desiderio di libertà e di giustizia, la città di Piombino sopportò, con esemplare fermezza, dall'8 settembre 1943 alla liberazione, sacrifici, deportazione e distruzioni, offrendo alla causa della Resistenza e della democrazia un elevato tributo di eroismo e di vite umane. Il 10 settembre 1943, i suoi cittadini, consapevoli che dalla riscossa dipendevano le sorti della Patria, animosamente incitarono i militari, in difficili momenti di incertezza e di disorientamento, ad opporsi all'oppressione nazifascista e, dopo aver cooperato, con un ruolo decisivo, all'apprestamento della difesa della Città, allorché cruenta divampò la lotta contro unità tedesche proditoriamente sbarcate nel porto, si unirono a valorosi reparti della Marina e dell'Esercito, contribuendo efficacemente al brillante esito del combattimento ed al ritiro delle truppe nemiche, infliggendo loro grandissime perdite. Quando vana risultò ogni resistenza in campo aperto, i piombinesi organizzarono agguerrite formazioni partigiane che operarono arditamente in Maremma e liberarono la Città e vari paesi della zona, ancor prima dell'arrivo degli Eserciti Alleati. Piombino, 10 settembre 1943 - 26 giugno 1944.»
— 28 luglio 2000[17]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Nel centro storico della città sono presenti numerose testimonianze architettoniche del passato.

