Resia

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Resia (disambigua).
Resia
comune
(IT) Resia, (SL) Reśija[1]
Resia – Stemma
Resia – Bandiera
Resia – Veduta
Resia – Veduta
Veduta del villaggio di Stolvizza con la chiesa di San Carlo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoAnna Micelli (lista civica) dal 27-5-2019
Territorio
Coordinate46°22′25.98″N 13°18′15.71″E / 46.373884°N 13.304364°E46.373884; 13.304364 (Resia)
Altitudine492 m s.l.m.
Superficie119,31 km²
Abitanti932[2] (30-9-2021)
Densità7,81 ab./km²
FrazioniGniva (Njïwä), Oseacco (Osoane), Prato (Ravanzä) (sede comunale), San Giorgio (Bilä), Stolvizza (Solbiza), Uccea (Učja)[1]
Comuni confinantiCaporetto (Kobarid) (SLO), Chiusaforte, Lusevera, Plezzo (Bovec) (SLO), Resiutta, Venzone
Altre informazioni
Cod. postale33010
Prefisso0433
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT030092
Cod. catastaleH242
TargaUD
Cl. sismicazona 1 (sismicità alta)[3]
Cl. climaticazona F, 3 490 GG[4]
Nome abitantiresiani
PatronoSanta Maria Assunta
Giorno festivo15 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Resia
Resia
Resia – Mappa
Resia – Mappa
Posizione del comune di Resia nella ex provincia di Udine
Sito istituzionale

Resia (Reśija in resiano,[1] Rezija in sloveno, Rèsie in friulano[5][6]) è un comune italiano di 932 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. Si tratta di un comune sparso con sede comunale nella frazione di Prato.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

La Val Resia è situata nella parte nord-orientale della regione Friuli-Venezia Giulia: è una valle pre-alpina che si estende in direzione ovest-est per 20 km: ad est è chiusa da un massiccio montuoso, del quale il Monte Canin (2587 m) rappresenta il punto più alto, segnando il confine fra l'Italia e la Slovenia; l'aspetto più importante della valle, oltre all'indiscussa importanza linguistico-culturale, è il profilo naturalistico: immersa com'è in una conca verde su cui vegliano i picchi del Canin, innevati per buona parte dell'anno; merita una visita sia per un contatto diretto con la popolazione dei borghi, sia per le piacevoli escursioni in una delle più suggestive vallate alpine.

La valle è suddivisa in 5 principali frazioni che sono, da ovest a est, San Giorgio, Prato, Gniva, Oseacco e Stolvizza; vi sono inoltre le borgate di Lipovaz, Crisacis, Gost, Lischiazze, Coritis e in una adiacente valle più a sud, Uccea. Vi è ubicata la stazione meteorologica di Resia. Si raggiunge seguendo la SS13 Pontebbana in direzione di Tarvisio oppure dal casello Carnia-Tolmezzo dell'autostrada A23 in direzione di Tarvisio arrivando dopo 10 km circa a Resiutta e seguendo il bivio per la Val Resia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini di Resia sono legate all'insediamento della sua popolazione nella vallata, che si fa risalire al VII secolo. I resiani sono i discendenti di quelle popolazioni di ceppo slavo che giunsero in Italia al seguito degli Avari e dei Longobardi e che, abbandonando il nomadismo, qui presero dimora. Un tempo isolata tra i monti Musi a sud e l'imponente massiccio del Canin ad est e a nord, Resia rappresenta per la cultura un'isola linguistica e di tradizioni estremamente importante. La singolare lingua locale a tutt'oggi parlata, il resiano, è riconosciuta dall'Unesco. Essa è stata ed è tuttora oggetto di molti studi, i quali hanno favorito la custodia e la perpetuazione di tradizioni (costumi, canti, balli, cerimonie) di grande interesse.

La comunità di Resia è oggi in gran parte raggruppata nelle frazioni di Prato, San Giorgio, Oseacco, Gniva, Lischiazze, Stolvizza e Uccea. Dal punto di vista storico, essendo stata soggetta alla giurisdizione dell'Abbazia di Moggio, ne seguì le vicende nel corso dei secoli. Rivestì una certa importanza sotto il dominio veneziano per la difesa delle selle di Carnizza e di Guarda che permettono di raggiungere la valle dall'Isonzo in Slovenia. A questo scopo vi fu nella vallata la presenza di una guarnigione militare (reparti di fanteria d'arresto) con fortificazioni a Stolvizza e a San Giorgio.

Nel 1976 il comune fu devastato dal terremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 4 ottobre 1986.[7]

Stemma

Lo stemma comunale si può blasonare d'azzurro, all'albero di verde, nodrito sul monte dello stesso e fondato in punta, accostato da un cuore d'oro e da un cervo, anch'esso d'oro, saliente sul tronco; al capo partito: nel primo d'oro, allo scaglione di nero; nel secondo d'argento, alla croce di rosso.

