Porta Galliera

Porta Galliera
Mura di Bologna
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàBologna
Indirizzopiazza XX Settembre ‒ Bologna (BO) e via Indipendenza
Coordinate44°30′14.65″N 11°20′41.27″E / 44.50407°N 11.344796°E44.50407; 11.344796
Informazioni generali
Tipoporta cittadina
CostruzioneXIII secolo-1663
Condizione attualericostruita in stile barocco
Informazioni militari
Azioni di guerrainsurrezione dell'8 agosto 1848
voci di architetture militari presenti su Wikipedia
Veduta frontale
Stemmi del papa Alessandro VII, del cardinale legato Girolamo Farnese, del cardinal nipote Flavio Chigi, di un Bonfioli e del Comune di Bologna

Porta Galliera (pôrta d Galîra in bolognese) è una delle porte della terza cinta muraria della città di Bologna.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Porta Galliera sorge all'estremità nord del centro storico di Bologna, alla fine dell'attuale via dell'Indipendenza, vicino alla Stazione Centrale, sull'antico cardine massimo della Bononia romana, che conduceva a Corticella e Castel Maggiore, e di lì a Galliera (poi al suo avamposto difensivo verso il Ferrarese).

Il primo edificio della porta, un cassero a base quadrangolare, venne eretto all'inizio del XIII secolo[1], quando fu innalzata la cinta, inizialmente una semplice palizzata lignea.

La porta venne riedificata in concomitanza dei lavori per la costruzione della vicina rocca di Galliera, fatta innalzare fra il 1330 e il 1333 dal cardinale Bertrando del Poggetto e destinata ad accogliere papa Giovanni XXII. La rocca fu tuttavia distrutta nel 1334 dalla popolazione bolognese ribellatasi allo stato papale.[2]

Nel 1494, con il passaggio del bucintoro di Giovanni II Bentivoglio, venne inaugurato il canale e il nuovo porto all'interno della Porta[2].

Nel Seicento la porta fu oggetto di diverse ristrutturazioni e fra il 1661 e il 1663, a causa del cattivo stato delle fondamenta originali,[3] fu completamente ricostruita[4] su disegno di Bartolomeo Provaglia.[5]

La porta fu testimone dell'evento finale dell'insurrezione dell'8 agosto 1848: attraverso di essa, ultima porta rimasta aperta dopo che tutte le altre erano state prese e chiuse dai cittadini, i soldati austriaci fuggirono lasciando la città. Una lapide posta all'interno del fornice ricorda i bolognesi caduti in quella circostanza.[6]

Il 28 agosto 1944, a causa della sua vicinanza alla stazione ferroviaria, la porta venne gravemente danneggiata da un'incursione aerea alleata e successivamente riparata.

Porta Galliera è stata oggetto di diversi restauri: fra il 1933 e il 1934, fra il 2007 e il 2009 (così come le altre porte della terza cinta) e, più recentemente, nel 2019.[3]

A Porta Galliera sono stati ricollocati due altorilievi in bronzo con fauni, opera di Silverio Montaguti, posti in origine nel 1910 nelle fontane del Mercato delle Erbe.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Serraglio di Porta Galliera, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 2 aprile 2023.
  2. ^ a b Restauro Porta Galliera a Bologna: progetto restauro porta monumentale, su Restauro delle Porte di Bologna 2007-2009, Banca di Bologna. URL consultato il 21 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 ottobre 2010).
  3. ^ a b Porta Galliera, in corso il restauro per renderla ancora più bella e sicura, su iperbole.it, 26 aprile 2019. URL consultato il 29 giugno 2022.
  4. ^ Cassero di Porta Galliera, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 2 aprile 2023.
  5. ^ MISC. 00001 - Bologna, Porta Galliera, parte interna, su genusbononiae.it. URL consultato il 29 giugno 2022.
  6. ^ Caduti nella battaglia di Porta Galliera - 1848, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 2 aprile 2023.
  7. ^ Federica Fabbro, Montaguti Silverio, su Storia e Memoria di Bologna. URL consultato il 2 aprile 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giancarlo Benevolo, Il Castello di Porta Galliera. Fonti sulla fortezza papale di Bologna (1330-1511); Marsilio, Venezia, 2006.
  • Giancarlo Roversi, Le mura perdute. Storia e immagini dell'ultima cerchia fortificata di Bologna; Grafis Edizioni, Bologna, 1985.
  • Stefano Campagna, Porta Galliera. Storia e restauri; Costa Editore, Bologna, 2003.

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