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Concattedrale di Sant'Antimo
Cappella della Cittadella
Chiesa dell'Immacolata
Cappella di San Cerbone
Concattedrale di Sant'Antimo
Edificata nel duecento come luogo di culto di San Michele, fu ampliata ad opera del maestro pisano Piero del Grillo. La facciata in mattoni rossi è sormontata da una serie di archetti pensili che spezzano la severità della costruzione; più in basso un oculo. Il portone è sormontato da una lunetta contenente un mosaico raffigurante l'arcangelo Michele. La tettoia è un manufatto degli anni Trenta, eretto a protezione del mosaico stesso. L'interno della chiesa, originariamente ad una sola navata, è stato oggetto di molti interventi nel corso dei secoli; la navata laterale si è ricavata negli anni Trenta unificando due antiche cappelle. L'altare, del XVII-XVIII secolo, in stile barocco, è sormontato da candelieri portaceri del XVI secolo con in mezzo un crocifisso ligneo della stessa epoca. Il tutto è incorniciato dall'arcone in laterizio a sesto acuto che delimita la cappella maggiore e dove si aprono anche due nicchie che oggi ospitano statue di santi moderne. Molti sono i reperti conservati nell'aula ecclesiale; nella navata uno splendido fonte battesimale marmoreo attribuito ada Andrea Guardi del 1470 circa; a questo artista si devono anche incisioni, stemmi e due acquasantiere, una di esse eretta su un cippo etrusco. Molti quadri raffigurano scene religiose adornano le pareti e sono databili ai secoli dal XVI al XIX. Il chiostro venne eretto intorno al 1470 da Andrea Guardi ed è un classico esempio di chiostro rinascimentale toscano; di grande eleganza, le colonne marmoree sono sormontate da capitelli con motivi floreali l'uno diverso dall'altro; all'interno del chiostro si trova una cisterna costruita in epoca più recente (si pensa nel XVII secolo) e vari stemmi adornano le pareti del chiostro. A completare il complesso ecclesiale del Duomo di Piombino fu eretto il convento nel XV secolo, in sostituzione del precedente, di dimensioni più contenute. Nel 1502 la chiesa fu riconsacrata e dedicata a Sant'Agostino con nuovo ampliamento del convento retto da frati Agostinoani: il convento aveva un porticato, oggi tamponato ma comunque ancora visibile nell'omonima piazza Sant'Agostino.
Chiesa della Misericordia
È uno dei più antichi monumenti religiosi ancora esistenti in città; dedicata inizialmente a san Giovanni Battista, la sua costruzione risale alla prima metà del XIII secolo; si tratta di una chiesa con una sola navata con abside, in stile romanico. Nel corso dei secoli ha subito numerosi interventi come ad esempio l'apertura delle cappelle sulla destra. Cambiò anche varie denominazioni ed ordini religiosi essendo anche per un periodo sede dei frati francescani. Di epoche successivi i due palazzi (guardando la chiesa) sulla destra e sulle sinistra; il primo, l'antico convento si pensa risalire al XIV secolo e conserva al suo interno un tipico portico in stile tardo romanico e vari stemmi, sia interni che in facciata; l'edificio sulla destra del XVI secolo costruito per volontà di Jacopo VI Appiani fu il principale ospedale cittadino nel Rinascimento, dedicato alla Santissima Trinità e San Giovanni di Dio.
Cappella della Cittadella
Venne realizzata intorno al 1465 su commissione di Jacopo III Appiani da Andrea Guardi, che si ispirò al Tempio malatestiano di Rimini di Leon Battista Alberti. Del Guardi è anche la lunetta del portale con la Madonna con il Bambino e, all'interno, i plutei in marmo bianco, decorati con stemmi degli Appiani. Sull'altare del XVIII secolo è conservata una Madonna con il Bambino in terracotta policroma di Andrea della Robbia.
Cappella della Madonna della Neve
Denominata anche cappella della Madonna del Desco, risale al 1499, con annesso convento del XVII secolo. Era anticamente posta fuori dalle mura urbane, in aperta campagna, ed era sede di un ospedale o lazzaretto resosi protagonista nel corso della grande peste del 1630. Oggi vi si trovano le suore dell'ordine di Santa Madre Teresa di Calcutta.
Chiesa dell'Immacolata
Sede dei frati Francescani, venne edificata nel 1899 con il convento annesso.
Chiesa di Sant'Antimo sopra i Canali
Detta "la Tarsinata", è un antico edificio religioso, risalente al XIII secolo, fu fatto erigere dalla ricca Corporazione dei Marinai. Costruita in pietra alberese, lo stesso materiale di altri monumenti piombinesi dell'epoca, presenta una zona absidale quadrata con monofora a sesto acuto. La torre campanaria, detta torre della Tarsinata, ha mantenuto il suo originale aspetto, salvo la merlatura ghibellina che originariamente doveva essere stata guelfa; sotto di essa, pochi anni fa sono state rinvenute delle antiche ceramiche policrome. Nel XVII secolo vi fu annesso un grande convento intitolato a sant'Anastasia; di esso si conserva ancora il chiostro e alcune epigrafi all'interno. Nel 1805 la Principessa di Piombino Elisa Bonaparte Baciocchi, avendo emesso un decreto sulla sanità, fece sconsacrare chiesa e convento, modificando la struttura fino alla forma e ai volumi attuali, impiantandovi un moderno ospedale. Oggi ciò che resta della chiesa è stato ristrutturato e le altre parti del complesso sono sede di un residence.
Cappella di San Cerbone
La cappella si trova in località Baratti e sorge nel luogo della prima sepoltura di San Cerbone, vescovo di Populonia.
Chiesa di Santa Croce
La chiesa, edificata nel XV secolo, si trova a Populonia e al suo interno si conserva un frammento di affresco che si ritiene possa essere opera del Sodoma.
Monastero di San Quirico
Il monastero di San Quirico era un complesso ecclesiastico benedettino situato alle pendici del Poggio Tondo sul promontorio di Piombino, non distante dalla cala omonima e da Populonia. L'attività di questo monastero durò fino agli ultimi anni del Cinquecento, dopodiché fu abbandonato dai monaci e fu adibito a stalla.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Comunale di Piombino
Veduta di piazza Bovio
Palazzo Comunale
In antico "palazzo dei Priori" o "della Comunità", fu eretto nel 1444 da Nanni di Magio per volontà degli Anziani piombinesi che fino a quell'anno si riunivano nell'antico Palazzaccio, costruzione a noi non pervenuta situata probabilmente all'angolo con via "Trapalazzi", attuale via Giuseppe Garibaldi. Nella parete destra dell'atrio è incassata una colonna di epoca romanica, mentre nella volta affrescata si trovano gli stemmi del Comune, degli Appiani, del Ludovisi e dei Buoncompagni-Ludovisi. La sala consiliare contiene un affresco nella lunetta sopra la porta d'ingresso raffigurante la Madonna con Bambino o Madonna del Latte, datata 1575 e attribuita al pittore senese Giovanni Maria Tacci. Alla sinistra dell'ingresso, una statua in marmo del XV secolo, opera dei maestri Ciolo e Marco da Siena, della scuola di Giovanni Pisano, raffigura sempre una Madonna con Bambino. Inoltre nella sala si trovano vari quadri raffiguranti i principi di Piombino e i Granduchi di Toscana, inseriti in una serie storica che va dal XVII al XIX secolo. Infine, completano la collezione della sala uno stemma degli Appiani e una testa leonina risalente probabilmente al XII secolo. La Torre dell'Orologio risale al 1598; il 20 gennaio di quell'anno infatti i Priori di Piombino ne affidarono al Maestro Francesco di Leone la costruzione. L'orologio e la campana bronzea risalgono agli inizi del XVII secolo; nella nicchia si trova una Madonna con Bambino. Il palazzo, così come la torre, fu soggetto ad un pesante e contestato intervento di restauro nel 1935 diretto dall'architetto senese Giovanni Bellini.
Casa delle Bifore
Detta anche palazzo di Martino di Brancaccio o Casa Minelli, è l'unica testimonianza in Piombino di architettura civile duecentesca. Edificata presumibilmente tra il 1284 ed il 1289, forse da un cittadino guelfo, risente delle influenze dell'arte pisana. Originariamente era merlata. Acquistata negli anni ’80 del Novecento dal Comune di Piombino, fu oggetto di un accurato restauro ad opera dall’architetto Italo Insolera. Dal 1990 è sede dell'Archivio storico del Comune di Piombino.
Piazza Bovio
La scenografica piazza è posta sulla punta del promontorio di Piombino, con una terrazza pedonale, dotata di balaustra con panchine. Dalla piazza la vista spazia su tutto l'Arcipelago toscano e nelle giornate limpide si può arrivare a scorgere la Corsica. All'estremità della piazza si trova un piccolo faro, in stile neomedievale, mentre fino agli anni Venti vi aveva sede una fortificazione detta la Rocchetta, come documentano le vecchie cartoline d'epoca.
Palazzo Appiani
Fu la prima residenza della famiglia Appiani. Databile alla metà del Trecento, detto anche Palazzo Vecchio o Palazzo Vecchio di Piazza, attualmente ospita la sede dell'Istituto di Biologia ed Ecologia Marina e del Museo del mare. Le segrete, perfettamente conservate, sono databili al XIII secolo. Nei saloni al piano terreno spesso si tengono anche delle mostre.
Piazzetta del Mare
L'antico bastione di San Bartolomeo fu edificato nel 1212; da esso si può godere un'ampia vista sul canale di Piombino e sull'antico porticciolo di Marina.
Fonti di Marina
Si trovano in prossimità dell'antico porticciolo di Marina, al di fuori della perduta Porta a Mare, e furono realizzate nel 1248. Si tratta di una sorgente naturale e l'acqua sgorga attraverso teste marmoree di animali (tre draghi ed un cavallo, con la quinta andata perduta alla fine del XIX secolo), forse opera giovanile di Nicola Pisano. anticamente la fontana era detta anche delle "serpi in amore", per un bassorilievo raffigurante due serpenti. La fonte è sormontata da una grande volta a tutto sesto. Adiacenti ad essa, nella metà del XV secolo la comunità fece edificare i Lavatoi Pubblici, demoliti negli anni Trenta del XX secolo.

