Ordine reale delle Due Sicilie

Ordine reale delle Due Sicilie
Ordine reale delle Due Sicilie
Collare dell'ordine
Regno di Napoli (1806-1815)
TipologiaOrdine dinastico-statale
Statuscessato (concesso solo privatamente)
CapoGioacchino Luigi Murat VIII Principe Murat
IstituzioneNapoli, 24 febbraio 1808
Primo capoGiuseppe Bonaparte
CessazioneNapoli, 1819 (di fatto 4 giugno 1815) (sostituito dal Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione)
Ultimo capoFerdinando I delle Due Sicilie
GradiGran Cordone
Commendatore
Cavaliere
Precedenza
Ordine più altoReale ordine di San Ferdinando e del merito
Ordine più bassoReale ordine di Francesco I
Nastri dell'ordine

L'Ordine reale delle Due Sicilie (talvolta anche riportato come Reale ordine delle Due Sicilie) fu un ordine cavalleresco dinastico-statale del Regno di Napoli (1806-1815), stato preunitario dell'Italia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'ordine, risalente al periodo dell'occupazione napoleonica, fu istituito da Giuseppe Bonaparte Re di Napoli, il 24 febbraio 1808, come modalità per ricompensare i più valorosi tra coloro che avevano aiutato le truppe napoleoniche nella liberazione del paese, o coloro che avevano reso importanti servigi allo Stato.

L'ordine, originariamente, era suddiviso in tre classi: dignitario, commendatore e cavaliere. Alla rinuncia al trono di Giuseppe, gli succedette Gioacchino Murat (cognato di Napoleone), il quale riformò tra i primi atti l'ordine con un decreto datato 5 novembre 1808, e ancora nel 1811.

Con un decreto del 4 giugno 1815 ad opera di Ferdinando IV d Borbone, quando riprese il proprio trono al crollo del dominio napoleonico nell'Italia meridionale fu ordinata la restituzione dei beni all'Ordine costantiniano di San Giorgio.

Quattro anni più tardi, nel 1819, fu lo stesso Ferdinando IV a sopprimere definitivamente l'istituzione, fondando il Reale e militare ordine di San Giorgio della Riunione.

Le insegne[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere
Commendatore
Gran Cordone

La decorazione consisteva in una stella d'oro a cinque punte, smaltata di rosso (rubino), recante nel recto lo stemma di Napoli, con il motto: Renovata patria, e nel verso quello della Sicilia, attorniato dalla legenda: Joseph Neapoles Siciliarum rex instituit.

In perfetta sintonia con lo stile napoleonico, l'insegna originale era sormontata da un'aquila, ma Ferdinando IV la modificò sostituendo l'aquila con la corona reale, ponendo inoltre nel recto (assieme alle armi di Napoli e Sicilia) la nuova legenda: Ferdinandus Borbonius utriusque Siciliae Rex P.F.A., e nel verso un giglio con le parole: Felicitati restituta X Kal., Jun. MDCCCXV.

Insigniti notabili[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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