Raffaello Reghini

Raffaello Reghini
NascitaFirenze, 14 novembre 1868
MorteBolzano, 16 dicembre 1930
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio esercito
Anni di servizio1886 - 1930
GradoGenerale di Divisione
GuerreGuerra italo-turca, Prima guerra mondiale
BattaglieBattaglie dell'Isonzo
Battaglia di Caporetto
Comandante diDivisione del Brennero
DecorazioniCroce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia Compagno dell’Ordine del Bagno Croce di cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia Medaglia d'Argento al Valor Militare Medaglia d'Argento al Valor Militare Croce di guerra al valor militare Croce di guerra al merito militare Croce di guerra al merito militare, seconda concessione Croce di guerra al merito militare, terza concessione Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro Cavaliere Ordine della Corona d’Italia Ufficiale Ordine della Corona d’Italia Commendatore Ordine della Corona d’Italia Medaglia per la guardia d’Onore Medaglia commemorativa della guerra italo-turca Croce d'oro per anzianità di servizio militare per gli ufficiali con 25 anni di servizio Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) Medaglia commemorativa italiana della vittoria Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia
Studi militariCollegio Militare di Firenze, Scuola Militare di Modena; Scuola di Guerra
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Raffaello Reghini (Firenze, 14 novembre 1868Bolzano, 16 dicembre 1930) è stato un generale italiano.

Militare di carriera, fu tra gli ufficiali più decorati al valore del Regno d'Italia e una figura militare di rinnovato interesse storico per i fatti di Caporetto dell'ottobre 1917 che coinvolsero la sua unità, la Brigata Venezia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Raffaello Reghini nasce a Firenze nel 1868 da Gianluca, Nobile e patrizio di Pontremoli, uno dei primi archivisti di Stato del neonato Regno d'Italia. Il padre venne distaccato prima all'archivio di Stato di Firenze, poi, in qualità di responsabile, a quello costituendo di Roma per il trasferimento della Capitale. Lì morì prematuramente nel 1892.[1] La madre, Marianna Chiarini Von Arbogaster (nipote di Antonio Von Arbogaster, un nobiluomo lorenese che si trasferì in Toscana a seguito del Granduca Leopoldo di Lorena), allevò il figlio presso le loro proprietà in Toscana, a Sovigliana (Vinci).

Raffaello, terminati gli studi al Collegio Militare di Firenze, passò all'Accademia nel 1886, quindi, dopo i primi incarichi, alla Scuola di Guerra nel 1902. Nell'aprile del 1904 sposò la torinese Adele Barberis, e nel dicembre del 1908 avrà la sua prima e unica figlia, Anna Maria, che nel 1938 sposerà il conte Gian Claudio Gherardini, anch'esso militare di carriera. Morirà nel dicembre del 1930, ancora in servizio, per i postumi delle malattie contratte al fronte nella prima guerra mondiale.[2][3]

La villa dalla famiglia Reghini nel 2001 è passata al Comune di Vinci.[4]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Raffaello Reghini svolse il primo incarico da sottotenente presso il 26º Reggimento di fanteria. Nel 1902 venne distaccato con il grado di capitano al 16º Reggimento di fanteria poi divenne aiutante di campo della Brigata Basilicata. Si imbarcherà con il Corpo di Spedizione per Tripolitania e Cirenaica nella guerra italo-turca nell'ottobre del 1911 in cui si distinse in varie occasioni (tra le altre, venne decorato con una Medaglia d'Argento al Valore). Allo scoppio della prima guerra mondiale viene inviato in territorio in stato di guerra il 22 maggio del 1915 come Maggiore presso il 44º Reggimento di fanteria. Nonostante gravi problemi di salute causati dalle condizioni del servizio, soprattutto una grave flebite che lo costrinse in varie occasioni all'ospedale, si distinse ed ebbe varie promozioni sul campo e numerose decorazioni (tra cui una seconda Medaglia d'Argento al Valore, due Ordini Militari d'Italia, il britannico Ordine del Bagno, tre Croci di guerra).

Il 14 ottobre del 1917, pochi giorni prima della battaglia di Caporetto, il Colonnello Reghini lascia il comando del 154º Reggimento e assunse il Comando della Brigata Venezia. Venne promosso Brigadiere Generale. Finita la guerra, pur mantenendo il comando della Brigata Venezia assunse la Presidenza del Tribunale speciale di Firenze, sino al 1926. Nel 1927 venne comandato a Bolzano in qualità di Comandante della Divisione territoriale del Brennero, ultimo incarico al momento della morte nel 1930.[5] La parte più interessate della carriera di militare di Reghini è sicuramente collegata al suo comando della Brigata Venezia durante la grande guerra.

