Ragazzi del '99

«Li ho visti i ragazzi del '99. Andavano in prima linea cantando. Li ho visti tornare in esigua schiera. Cantavano ancora»

Cartolina militare a ricordo della consegna della bandiera al 257º reggimento della Brigata Tortona, avvenuto l'8 aprile 1917

I ragazzi del '99 furono i coscritti di leva italiani che nel 1917, al compimento dei diciotto anni, vennero mandati in prima linea sui campi di battaglia della prima guerra mondiale.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cartolina militare del 257º reggimento (Brigata Tortona) che enfatizza la giovane età dei militari con un passo del Purgatorio: piante novelle. Rinnovellate di novella fronda.

Furono precettati quando non avevano ancora compiuto diciotto anni. I primi contingenti italiani, 80 000 circa, furono chiamati nei primi quattro mesi del 1917 e, frettolosamente istruiti, vennero inquadrati in battaglioni di milizia territoriale. Alla fine di maggio furono chiamati altri 180 000 ed altri ancora, ma in minor numero, nel mese di luglio. Ma i primi ragazzi del 1899 furono inviati al fronte solo nel novembre del 1917, nei giorni successivi alla battaglia di Caporetto. Il loro apporto, unito all'esperienza dei veterani, si dimostrò fondamentale per gli esiti della guerra.

Le giovanissime reclute appena diciottenni del 1899 sono da ricordare in quanto nella prima guerra mondiale, dopo la battaglia di Caporetto (24 ottobre 1917),[2] in un momento di gravissima crisi per l'Italia e per il Regio Esercito, rinsaldarono le file sul Piave, del Grappa e del Montello, permettendo al Regno la controffensiva nel 1918 a un anno esatto da Caporetto con la battaglia di Vittorio Veneto e quindi la firma dell'armistizio di Villa Giusti da parte dell'Austria-Ungheria. A partire dal primo dopoguerra, il termine "ragazzi del '99" si radicò ampiamente nella storiografia e nella pubblicistica italiana da entrare nell'uso comune per riferirsi a tutti i militari nati nel 1899.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Non esistono dati certi sui soldati caduti sul campo di battaglia o decorati, ma il ricordo di questi giovanissimi combattenti sopravvive nella memoria popolare: a Nervesa della Battaglia un'osteria è intitolata ai ragazzi del '99 e vi è anche un piccolo quartiere di Santa Croce del Montello definito "città dei ragazzi del '99". Via "ragazzi del '99", testimonia a Milano la targa affissa sul muro di un edificio sul lato orientale di piazza San Fedele dietro Palazzo Marino, a un passo dalla Galleria, a Gorizia è stato dedicato ai "ragazzi del '99" un viadotto.

In molte città italiane vi sono inoltre vie o piazze dedicate alla loro memoria.

Ai ragazzi del '99 si riferiscono numerosi canti nati dopo Caporetto tra i giovani del fronte ed ancora oggi conosciuti.

«Novantanove, m'han chiamato. m'han chiamato m'han chiamato a militar. e sul fronte m'han mandato. m'han mandato m'han mandato a sparar.

Combattendo tra le bombe. ad un tratto ad un tratto mi fermò. una palla luccicante. nel mio petto nel mio petto penetrò.

Quattro amici lì vicino. mi portaron mi portaron all'ospedal. ed il medico mi disse. non c'è nulla non c'è nulla da sperar.

Croce Rossa Croce Rossa. per favore, per piacer, per carità. date un bacio alla mia mamma. e alla bandiera, alla bandiera tricolor. date un bacio alla mia mamma. e la bandierà tricolor trionferà, trionferà.»

Nel 1999 le Poste Italiane hanno dedicato un francobollo per il centenario dei "ragazzi del '99".[3]

Il "ragazzo del '99" più longevo fu Alberto Agazzi, nato a Piacenza il 30 gennaio 1899, che morì a 108 anni ad Alseno il 13 aprile 2007[4].