A Baratti si trova anche la Casa Saldarini.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Il Torrione
Il Castello
Torrione
Risalente al 1212, era la porta principale di accesso alla città verso terra, unica testimonianza dell'età comunale di Piombino. Detta anche di Sant'Antonio o porta Inferi, era probabilmente dotata nella parte più alta, nell'arco, di una o più campane, utilizzate in caso di ricorrenze particolari o pericoli.
Rivellino
Edificato nel 1447, venne aggiunto al Torrione come fortificazione di forma semicircolare, per una migliore difesa dalle artiglierie. Eretto sotto la Signoria di Rinaldo Orsini, marito di Caterina Appiani, rappresenta il simbolo della resistenza piombinese nel lungo ma vano assedio posto alla città nello stesso anno di costruzione del fortilizio ad opera di Alfonso V d'Aragona. Un tempo doveva essere circondato da un fossato e munito di ponte levatoio.
Cittadella
Il complesso architettonico era come una vera e propria "città nella città", che creava una corte signorile rinascimentale, con il palazzo, la chiesa, il pozzo e altri edifici adibiti alla corte; fu edificato dall'architetto fiorentino Andrea Guardi dal 1465 al 1470, per volontà del principe piombinese Jacopo III Appiani. Originariamente fortificata e munita di porta (oggi scomparsa), comprendeva la residenza dei principi (Palazzo Appiani), una cappella gentilizia dedicata a Sant'Anna, una cisterna e le strutture adibite alla corte e ai servitori. Il Palazzo Principesco ha subito il più grande scempio che la storia locale abbia potuto narrare: fu infatti indegnamente ed inspiegabilmente demolito nel 1959 per far posto alla villa del direttore dell'Ilva, la grande industria siderurgica cittadina. Mario Bucci, critico e storico dell'arte, scrisse a tal proposito: «È andato distrutto di recente e non si rimpiangerà mai abbastanza di non averlo avallato, o di non averlo comunque impedito».[18] La Cappella della Cittadella, o di Sant'Anna, è un piccolo tesoro rinescimentale, costruita tra il 1465 e il 1470 sotto la direzione ai lavori di Andrea Guardi, con una facciata interamente in marmo. Si trova dietro alla chiesa un edificio usato nei secoli per vari funzioni, fra tutti quello di dépendance del palazzo principesco, che è oggi una villa privata. Completano la piazza una cisterna e il Palazzo dei Servitori e dei Cortigiani. La cisterna, in marmo bianco, è opera del Guardi ed ha sui lati i volti del principe Jacopo III, di sua moglie Battistina di Campo Fregoso, di suo figlio, Jacopo IV, oltre allo stemma del casato. Il palazzo della Corte, restaurato e modificato nel 1805 da Elisa Bonaparte, ospitava i servizi, i servitori e tutto il personale che operava a palazzo. Ospita oggi il Museo Archeologico. La Cittadella era anticamente fortificata; adesso sono visibili soltanto le mura perimetrali alla città, ovvero quelle che davano sulle campagne e sul lato-mare; perduti sono invece la porta e i bastione rivolti verso la città, demoliti nel 1805 da Elisa.
Castello di Piombino
Trae origine dalla iniziale struttura del "Cassero pisano" del XIII secolo, costruito ad est della città e successivamente ritoccato da Leonardo da Vinci durante il riordinamento delle difese cittadine. In seguito divenne fortezza Medicea a pianta stellare tra il 1552 e il 1557, per volere di Cosimo I de' Medici. Di notevoli dimensioni, è oggi oggetto di scavi archeologici e vi ha sede il museo della Città.
Mura Leonardesche
Gli interventi che Leonardo da Vinci aveva progettato per Piombino erano molto più importanti di quelli che vennero realizzati; i disegni e progetti sono oggi conservati nella Biblioteca Nazionale di Madrid; comunque sono rimasti ancora visibili i suoi interventi nella realizzazione delle mura: in via della Fortezza appena dietro il Museo archeologico del territorio di Populonia e nell'omonima e limitrofa via Leonardo da Vinci.
Semaforo di Piombino
Edificato dalla Regia Marina e dismesso nella seconda metà del Novecento, si conserva sotto forma di ruderi sulle prime propaggini sud-orientali del promontorio, in posizione dominante rispetto al porto.

Torri costiere[modifica | modifica wikitesto]

Torre Mozza, nel Parco costiero della Sterpaia

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

La necropoli delle Grotte

Si trovano nel comune di Piombino i siti archeologici della necropoli di Baratti e Populonia, che insieme formano il Parco archeologico di Baratti e Populonia.

