Raffaele de Courten

Raffaele de Courten

Ministro della Marina del Regno d'Italia
Durata mandato18 giugno 1944 –
14 luglio 1946
PresidenteIvanoe Bonomi
Ferruccio Parri
Alcide De Gasperi
SuccessoreGiuseppe Micheli

Durata mandato27 luglio 1943 –
17 aprile 1944
PresidentePietro Badoglio
PredecessoreBenito Mussolini
SuccessoreRaffaele de Courten
Raffaele de Courten
NascitaMilano, 23 settembre 1888
MorteFrascati, 23 agosto 1978
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Bandiera dell'Italia Repubblica Italiana
Forza armata Regia Marina
Marina Militare
ArmaMarina
Anni di servizio1906 - 1946
GradoAmmiraglio di squadra
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di mezzo giugno
Prima battaglia della Sirte
Comandante diVII e VIII divisione incrociatori
Stato maggiore della Marina
Altre caricheMinistro della Marina
(1943-1946)
Raffaele de COURTEN
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Il conte Raffaele de Courten (Milano, 23 settembre 1888Frascati, 23 agosto 1978) è stato un ammiraglio e politico italiano.

Ministro della Marina, fu l'ultimo capo di stato maggiore della Regia Marina e il primo della Marina Militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Raffaele de Courten, secondogenito di Erasmo Giuseppe de Courten (1849-1913) nonché nipote dello svizzero Raphael de Courten, e fratello della francesista Clementina de Courten e dell'anglista Maria Luisa Giartosio de Courten[1]. È stato governatore del distretto 87[2] del Rotary International per l'anno rotariano 1951/1952.

Attività militare[modifica | modifica wikitesto]

Entrato nel 1906 nella Regia Accademia Navale di Livorno, nel 1910 venne nominato guardiamarina. Prestò servizio sulle corazzate Vittorio Emanuele e Benedetto Brin, prendendo parte alla guerra italo-turca. Prese parte alla prima guerra mondiale con il grado di tenente di vascello e destinato a bordo dei dirigibili della Regia Marina, partecipò nell'agosto 1915 a bordo dell'aeronave Città di Jesi al bombardamento della base navale austriaca di Pola finendo per essere catturato in seguito all'abbattimento del dirigibile. Nel 1917 venne rimpatriato con un contingente di infermi, e venne destinato fino al termine del conflitto alla direzione dei Servizi Aeronautici di Brindisi; terminato il conflitto venne decorato per le azioni svolte durante il periodo bellico con una medaglia di bronzo al valor militare.

Nel 1923 fu promosso capitano di corvetta. Nel periodo tra le due guerre la sua carriera si sviluppò fra comandi di sommergibili e cacciatorpediniere ed incarichi presso l'ufficio del capo di stato maggiore generale, ricoprendo, tra il 1º luglio 1933 ed il 19 febbraio 1936, da capitano di vascello (anzianità 15 settembre 1933), la carica di addetto navale nella Germania nazista. Nel 1938 fu promosso contrammiraglio e guidò il neo istituito ispettorato delle armi subacquee per tre anni.

Durante la seconda guerra mondiale fu promosso Ammiraglio di divisione l'8 novembre 1940 ed ebbe alcuni comandi operativi: fu prima comandante della VII (1º agosto 1941 - 5 marzo 1942) e poi della VIII divisione incrociatori (6 marzo 1942 - 14 marzo 1943) della I squadra partecipando a numerose missioni di guerra fra cui la prima battaglia della Sirte del dicembre 1941 e la battaglia di "Mezzo Giugno" del 1942.

Ministro della marina[modifica | modifica wikitesto]

Divenne ministro della Marina il 26 luglio 1943 nel governo Badoglio, e contemporaneamente rivestì la carica di capo di stato maggiore della Marina in sostituzione dell'ammiraglio Arturo Riccardi. L'8 settembre realizzò le clausole dell'armistizio relative alla Marina, come richiesto dagli Alleati, ed il 23 settembre si incontrò a Taranto con l'ammiraglio inglese Andrew Cunningham dal quale riuscì ad ottenere che le unità della flotta italiana potessero collaborare con le forze navali alleate. Fu poi ministro della Marina anche nei governi Bonomi, nel governo Parri e nel governo De Gasperi I.

