Prostituzione in Europa

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Voce principale: Prostituzione nel mondo.

     Abolizionismo - Prostituzione lecita, ma attività organizzate come favoreggiamento e sfruttamento illegali; prostituzione "non regolamentata"

     Neo-abolizionismo - illegale comprare prestazioni sessuali e favoreggiamento e sfruttamento, ma legale vendere prestazioni sessuali

     Decriminalizzazione - nessuna criminalizzazione della prostituzione

     Legalizzazione - prostituzione legale e regolamentata

     Proibizionismo - prostituzione illegale

     Legalità varia a seconda di leggi locali

Il trattamento legale della prostituzione in Europa varia nei diversi Paesi. In alcuni Stati il compiere prestazioni sessuali a pagamento è illegale, mentre in altri la prostituzione in sé è lecita, mentre sono punite varie forme di favoreggiamento (come l'agire come protettore, il prestare favoreggiamento, ogni attività che porti ad ottenere profitto dalla prostituzione, l'induzione, etc.) nel tentativo di rendere più difficile il prostituirsi.

Al di là degli aspetti legali, in tutti i paesi l'attività subisce un'importante stigmatizzazione sociale, che favorisce comportamenti omertosi, diffidenza verso le regolamentazioni, fiorire di reti sommerse spesso gestite dalla malavita, difficoltà nel potere cambiare lavoro.

Condotte rilevanti[modifica | modifica wikitesto]

  • l'atto del prostituirsi (effettuare prestazioni sessuali a pagamento): è legale nella maggioranza dei Paesi dell'Europa occidentale, mentre è tendenzialmente illegale nell'Europa orientale.
  • fruire della prostituzione (ricevere prestazioni sessuali dietro pagamento): è legale nella gran parte dei Paesi europei. Solamente in Svezia, Norvegia e Islanda si è recentemente affermato un nuovo modello legislativo nel quale viene punito il "cliente".
  • adescamento (l'invito a fruire di prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico): la gran parte dei Paesi nei quali la prostituzione è lecita hanno leggi o disposizioni amministrative che puniscono questo tipo di condotte. Talvolta sono istituite delle "zone di tolleranza" (ufficiali o non) nelle quali l'adescamento è consentito.
  • lo sfruttamento, favoreggiamento, reclutamento o induzione: queste attività sono illegali in gran parte d'Europa.
  • la prostituzione minorile e la costrizione alla prostituzione ed attività similari: sono attività illegali in ogni parte d'Europa tranne che in Svizzera dove la sola prostituzione minorile (se praticata da soggetti maggiori di sedici anni) è invece permessa.

Modelli legali sulla prostituzione[modifica | modifica wikitesto]

Il trattamento legale della prostituzione nei diversi Paesi europei segue tre modelli giuridici dominanti.