I fatti di Caporetto, la Brigata Venezia e il suo comando[modifica | modifica wikitesto]

La ritirata delle armate italiane verso il Tagliamento dopo lo sfondamento di Caporetto

All'inizio dell'attacco, la Brigata era distaccata presso il XXVIII Corpo d'armata (maggiore generale Saporiti) come riserva del Comando d'Armata. La Brigata era composta dall'83º Reggimento fanteria "Venezia" e l'84º Reggimento "Venezia". Dopo i fatti eroici dell'Altipiano della Bainsizza del settembre precedente, la Brigata, come racconta lo stesso Cadorna, era stata avvicendata, anche in vista della nomina del nuovo Comandante Reghini.[6] All'inizio dell'offensiva austro tedesca venne immediatamente inviata a Plava a difendere il ripiegamento II Corpo d'Amata. Questa fu la prima occasione in cui il comando di Reghini si distinse:

«La situazione più pericolosa è quella della destra del XXIV Corpo (brigata Venezia) a cavallo dell'Isonzo: dalla sua resistenza dipende la sicurezza di tutti i Corpi d'Armata, più a Sud. La sera del 27, ritirai dalla sinistra dell'Isonzo sul Planina, tutta la brigata Venezia, perché già il II Corpo, che essa proteggeva, era tutto passato sulla destra dell'Isonzo. In presenza dei due reggimenti abbracciai il loro Comandante Reghini (…).»

Dopo quella resistenza alla destra dell'Isonzo, Reghini ricevette l'ordine di ripiegare ed oltrepassare il Tagliamento. Fu l'ultimo ordine che ricevette. Cadorna parla dell'azione della Brigata ad Orgnano, nei pressi di Pozzuolo: “quivi vengono distaccati in aiuto di altri reparti premuti dal nemico”, ed aggiunge che i due Reggimenti della Brigata “sopraffatti da forze soverchianti ed accerchiati, dopo accanita lotta perdono gran parte dei loro uomini”. Poi racconta del loro passaggio a Galleriano ed a Pozzecco, dove nuovamente “il 30 ottobre viene organizzata una tenace resistenza”.[8]

Sotto il comando di Reghini, la Brigata Venezia seguì tutto lo svolgimento centrale dell'offensiva nemica. Al culmine dell'offensiva austriaca, essa si trovò a fare resistenza al centro dello schieramento, contro le avanzanti truppe del generale Hofacker, che muovevano nella Carnia con l'obbiettivo di varcare il Tagliamento, forse attraverso i ponti di Codroipo, per tagliare la ritirata della III Armata. La resistenza avvenne nei pressi di Pozzuolo, Mortegliano, Orgnano. Uno sbarramento che proseguiva con la 10ª Divisione del generale Chionetti, la 30ª del generale Mangiarotti e del XXIV Corpo d'Armata del generale Caviglia e poi dal Generale Di Giorgio incaricato della difesa dei ponti sul Tagliamento di Pinzano e di Cornino, il cosiddetto Corpo d'Armata Speciale.

I ponti sul Tagliamento erano un formidabile collo di bottiglia per un esercito sbandato. La felice decisione di Reghini, e di altri comandanti, avvenne senza ordini superiori, e le unità “distaccate” in aiuto di cui parla Cadorna, non erano in realtà tali, ma erano unità isolate e sbandate, prive di ordini e fu lo stesso Reghini, in autonomia, ad assumere il comando. Senza queste scelte sul campo, sue e di altri colleghi, e in assenza della resistenza del 29 e del 30, la metà della 2ª Armata (quella di Ferrero) sarebbe stata annientata prima dei ponti della La Delizia e la 3ª sarebbe stata accerchiata prima dei ponti di Madrisio e Latisana.[9] In quei pochi giorni di accanita e coraggiosa resistenza, il Reghini perde 1.233 dei suoi uomini: 68 ufficiali e 1.165 soldati.[10]

Storiografia su Reghini e la Brigata Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Villa Reghini a Sovigliana (Vinci) nel 1925, oggi del Comune