Al termine della guerra partecipò alle trattative per il trattato di pace, durante le quali sostenne l'intangibilità della flotta italiana in considerazione del suo ruolo di cobelligerante. Fu ministro fino al luglio 1946, e si dimise dall'incarico di capo di stato maggiore della marina nel dicembre 1946.

Dopo aver ricoperto alcuni incarichi pubblici come la presidenza del Lloyd Triestino dal 1952 al 1959, si ritirò a vita privata, spegnendosi a Frascati nel 1978.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Portava ad alto grado di perfezione i metodi di impiego delle armi subacquee, contribuendo anche ai progressi tecnici della loro costruzione e dava vita ed anima all'organizzazione dei mezzi d'assalto durante il primo anno delle ostilità, studiandone l'impiego nelle due mirabili imprese di Suda e di Malta. Successivamente al comando di Divisione navale compiva con essa varie e ben condotte operazioni e come Comandante del Gruppo di appoggio di importanti nostri convogli in Libia, manovrava tanto abilmente le sue unità da sventare numerosi e insistenti attacchi diurni e notturni di aerosiluranti e bombardieri nemici. Esempio costante di decisa energia, spirito combattivo, elevatissime qualità di comando. 10 giugno 1940-10 aprile 1942
— Regio Decreto n.278 del 26 maggio 1942.[3]
Commendatore dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Divisione navale compiva numerose missioni a difesa del traffico, manovrando brillantemente le sue unità ed i convogli scortati per evitare numerosi attacchi nemici, nel corso dei quali dimostrava serena fermezza ed elevato sprezzo del pericolo. Assunta successivamente la carica di Sottocapo di Stato Maggiore Aggiunto della marina, recava in tale incarico lo spirito purificatore del suo entusiasmo, della fattiva ed intelligente energia e di elevate virtù di comando, unitamente a lunga esperienza di guerra in mare. Mediterraneo centro-orientale-Stato Maggiore, 10 aprile 1942-25 luglio 1943
— Decreto Presidenziale 13 maggio 1948.[3]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di bordo del dirigibile Città di Jesi benché nuovissimo ai rischi della navigazione aerea partecipava con ammirevole slancio alla azione offensiva contro una piazzaforte marittima nemica. Durante l'operazione, fra l'infuriare del fuoco antiaereo, dirigeva con calma esemplare il lancio delle bombe, e durante la precipitosa caduta eseguiva ogni ordine del suo comandante con imperturbabile serenità. Cielo di Pola, 5 agosto 1915
— Decreto Luogotenenziale 21 aprile 1918

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Family tree of Joseph-Erasme "Pepino" de Courten, su Geneanet. URL consultato il 23 gennaio 2019.
  2. ^ 87, su rotary2110archivio.it. URL consultato il 17 marzo 2021.
  3. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  4. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro della Marina del Regno d'Italia Successore
Benito Mussolini 27 luglio 1943 - 14 luglio 1946
(Governo Badoglio I) - (Governo Bonomi I) - (Governo Bonomi II) - (Governo Bonomi III) - (Governo Parri) - (Governo De Gasperi I)
Giuseppe Micheli
Predecessore Capo di stato maggiore della Regia Marina Successore
Arturo Riccardi 1943-1946 Fine Regno d'Italia
Predecessore Capo di stato maggiore della Marina Successore
- 1946 Francesco Maugeri
Controllo di autoritàVIAF (EN38961868 · ISNI (EN0000 0000 4371 811X · LCCN (ENno95046434 · BNF (FRcb161944541 (data) · CONOR.SI (SL132110947 · WorldCat Identities (ENlccn-no95046434