  • Il Modello proibizionista consiste nel vietare la prostituzione e nel punire la prostituta con pene pecuniarie o detentive. In taluni Paesi in cui è adottato questo modello, oltre alla prostituta viene punito anche il cliente. Questo modello è seguito dalla gran parte dei paesi dell'est europeo: Albania, Azerbaigian, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Georgia, Kazakistan, Lituania, Moldavia, Montenegro, Russia, Serbia, Ucraina.
    • Il modello proibizionista vede una variante nel cosiddetto modello Modello neo-proibizionista o "modello svedese", adottato in Svezia dal 1999 e successivamente in Islanda, dal gennaio 2009 in Norvegia, dall'aprile 2016 in Francia. Questo modello si fonda sulla criminalizzazione del cliente, con la punizione dell'acquisto di prestazioni sessuali. Questo modello si basa sull'assunto che la prostituzione è una violenza dell'uomo contro la donna, sempre: anche quando la prostituta afferma di svolgere l'attività per scelta, consapevolmente.
  • Il Modello abolizionista consiste nel non punire la prostituzione né l'acquisto di prestazioni sessuali, ma al tempo stesso nel non regolamentarli, mentre si puniscono tutta una serie di condotte collaterali alla prostituzione (favoreggiamento, induzione, reclutamento, sfruttamento, gestione di case chiuse, etc.). Il sistema chiama lo Stato fuori dalla disputa, senza proibire o regolamentare l'esercizio della prostituzione, ma la vorrebbe scoraggiare attraverso la punizione di tutte le attività collaterali e la mancata regolamentazione. Questo modello è seguito dalla gran parte dei paesi dell'Europa occidentale: Andorra, Armenia, Bulgaria, Città del Vaticano, Danimarca, Estonia, Finlandia, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Malta, Monaco, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, San Marino, Slovacchia, Spagna.
  • Il Modello regolamentarista è un sistema teso alla legalizzazione e regolamentazione della prostituzione che può avvenire con modalità differenti (come la statalizzazione dei bordelli, i quartieri a luci rosse). In otto paesi europei (Paesi Bassi, Germania, Turchia, Austria, Svizzera, Grecia, Ungheria, Belgio e Lettonia) la prostituzione è legale e regolamentata. La legalizzazione sovente include l'imposizione di tasse e restrizioni, più o meno ampie, nell'esercizio della prostituzione anche con l'individuazione di luoghi preposti all'esercizio dell'attività e la prescrizione di controlli sanitari obbligatori per prostitute e prostituti per la prevenzione e il contenimento delle malattie veneree e l'obbligo di segnalare attività e residenza.
    • Una variante del modello regolamentarista è il cosiddetto Modello neo-regolamentarista è teso alla rimozione di leggi al fine di depenalizzare l'attività sessuale fra adulti consenzienti nei contesti commerciali.

Europa centrale[modifica | modifica wikitesto]

Austria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Austria.

Quello dell'Austria è un esempio di prostituzione regolamentata; essa è legale, ma vincolata a vari regolamenti. La maggior parte delle prostitute proviene dall'Europa dell'est[1].

Repubblica Ceca[modifica | modifica wikitesto]

Nella Repubblica Ceca la prostituzione è legale, mentre le case di tolleranza ed altre forme di ingaggio sono vietate[2]. L'applicazione di queste leggi è lassista e la prostituzione, assieme con le altre attività che la circondano, sono relativamente comuni nel paese. La prostituzione è regolamentata fiscalmente come una specifica attività, ma i bordelli, seppur in teoria illegali, sono tollerati dalla polizia. Ufficialmente sono strip bar e sexy club; nel 2005 il governo propose la legalizzazione totale - delimitando delle aree della città entro la quale si poteva esercitare, con controlli medici periodici, oltre che introducendo un sistema di welfare per le stesse operatrici, che avrebbero avuto diritto ad un’assicurazione sanitaria e ad un sistema previdenziale, e maggiore sicurezza - ma il Parlamento non approvò.[3]

Da quando la rivoluzione di velluto in Cecoslovacchia nel 1989 ha portato alla creazione di due stati indipendenti, Repubblica Ceca e Slovacchia, la prostituzione è stata fiorente ed ha contribuito in gran parte all'economia turistica in forte espansione della regione. È diffusa a Praga e nelle zone vicine ai confini occidentali della Repubblica con la Germania e l'Austria. Nel 2002 l'Ufficio statistico ceco ha stimato che il commercio della prostituzione avesse un valore totale di sei miliardi di corone all'anno (217 milioni di dollari)[4].

Germania[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Germania.
Prostituta in un bordello tedesco ai giorni d'oggi.

La prostituzione è legale e regolamentata in Germania. Nel 2002 il governo ha modificato la legge relativa, nel tentativo di migliorare la situazione giuridica delle prostitute. La Germania è citata dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) come una delle destinazioni più comuni per le vittime della tratta di esseri umani[5].

Ungheria[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione è stata legalizzata e regolamentata in Ungheria a partire dal 1999. Secondo la legge le prostitute sono fondamentalmente professioniste che s'impegnano in attività sessuali in cambio di denaro; il governo permette quest'attività fintanto che si pagano le tasse e vengono mantenuti aggiornati i documenti.

Liechtenstein[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in Liechtenstein risulta essere illegale ma viene tollerata dalla polizia fintanto che non diventi prostituzione di strada[6][7][8].