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Fanno parte del circuito dei parchi della Val di Cornia:

Altri parchi:

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[19]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2021 la popolazione di Piombino è per circa il 90,05% di cittadinanza italiana. La popolazione straniera residente ammontava a 3 209 persone, il 9,95% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[20]

  1. Marocco, 619
  2. Romania, 590
  3. Senegal, 482
  4. Ucraina, 464
  5. Albania, 189
  6. Nigeria, 93

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggioranza della popolazione[21] è di religione cristiana di rito cattolico, Diocesi di Massa Marittima-Piombino.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche e archivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Biblioteca Civica Falesiana[22]
  • BidibiBook Biblioteca di Riotorto
  • Archivio storico del Comune di Piombino "Ivan Tognarini"[23]: situato nella Casa delle Bifore, conserva e valorizza il patrimonio documentario relativo alla storia della città di Piombino e di tutto il suo territorio; organizza visite guidate e attività didattiche; fornisce assistenza e consulenza per le ricerche e mette a disposizione gli inventari e i cataloghi cartacei e informatici; garantisce la consultabilità degli atti. Oltre al fondo comunale (dal 1441 al 1923, le deliberazioni fino al 1960), l’archivio storico conserva anche archivi di enti, di impresa, archivi di famiglia e di persona, fondi iconografici e fotografici, pervenuti in seguito a versamenti e donazioni:[24]
  • Archivio del Comune di Piombino e fondo aggregato dell'Ente Comunale di Assistenza
  • Fondo iconografico comunale
  • Archivio dell'Ospedale Civile di Piombino
  • Archivio della Camera del Lavoro di Piombino
  • Fondo della sezione locale del P.C.I.
  • Fondo manoscritto e biblioteca di Romualdo Cardarelli
  • Archivio e biblioteca di E. Bartalini – E. Zannellini – A. Gaggero
  • Fondo di Amulio e Ivan Tognarini
  • Fondo documentario e librario di Michele Lungonelli
  • Fondo fotografico di Lando Civilini, in particolare quale testimone sulla ricostruzione industriale del secondo dopoguerra
  • Collezione fotografica di Luigi Magnani
  • Collezione di cartoline di Valerio Guerrieri
  • Fondo fotografico di Pino Bertelli
  • Archivio fotografico e documentario delle Acciaierie di Piombino

Musei[modifica | modifica wikitesto]

L'anfora di Baratti
  • Museo archeologico del territorio di Populonia, situato nel Palazzo Nuovo (antiche stalle e alloggi della corte degli Appiani) all'interno della cittadella, è collegato al Parco archeologico di Baratti e Populonia e ha come scopo di illustrare la storia del territorio e dell'utilizzo delle sue risorse, tra cui in particolare quelle minerarie. I materiali sono databili dall'epoca preistorica a quella etrusca (corredi tombali dalle necropoli di Populonia) e romana. Vi sono esposti modelli di impianti produttivi (forni protostorici ed etruschi), di una tomba e del carico di una nave. Tra gli oggetti di maggior pregio si citano l'incisione su pietra di un bisonte di epoca preistorica e la nota anfora di Baratti, in argento, datata presumibilmente intorno alla fine del IV secolo. Essa venne rinvenuta accidentalmente tra le reti di un peschereccio nelle acque del golfo di Baratti nel 1968. L'anfora presenta 134 applicazioni ovali con figure, legate al culto della dea Cibele. Presso il museo è attivo un centro di archeologia sperimentale, riguardante la lavorazione della ceramica e della pietra.
  • Museo del Castello e della Città di Piombino, ha sede nel Castello e ricostruisce la storia dell'edificio nel contesto delle vicende cittadine. Vi sono esposti alcuni degli oggetti del XIII secolo rinvenuti durante gli scavi effettuati in concomitanza con un recente restauro.
Il chiostro dove ha sede il museo diocesano d'arte sacra
  • Museo diocesano d'arte sacra Andrea Guardi, si trova nel convento di Sant'Agostino che è attiguo alla concattedrale di Sant'Antimo, forse proprio dove si trovava la Sala Capitolare. Il grosso del museo è costituito dalle opere di Andrea Guardi artista fiorentino quattrocentesco, molto attivo a Piombino, ma non mancano oggetti da altri luoghi di culto del Piombinese (Val di Cornia) come da Suvereto e altri luoghi limitrofi, e opere ed arredi provenienti dalla Concattedrale stessa. Nel museo son conservati dipinti (pale provenienti da Populonia), sculture lignee ed in marmo e gli oggetti di uso liturgico (calici, paramenti, ecc.) e antichi ostensori.
  • Museo del Mare e Acquario Città di Piombino, è ospitato nelle sale di palazzo Appiani, ex residenza dei Signori di Piombino. Fondato nel 1985 su iniziativa del Comune e dell'Istituto di Biologia ed Ecologia Marina di Piombino, è un centro per lo studio e la conoscenza dell'ambiente marino del Mediterraneo, dotato di un Centro Polivalente di Educazione Ambientale, con sezioni di didattica e di ricerca, una biblioteca specializzata e un acquario costituito da 15 vasche, collegate al mare tramite un sistema di pompaggio. Nelle sale dell'acquario si trova anche un piccolo museo naturalistico del mondo marino, dove spiccano la collezione malacologica e quella di conchiglie, iniziata nel 1980.
  • Museo di entomologia, possiede una raccolta che comprende la quasi totalità degli ordini tassonomici degli insecta, chiaramente esposti in una serie di vetrine didattiche. Tra le attrezzature sono disponibili una sala per la proiezione di macrodiapositive e una con microscopi stereoscopici e a riflessione. Numerosi sono i pannelli esplicativi, mentre gli esemplari vivi sono osservabili, con l'assistenza di un esperto, in terrari ed acquari. Il museo è gestito dall'associazione Microcosmo, che organizza anche visite guidate nel Parco di Punta Falcone. Opera nella stessa struttura anche il Fotoclub "Il Rivellino", che si occupa di organizzare mostre fotografiche sul territorio e sui suoi monumenti.
  • Collezione privata Gasparri, situato a Populonia, conserva i reperti villanoviani, etruschi e romani delle necropoli del territorio.