Gonfalone

«Drappo riccamente ornato di ricami d'argento e caricato al centro dello stemma comunale, troncato di azzurro, con l’iscrizione in argento recante la denominazione in italiano "COMUNE DI RESIA", e di giallo con la scritta in nero con la denominazione in resiano "ROŚAJANSKË KUMÜN". Il gonfalone porta su di sé la Medaglia d'Oro al Merito Civile. Le parti di metallo e i cordoni sono argentati. L'asta verticale è ricoperta di velluto turchino e dorato con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome in italiano e resiano. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di argento.[8]»

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta. Eventi sismici 1976.»
— 12 dicembre 2002[9][10]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Parco naturale delle Prealpi Giulie, molto frequentato nel periodo estivo per escursioni e picnic.

Da Resia, gli escursionisti possono raggiungere il bivacco Franco Costantini percorrendo il sentiero che passa per la malga Coot, e quindi arrivare nella prossimità del torrione Mulaz (attrezzato con una via d'arrampicata), della Baba grande e della Babà piccola oppure procedere alla salita al monte Canin lungo l'Alta Via Resiana.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona settentrionale di Resia, nelle prossimità del confine con l'attuale Slovenia, in passato linea di demarcazione tra Regno d'Italia ed Impero Austro Ungarico, sono presenti strutture militari che risalgono alla Grande guerra, documentate e oggetto di studi approfonditi.

Architetture rurali[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione estiva vi era l'esigenza di portare il bestiame al pascolo in montagna per 4-5 mesi. Per questo motivo sono stati costruiti gli stavoli, sparsi per le montagne di tutta la vallata. Costituiti solitamente da una stanza adibita a cucina con il focolare per la preparazione del formaggio, un locale per il bestiame (mucche, capre), una stanza sopra la cucina per dormire e infine il fienile sopra la stalla. In alcuni stavoli era presente anche uno stanzino per la conservazione del latte, del formaggio e del burro. Per la raccolta dell'acqua piovana era presente un serbatoio in calcestruzzo con una finestrella di accesso per prelevare l'acqua utilizzando un secchio.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

I resiani[modifica | modifica wikitesto]

I resiani sono una popolazione appartenente al gruppo linguistico slavofono. Mancano reperti archeologici certi, o d'altra natura, tali da offrire un'indicazione sulla datazione dell'insediamento slavo nella valle. Resia è citata nel testamento del conte Cacellino che verso l'XI secolo lasciava a Federico, Patriarca di Aquileia, i beni allodiali del Friuli e della Carinzia, nei cui confini era compreso anche il sartum montem. Al riguardo, è stato osservato come il significato medievale di mons si riferisca ad una malga esistente sul Monte Sart e quindi della possibilità che esistesse a fondo valle un insediamento di carattere stabile. È quindi accettato il VI secolo-VII secolo anche per i Resiani quale riferimento più generale agli stanziamenti di quelle popolazioni appartenenti al ramo meridionale degli Slavi nell'arco Alpino e Prealpino Orientale.

Invece, rinvenimenti archeologici romani e preromani nella vicina Resiutta vi testimoniano la presenza di un insediamento antecedente al VI secolo, mentre si fa menzione di un documento secondo il quale a Prato, nel 1098, esisteva una cappella dedicata alla Madonna. Dopo il loro insediamento, i Resiani seguirono le vicende storiche legate al Friuli, fino ai nostri giorni.

I Resiani, secondo il linguista polacco Baudouin de Courtenay, che li studiò a fondo nella seconda metà dell'800, "dovevano provenire da diverse tribù con diversi dialetti" e offriva la seguente classificazione dei principali, sottolineando l'importanza di questo fatto anche sotto il profilo etnografico: 1) di Lipovaz - San Giorgio; 2) di Gniva; 3) di Stolvizza; 4) di Oseacco 5) di Uccea. Resta d'indubbio interesse, sotto il profilo demografico e antropologico, la tipologia della popolazione resiana suggerita dalle varietà delle parlate e che, comunque, testimoniano per Resia la presenza di una situazione di accentuato isolamento e di forti localismi interni. Tale situazione di isolamento è stata confermata, fino a tempi recentissimi, dalle recenti indagini storico-demografiche eseguite sui registri di matrimonio per il periodo 1745 - 1905 (G. Rotta, 1987, 1988).