Polonia[modifica | modifica wikitesto]

In Polonia la prostituzione è legale, ma operare all'interno di case di tolleranza o in altre forme di sfruttamento della prostituzione, prostituzione coercitiva o prostituzione minorile sono attività che vengono vietate.

Slovacchia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione è in sé legale, mentre i bordelli ed altre attività correlate alla prostituzione sono vietate[9].

Slovenia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione di strada in Slovenia è illegale ma l'esercizio di case chiuse è stato depenalizzato nel 2003[10].

Svizzera[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Svizzera.

La prostituzione in Svizzera è legale e regolamentata sin dal 1942[11][12].

Europa orientale[modifica | modifica wikitesto]

Armenia[modifica | modifica wikitesto]

In Armenia la prostituzione in sé è legale, mentre lo sfruttamento della prostituzione viene punito con una condanna detentiva[13]. La gestione di una casa di tolleranza o l'impegnarsi in altre forme di sfruttamento sono reati punibili da uno a dieci anni di carcere[14].

Bielorussia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione è illegale in Bielorussia; tuttavia essa è presente nel paese, in particolare nelle regioni circostanti alle grandi città e negli alberghi[15].

Bulgaria[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in sé è legale, mentre la sua organizzazione (in bordelli od altre forme di ingaggio delle prostitute) rimane vietata[16]. A causa delle cattive condizioni socio-economiche un elevato numero di donne rom sono coinvolte nel mercato della prostituzione[16][17].

La Bulgaria si è guadagnata originariamente la reputazione di paese-fonte per il traffico di esseri umani ma in seguito sono stati presi provvedimenti[18][19]. Il governo bulgaro ha intensificato i suoi sforzi per sradicare il traffico di esseri umani[19].

Il commercio di esseri umani è una delle principali fonti di denaro per i criminali bulgari[20][21][22]. In passato il governo aveva anche considerato l'ipotesi di legalizzare completamente e regolamentare la prostituzione[23]. Ci sono 18.000 prostitute bulgare all'estero e questo è fonte di entrate in valuta estera per la Bulgaria[24].

Moldavia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in Moldavia è illegale ma, poiché questo risulta essere uno dei paesi più poveri dell'intera Europa, è anche uno dei principali esportatori di donne attraverso il traffico di esseri umani a scopo di commercio sessuale[25][26][27][28][29][30][31]; i trafficanti di esseri umani reclutano principalmente le donne provenienti dai più poveri villaggi e centri urbani[32].

Le donne e i bambini sono vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale con mete in paesi quali Federazione Russa, Germania, Austria, Paesi Bassi, Svizzera e Italia[33].

Romania[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Romania.

La prostituzione è stata depenalizzata in Romania nel 2014[34]. Il governo aveva preso in considerazione la legalizzazione e la regolamentazione già nel 2007, ma l'Associazione per la promozione delle donne in Romania si oppone alla prostituzione legalizzata, in quanto la vedono come "un'altra forma di violenza contro le donne e le ragazze"[35].

La Romania è tra gli 11 paesi elencati dalle Nazioni Unite come una delle principali fonti di traffico di esseri umani, in base ai numeri riportati delle vittime[36]. Ogni anno migliaia di donne e ragazze, alcune appena tredicenni, vengono rapite o adescate con promesse di posti di lavoro o di matrimonio e venduti a bande che le relegano nei bordelli o costringendole a lavorare per le strade[36][37].

Il 20 gennaio del 2010, Iana Matei è stato nominato "Europeo dell'anno" dal Reader Digest per la sua opera di ricerca e riabilitazione delle vittime della prostituzione forzata[38][39][40][41].

Russia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione è un reato amministrativo; l'organizzazione di prostitute o lo sfruttamento - obbligando qualcuno a prostituirsi - è punibile con una condanna detentiva.

Ucraina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Ucraina.

La prostituzione è illegale in Ucraina ma è comunque diffusa e largamente ignorata dal governo. Il turismo sessuale è aumentato da quando il paese ha cominciato ad attrarre un maggior numero di turisti stranieri. Le leggi che criminalizzano la prostituzione organizzata e le pene comminate per il traffico di esseri umani hanno avuto poco effetto perché molti trafficanti condannati spesso non finiscono neppure in carcere.