Scienza[modifica | modifica wikitesto]

In località Punta Falcone è in funzione dal 1975 l'osservatorio astronomico gestito dalla Associazione Astrofili di Piombino. Costruito nel 1976 sui ruderi della batteria navale "Sommi Picenardi", fu allestito nei locali che ospitavano il "telemetro". Attualmente è costituito da una cupola dotata di un telescopio Schimdt-Cassegrain da 36 cm, da una sala in cui si trovano numerosi telescopi di ultima generazione tra questi un Ritchey-Crétien anch'esso da 36 cm e da una sala sotterranea ricavata dai locali di servizio dell'antica batteria.

Media[modifica | modifica wikitesto]

Stampa[modifica | modifica wikitesto]

  • A Piombino è presente la redazione locale de Il Tirreno[25], quotidiano molto diffuso in buona parte della Toscana con molte redazioni locali.

Radio[modifica | modifica wikitesto]

  • Radio Piombino Centrale.[26]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

A Piombino è nata una delle primissime reti televisive private italiane, Telepiombino, nel 1973. Dopo aver iniziato come televisione via cavo, passò successivamente alla trasmissione via etere, restando attiva fino ai primi anni Ottanta.

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

Film girati a Piombino

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

A Piombino è ambientato Acciaio, primo romanzo della scrittrice italiana Silvia Avallone, che narra delle vicende di due ragazze adolescenti che vivono e crescono all'interno della realtà operaia metallurgica piombinese.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

I piatti principali della cucina della città e del suo comprensorio sono naturalmente a base di pesce, infatti la cucina piombinese è conosciuta per il ricco pescato dai fondali della costa e dell'Arcipelago Toscano e in città è presente un mercato-asta del pesce. Le specie presenti son crostacei e molluschi, pesce pregiato e pesce azzurro; tra i piatti tipici ci sono il polpo lesso, lo stoccafisso con patate, il baccalà alla livornese, le acciughe alla povera, le triglie alla livornese e il cacciucco.

Per quanto riguarda la cucina di terra, sono tipiche le zuppe, le ricette a base di selvaggina (come il cinghiale) e le verdure come il carciofo violetto, a cui viene dedicata la "sagra del Carciofo" a Riotorto. Vi sono però anche piatti tipici che naturalmente risentono della tradizione gastronomica di altre parti della Toscana come: i tortelli,torta di ceci, carciofi fritti, pasta e ceci, panzanella.

Nelle campagne e colline di Piombino sono presenti molte aziende vinicole che producono vini e oli extravergine di oliva. La città di Piombino fa parte del circuito città del Vino[27], disponendo nel suo territorio comunale molte aziende vinicole che negli ultimi anni hanno ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra i vini della Toscana si producono vini IGT e DOC Val di Cornia Piombino bianco, riserva, rosato e rosso.

Fra i dolci si ricordano anche la schiaccia campigliese, i frati, il castagnaccio, i cenci (durante il periodo del Carnevale), la schiaccia di Pasqua durante il periodo pasquale.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Festival estivo - Tuscany International Festival: Concorso canoro di rilevanza nazionale. La finale si tiene ogni anno a Piombino ad inizio luglio. Gli artisti che si esibiscono live con brani inediti, sono valutati da una prestigiosa giuria, negli ultimi anni presieduta da Dario Salvatori. Presenti sempre importanti ospiti. Nel 2011 è stata inserita la sezione dedicata under 16[28][29].
  • Visionaria International Film Festival. Nato a Siena nel 1991, dal 2005 si è trasferito a Piombino. L'ultima edizione in terra piombinese ha avuto luogo nel 2013. Tra gli ospiti e giurati si ricordano: Roberto Andò, Pupi Avati, Isa Barzizza, Alessandro Benvenuti, Luciano Tovoli, Daniele Vicari e molti altri. Nel 2006 si è tenuta la proiezione del film documentario Liberate Silvia di Giuliano Bugani e l'incontro con Silvia Baraldini, prima uscita pubblica dopo l'indulto e la scarcerazione. Particolare rilievo nell'ambito delle attività del festival è stata la creazione della sezione Vision Art, dedicata alla videoarte, curata dall'artista Pino Modica.
  • Altro: Piombino ha ospitato le edizioni 2002, 2004 e 2006 del Dice Workshop[30], conferenza internazionale di Fisica.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Industria metallurgica[modifica | modifica wikitesto]

L'importanza della zona è data dalla presenza di giacimenti di minerali ferrosi (Elba); ciò ha portato ad uno sviluppo precocissimo delle attività metallurgiche che sono proseguite nel corso dei millenni, a partire dai periodi etrusco e romano e a seguire fino ad oggi. La zona è sede di importanti siti industriali:

Lo stabilimento JSW Steel Italy
Vista aerea di Piombino con il suo porto
  • La JSW Steel Italy è la maggiore azienda del territorio piombinese e di tutta la Provincia di Livorno. Ha un personale occupato di circa 2 500 dipendenti (che oltrepassano i 5 000 considerando l'indotto)[senza fonte]. Ha un centro siderurgico che si estende per oltre 12 km² e che fa di essa il secondo stabilimento siderurgico nazionale (secondo all'ArcelorMittal Italia di Taranto).

