Quartetti Haydn

I cosiddetti Quartetti Haydn sono un ciclo di sei quartetti per archi (K 387, K 421, K 428, K 458, K 464, K 465) composti tra il 1782 e il 1785 da Wolfgang Amadeus Mozart e dedicati all'amico e compositore Franz Joseph Haydn, pubblicati nel 1785 dall'editore Artaria, il quale assegna, seguendo una propria numerazione, il titolo di Opera X. La prima esecuzione ebbe luogo in due distinte serate private: il 15 gennaio 1785, durante la quale vennero suonati i primi tre quartetti, e il 12 febbraio dello stesso anno, quando vennero eseguiti il quarto, il quinto e il sesto.

Sebbene oggi siano unanimemente considerati – insieme ai sei quartetti russi op. 33 di Haydn e ai sei quartetti op. 18 di Beethoven – un indiscusso caposaldo dello stile classico, la profonda carica innovativa di questi nuovi quartetti rimase perlopiù incompresa da intenditori e musicisti contemporanei a Mozart. L'estrema modernità della soluzione musicale, l'enorme concentrazione, la densità e il cromatismo allarmarono e disorientarono alcuni critici contemporanei, che giunsero a considerare questi quartetti "troppo speziati"[1], mentre altri ne lodarono da subito l'ingegnosità e la raffinatezza. Tra i più entusiasti sostenitori del lavoro del compositore salisburghese vanno ricordati Haydn e colti viennesi come il principe Karl Lichnowsky ed il barone Gottfried van Swieten.

Estratto del primo movimento del quartetto k. 387; Allegro vivace assai
Estratto del primo movimento del quartetto k. 387; Allegro vivace assai

I sei Quartetti[modifica | modifica wikitesto]

I quartetti furono pubblicati insieme nel 1785 come "Op. 10" dell'autore, ivi numerati dal n. 1 al n. 6; tale numerazione rispecchia l'ordine di composizione, fatta eccezione per i quartetti K. 428 e K. 458, presentati in ordine inverso.

La dedica[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º settembre 1785 Mozart scrisse una dedica ad Haydn in italiano all'edizione Artaria dei sei quartetti. Essa è passata alla storia come uno degli esempi più nobili di un rapporto fra amici:

Al mio caro Amico Haydn

Un Padre, avendo risolto di mandare i suoi figlj nel gran Mondo, stimò doverli affidare alla protezione, e condotta d'un Uomo molto celebre in allora, il quale per buona sorte, era di più il suo migliore Amico. Eccoti dunque del pari, Uomo celebre, ed Amico mio carissimo i sei miei figli. Essi sono, è vero il frutto di una lunga, e laboriosa fatica, pur la speranza fattami da più Amici di averla almeno in parte compensata, m'incoraggisce, e mi lusinga, che questi parti siano per essermi un giorno di qualche consolazione. Tu stesso Amico carissimo, nell'ultimo tuo Soggiorno in questa Capitale, me ne dimostrasti la tua soddisfazione. Questo tuo suffragio mi anima sopra tutto, perché Io te li raccomandi, e mi fa sperare, che non ti sembreranno del tutto indegni del tuo favore. Piacciati dunque accoglierli benignamente; ed esser loro Padre, Guida ed Amico! Da questo momento, Io ti cedo i miei diritti sopra di essi: ti supplico però di guardare con indulgenza i difetti, che l'occhio parziale di Padre mi può averli celati, e di continuar loro malgrado, la generosa tua Amicizia a chi tanto l'apprezza, mentre sono di tutto Cuore, Amico Carissimo,

il tuo Sincerissimo Amico

W. A. Mozart

Vienna il p.mo Settembre 1785[2]

L'amicizia tra Mozart ed Haydn[modifica | modifica wikitesto]

Non è possibile stabilire con esattezza quando Mozart ed Haydn entrarono in rapporti di amicizia. Sappiamo tuttavia dalle lettere che Leopold Mozart scrive alla figlia durante il soggiorno viennese, nel 1785, che i due compositori erano già intimi al punto di darsi del tu. La sera del 12 febbraio, dopo che furono eseguiti gli ultimi tre quartetti dell'op. X, Leopold riporta in francese le parole di ammirazione per Wolfgang pronunciate da Haydn:

«Je vous affirme, devant Dieu, en honnête homme, votre fils est le plus grand compositeur que je connaisse, en persone ou de réputation; il a du goût et, en outre, la plus grand science de la composition»[3].

L'ammirazione di Haydn nei confronti del collega più giovane è testimoniata anche altrove. Non avveniva mai che, parlando dell'amico Mozart, Haydn non ne cantasse le lodi. Così scrive a un maestro di cerimonie a Praga (tale Franz Roth, o Rott) nel dicembre del 1787[4]:

«Se ad ogni amico della musica, e specialmente ai Grandi, io potessi imprimere nell'animo gli impareggiabili lavori di Mozart e far sì che tutti li sentissero come io li comprendo e li sento, tutte le nazioni andrebbero a gara per avere entro i loro confini un simile gioiello. Perdonate se divago: ma quell'uomo mi è troppo caro.»[5]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il giornale viennese "Wiener Zeitung" del gennaio 1787 recensisce con questi toni i Quartetti op. X:

«Peccato che Mozart, nel suo intento artistico veramente encomiabile di diventare soltanto un creatore nuovo, si sia spinto troppo in alto, e non certo a vantaggio del sentimento e del cuore. I suoi nuovi Quartetti sono troppo drogati. A lungo andare, quale palato riesce a tollerarli ». Proprio nei giorni della creazione del primo dei sei quartetti, il K 387, Mozart, quasi presagendo le future critiche, confidò a suo padre il segreto desiderio di voler «scrivere un libro, una piccola critica musicale con esempi». la proposta era seguita da un N.B: «naturalmente non sotto il mio nome...» [6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carl Cramer, citato in Cappelletto 2016, quinto capitolo.
  2. ^ Landon, Haydn: Chronicle and Work. Haydn at Eszterhàza, 1766-1790, p. 763
  3. ^ Citato in Cappelletto 2016, p. 111.
  4. ^ Questa lettera fu edita per la prima volta nella biografia di Mozart (dedicata ad Haydn) pubblicata da Niemetschek nel 1798.
  5. ^ Bernhard Paumgartner, Mozart, Atlantis Verlag, Zürich un Freisburg in Breslau 1927; trad. it. Mozart, Einaudi, Torino 1945, poi 1994, pp. 322-23.
  6. ^ Amedeo Poggi, Edgar Vallora, Mozart. Signori, il catalogo è questo, Torino, Einaudi, 1997, p. 414

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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