Bosnia-Erzegovina[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione è illegale. La legge considera procurare prostitute un crimine grave; secondo la legge, il traffico è un crimine a livello statale che porta ad una condanna fino a 10 anni di carcere[42].

Albania[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in Albania è illegale ma il paese è una delle principali fonti nell'ambito del traffico di esseri umani[43]. Infatti, essendo uno dei paesi più poveri d'Europa, è fonte di un numero notevole di prostitute (sono circa 16.000 le prostitute albanesi all'estero, la maggior parte in Italia).

Europa settentrionale[modifica | modifica wikitesto]

Danimarca[modifica | modifica wikitesto]

In Danimarca la prostituzione in sé è legale, mentre l'esercizio all'interno di bordelli ed altre forme di sfruttamento sono attività illegali[44].

Estonia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in sé è legale, mentre la prostituzione organizzata è illegale.

Fær Øer[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la giurisdizione danese, lo status giuridico della prostituzione rimane lecita. Tuttavia, non vi è alcuna prova di prostituzione organizzata nel territorio autonomo.

Islanda[modifica | modifica wikitesto]

Pagare per ottenere prestazioni sessuali è illegale in Islanda (il cliente commette un crimine, la prostituta no)[45].

I sondaggi hanno dimostrato che fino al 70% della popolazione sostiene il divieto di acquisto di servizi sessuali[45].

Irlanda[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in sé è legale nella Repubblica d'Irlanda, mentre la legge criminalizza molte attività ad essa associate (sollecitazione in un luogo pubblico, lavorare in un bordello o altre forme di sfruttamento della prostituzione); infatti, la prostituzione femminile di strada è poco diffusa. La legislazione svedese-tipo che viene presa in considerazione metterebbe fuorilegge pagare per ottenere prestazioni sessuali, il che significa che sarebbe il cliente ad aver commesso un crimine, non la prostituta[46]. La prostituzione in Irlanda è quasi interamente coperta da escort che operano sulla base di pubblicità via Internet, di cui il 95% sono straniere, provenienti principalmente dall'est europeo[47].

Lettonia[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione è legale e regolamentata in Lettonia. Le prostitute devono registrarsi, devono essere sottoposte a controlli sanitari mensili e devono portare una tessera sanitaria; devono riuscire a fare ciò in modo che non possano essere penalizzate[48]. Anche se la prostituzione è regolamentata nel paese, i bordelli e altre forme di ingaggio sono illegali. Secondo la legge "Ogni attività della terza persona che promuove la prostituzione è vietata" e "Alle persone viene vietato unirsi in gruppi al fine di offrire e fornire servizi sessuali"[48].

Lituania[modifica | modifica wikitesto]

In Lituania, l'esercizio dei bordelli è illegale e la legge punisce sia i clienti sia le prostitute.

Norvegia[modifica | modifica wikitesto]

Pagare per consumare prestazioni sessuali è illegale (il cliente commette un crimine, la prostituta no).

Svezia[modifica | modifica wikitesto]

Pagare per ottenere prestazioni sessuali è illegale (il cliente commette un crimine, la prostituta no). La legislazione sulla compravendita sessuale (Sexköpslagen), che rende illegale pagare per il sesso, ma non essere una prostituta, è stata adottata nel 1999, prima ed unica al mondo. Da allora leggi simili sono state approvate sia in Norvegia sia in Islanda.

La logica alla base della legge era il punto di vista per cui la prostituzione è una forma di violenza contro le donne in modo che il crimine consiste, da parte del cliente, di pagare per il sesso, non la vendita di servizi sessuali[49]; questa logica vede il venditore del sesso come partner sfruttato nello scambio[50].

Europa meridionale[modifica | modifica wikitesto]

Andorra[modifica | modifica wikitesto]

La prostituzione in Andorra è illegale[51].