Le acciaierie nacquero intorno al 1860, favorite dallo sfruttamento dei giacimenti di ferro dell'Elba e delle miniere calcaree di Campiglia, seguendo la tradizione metallurgica storicamente sempre presente fin dal tempo dagli Etruschi in questo territorio. La presenza dello stabilimento è stato il principale motore della grande immigrazione verso la città di Piombino per tutto il XX secolo fino agli anni '70. Ha cambiato vari nomi (Alti Forni e Fonderie di Piombino, Ilva, Italsider, Finsider, Deltasider, Acciaierie di Piombino, AFERPI) ma è rimasta sempre statale e controllata dal Gruppo IRI fino al 1992; negli anni Ottanta è arrivata ad avere anche oltre 10 000 dipendenti, poi con la grande crisi metallurgica culminata nel 1992 con la privatizzazione, lo scorporo dal Gruppo IRI e l'acquisto di Lucchini c'è stato un grande ridimensionamento di occupati, fino alla ripresa nel 2005 con la cessione di Lucchini a favore del colosso russo Severstal'.

  • La Liberty Magona è il secondo stabilimento piombinese, con circa 800 dipendenti. È stata fondata agli inizi del Novecento e fino alla Seconda Guerra Mondiale era uno stabilimento a ciclo continuo, ma poi fu privata dell'acciaieria, per rimanere uno stabilimento di sola zincatura del semilavorato. Fino al 2005 si è chiamata "La Magona d'Italia".
  • La Tenaris Dalmine è un tubificio sito nella periferia est di Piombino, confinante con la JSW Steel Italy, che conta circa 200 dipendenti. Produce tubi d'acciaio di vari diametri. Ha aperto i battenti negli anni '60.

Questi grandi siti industriali hanno contribuito in maniera radicale alla crescita demografica nella città e nel territorio (Val di Cornia) fin dagli inizi del Novecento.

Impatti dell'industria pesante sull'ambiente e sulla salute[modifica | modifica wikitesto]

Aziende[modifica | modifica wikitesto]

Tra le altre medie-grandi aziende presenti nel comune di Piombino spiccano:

  • Unicoop Tirreno: cooperativa di consumatori del sistema Coop Italia, tra le prime nate in Italia; fu fondata infatti a Piombino nel primo dopoguerra con il nome "La Proletaria", embrione di quello che diventerà una delle più grandi cooperative italiane dei nostri giorni. A Piombino, precisamente nella frazione Vignale-Riotorto (lungo la SS1 Aurelia) si trova la sede centrale, che controlla tutto il territorio costiero tirrenico.
  • Enel: esisteva a Torre del Sale una centrale Enel da 1280 MW costruita negli anni '70, che forniva energia elettrica l'elettricità alla rete di trasmissione nazionale. Fuori servizio dal 2015, dal 2021 è in corso di demolizione [31][32].
  • Edison: centrale termoelettrica all'interno del Centro Siderurgico Lucchini e inaugurata nel 1999. Fornisce energia elettrica allo stabilimento e alla rete di trasmissione nazionale.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

L'economia si basa essenzialmente sulle attività turistiche, sviluppate lungo tutta la costa. Alle normali attività alberghiere e ristorative, si aggiungono quelle derivanti dal turismo culturale-archeologico e naturalistico.

Dal 2008 al 2017 la città è stata insignita della Bandiera Blu limitatamente alle spiagge ubicate nel Parco naturale della Sterpaia, sulla costa est del territorio comunale[33].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

A Piombino passa la ferrovia Campiglia Marittima-Piombino Marittima. In totale la città è servita da ben 4 stazioni aperte al traffico passeggeri oltre a 2 destinate al traffico merci, nel dettaglio:

Porti[modifica | modifica wikitesto]

Il porto industriale
Stazione di Piombino in piazza Niccolini

Piombino dispone di una vasta gamma di porti e approdi:

Mobilità urbana[modifica | modifica wikitesto]

I trasporti urbani e interurbani di Piombino vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da Tiemme Toscana Mobilità.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

I sindaci della città dal 1944 ad oggi sono i seguenti[34]:

