Resistenza nonviolenta

La marcia del sale (Gujarat, 12 marzo 1930)

La resistenza non-violenta (o azione non-violenta) è una pratica per raggiungere degli obiettivi per mezzo di proteste simboliche, disobbedienza civile, non-cooperazione economica o politica, e altri metodi, senza l'uso della violenza.

È diffusamente assimilata alla resistenza civile (Nonuccidere), sebbene i due concetti abbiano meriti distinti e connotazioni leggermente differenti. La forma moderna di resistenza nonviolenta è stata resa popolare, nonché collaudata per la sua efficacia, dal leader indiano Gandhi nei suoi sforzi per ottenere l'indipendenza dagli inglesi.

Tra i sostenitori della resistenza nonviolenta, occorre menzionare Lev Tolstoj, Henry David Thoreau, Mohandas Gandhi, Andrej Sacharov, Martin Luther King, Václav Havel, Gene Sharp e Lech Wałęsa. Nel 2006 la biologa evoluzionista Judith Hand ha presentato un metodo per abolire la guerra fondato sulla resistenza nonviolenta[1].

Secondo l'organizzazione Freedom House, dal 1966 al 1999 la resistenza civile nonviolenta ha giocato un ruolo chiave nel guidare 50 casi (su 67) di transizione politica da stati autoritari.[2] Recentemente, la resistenza nonviolenta ha caratterizzato la Rivoluzione delle rose in Georgia (2003), la Rivoluzione arancione in Ucraina (2004-2005), la Rivoluzione dei Jeans in Bielorussia (2006), la Rivoluzione dei gelsomini in Tunisia (2010-2011) e la lotta dei dissidenti cubani.

Una dimostrante offre un fiore a un poliziotto durante una protesta contro la Guerra del Vietnam (Contea di Arlington, 21 ottobre 1967)

Molti movimenti che promuovono la filosofia nonviolenta o quella pacifista hanno adottato dei metodi d'azione nonviolenta per perseguire efficacemente obiettivi sociali o politici. Tali movimenti impiegano tattiche di resistenza nonviolenta come: guerra dell'informazione, picchettaggi, veglie, volantinaggi, samizdat, magnitizdat, satyagraha, arte di protesta, canzoni e poesia di protesta, educazione comunitaria e autocoscienza femminista, gruppi di pressione, resistenza fiscale, disobbedienza civile, boicottaggi e Sanzione economica, sabotaggi, Underground Railroad, rifiuto di premi/riconoscimenti, scioperi e digiuni. [senza fonte]

L'azione nonviolenta si discosta dal pacifismo poiché essa è potenzialmente proattiva e interventista, e nasce da un rifiuto radicale della violenza.[3]

Storia della resistenza nonviolenta[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hand.
  2. ^ (EN) How Freedom is Won: From Civic Resistance to Durable Democracy (PDF), Washington, Freedom House, 2005, p. 6. URL consultato il 23 dicembre 2022 (archiviato l'8 ottobre 2022).
  3. ^ Alessandro Marescotti, Che cosa è il pacifismo? Una guida per capire, su peacelink.it. URL consultato il 31 marzo 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

In italiano[modifica | modifica wikitesto]

  • Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne: 1940-1945, Laterza, 1995, ISBN 88-420-4590-X.
  • Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Edizioni dell'Asino, 2009, ISBN 978-88-6357-026-7.
  • Antonino Drago, La difesa Popolare Nonviolenta. Premesse teoriche, principi politici e nuovi scenari, EGA, Torino, 2006.
  • Antonino Drago, Le Rivoluzioni Nonviolente del Secolo Scorso. I Fatti e le Interpretazioni, Nuova Cultura, Roma, 2010.
  • Antonino Drago, Peacekeeping e Peacebuilding, Qualevita, Sulmona, 1997.
  • Domenico Losurdo, La non-violenza. Una storia fuori dal mito, Laterza, Roma-Bari, 2010
  • Theodor Ebert, La Difesa Popolare Nonviolenta. Alternativa Democratica alla Difesa Militare, EGA, Torino, 1984.
  • Mohandas Karamchand Gandhi, La resistenza non violenta, a cura di Franco Paris, Newton Compton, 2000, ISBN 88-8289-360-X.
  • Mohandas Karamchand Gandhi, Teoria e pratica della non-violenza, a cura di G. Pontara, traduzione di F. Grillenzoni e S. Calamandrei, Einaudi, 2006, ISBN 88-06-18135-1.
  • Giorgio Giannini (a cura di), La resistenza non armata, Sinnos, Roma, 1995.
  • Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà. Autobiografia, Feltrinelli Editore, 1997, ISBN 88-07-81369-6.
  • Thich Nhat Hanh e Phuong Cao Ngoc, La lotta non-violenta del buddhismo nel Vietnam, Città nuova editrice, 1970.
  • Valentino Salvoldi e Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, EMI, 1994, ISBN 88-307-0481-4.
  • Jacques Sémelin, Senz'armi di fronte a Hitler. La Resistenza civile in Europa (1939-1943), traduzione di C. L. Vuadens, Sonda, 1993, ISBN 88-7106-106-3.
  • Gene Sharp, Verso un'Europa inconquistabile, a cura di F. Manara, traduzione di S. Cortesi e M. Luccio, EGA-Edizioni Gruppo Abele, 1989, ISBN 88-7670-123-0.
  • Magne Skodvin, Resistenza nonviolenta in Norvegia sotto l'occupazione tedesca, Movimento Nonviolento, 1979.
  • Walter Wink, Rigenerare i poteri: discernimento e resistenza in un mondo di dominio, Bologna, 2003.

In spagnolo[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario López Martínez, Ni paz, ni guerra, sino todo lo contrario. Ensayos sobre defensa y resistencia civil, 2012, Granada, Ed. Educatori, ISBN 978-84-92782-91-8.
  • Mario López Martínez, Noviolencia. Teoría, acción política y experiencias, 2012, Granada, Ed. Educatori, ISBN 978-84-92782-66-6.
  • Mario López Martínez, Política sin violencia. La Noviolencia como humanización de la política, 2010, Loja (Ecuador), Ed. UTPL (Universidad Técnica Particular de Loja), ISBN 978-9942-00-791-9.
  • Mario López Martínez, La noviolencia: una forma de autogestión de la resistencia civil, in Javier Encina e María Angeles Ávila (a cura di) Autogestión, 2012, Sevilla, Ed. Creative Commons, pp. 170-189, ISBN 978-84-615-8720-9.

In inglese[modifica | modifica wikitesto]

  • Peter Ackerman e Jack DuVall, A force more powerful: a century of nonviolent conflict, Palgrave Macmillan, 2001, ISBN 0-312-24050-3.
  • Stephen Maria J. Chenoweth Erica, Why Civil Resistance Won. The Strategic Logic of Nonviolent Conflict, Columbia U.P., Columbia 2010.
  • Mohandas Karamchand Gandhi, Non-Violent Resistance (Satyagraha), Dover Publications, 2001, ISBN 0-486-41606-2.
  • Judith L. Hand, A Future Without War: The Strategy of a Warfare Transition, Questpath Publishing, 2006, ISBN 0-9700031-3-7.
  • Mark Kurlansky, Nonviolence: The History of a Dangerous Idea, Random House, 2008, ISBN 978-1-4070-2041-9.
  • David McReynolds, A philosophy of nonviolence, A.J. Muste Memorial Institute.
  • Adam Roberts e Timothy Garton Ash, Civil Resistance and Power Politics: The Experience of Non-Violent Action from Gandhi to the Present, Oxford University Press, 2009, ISBN 978-0-19-955201-6.
  • Jonathan Schell, The unconquerable world: power, nonviolence, and the will of the people, Penguin, 2005, ISBN 0-14-101686-8.
  • Kurt Schock, Unarmed Insurrections: People Power Movements In Nondemocracies, University of Minnesota Press, 2005, ISBN 0-8166-4192-7.
  • Gene Sharp, The politics of nonviolent action, 3 vol., Extending Horizons Books, Porter Sargent Publishers, 1973, ISBN 0-87558-070-X.
  • Mulford Quickert Sibley, The quiet battle: writings on the theory and practice of non-violent resistance, Beacon Press, 1963.
  • Walter Wink, Jesus and nonviolence: a third way, Fortress, 2003, ISBN 0-8006-3609-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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