Grecia[modifica | modifica wikitesto]

In Grecia è legale e regolamentata per legge, nei bordelli autorizzati regolarmente registarti (studios). Le donne devono essere maggiorenni e non sposate e devono essere sottoposte a controllo medico psicofisico, e non coinvolte in atti criminosi. La tessera di controllo viene aggiornata ogni due settimane dalla locale Prefettura. La prostituzione stradale è formalmente proibita ma non perseguita dalle autorità.[52]

Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Italia.

In Italia la prostituzione non è illegale, né regolamentata. L'esercizio di case chiuse, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione sono attività illegali.

Turchia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prostituzione in Turchia.

In Turchia è legale e regolamentata per legge.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sozialistische Jugend Österreich, Sozialistische Jugend Österreich, su sjoe.at. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 9 ottobre 2010).
  2. ^ "Red Light District – Age Limits for prostitutes and their clients", in DutchAmsterdam.com, 4 agosto 2007. URL consultato il 2 novembre 2015.
  3. ^ Bordelli e locali a luci rosse a Praga. La prostituzione in Repubblica Ceca è legale?, in Italia-Praga One Way.
  4. ^ Mark McDaid, Legal age for prostitution raised in Amsterdam, su IamExpat, 8 marzo 2013. URL consultato il 2 novembre 2015.
  5. ^ Special Reports | UN highlights human trafficking, BBC News, 26 marzo 2007. URL consultato il 31 marzo 2010.
  6. ^ Country Report on Human Rights Practices in Liechtenstein, su U.S. Department of State, 11 marzo 2008. URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2012).
  7. ^ [1][collegamento interrotto]
  8. ^ Microsoft Word - LIECHTENSTEIN TEMPLATE START.doc (PDF), su interpol.int. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
  9. ^ Country Reports on Human Rights Practices in the Slovak Republic, su state.gov, 11 marzo 2008. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).
  10. ^ Slovenia, su state.gov, 25 febbraio 2004. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).
  11. ^ Charlotte McDonald-Gibson, Swiss biggest fans of prostitution after Spanish, in Independent, London, 2 agosto 2011. URL consultato il 29 dicembre 2011.
  12. ^ Swiss biggest fans of prostitution after Spanish, in The Local. URL consultato il 29 dicembre 2011.
  13. ^ Legislation: National Assembly of RA, su parliament.am. URL consultato il 3 febbraio 2014.
  14. ^ 2009 Human Rights Report: Armenia, su state.gov, 11 marzo 2010. URL consultato il 3 febbraio 2014.
  15. ^ Country Report on Human Rights Practices in Belarus, su state.gov, 11 marzo 2008. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2012).
  16. ^ a b Country Report on Human Rights in Bulgaria, su state.gov, 11 marzo 2008. URL consultato il 31 marzo 2010.
  17. ^ Libby Gomersall, Reading Room: Bulgaria's working girls, in The Sofia Echo, 13 Aug 2007. URL consultato il 7 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2013).
  18. ^ Country Report on Human Rights in Bulgaria, su U.S. Department of State, 6 marzo 2007. URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2011).
  19. ^ a b Elena Kodinova, Fighting the Sex Trade, su sofiaecho.com, 4 settembre 2003. URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
  20. ^ David Binder, Country report: Bulgaria, su NBC News. URL consultato il 2 novembre 2015.
  21. ^ Jorn Madslien, Sex trade's reliance on forced labour, in BBC News, 12 maggio 2005. URL consultato il 22 maggio 2010.
  22. ^ Crime gangs make billions from Bulgaria sex slaves, Reuters, 12 dicembre 2007.
  23. ^ Nicholas Kulish, Bulgaria moves away from legalising prostitution, in International Herald Tribune, Vancouver Rape Relief and Women's Shelter, 5 ottobre 2007. URL consultato il 28 novembre 2015.
  24. ^ Thank God For Bulgarians Abroad, su novinite.com, 26 marzo 2014. URL consultato il 2 novembre 2015.
  25. ^ Country Reports on Human Rights Practices in Moldova, su U.S. Department of State, 11 marzo 2008. URL consultato il 2 novembre 2015.
  26. ^ Moldova: the price of sex, su pbs.org. URL consultato il 2 novembre 2015.
