Riccardo Giacconi

Riccardo Giacconi
Premio Wolf Premio Wolf per la fisica 1987
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la fisica 2002

Riccardo Giacconi (Genova, 6 ottobre 1931San Diego, 9 dicembre 2018[1]) è stato un astrofisico italiano naturalizzato statunitense, co-vincitore del Premio Nobel per la fisica nel 2002 "per i contributi pionieristici all'astrofisica, che hanno portato alla scoperta di sorgenti cosmiche di raggi X"[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Genova il 6 ottobre 1931, figlio unico di Antonio, proprietario di una piccola azienda, e di Elsa Canni, insegnante di matematica e fisica[3]. Nel 1939 i genitori si separano e Riccardo segue la madre a Cremona (città natale) e Milano dove insegna nel Liceo scientifico Vittorio Veneto che egli stesso poi frequenterà.[4]

Studia e si laurea in Fisica all'Università Statale di Milano con Giuseppe Occhialini, specializzandosi nella ricerca dei raggi cosmici. Su suo consiglio, nel 1956 si trasferisce negli Stati Uniti. Dal 1958 inizia a collaborare con l'Università di Princeton, poi è chiamato da Bruno Rossi presso l'AS&E (American Science and Engineering)[5] con un programma per lo sviluppo di ricerca sui raggi X cosmici, e comincia a progettare strumenti di rilevazione.

Nel 1962 scopre Scorpius X-1, prima sorgente extraterrestre nota di raggi X[5]. Nel 1970 si occupa del lancio del satellite Uhuru, con cui si apre l'esplorazione del cielo profondo a raggi X. Grazie a questa ricognizione del cielo sono state scoperte 339 stelle che emettono raggi X, fra cui Cygnus X-1[5] e Vela X-1.

Nel 1973 Giacconi diviene direttore dell'Harvard Smithsonian Center for Astrophysics, portando avanti il progetto HEAO-2 di un telescopio raggi X in orbita, quello che più avanti sarà battezzato Osservatorio Einstein. Ha ricoperto contemporaneamente le cariche di professore di fisica e astronomia (1982-1997) e di ricercatore (dal 1998) alla Università Johns Hopkins. Dal 1993 al 1999 riveste l'incarico di Direttore generale del European Southern Observatory (ESO).

Nel 2002 viene insignito del Premio Nobel per la Fisica[6][7] per i suoi contributi pionieristici all'astrofisica nella zona non visibile dello spettro elettromagnetico, che hanno portato alla scoperta delle prime sorgenti cosmiche in raggi X.

È stato "Principal Investigator" (P.I.) per il progetto Chandra Deep Field-South con il Chandra X-ray Observatory della NASA.[8]

Muore a 87 anni, il 9 dicembre 2018,[9] lasciando sua moglie Mirella Giacconi, le sue figlie Anna e Guia, e i nipoti Alexandra e Colburn. Suo figlio Mark era già venuto a mancare precedentemente.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 12 novembre 2002[10]
immagine del nastrino non ancora presente
— 29 ottobre 2010[12]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Premi

Intestazioni

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È morto il fisico Riccardo Giacconi, Nobel nel 2002, padre dell'Astronomia a raggi X, su repubblica.it. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  2. ^ The Nobel Prize in Physics 2002, su nobelprize.org. URL consultato il 3 dicembre 2020.
  3. ^ I premi nobel per la Fisica italiani, su fisicapertutti.it. URL consultato il 12 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2018).
  4. ^ Giacconi: «Nella scienza l'elitismo è un male necessario», mentelocale, su genova.mentelocale.it. URL consultato il 26 marzo 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ a b c Riccardo Giacconi Archiviato il 4 febbraio 2008 in Internet Archive.
  6. ^ (EN) The Nobel Prize in Physics 2002, su NobelPrize.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  7. ^ A Riccardo Giacconi il Nobel per la fisica 2002, su Le Scienze. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  8. ^ Giacconi Principal Investigator del Chandra Deep Field South, su chandra.harvard.edu.
  9. ^ Fisica, addio al Premio Nobel Riccardo Giacconi. Solo 5 gli italiani che lo hanno preso: resta solo Carlo Rubbia, su ilmessaggero.it. URL consultato l'11 dicembre 2018.
  10. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  11. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  12. ^ [1]
  13. ^ (EN) Helen B. Warner Prize for Astronomy Archiviato il 30 maggio 2013 in Internet Archive.
  14. ^ (EN) Dannie Heineman Prize for Astrophysics Archiviato il 28 agosto 2011 in Internet Archive.
  15. ^ (EN) Riccardo Giacconi Awarded NASA's Distinguished Public Service Medal
  16. ^ Premio Capo d'Orlando Premiati: commenti, su premiocapodorlando.it. URL consultato il 9 agosto 2013 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2014).
  17. ^ Premio Capo d'Orlando, su premiocapodorlando.it. URL consultato il 12 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2014).
  18. ^ (EN) Carl Sagan Memorial Award

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Mark Battiste, Riccardo Giacconi, in Italian Americans of the Twentieth Century, ed. George Carpetto and Diane M. Evanac (Tampa, FL: Loggia Press, 1999), pp. 172-173.
  • Intervista - Riccardo Giacconi (JPG), in Futura, n. 9, Alberto Peruzzo Editore, maggio 1984, pp. 28-30, OCLC 955444636.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN88051475 · ISNI (EN0000 0001 0922 5618 · SBN CFIV060279 · LCCN (ENn80089661 · GND (DE128167173 · BNF (FRcb12278161n (data) · J9U (ENHE987007274948305171 · CONOR.SI (SL34911331 · WorldCat Identities (ENlccn-n80089661