La verità storica di Caporetto rimane ancora nascosta da decenni di divergenze e opinioni, anche interessate e nascondere delle incompetenze. Certamente non fu imputabile a codardia delle prime linee seppure travolte dal nemico, come in un primo tempo fu gravemente e ingenerosamente proposto all'opinione pubblica dallo stesso Cadorna.[11] Quanto al secondo apporto della Brigata Venezia, dopo il primo già determinante di Plava sull'Isonzo, esso avvenne nei pressi di Pozzuolo del Friuli (ed Organo e Galleriano), poi alla destra del Tagliamento, di cui è testimone diretto e ammirato un Lanciere di Novara d'eccezione come Gabriele D'Annunzio. Ma la seconda volta accadde al di fuori del controllo del Comando Supremo. Il contributo determinante avvenne da un'unità e da un Comandante privo di ordini che nella confusione più assoluta si batté al mal presidiato confine di settore tra due armate in ritirata.[12] È interessante notare che nell'occasione di quelle disastrose giornate, Reghini fu l'unico soldato italiano a ricevere una delle più alte onorificenze britanniche, l'Ordine del Bagno. La motivazione con la quelle venne decorato Reghini anche come Ufficiale dell'Ordine Miliare di Savoia (oggi Ord. Mil. d'Italia) per quei fatti lascia trapelare con chiarezza la situazione createsi:

«[…] assunto anche il comando di altri reparti isolati, benché rimasto privo di ordini superiori, provvedeva con felice intuito a fronteggiare elementi celeri del nemico che puntavano ai ponti del Tagliamento impegnando con essi accaniti combattimenti [… Plava 26-27 1917 ottobre, Orgnano, Pozzuolo del Friuli, Galleriano 29,30 ottobre 1917.»

[13]

In tempi normali sarebbe normale lodare le iniziative dei comandanti sul campo. Ma il rimpallo delle responsabilità trovò tutti concordi nel derubricare i fatti di Pozzuolo del Friuli, del Tagliamento, Organo, Galleriano e le altre località vicine, imputabili a Comandanti coraggiosi, ad atti di “normale eroismo”. Oggi appaiano invece vere scelte strategiche, stabilite e messe in pratica autonomamente da singoli comandanti di unità per sopperire ad un vuoto superiore.[14]

Decorazioni al valore militare[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Reggimento, Montagnola di Castagnevizza, 19/21 agosto 1917. Castagnevizza (R.D. 19 settembre 1918).»
— 17 maggio 1919[15]
Ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Brigata, resistenza sul Plava 26-27 ottobre 1917, e resistenza, pur privo di ordini, ad Orgnano, Pozzuolo, Galleriano, 29-30 ottobre 1917. Pozzuolo del Friuli (R.D. 26 giugno 1924).»
— 26 giugno 1924[15]
Compagno dell'Ordine del Bagno - nastrino per uniforme ordinaria
«Decorazione concessa da S.M. Re Giorgio V d'Inghilterra con listino n.45 e 57 in data 11-10-1919»
— Piave
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«(…) Scontro sotto il fuoco nemico Rosfia 18 nov. 1911 e giornata del 20 nov. 1911 presso il Palmeto di Sabri (Bendasi). D.l. 22 luglio 1915.»
— Bengasi – Libia
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per l'assalto di Castegnevizza del 26 maggio 1917, sostituì il comandante caduto e sotto il fuoco nemico, nonostante contuso da granata, condusse assalto. D.L. 3 gennaio 1918.»
— Castegnevizza
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Plava, 25 giugno 1915»
Croce al merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
«Determinazione 12º Corpo Armata in data 10-6-1918.»
Croce al merito di guerra, seconda concessione - nastrino per uniforme ordinaria
«Determinazione 12º Corpo Armata in data 10-6-1918 concessione. 909»
Croce al merito di guerra, terza concessione - nastrino per uniforme ordinaria
«Commutazione encomio solenne D.L. 7 nov. 1915 per i fatti di Plava 16-17 e 15 giugno 1915 (B.U. 1922, disp. 69, p. 2646) .»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
«Per lunghi e buoni servizi. Motu proprio S.M. il Re R.D. 13 sett. 1917»
— Roma
Ufficiale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
«In considerazione di lunghi e buoni servizi. R.D. 24 gennaio 1924»
— Roma
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per lunghi e buoni servizi, 28 dicembre 1913»
— Roma
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Motu proprio S.M. il Re R.D. 13.09.1918»
— Roma
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Per benemerenze acquistate in dipendenza della guerra 15-18 R.D. 8 agosto 1920»
— Roma
Medaglia per la guardia d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria
«Brevetto 3782 del 21 dicembre 1920»
— Roma