L’ultimo “ragazzo del ’99” è stato Giovanni Antonio Carta, nato a Mores (Sassari) il 28 dicembre 1899 e lì deceduto il 6 giugno 2007, caporalmaggiore del 151º Reggimento Fanteria della “Sassari”[5].

Encomio[modifica | modifica wikitesto]

I Ragazzi del '99 ebbero il seguente Encomio dell'Esercito (come Ordine del Giorno dell'Esercito da diramare fino ai Comandi di Plotone) da parte del Comando supremo militare italiano del Regio Esercito Italiano (citato sul Bollettino Militare del 22 novembre 1917):

«I giovani soldati della Classe 1899 hanno avuto il battesimo del fuoco. Il loro contegno è stato magnifico e sul fiume che in questo momento sbarra al nemico le vie della Patria, in un superbo contrattacco, unito il loro ardente entusiasmo all'esperienza dei compagni più anziani, hanno trionfato. Alcuni battaglioni austriaci che avevano osato varcare il Piave sono stati annientati: 1.200 prigionieri catturati, alcuni cannoni presi dal nemico sono stati riconquistati e riportati sulle posizioni che i corpi degli artiglieri, eroicamente caduti in una disperata difesa, segnavano ancora.
In quest'ora, suprema di dovere e di onore nella quale le armate con fede salda e cuore sicuro arginano sul fiume e sui monti l'ira nemica, facendo echeggiare quel grido “Viva l'Italia” che è sempre stato squillo di vittoria, io voglio che l'Esercito sappia che i nostri giovani fratelli della Classe 1899 hanno mostrato d'essere degni del retaggio di gloria che su loro discende
Zona di guerra, 18 novembre 1917 - Il Capo di S.M. dell'Esercito A. Diaz»

Per effetto del Regio Decreto del 9 luglio 1923, con Circolare nº 639 dell'8 novembre 1923[6], l'Encomio dell'Esercito si commutò in una Croce al Valor Militare.

Cittadinanze onorarie[modifica | modifica wikitesto]

I Comuni di:

hanno nel corso degli anni tributato la cittadinanza onoraria ai Ragazzi del '99.

Comune di Fossalta di Piave[modifica | modifica wikitesto]

Diploma di Cittadino Onorario del Comune di Fossalta di Piave per i "Ragazzi del '99"

Nel 1981 i "Ragazzi del '99" tennero a Fossalta di Piave un raduno nazionale, tornando nei luoghi di battaglia 65 anni dopo ed inaugurarono un cippo sull'Argine Regio, dove più violenti furono i combattimenti. Sempre sull'Argine Regio eressero un "Monumento Battistero", quale segno perenne di pace, di riconciliazione e di fratellanza.

Per l'occasione il Comune di Fossalta di Piave, con Deliberazione Consiliare nº 68 del 20 settembre 1981, nominò tutti i Ragazzi del '99 suoi Cittadini Onorari, ad ogni effetto di legge, con la seguente motivazione: «grato e riconoscente ai "ragazzi" del '99 che nel 1917 e nel 1918 sbarrarono al nemico le vie della Patria».

"I Ragazzi del '99" Associazione Nazionale fra combattenti della Classe 1899 nella Guerra 1915-1918 il 24 maggio 1982 per l'occasione predispose un diploma d'onore per tale conferimento di cittadinanza onoraria.

Il 23 giugno 1983 fu inaugurato il "Monumento Battistero" e promossa l'annuale "Giornata della Pace", realizzata dal comune di Fossalta di Piave.