  27. ^ Moldova: Lower prices behind sex slavery boom and child prostitution, su tiraspoltimes.com (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2008).
  28. ^ In Struggling Moldova, Desperation Drives Decisions, su Washington Post. URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 15 novembre 2002).
  29. ^ Angus Roxburgh, Trafficking troubles poor Moldova, su news.bbc.co.uk, BBC News, 7 novembre 2003. URL consultato il 2 novembre 2015.
  30. ^ Moldovan sex slaves released in U.K. human trafficking raids, su tiraspoltimes.com. URL consultato il 29 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2008).
  31. ^ Anthony Browne, Drugs push scarred land to the brink, su the Guardian, 2 dicembre 2001. URL consultato il 2 novembre 2015.
  32. ^ Angus Roxburgh, Europe | Trafficking troubles poor Moldova, BBC News, 7 novembre 2003. URL consultato il 31 marzo 2010.
  33. ^ 2008 Human Rights Report: Moldova, su state.gov, 25 febbraio 2009. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2012).
  34. ^ Prostituţia NU mai e INFRACŢIUNE în noul Cod Penal., su gandul.info, 14 dicembre 2013. URL consultato il 14 marzo 2014.
  35. ^ Paula, APFR - APFR, su apfr.ro, Asociatia pentru Promovarea Femeii din Romania (Association For The Promotion Of Women In Romania APFR). URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2014).
    «APFR considera prostitutia o alta forma de violenta impotriva femeii, de aceea a luat pozitie ferma impotriva legalizarii acesteia. Atitutdinea organizatiei este sustinuta si de rezultatele unei cercetari efectuate in cadrul organizatie care arata situatia prostitutiei in diferite tari, atat in cele care au legalizat-o cat si in cele care au legi impotriva ei.»
  36. ^ a b Romania minister plans to legalise prostitution | World | Reuters, 28 febbraio 2007. URL consultato il 31 marzo 2010.
  37. ^ CNN Presents: Romanian Sex Trade - CNN.com - Transcripts, in CNN. URL consultato il 6 maggio 2012.
  38. ^ Denisa Marunteanu e Dan Alexe, The Romanian who helps rebuild the lives of abused women, in EUobserver.com, 29 gennaio 2010.
  39. ^ Iana Matei, against human trafficking, in Adevarul, 3 febbraio 2010. URL consultato il 1º marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2012). Ospitato su Presseurop.
  40. ^ (FR) Iana Matei est l'Européenne de l'année, in Reader's Digest (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2012). Ospitato su Selection.
  41. ^ Rebecca Leung, Rescued from sex slavery, 48 Hours goes undercover into the international sex slave trade, in CBS News, 22 luglio 2005.
  42. ^ Country Report on Human Rights Practices in Bosnia and Herzegovina, su state.gov, 11 marzo 2008. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2012).
  43. ^ Country Report on Human Rights Practices in Albania, su U.S. Department of State, 11 marzo 2008. URL consultato il 2 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2012).
  44. ^ Country Report on Human Rights Practices in Denmark, su state.gov, 11 marzo 2008. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2010).
  45. ^ a b Jafnréttisstofa, su jafnretti.is, 21 aprile 2009. URL consultato il 31 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2011).
  46. ^ Call for reform of prostitution laws, in The Irish Times, 2 febbraio 2011. URL consultato il 3 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2012).
  47. ^ https://www.escort-ireland.com
  48. ^ a b Regulations Regarding Restriction of Prostitution (DOC), su vvc.gov.lv. URL consultato il 1º marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  49. ^ Jean-Michel, Sweden Treating Prostitution as Violence Against Women, su sisyphe.org. URL consultato il 31 marzo 2010.
  50. ^ Chapter 6 of the Swedish Penal Code 1962:700, su sweden.gov.se. URL consultato il 15 agosto 2012.
  51. ^ Country Report on Human Rights Practices in Andorra, su state.gov, 11 marzo 2008. URL consultato il 31 marzo 2010.
  52. ^ Greece: Country Reports on Human Rights Practices, su U.S. Department of State, 31 marzo 2003. URL consultato il 2 novembre 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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