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
25 luglio 1944 8 aprile 1946 Luigi Terrosi Vagnoli Sindaco [35]
8 aprile 1946 17 marzo 1951 Luciano Villani Partito Comunista Italiano Sindaco
17 marzo 1951 10 giugno 1951 Liberto Londi Partito Comunista Italiano Sindaco pro tempore
10 giugno 1951 27 novembre 1960 Ivo Mancini Partito Comunista Italiano Sindaco
27 novembre 1960 19 dicembre 1970 Rodolfo Giovannelli Partito Comunista Italiano Sindaco
19 dicembre 1970 7 maggio 1976 Rolando Tamburini Partito Comunista Italiano Sindaco
7 maggio 1976 12 maggio 1983 Enzo Polidori Partito Comunista Italiano Sindaco
12 maggio 1983 15 giugno 1990 Paolo Benesperi Partito Comunista Italiano Sindaco
15 giugno 1990 22 aprile 1995 Fabio Baldassarri Partito Comunista Italiano
Partito Democratico della Sinistra
Sindaco
23 aprile 1995 12 giugno 2004 Luciano Guerrieri Partito Democratico della Sinistra
Democratici di Sinistra
Sindaco [36][37]
13 giugno 2004 24 maggio 2014 Gianni Anselmi Democratici di Sinistra
Partito Democratico
Sindaco [38][39]
25 maggio 2014 8 giugno 2019 Massimo Giuliani Partito Democratico Sindaco [40]
9 giugno 2019 in carica Francesco Ferrari Fratelli d'Italia[41] Sindaco [42]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio
Pallavolo
  • Volley Piombino
  • Volley Riotorto
Tennis

A Piombino sono presenti quattro circoli di tennis:[44]

  • Impianto Tennistico Comunale (Associazione Tennistica Piombinese)
  • Impianto Tennistico Ex Circolo ILVA
  • Impianto Tennistico "La Magona d'Italia"
  • Impianto Tennistico Riotorto

Nel mese di Settembre in città viene svolto il torneo future "Città di Piombino".

Rugby

L'Etruria Rugby Piombino, Fondata nel 1969, milita in serie C.

Basket
  • Basket Golfo Piombino militante nel campionato di serie B Nazionale;
  • Pallacanestro Piombino, fondata nel 1985 e organizzatrice ormai da 32 anni del torneo giovanile denominato "coppa carnevale" vera e propria vetrina internazionale di basket giovanile.
Nuoto e Pallanuoto
  • Società Sortiva Nuoto Piombino.

A Piombino si svolgono due manifestazioni estive:

  • la Maratona degli Etruschi che si svolge negli specchi acquei dinanzi alle coste urbane
  • il Trofeo Golfo di Baratti con un percorso nella baia dinanzi alla necropoli Etrusca.

La città di Piombino è stata sede dei Campionati europei di nuoto di fondo 2012, svoltisi dal 12 al 16 settembre 2012. La località fu scelta nella riunione del bureau della LEN tenutasi a Stettino nel dicembre 2011.[45] Le gare si sono disputate nel tratto di mar Tirreno prospiciente a piazza Bovio, con arrivo e partenza nella stessa, che è stata anche sede della cerimonia di apertura.[46][47]

Karate

  • A.S.D. Sakura Piombino
Ciclismo

Piombino è stata sede della partenza della 5ª tappa del Giro d'Italia 2011 con arrivo a Orvieto.[48]

Scherma

Ha luogo nel comune la Coppa Perone, campionato regionale di scherma giovanile.

Vela

Sono diverse le gare veliche che nel corso dell'anno vengono organizzate a Piombino. Al porto di Marina di Salivoli si trova lo Y.C.M.S che comprende una scuola di vela e organizza campionati di vela di altura. A Baratti è presente una sede della Lega navale italiana.

Campo d'atletica Luciano Simeone
Scacchi

Il Circolo Piombinese Dama e Scacchi è stato campione italiano assoluto UISP nel 1990.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

Lo Stadio Magona d'Italia

Di seguito sono elencati i principali impianti sportivi della città:[49]

