Repubblica Romana (1798-1799)

Repubblica Romana
Repubblica Romana – Bandiera
Repubblica Romana - Stemma
Motto: «Il popolo solo è sovrano»
Repubblica Romana - Localizzazione
Repubblica Romana - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completoRepubblica Romana
Lingue ufficialiitaliano
francese
Lingue parlateitaliano
CapitaleRoma
Dipendente daBandiera della Francia Repubblica Francese
Politica
Forma di StatoRepubblica sorella
Forma di governoRepubblica direttoriale
ConsoliFrancesco Riganti
Carlo Luigi Costantini
Pio Bonelli
Antonio Bassi
Gioacchino Pessuti
Angelo Stampa
Domenico Maggi
Ennio Quirino Visconti
Nascita15 febbraio 1798 con Francesco Riganti
CausaDeposizione di papa Pio VI
Fine30 settembre 1799 con Ennio Quirino Visconti
CausaInvasione napoletana e ritirata francese
Territorio e popolazione
Bacino geograficoItalia centrale
Territorio originaleLazio, Marche, Umbria
Economia
ValutaScudo romano
Baiocco romano
Religione e società
Religioni preminenticattolicesimo
Religioni minoritarieebraismo
Evoluzione storica
Preceduto da Stato Pontificio
Succeduto da Stato Pontificio
Stemma alternativo della Repubblica Romana (1798-99)

La Repubblica Romana fu una repubblica sorella della Prima Repubblica francese. Comprendeva parte dei territori dello Stato Pontificio occupati dal generale Louis Alexandre Berthier, che aveva invaso Roma, strappandola al dominio temporale di papa Pio VI il 10 febbraio 1798. Fu proclamata il 15 febbraio 1798.

La Repubblica Romana confinava con la Repubblica Cisalpina e il Granducato di Toscana a nord, con il mar Tirreno a ovest, con il Regno di Napoli a sud, con il mar Adriatico a est. Delle due exclave pontificie in territorio napoletano conservava soltanto il territorio di Pontecorvo, mentre rimase conteso il Principato di Benevento.

La Repubblica cadde già nel 1799 e pochi mesi dopo lo Stato Pontificio venne ripristinato.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Repubblica Romana fu una delle repubbliche sorelle filo-francesi e giacobine proclamate in seguito alle conquiste francesi dopo la Rivoluzione. Il 10 febbraio 1798 le truppe transalpine che, orfane di Napoleone in procinto di partire per l’Egitto, erano ora guidate dal generale Louis Alexandre Berthier, invasero Roma dando inizio all'occupazione francese della città.

Subito dopo la firma del trattato di Campoformio, liberi dal loro più grande nemico, l’Impero austriaco, i francesi avevano cominciato le provocazioni antipapali, e il 25 brumaio il governo cisalpino emise una protesta contro gli scarsi segni d’amicizia che a proprio dire la corte romana gli avrebbe mostrato.

Entrata delle truppe francesi a Roma nel febbraio 1798
Altare patrio realizzato in piazza san Pietro per celebrare la festa della Federazione il 20 marzo 1798.
Fronte e retro di un assegnato da sette paoli

Il pretesto dell'invasione fu l'uccisione di un generale dell'ambasciata francese, Mathurin-Léonard Duphot, avvenuta il 28 dicembre 1797 in un tumulto popolare provocato da rivoluzionari italiani e francesi. Berthier marciò sulla città senza incontrare resistenza, dandosi poi al saccheggio dei tesori d'arte del Vaticano.

Il 15 febbraio fu dichiarato decaduto il potere temporale di Pio VI e fu proclamata a sua volta la Repubblica Romana, ispirata al modello francese. Pochi giorni dopo, il 20 febbraio, il papa fu tratto prigioniero e allontanato dalla città. Sarebbe morto in esilio l'anno seguente in Francia. Il 25 febbraio scoppiò una sommossa popolare che fu duramente repressa dai francesi.

