Roma (quotidiano)

Roma
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Periodicitàquotidiano
Generestampa regionale
Fondazione22 agosto 1862
Inserti e allegatiIl Roma della domenica (1921-1943)[1]
SedeViale Augusto, 56 - Napoli
EditoreNuovo Giornale Roma
DirettorePasquale Clemente
VicedirettoreRoberto Paolo
Sito webwww.ilroma.net/
 

Il Roma è un quotidiano italiano con sede a Napoli.

Fondato nel 1862, è il più antico quotidiano italiano post unitario. Chiuso nel 1980, è stato rifondato nel 1990. Ha sospeso le pubblicazioni per tre anni, ed è tornato in edicola il 12 ottobre 1996.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fondazione alla II guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Fu fondato a Napoli nel 1862 (il primo numero uscì nelle edicole il 22 agosto) da Pietro Sterbini (direttore) e Diodato Lioy (editore). Quando il giornale nacque, Roma era ancora la capitale dello Stato Pontificio.

I suoi fondatori erano garibaldini e mazziniani, i quali intendevano lanciare l'ultima sfida risorgimentale per Roma capitale d'Italia.

Durante la monarchia fu la voce dei repubblicani e dei mazziniani. Nel 1930 divenne proprietà del Banco di Napoli[2].

Carlo Nazzaro fu direttore del «Roma» dal 1931 al 1943; dal 1936 e il 1943 Luigi Mazzacca fu redattore capo. In un articolo pubblicato nel 1932 in occasione del settantesimo anniversario dalla fondazione del giornale, così scrisse il direttore Nazzaro sul rapporto tra il Roma ed il regime fascista: "(...) Il regime aveva sfondato i fondaci, compiuto opere superbe di edilizia, di igiene, di bellezza panoramica; aveva sanato piaghe sociali, problemi tutti che il "Roma" in 7 anni di vita battagliera e onesta aveva affrontati senza vederli risolti. (...) Passato così nel giro di quattro anni al servizio del regime - di un regime che è soprattutto gusto, intelligenza e sapienza - il "Roma" ha visto costantemente aumentare il numero delle sue copie, accrescere il credito, la simpatia e la risonanza nei lettori, in una maniera autenticamente commovente per chi, come noi, vive la vita della carta stampata"[3].

L'era Lauro[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1942 l'armatore Achille Lauro ottenne dal governo il 50% del quotidiano. Nell'ottobre 1943, con l'ingresso degli Alleati in città, il «Roma» venne sospeso, come tutti gli altri giornali compromessi col fascismo. Il Comitato di Liberazione Nazionale fece uscire a Napoli un solo quotidiano indipendente, «Il Risorgimento» (1943-50).

Il «Roma» ritornò in edicola il 23 settembre 1946 con la testata «Roma d'oggi», per riprendere poi il nome originale l'8 luglio 1948 [4]. Nel 1949 Lauro rilevò dal Banco di Napoli l'intera proprietà del quotidiano.[5] Lo potenziò: inviò il tecnico Salvatore Di Salvatore in Germania per acquistare nuove rotative tedesche, a Mannheim; Di Salvatore portò a Napoli i nuovi macchinari; altre rotative, di minori dimensioni, furono trasportate sulla nave «Achille Lauro», che funse da tipografia (unica nave in Italia a stampare un giornale). Con Lauro il quotidiano si collocò politicamente a destra.

Nel dopoguerra il «Roma» fu diretto, tra gli altri, da Alfredo Signoretti, Alberto Giovannini (due volte), Piero Buscaroli e Pietro Zullino; ne fu critico letterario e capo servizio Cultura Francesco Bruno. La sede era in Via Cristoforo Colombo 45, il cui edificio era di proprietà dello stesso Lauro[6].

Nel 1978 Achille Lauro cedette il giornale, indebitato, al figlio Ercole che, nel tentativo di risanarne i bilanci, decise di abbandonare posizioni politiche di destra e collocare il quotidiano al centro, affidandone la direzione ad Antonio Spinosa. Il tempo di far terminare il praticantato a quattro nuovi assunti (tra Antonio Sasso, futuro direttore) e dal 2 novembre 1980 il giornale interruppe le pubblicazioni sotto la direzione di Franco Grassi.

Il nuovo Roma: da Casillo a Tatarella[modifica | modifica wikitesto]

Riaprì nel novembre 1990 grazie a Pasquale Casillo[7]. La sede era al Centro direzionale di Napoli, isola B3. Nel 1991 il nuovo direttore Domenico Mennitti rilanciò le edizioni provinciali in Puglia. Chiuse nuovamente nel novembre del 1993.

