Rosetta Loy

Rosetta Loy
Premio Premio Viareggio 1988
Premio Premio Campiello 1988

Rosetta Provera Loy (Roma, 15 maggio 1931Roma, 1º ottobre 2022) è stata una scrittrice italiana che ha fatto parte della "Generazione degli anni trenta", insieme ad alcuni dei più conosciuti nomi della letteratura italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata Rosetta Provera[1] era l'ultima dei quattro figli nati dal matrimonio tra un ingegnere piemontese e una impiegata romana. Scrisse all'età di nove anni il suo primo racconto, ma la vocazione letteraria vera e propria si manifestò verso i venticinque anni. Tuttavia dovette aspettare fino al 1974 per la sua prima pubblicazione, La bicicletta.[2]

Seguirono numerosi altri romanzi, ben accolti dalla critica e insigniti di prestigiosi premi letterari. La produzione di Rosetta Loy è interamente tradotta in francese, oltre che in altre lingue. Dal francese la Loy tradusse per la collana «Scrittori tradotti da scrittori» di Einaudi, il Dominique di Fromentin (1990) e La principessa di Clèves di Madame de La Fayette (1999).

Nel 1992 Rosetta Loy lasciò momentaneamente Einaudi, con la quale aveva pubblicato quattro anni prima la sua opera più acclamata, il romanzo storico Le strade di polvere, e diede alle stampe per i tipi Mondadori il romanzo semi-autobiografico Sogni d'inverno.[3]

Proveniente da una ricca famiglia dall'impostazione cattolica, Rosetta Loy appartenne a una certa borghesia italiana che, pur non essendo apertamente schierata a favore del fascismo, non si schierò contro le leggi razziali, forse perché non completamente informata della tragedia che si stava compiendo. Sono, questi argomenti, al centro della trama di uno dei suoi lavori: La parola ebreo del 1997. La scrittrice dedicò molte interviste per sensibilizzare i giovani ad affrontare tematiche tanto spinose, sino a tracciare un ardito parallelo tra lei stessa e Anna Frank, rilevando la casualità dei loro destini così differenti.[4]

Si mantenne continuando a pubblicare libri, a rilasciare interviste ed essere presente nel panorama culturale. Dal 2007 fu nella giuria del Premio Grinzane Cavour,[5] carica da cui si è dimessa, con altri giurati, nel 2009.[6]

È morta a Roma, dove risiedeva, il 1 ottobre 2022 all'età di 91 anni ed è stata sepolta a Mirabello Monferrato.[7][8]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1955, dopo una lunga frequentazione, sposò Beppe Loy, fratello del regista Nanni Loy. I coniugi ebbero quattro figli (tra cui la scrittrice Margherita Loy) e l'unione durò per trent'anni, fino alla morte di Beppe nel 1981.[9] Durante il matrimonio Rosetta Loy conobbe Cesare Garboli, con il quale allacciò un rapporto molto complesso (fisico e intellettuale) di cui non fece mistero.[9] Ma anche dopo la vedovanza rifiutò un legame coniugale con Garboli e i due rimasero amici sino alla scomparsa di lui nel 2004.[9] Il suo ultimo lavoro, Cesare, è incentrato su Cesare Garboli.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'amore, la guerra e altri ricordi, su iodonna.it. URL consultato l'8 marzo 2019.
  2. ^ Rosetta Loy: le difficoltà di pubblicare il primo libro, su letteratura.rai.it. URL consultato il 7 marzo 2019.
  3. ^ S. Fiori, Lascio lo "Struzzo", non è più lui, in la Repubblica, 24 settembre 1992.
  4. ^ 'Ai giovani lasciatemi dire non chiudete mai gli occhi', su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 6 marzo 2019.
  5. ^ XXVI Edizione del Premio Grinzane Cavour, su internetculturale.it. URL consultato l'8 marzo 2019.
  6. ^ Grinzane, sull'orlo del naufragio, su ricerca.repubblica.it. URL consultato l'8 marzo 2019.
  7. ^ È morta la scrittrice Rosetta Loy, in la Repubblica, 2 ottobre 2022. URL consultato il 2 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2022).
  8. ^ Addio a Rosetta Loy, l'autrice de “La bicicletta” e “Le strade di polvere”, su rainews.it, Rai News 24, 2 ottobre 2022. URL consultato il 2 ottobre 2022.
  9. ^ a b c Rosetta Loy: "Nella mia vita ho amato due uomini e la letteratura", su repubblica.it. URL consultato il 7 marzo 2019.
  10. ^ a b Premio Viareggio, albo d'oro, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 6 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  11. ^ Premio Campiello, l’albo d’oro dei vincitori, su libreriamo.it. URL consultato il 6 marzo 2019.
  12. ^ Rosetta Loy, su web.archive.org. URL consultato il 6 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2007).
  13. ^ Rapallo Carige, su gruppocarige.it. URL consultato il 6 marzo 2019.
  14. ^ a b Rosetta Loy, su centopagine.it. URL consultato il 6 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2019).
  15. ^ Premio Alassio Centolibri - Un autore per l'Europa Winners, su goodreads.com. URL consultato il 29 febbraio 2020.
  16. ^ Album storico del Premio Fregene, su web.tiscali.it. URL consultato il 7 marzo 2019.
  17. ^ Tutte le vincitrici, su lalettricecontrocorrente.it. URL consultato il 2 aprile 2022.
  18. ^ Premi: “Bagutta”, è la scrittrice Rosetta Loy la vincitrice 2004, su adnkronos.com. URL consultato il 7 marzo 2019.
  19. ^ Albo d'oro Premio Brancati, su comune.zafferana-etnea.ct.it. URL consultato il 7 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2019).
  20. ^ Albo d’oro Rhegium Julii, su circolorhegiumjulii.wordpress.com. URL consultato il 7 marzo 2019.
  21. ^ Il Premio Bagutta e le scrittrici, su impagine.it. URL consultato il 9 marzo 2019.
  22. ^ A Rosetta Loy il Premio Campiello alla carriera, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 6 marzo 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giulio Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Volume II, Milano, Einaudi Scuola, 1992.
  • Studi novecenteschi, Edizione 61, Università di Padova. Istituto di filologia e letteratura italiana, Marsilio Editori, 2001.
  • Quaderni D'italianistica, Volume 24, Edizione 2, Canadian Society for Italian Studies, 2003.
  • Gianluca Cinelli, Ermeneutica e scrittura autobiografica: Primo Levi, Nuto Revelli, Rosetta Loy, Mario Rigoni Stern, Collana Testi e studi, Unicopli, 2008.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN7416542 · ISNI (EN0000 0001 2119 3401 · SBN CFIV047082 · LCCN (ENn85327635 · GND (DE119439468 · BNE (ESXX1007745 (data) · BNF (FRcb12088008s (data) · J9U (ENHE987007264724405171 · CONOR.SI (SL167112547 · WorldCat Identities (ENlccn-n85327635