Il 7 marzo alla Repubblica Romana riassorbì la Repubblica Tiberina e la Repubblica Anconitana che avevano anticipato le insurrezioni giacobine. La Costituzione, sul modello di quella francese, fu promulgata il 20 marzo seguente. Prevedeva l'elezione di un Tribunato di 72 membri e di un Senato di 32: questi due organi esercitavano il potere legislativo e designavano cinque consoli ai quali era demandato il potere esecutivo. Di fatto, però, il potere era esercitato dagli occupanti francesi. Il nuovo regime fu accolto freddamente dalla popolazione romana, che, dopo aver subìto i saccheggi che avevano accompagnato la presa della città, dovette accollarsi anche le pesanti imposte richieste dagli occupanti.

Il 28 novembre la Repubblica Romana fu invasa dall'esercito napoletano, forte di 70.000 uomini e al comando del generale austriaco Karl von Mack, con l'appoggio della flotta britannica dell'ammiraglio Nelson. L'azione era diretta a ristabilire l'autorità papale. Dopo solo sei giorni Ferdinando IV entrò a Roma da conquistatore. Ma il 14 dicembre dello stesso anno un'immediata e risoluta controffensiva francese costrinse i napoletani alla ritirata, che ben presto si trasformò in una rotta. I francesi entrarono a Napoli il 23 gennaio 1799 e istituirono la Repubblica Napoletana.

Il 19 settembre dello stesso anno 1799 i francesi abbandonarono Roma, subito rioccupata il 30 settembre dai redivivi napoletani che posero così fine alla Repubblica Romana. Le truppe francesi sarebbero rientrate in città soltanto il 2 febbraio 1805, annettendo Roma all'Impero napoleonico il 17 maggio 1809. I territori caduti in mano francese sarebbero stati resi allo Stato Pontificio il 24 gennaio 1814.

Governanti[modifica | modifica wikitesto]

Consoli temporanei (15 febbraio - 20 marzo 1798)[1][2][modifica | modifica wikitesto]

Consoli[modifica | modifica wikitesto]

  • Liborio Angelucci, chirurgo e ostetrico
  • Giacomo De Matthaeis
  • Pietro Panazzi
  • Pietro Reppi
  • Ennio Quirino Visconti, archeologo

Tribuni[modifica | modifica wikitesto]

Direttore della polizia[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisione amministrativa[modifica | modifica wikitesto]

La Repubblica Romana fu suddivisa in otto dipartimenti. La ripartizione variò nel tempo e giunse alla sistemazione definitiva il 26 fiorile anno VI.[4]

Dipartimento Capoluogo Distretti
Cimino Viterbo Civita Castellana, Orvieto, Viterbo
Circeo Anagni Anagni, Sezze, Veroli
Clitunno Spoleto Foligno, Rieti, Spoleto, Terni
Metauro Ancona Ancona, Sinigaglia, Urbino
Musone Macerata Macerata, Matelica, Osimo
Tevere Roma Roma, Tivoli, Velletri
Trasimeno Perugia Città della Pieve, Gubbio, Perugia
Tronto Fermo Ascoli, Camerino, Fermo

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

La Roma dei mesi successivi alla caduta della Repubblica romana è l'ambientazione in cui si svolge l'opera in tre atti Tosca di Giacomo Puccini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Richard Duppa, A brief account of the subversion of the papal government, 1798, John Murray, 1807, p. 190.
  2. ^ Memorie di religione, di morale e di letteratura, 1834, p. 346.
  3. ^ a b Riganti e Costantini parteciparono di rado alle riunioni.
  4. ^ Collezione di carte pubbliche, proclami, editti, ragionamenti ed altre produzioni tendenti a consolidare la rigenerata Repubblica Romana, Roma, 1798.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renzo De Felice, La vendita dei beni nazionali nella Repubblica Romana del 1798-1799, Roma 1960
  • Francesco Frasca, La difesa della Repubblica romana e la conquista del Regno di Napoli dallo studio dei documenti delle Archives Nationales de Paris e del Service Historique de l'Armée de Terre, in: Rassegna storica lucana, fascicolo 26, anno 1996, Potenza, 1997, p. 11-65.
  • Filippo Ambrosini, L'albero della Libertà. Le repubbliche giacobine in Italia 1796-99, pp. 161–168, Edizioni del Capricorno, Torino 2013, 320 pp. 100 illustrazioni.
  • Philippe Boutry, Francesco Pitocco e Carlo Maria Travaglini (a cura di), Roma negli anni di influenza e dominio francese 1798-1814: rotture, continuità, innovazioni tra fine Settecento e inizi Ottocento, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2000, ISBN 8849501102.

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