Nel 1996 la testata fu rilanciata dal deputato Giuseppe Tatarella[8] come organo d'informazione del Movimento politico-culturale "Mediterraneo", allineato su posizioni di centro-destra ma con l'idea di divenire una voce meridionalista. Successivamente fu siglato un accordo con «Il Giornale di Napoli», che dal 1998 uscì in allegato al «Roma»[9]. Direttore della nuova serie fu Gennaro Sangiuliano, affiancato da Antonio Sasso, che ne rilanciò la presenza culturale nel Mezzogiorno, mentre dal 2001 è subentrato prima Gigi Casciello e poi di nuovo Antonio Sasso (dal luglio 2002), che hanno dato al giornale una maggiore presenza sul territorio. L'informazione locale è stata rinforzata a partire dall'impaginazione del giornale: le prime pagine sono state riservate in prevalenza a fatti napoletani e campani.
Il quotidiano ha avuto per alcuni anni due supplementi: «Ultimissime» e «Ultimissime sport»[10].

Negli anni 2000, con l'entrata nella compagine editoriale del parlamentare Italo Bocchino, il quotidiano ha cessato di essere organo del movimento "Mediterraneo".

Dal 2004 al 2009, in Campania il «Roma» è uscito in abbinamento obbligatorio con «Il Giornale» ed ha assunto una linea vicina al Pdl, per poi allinearsi su posizioni ritenute vicine a Futuro e Libertà[senza fonte]. Dal marzo 2013, sotto la direzione di Antonio Sasso, il Roma è in cooperativa dal 2022 è in abbinamento a Napoli e provincia con il quotidiano Il Giornale.

Il Roma rifondato dai giornalisti[modifica | modifica wikitesto]

Il 28 febbraio 2013 la società "Edizioni del Roma Scarl" ha cessato le pubblicazioni ed è andata in liquidazione. I giornalisti e i poligrafici dopo essersi trovati per molti mesi senza stipendio, continuando tuttavia a lavorare come sempre, hanno deciso di fare fronte comune. Hanno fondato una nuova cooperativa ("Nuovo giornale Roma Scarl") e sono riusciti a far uscire il giornale regolarmente. Successivamente è stato modificato il formato (con un aumento del numero di pagine) e, gradualmente, è iniziata l'assunzione di nuovi dipendenti. La linea editoriale è svincolata da indirizzi politici, ma è molto attenta e critica sull'attività delle amministrazioni locali, qualunque sia il loro colore politico.

Dal 2016 esce anche un'edizione dedicata alla Basilicata ed al confinante Vallo di Diano (SA)[11].

Finanziamenti pubblici[modifica | modifica wikitesto]

«Edizioni del "Roma" Scarl» aveva usufruito del contributo pubblico all'editoria, ma, dopo una procedura attivata dall'Agcom e un'inchiesta della Guardia di Finanza, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha bloccato i contributi del 2009 e del 2010 e chiesto la restituzione di quello del 2008, determinando così il fallimento della società.

Direttori[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Nazzaro (1º marzo 1931 - 25 luglio 1943)
  • Emilio Scaglione (dal 1º agosto 1943)[16]
Alfredo Signoretti, condirettore[18]

Firme illustri[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fu diretto da Diego Petriccione.
  2. ^ Giornalismo e storia. 1925-1939, su giornalismoestoria.it. URL consultato il 25 gennaio 2017.
  3. ^ Dal "Roma" del 22 agosto 1932
  4. ^ Bibliografia degli scritti di Giovanni Ansaldo (1913-2012) (PDF) [collegamento interrotto], su diraas.unige.it. URL consultato il 3 agosto 2020.
  5. ^ Giuseppe Sircana, LAURO, Achille, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXIV, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, 2005.
  6. ^ Attualmente è di proprietà dell'imprenditore Alfredo Romeo, che lo ha riconvertito in albergo.
  7. ^ Campania, piccoli quotidiani e grandi affanni, su internapoli.it. URL consultato il 30/01/2012.
  8. ^ Tatarella aprì anche una redazione romana, oggi chiusa.
  9. ^ Oggi è un inserto che di fatto costituisce parte integrante del Roma, del quale rappresenta le pagine di cronaca.
  10. ^ Oggi non sono più presenti nelle edicole.
  11. ^ Torna in edicola l'edizione lucana de "Il Roma", su regione.basilicata.it. URL consultato il 16 novembre 2020.
  12. ^ Giuseppe Lazzaro, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  13. ^ Luciana Trama, Partiti e amministrazione a Napoli dal CLN ad Achille Lauro (1943-1952), p. 162 (Nota 63).
  14. ^ «La Stampa», 31 marzo 1922, prima pagina.
  15. ^ Luigi Parente, Giovanni Preziosi e la questione della razza in Italia: atti del convegno di studi, Avellino-Torella dei Lombardi, 30 novembre-2 dicembre 2000, Rubbettino, 2005, p. 67.
  16. ^ Antonio Sarubbi, «Il Mondo» di Amendola e Cianca e il crollo delle istituzioni liberali (1922-1926), Milano, Franco Angeli, 1986, p. 86.
  17. ^ L'amministrazione alleata decise di concentrare le testate esistenti in una sola, «Il Risorgimento».
  18. ^ Il Presidente della Repubblica riceve in udienza, su archivio.quirinale.it. URL consultato il 3 agosto 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il «Roma» nel suo cinquantenario, Napoli, Tipografia Giannini, 1911.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]