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ “L'Archivio centrale dello Stato”, di Mario Serio. Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, 1993
  2. ^ Giorgio Delle Donne, Ipertesti de “La provincia di Bolzano”, 1927-1943, https://web.archive.org/web/20071020025208/http://www.bpi.claudiaugusta.it/pdf/LaProvinciaDiBolzano.pdf/. URL consultato il 24 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2007).
  3. ^ Muore per malattia all'ospedale di Bolzano il comandante la divisione del Brennero, generale nobile Raffaello Reghini: "il combattente, il soldato valoroso […]", su ProvBZ 17/12/1930. URL consultato il 26 giugno 2011.
  4. ^ Villa Reghini ha un giardino completamente rinnovato [collegamento interrotto], su gonews.it. URL consultato il 25 giugno 2011.
  5. ^ Note matricolari di Reghini, nobile Raffaello – Regio Esercito – Mod. 102 C. -1927
  6. ^ Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana, Milano, 1923
  7. ^ Dalle memorie di Caviglia, in Enrico Caviglia, l'anti Badoglio, di Pier Paolo Cervone, Mursia, 1992, p. 84
  8. ^ Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana, Milano, 1923
  9. ^ “La Brigata Venezia (83º-84º regg. fant.) nella guerra italo-austriaca 1915-1918” Firenze, Barbera, Alfani e Venturi, 1920
  10. ^ http://www.frontedelpiave.info/public/modules/Fronte_del_Piave_article/Fronte_del_Piave_view_article.php?id_a=449&app_l2=397&app_l3=449&sito=Fronte-del-Piave&titolo=Brigata-Venezia
  11. ^ Convegno “Rileggiamo la Grande Guerra” (5 ottobre 2007). Relazione a convegno, Giorgio Rochat:” l'invenzione del tradimento”, giovedì 25 ottobre 2007
  12. ^ Si veda Giorgio Rochat e Mario Isnenghi, La Grande Guerra 1914-1918, Sansoni, 2004.
  13. ^ Motivazione della nomina Ufficiale dell'Ordine Militare d'Italia (allora di Savoia), R.D. 26 giugno 1924 B.U. 1924 disp. 30 pagina 1794
  14. ^ Convegno “Rileggiamo la Grande Guerra” (5 ottobre 2007). Relazione a convegno, di Antonino Zarcone: “la ritirata dall'Isonzo al Piave”
  15. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana, Milano, Treves, 1934.
  • Luigi Capello, Per La Verità, Milano, Treves, 1920.
  • Giorgio Delle Donne, Ipertesti de "La provincia di Bolzano”, 1927-1943 (PDF). URL consultato il 4 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 febbraio 2015).
  • Pier Paolo Cervone, Enrico Caviglia, l'anti Badoglio, Mursia, 1992.
  • Gaetano V. Cavallaro, Futility Ending in Disaster, Xlibris Corporation, 2009, ISBN 1-4134-5742-8.
  • La guerra italiana[collegamento interrotto], 6ser.n.18, 1918. URL consultato il 4 luglio 2011.
  • Antonio Liverani, La Brigata Venezia (83°-84° Reggimenti di Fanteria) nella guerra italo-austriaca 1915-1918, Alfani e Venturi, 1920.
  • Giorgio Rochat, Mario Isnenghi, La Grande Guerra - 1914-1918, Sansoni, 2004.
  • (FR) Philippe Rostan, Là oú se jouait le sort de l'Europe: étude historique, Parigi, Del Duca, 1969.
  • L'Esercito italiano nella grande guerra: le istruzioni tattiche del capo di Stato maggiore dell'Esercito degli anni 1914-1915-1916, Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito Italiano - Provveditorato generale, 1932.
  • Giorgio Rochat, L'invenzione del tradimento, Rileggiamo la Grande Guerra, convegno del 5 ottobre 2007, 25 ottobre 2007.
  • Antonino Zarcone, La ritirata dall'Isonzo al Piave, Rileggiamo la Grande Guerra, convegno del 5 ottobre 2007, 23 ottobre 2007.
  • Relazione Ufficiale: Volume IV, Tomo 3°bis, documenti, Comando II Armata, 3 novembre 1917, Situazione per penetrazione nemica a Cornino, Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito Italiano.