Provincia di Ragusa

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Provincia di Ragusa
ex provincia regionale
Provincia regionale di Ragusa
Provincia di Ragusa – Stemma
Provincia di Ragusa – Bandiera
Provincia di Ragusa – Veduta
Provincia di Ragusa – Veduta
Il palazzo della Provincia, ex sede dell'amministrazione provinciale.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Amministrazione
Capoluogo Ragusa
Data di istituzione6 dicembre 1926
Territorio
Coordinate
del capoluogo
36°55′30″N 14°43′50″E / 36.925°N 14.730556°E36.925; 14.730556 (Provincia di Ragusa)
Superficie1 623,89 km²
Abitanti320 940 (2011)
Densità197,64 ab./km²
Comuni12 comuni
Province confinantiCaltanissetta, Catania, Siracusa
Altre informazioni
Lingueitaliano, siciliano
Cod. postale97100-97010-97019
Prefisso0932
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT088
TargaRG
Cartografia
Provincia di Ragusa – Localizzazione
Provincia di Ragusa – Localizzazione
Sito istituzionale

La provincia di Ragusa (ufficialmente: Provincia regionale di Ragusa, pruvincia di Raùsa in siciliano) è stata una provincia italiana della Sicilia; ad essa è subentrato, nel 2015, il Libero consorzio comunale di Ragusa[1].

Al momento dello scioglimento contava 321192 abitanti[2], aveva una superficie di 1.614 km² e una densità abitativa di circa 193 abitanti per km². Vi erano compresi dodici comuni: oltre al capoluogo Ragusa, Acate, Chiaramonte Gulfi, Comiso, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Santa Croce Camerina, Scicli e Vittoria[3].

Assieme a quella di Siracusa era la provincia più meridionale della Sicilia e confinava con le province di Siracusa, di Caltanissetta e di Catania, mentre la sua parte meridionale si affacciava sul mar Mediterraneo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La provincia di Ragusa venne istituita il 6 dicembre 1926 (di fatto fu attiva dal 2 gennaio 1927), durante il ventennio fascista[4]. Anche grazie all'attività politica di Filippo Pennavaria (esponente locale di rilievo del fascismo)[5] il capoluogo fu posto a Ragusa a scapito di Modica. All'atto dell'istituzione della provincia Ragusa aveva una popolazione di poco inferiore a quella di Modica ed era divenuta un importante centro industriale ed economico.

Durante la seconda guerra mondiale la vita della provincia venne scossa dai bombardamenti alleati, a partire dal 1942 e per tutto il 1943, anche a causa della presenza di vari aeroporti militari (Comiso, Santo Pietro, Vizzini e Gela), dalle cui piste partivano i cacciabombardieri dell'Asse. Nel luglio 1943 la provincia fu uno dei teatri dello Sbarco in Sicilia degli Alleati.

Con lo Statuto speciale siciliano del 1946 furono soppresse le provincie siciliane. Furono ricostituite nel 1963, recependo la normativa nazionale e furono trasformate in "provincie regionali" nel 1986[6].

Il 28 marzo 2014 fu prevista la soppressione delle 9 provincie regionali, sostituite da 6 "Liberi Consorzi comunali" e 3 città metropolitane in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014[7].

In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo 2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane”[8] e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane"[9], la provincia regionale di Ragusa è stata soppressa e sostituita dal Libero consorzio comunale di Ragusa.[10][11]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Stemma concesso nel 1930

Il primo stemma della Provincia venne concesso con regio decreto del 17 aprile 1930 e lettere patenti del 15 febbraio 1932:

«d'azzurro, alla banda scaccata di due file d'argento, e di rosso, il tutto caricato di un'aquila dal volo abbassato, rivolta con la testa a destra, tenente fra gli artigli un fascio littorio d'oro e sormontata da una stella, il tutto d'oro.»

Insieme ad esso venne concesso un gonfalone consistente in un drappo di azzurro.[12]

Successivamente alla caduta del Fascismo dallo stemma venne eliminato il fascio littorio. Lo stemma e il gonfalone vengono così descritti nell'articolo 3 dello Statuto provinciale:[13]

«scudo araldico inquadrato con fondo azzurro, banda scaccata di due file d'argento e di rosso caricata da un'aquila dal volo abbassato rivolta con la testa a destra, tenente fra gli artigli una corona di alloro e quercia nastrata in rosso. La testa dell'aquila è sormontata da una stella d'argento, a cinque punte. Lo scudo è fregiato dalla corona di Provincia.
Il Gonfalone che misura cm 87×195 è di tessuto raso in seta di colore azzurro bordato in oro; termina in tre bande, la centrale più lunga, rifinite con frangia dorata; al centro reca lo stemma, come descritto circondato da decoro a tralci di acanto ricamate in oro. Il Gonfalone come sopra descritto è sorretto da bastone lanciato e completo di due fiocchi che scendono lungo i lati.»

Comuni[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Ragusa.

Al momento della soppressione appartenevano alla provincia di Ragusa i seguenti 12 comuni:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sito istituzionale
  2. ^ Statistiche demografiche, su ISTAT. URL consultato il 28 febbraio 2017.
  3. ^ Scheda su treccani.it.
  4. ^ In tale occasione furono riuniti i comuni di "Ragusa Superiore" e di "Ragusa Inferiore" (poi rinominata "Ragusa Ibla" nel 1922) che si erano in precedenza separati nel 1866. Cfr Scheda dell'Archivio di Stato di Ragusa (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  5. ^ R.D.L. 2 gennaio 1927, n. 1, art. 1
  6. ^ Le funzioni delle Province Regionali siciliane » U.R.P.S, su urps.it. URL consultato il 20 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  7. ^ dalla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana (PDF), su urps.it. URL consultato il 17 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  8. ^ Legge regionale 24 marzo 2014, n. 8 "Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane", su gazzettaufficiale.it.
  9. ^ (PDF) Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana - 7 agosto 2015
  10. ^ Approvata la legge sui Liberi Consorzi e Città Metropolitane, su riformaprovince.formez.it. URL consultato il 25 novembre 2015.
  11. ^ Cosa cambia con i Liberi Consorzi Comunali - Sicilia - ANSA.it
  12. ^ Luigi Rangoni Machiavelli, Stemmi delle colonie, delle provincie e dei comuni del Regno d'Italia riconosciuti o concessi dalla Consulta Araldica del Regno al 1º novembre 1932, in Rivista del Collegio Araldico, anni XXXII, 1934, p. 28.
  13. ^ Statuto provinciale (PDF), su provincia.ragusa.it, Art. 3 Sede, Stemma e Gonfalone. URL consultato il 05-09-2013 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).

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