Q

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Q q
lettera dell'alfabeto latino
Q in caratteri senza e con grazie
Come scrivere in corsivo italiano- Q in maiuscolo.svg
Come scrivere in corsivo italiano- q in minuscolo.svg
Q in corsivo
Alfabeto NATOQuebec
Codice Morse––·–
Bandiera marittima
Alfabeto semaforico
Braille

Q maiuscola o q minuscola è la quindicesima lettera dell'alfabeto italiano e la diciassettesima dell'alfabeto latino. In italiano il suo nome esteso è cu (/ku/), ma viene talvolta scritto anche qu,[1] mantenendo inalterata la pronuncia.

/q/ rappresenta anche una consonante occlusiva uvulare sorda nell'alfabeto fonetico internazionale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Probabile evoluzione del grafema
ק
Arabo Greco Latino
Fenicio ed ebraico qof Arabo qāf Greco arcaico qoppa Latino qu
Esempio di capolettera

La lettera Q deriva dalla lettera dell'alfabeto greco Qoppa (maiuscolo Ϙ, minuscolo ϙ) (poi caduta in disuso in greco e usata solo come segno numerico per 90), tramite una variante usata dagli Etruschi e dagli abitanti della Magna Grecia. A sua volta la qoppa derivava dalla lettera fenicia qof, che ha dato origine anche alla qof ebraica e alla qāf araba.

La lettera Q nell'ortografia dell'italiano[modifica | modifica wikitesto]

La lettera Q nelle parole italiane è sempre accompagnata dalla lettera U nella sequenza grafematica fissa QU + vocale, la pronuncia è sempre /kw + vocale/; dove la Q rappresenta il fonema [k] e la U il fonema semivocalico [w]. Le sequenze cqu e qqu (quest'ultima esclusivamente in soqquadro, beqquadro e derivati) rappresentano il suono /kkw/.

Essendo il valore fonologico della Q lo stesso della lettera C quando seguita da U, essa viene definita da Serianni un grafema "sovrabbondante", almeno per quanto riguarda l'ortografia italiana; e sempre tale identità di valore fonetico può creare a volte difficoltà nella scrittura della corretta grafia di una parola, non essendoci regole che permettano la predicibilità dell'uno o dell'altro grafema.

Per quanto riguarda le parole come cuore, cuoio, scuola, l'uso della lettera c è dovuto a ragioni etimologiche, in quanto queste parole derivano da termini latini privi della lettera u dopo il suono /k/, quindi in origine non richiedevano la lettera q e oggi mantengono queste caratteristiche; cuore, per esempio era cor, cuoio era corium e scuola era schola.

Solitamente in italiano il raddoppiamento della q avviene anteponendovi una c, come nel vocabolo acqua e nei suoi derivati. Eccezioni sono taccuino, che deriva dall'arabo taquîm[2] e soqquadro, la quale è l'unica parola italiana con due Q di seguito (oltre a beqquadro che è una variante rara di bequadro) e deriva dalla locuzione sotto squadro[3]. Per motivi di tradizione cancelleresca locale non segue le comuni regole ortografiche sul raddoppiamento il raro cognome di origine veneta Scquizzato, variante del cognome Squizzato dalla grafia regolare.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

La Q è, insieme alla J, una delle due uniche lettere che non compaiono nella tavola periodica degli elementi. È comparsa temporaneamente a indicare l'ununquadio, elemento transuranico sintetico con il simbolo Uuq, per poi essere modificato dalla IUPAC in Flerovio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questo secondo modo di scrivere il nome della Q può non essere ritenuto molto ortodosso, in quanto nella lingua italiana non esistono parole autoctone che ammettano il digramma qu senza la presenza di una successiva vocale; inoltre il vero valore fonologico del digramma, sempre in italiano, sarebbe /kw/, con U avente valore semiconsonantico e non vocalico.
  2. ^ Etimologia: taccuino
  3. ^ soqquadro, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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