  • Stadio Magona d'Italia, sede degli incontri casalinghi dell'Atletico Piombino, edificato negli anni Trenta per volere dell'Azienda siderurgica piombinese La Magona d'Italia, disponeva in origine di una tribuna coperta, una gradinata (sul lato opposto) e una curva (definita Curva Tolla per la locazione sotto l'omonimo rione). L'impianto poteva contenere circa 12 000 spettatori. Con il passare degli anni, il tempo, l'oblio, la trascuratezza e soprattutto lo spegnersi della passione piombinese verso la propria squadra di calcio (che dagli anni '70 si era indirizzata verso un lungo e inesorabile declino) hanno fatto sì che le condizioni strutturali del glorioso "Magona" si facessero sempre più fatiscenti tanto da portare alla demolizione per inagibilità della tribuna coperta e alla chiusura della curva, quest'ultima riaperta nella stagione 2014-2015;
  • Campo sportivo comunale R. Marianelli (calcio);
  • Campo sportivo comunale Tre Pini (calcio);
  • Campo sportivo comunale Fiorentina (calcio) - CHIUSO,
  • Campo sportivo comunale di Montemazzano (Calcio);
  • Campo Giuseppe Venturelli (rugby);
  • Campo di atletica leggera Luciano Simeone;
  • Palasport Tenda (basket);
  • Palazzetto Mario Falci (pallavolo);
  • Palazzetto Mecatti Riotorto (pallavolo);
  • Piscina comunale Marchino Balestri.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Statuto del Comune di Piombino (PDF), su dait.interno.gov.it, p. 5.
  2. ^ a b Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron Editore, 1981, p. 414.
  3. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT, 3 ottobre 2023. URL consultato il 7 ottobre 2023.
  4. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  5. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  6. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 19 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2018).
  7. ^ Info su circondariovaldicornia.it Archiviato il 9 maggio 2007 in Internet Archive.
  8. ^ rete.toscana.it, Classificazione sismica in Toscana (pdf) (PDF) [collegamento interrotto], su rete.toscana.it. URL consultato il 17 agosto 2013.
  9. ^ Ministero della Difesa – Aeronautica, Ispettorato delle telecomunicazioni e dell'assistenza al volo (Servizio meteorologico). Fisionomia climatica delle principali località italiane (decennio 1946-1955). Roma, 1961.
  10. ^ del sito resta l'importante necropoli di Populonia.
  11. ^ Chronicon Reginone di Prüm (identico presso la Cronaca Imperiale dell'Annalista Sassone) per l'anno 809: "In Tuscia Populonium, ciuitas maritima, a Graecis qui Orobitae uocantur, depredata est"
  12. ^ Alla forma gotica si contrappone il differente consonantismo del longobardo Zoll (massa compatta di terra o di ghiaccio), passato poi all'italiano come zolla.
  13. ^ Toscana, Guida d'Italia, Touring Club, pag. 430.
  14. ^ R.D.L. 15 novembre 1925, n. 2011, art. 1 s:R.D.L. 15 novembre 1925, n. 2011
  15. ^ R.D.L. 15 novembre 1925, n. 2011, art. 3 s:R.D.L. 15 novembre 1925, n. 2011
  16. ^ Medaglia d'Oro al Valor Militare - Elenco dei decorati, su quirinale.it. URL consultato il 19 luglio 2016.
  17. ^ a b Concessione della "Medaglia d'oro al valor militare" alla città di Piombino (GU Serie Generale n.228 del 29-9-2000), su gazzettaufficiale.it, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 28 luglio 2000.
  18. ^ Ivan Tognarini e Mario Bucci, Piombino. Città e Stato dell'Italia moderna nella storia e nell'arte, Piombino, Acciaierie di Piombino, 1978.
  19. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  20. ^ Istat - Bilancio demografico popolazione straniera, su demo.istat.it. URL consultato il 5 agosto 2023.
  21. ^ Diocesi di Massa Marittima e Piombino, su diocesimassamarittima.it.
  22. ^ Biblioteche Comune di Piombino, su comune.piombino.li.it.
  23. ^ Archivio Storico Comune di Piombino, su comune.piombino.li.it.
  24. ^ Patrimonio documentario Archivio storico Comune di Piombino, su comune.piombino.li.it.
  25. ^ Il Tirreno | Homepage
  26. ^ Radio Piombino:: FM 98,50 - 91,40 - 91,60 - 91,70 per il Monte Amiata 94,00 - 100,50 - Radio OnLine
  27. ^ Storia e Mission | Terre del Vino Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.
  28. ^ Al via il festival di Piombino, luglio 2014. URL consultato il 3 febbraio 2017.
  29. ^ Festival estivo, febbraio 2015. URL consultato il 3 febbraio 2017.
  30. ^ MIME Attachment workshop DICE2002 Archiviato il 9 maggio 2006 in Internet Archive.
  31. ^ IL GIUNCO.NET- Il quotidiano della Maremma, Tor del Sale: iniziata la demolizione dell’ex centrale Enel. Ci vorranno tre anni, su ilgiunco.net, 10 novembre 2021. URL consultato il 5 novembre 2023 (archiviato il 24 agosto 2022).
  32. ^ Toscana Notizie - Giunta regionale Toscana, Ex centrale Enel Tor del Sale: sopralluogo per assessora Monni e sindaco Ferrari, su toscana-notizie.it, 20 giugno 2022. URL consultato il 5 novembre 2023.
    «Proseguono i lavori di smantellamento e bonifica dell’area che sarà interamente riqualificata»
  33. ^ La spiaggia del Parco Naturale della Sterpaia - Bandiera Blu 2008-2017, su comune.piombino.li.it.
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  38. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 2004, Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno
  39. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 7 giugno 2009, Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno
  40. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 25 maggio 2014, Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'Interno
  41. ^ Ferrari Sindaco, Lega, FI-UDC, Ascolta Piombino, Lavoro & Ambiente; in quota FdI
  42. ^ Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2019 - II turno del 9 giugno 2019, su elezioni.interno.gov.it, 9 giugno 2019. URL consultato l'11 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2019).
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  44. ^ Impianti sportivi del Comune di Piombino, su comune.piombino.li.it. URL consultato l'8 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2017).
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Licurgo Cappelletti, Storia della città e Stato di Piombino, Livorno, Giusti, 1897, poi in ristampa anastatica, Bologna, Arnaldo Forni editore, 2003
  • Ivano Tognarini e Mario Bucci, Piombino. Città e Stato dell'Italia moderna nella storia e nell'arte, Piombino, Acciaierie di Piombino, 1978
  • Giulio Giannelli, Trattato di Storia Romana - L'Italia antica e la repubblica romana, Pàtron Editore, Bologna, 1983
  • Patrizia Meli e Sergio Tognetti, Il principe e il mercante nella Toscana del Quattrocento, il Magnifico Signore di Piombino Jacopo III Appiani e le aziende Maschiani di Pisa, Firenze, Olschki, 2006
  • Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini, Erano le Maremme, Vallecchi editore, Firenze, 1984
  • Angelo Nesti, La siderurgia a Piombino. Impianti, politiche industriali e territorio dall’Unità alla seconda guerra mondiale nel contesto della siderurgia italiana, Perugia, Crace, 2012

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