L'Associazione Nazionale "I Ragazzi del '99"[modifica | modifica wikitesto]

Associazione Nazionale
"I Ragazzi del '99"
AbbreviazioneI Ragazzi del '99
TipoAssociazione Combattentistica e d'Arma
Fondazione1921
Sede centraleBandiera dell'Italia Roma
Lingua ufficialeItaliana
Motto"Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati!"
Sito web

Al termine della prima guerra mondiale, un gruppo di reduci della classe del 1899 decise di dar vita ad un proprio sodalizio, con il compito di onorare e di custodire la memoria dei ragazzi del '99. Nonostante la contrarietà di alcuni che ritenevano necessaria la confluenza in un'unica grande associazione di reduci, la prima Sezione fu aperta e costituita nel 1921. Il nome scelto fu "I Ragazzi del '99" Associazione Nazionale fra combattenti della Classe 1899 nella Guerra 1915-1918, utilizzando per simbolo la riproduzione dipinta della celebre casa sbrecciata di Sant'Andrea di Barbarana di San Biagio di Callalta con il testo "Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati!".

L'Associazione è tuttora presente in alcune città come Bassano del Grappa, Roma, Milano, Brescia e Novara dove continua nell'opera di custodia e di raccolta dei figli e nipoti dei celebri ragazzi del '99, partecipando alle cerimonie ufficiali. La presidenza nazionale è oggi affidata a Benito Panariti. Come altre associazioni combattentistiche e d'arma l'Associazione Nazionale "I Ragazzi del '99" è collocata sotto il controllo del Ministero della Difesa[12].

La casa sbrecciata con la famosa scritta patriottica nella frazione di Sant'Andrea di Barbarana di San Biagio di Callalta durante la Grande Guerra.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giornata delle Forze Armate 30 scatti al 4 novembre. I ragazzi del '99 (-7), su difesa.it. URL consultato il 17 maggio 2021.
  2. ^ Gli italiani, decimati dopo Caporetto, furono costretti, per riempire i vuoti d'organico, a chiamare al fronte i Ragazzi del '99, appena diciottenni, mentre si decise di conservare la leva del 1900, per sostenere lo sforzo in un ipotetico scontro finale, nel 1919.
  3. ^ 0,46 € Giovani soldati del 1899 - Filatelia
  4. ^ Noi c'eravamo - Grande Guerra/protagonisti su Focus Archiviato il 14 maggio 2014 in Internet Archive.
  5. ^ A. Vanni - K. Pari, Viaggio nella memoria - I reduci della Grande Guerra 90 anni dopo, Tassotti Editore, 2008
  6. ^ Pubblicata sul Giornale Militare Ufficiale - Dispensa nº 51 del 9 novembre 1923 a p. 1468
  7. ^ Con deliberazione consiliare nº 68 del 20 settembre 1981
  8. ^ Con deliberazione della Giunta comunale nº 208 dell'8 ottobre 2007
  9. ^ Il 3 maggio 1959 in occasione del 1º Raduno Nazionale
  10. ^ Con deliberazione del Consiglio comunale del 1º novembre 1958
  11. ^ Con deliberazione del Consiglio comunale nº 81 del 30 giugno 1968
  12. ^ Sito del Ministero della Difesa - Elenco delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Bernardi, Di qua e di là dal Piave. Da Caporetto a Vittorio Veneto, Milano, Ugo Mursia Editore, 1998, ISBN 978-88-425-2270-6.
  • Nuccio Calcagno, Mio padre, uno dei ragazzi del '99 e i miei voli in parapendio sulle sue trincee, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2012, ISBN 978-88-6541-207-7.
  • Novello Papafava, Da Caporetto a Vittorio Veneto, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2012, ISBN 978-88-6372-411-0.
  • Sergio Tazzer, Ragazzi del Novantanove. «Sono appena nati ieri, ieri appena e son guerrieri», Vittorio Veneto, Kellermann Editore, 2012, ISBN 978-88-86089-88-3.
  • Alessandro Vanni - Katia Pari, Viaggio nella memoria - I reduci della Grande Guerra 90 anni dopo, Tassotti Editore, Bassano del Grappa (VI), 2008. ISBN 978-88-7691-191-0

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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