Si hanno ancora notizie su una suddivisione nei quattro territori di Gniva, Oseacco, San Giorgio e Stolvizza, definiti vuoi ora come pertinenze vuoi come ville o come comuni. Il Loschi cita il documento nel quale si elencano i quattro vassalli di Resia che nel 1336 prestarono giuramento di fedeltà all'Abate Ghiberto della vicina Moggio Udinese. Tale distinzione la ritroviamo nella descrizione della carta geografica del 1672 nella quale il Cancelliere di Moggio, Bernardino Nodaro, dava una descrizione dei confini delle quattro pertinenze. Quattro Comuni le ritroviamo aggregate a quella di San Giorgio, indicata nella descrizione della carta viaria di Resia del 1808 come capo-luogo. Da quadri d'insieme del Catasto del 1851, rileviamo ancora una suddivisione in territori. L'espansione degli insediamenti e delle aree di pertinenza resiane all'interno della valle fu caratterizzata da numerose liti che scoppiarono non solo fra gli stessi Comuni resiani, ma anche con gli abitanti della vicina Resiutta che vantavano diritti di pascolo sulle pendici del Monte Canin e in Planinizza, a ridosso dei Monti Musi, di cui si hanno notizie fin dalla seconda metà del XIV secolo.

Recenti indagini antropologico fisiche eseguite sulle popolazioni resiane (Corrain e Capitanio, 1987) hanno consentito, attraverso l'esame della distribuzione di diversi fenotipi ematologici, di accertare le caratteristiche genetiche delle quattro popolazioni anche attraverso confronti con le altre popolazioni, in particolare quelle dell'Europa centro orientale che risultarono negativi. Dai risultati dell'indagine è invece emerso come un'inattesa omogeneità interna consente di considerare valida la proposta di un comportamento medio della valle agli effetti dei vari confronti con l'esterno. Per questi confronti gli abitanti della valle vanno a costituire un isolato genetico quasi da manuale. Ciò non toglie che si verifichino, all'interno della valle, diversità distributive anche significative: a conferma d'una divisione in 4 gruppi di località su basi storiche e demografiche. I due autori, rilevavano inoltre di come "si fanno tuttora sentire gli effetti delle poche famiglie iniziali fondatrici...". Grazie all'interdisciplinarità dell'osservazione della realtà resiana, lo scenario oggi più verosimile sull'origine dello stanziamento è quello di poche famiglie iniziali, forse una ventina, alcune, probabilmente, già fra loro imparentate, che si distribuirono nei vari villaggi della valle. L'isolamento successivo ha mantenuto nei secoli il patrimonio genetico dei fondatori. Si tratta di una situazione genetica ormai rarissima a trovarsi in Europa. Resia, come si è accennato, molto probabilmente nel VI secolo-VII secolo era già abitata. In tal senso, un forte indizio ce lo offre ancora una volta la genetica; la presenza solo nella popolazione di Oseacco del raro complesso, in Europa, ccDee. Un'elevata incidenza di tale complesso è stata rilevata anche nella vicina Resiutta. Al riguardo, suggeriscono gli autori: "quasi tutta la gente è venuta da là o là si è fermata, se pure non si tratti di un più antico substrato".[senza fonte]

L'idioma[modifica | modifica wikitesto]

Cartello stradale in resiano. Lettera speciale: S con accento acuto (Ś), usata in polacco.

Grazie alle leggi 482/99 e 38/01 approvate dal Parlamento italiano e ratificate dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi sulla tutela delle lingue minoritarie, oggi è possibile insegnare a scrivere e leggere in resiano nelle scuole dell'obbligo, permettendo così di mantenere le scuole a Resia, altrimenti sarebbero state trasferite a Moggio Udinese. Programmi Interreg 2007-2013 (finanziati dalla Comunità europea), prevedono, al di qua e al di là del confine (Slovenia-Italia), progetti transfrontalieri che stanno incidendo in maniera significativa nello sviluppo della Val di Resia. Volendo attuare progetti comuni con gli enti oltre confine, si è sentita la necessità che gli operatori del Parco delle Prealpi Giulie e delle associazioni che operano in valle imparassero anche la lingua slovena.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Nel dialetto resiano locale. Vedi Statuto comunale (PDF), su comune.resia.ud.it.
  2. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 28 febbraio 2021 (dato provvisorio).
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Dizionario toponomastico fiul.net, su friul.net. URL consultato il 30 novembre 2011.
  6. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 535, ISBN 88-11-30500-4.
  7. ^ Resia, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  8. ^ Comune di Resia, Statuto comunale (PDF), Art.3 Stemma, Gonfalone e Onorificenze.
  9. ^ Comune di Resia, Medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it. URL consultato il 26 ottobre 2023.
  10. ^ Il Presidente Ciampi ha conferito Medaglie al Merito Civile alla Regione Friuli - Venezia Giulia e ai Comuni colpiti dal terremoto del 1976, su presidenti.quirinale.it.
  11. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012..
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Dapit - Il resiano di fronte allo sloveno standard, studi italiani di linguistica teorica e applicata, 2005, pp. 431–447.
  • Roberto Dapit (a cura di), Silvana Paletti - Rozajanski sercni romonenj/La lingua cuore/Rezijanska srcna govorica, 2003.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]