San Vito dei Normanni

San Vito dei Normanni
comune
San Vito dei Normanni – Stemma
San Vito dei Normanni – Bandiera
San Vito dei Normanni – Veduta
San Vito dei Normanni – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Brindisi
Amministrazione
SindacoSilvana Errico (centro-destra) dal 22-9-2020
Territorio
Coordinate40°39′20″N 17°42′13″E / 40.655556°N 17.703611°E40.655556; 17.703611 (San Vito dei Normanni)
Altitudine108 m s.l.m.
Superficie67,08 km²
Abitanti17 961[2] (31-10-2023)
Densità267,75 ab./km²
FrazioniConforto, Favorita, San Giacomo, San Vito Scalo piccola parte di APANI
Comuni confinantiBrindisi, Carovigno, Francavilla Fontana, Latiano, Mesagne, Ostuni, San Michele Salentino
Altre informazioni
Cod. postale72019
Prefisso0831
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT074017
Cod. catastaleI396
TargaBR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[3]
Cl. climaticazona C, 1 234 GG[4]
Nome abitantisanvitesi
Patronosan Vito e san Vincenzo Ferreri
Giorno festivo15 giugno
PIL(nominale) 280,67 mln (2021)[1]
PIL procapite(nominale) 15 427,7 (2021)[1]
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Vito dei Normanni
San Vito dei Normanni
San Vito dei Normanni – Mappa
San Vito dei Normanni – Mappa
Posizione del comune di San Vito dei Normanni nella provincia di Brindisi
Sito istituzionale

San Vito dei Normanni (Santu Vitu in dialetto locale[5], fino al 1863 chiamata San Vito) è un comune italiano di 17 961 abitanti[2] della provincia di Brindisi in Puglia.

Si trova nel Salento settentrionale, a circa km dalla costa adriatica.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia della Puglia.

Il comune sorge nella parte nord-orientale della pianura salentina, non distante dalla valle d'Itria. La morfologia del territorio è pianeggiante, solo leggermente ondulata al confine con i comuni di Carovigno e Ostuni.

È situato a 9 km dalla costa adriatica, l'approdo più vicino è lido Specchiolla[6], frazione del comune di Carovigno. Inoltre San Vito dista 5 km dal centro visite del parco di terra e di mare di Torre Guaceto, sito in Serranova, frazione di Carovigno, 9 km dalla spiaggia della riserva naturale, e a 12 km dalla torre sul mare che dà il nome all'area protetta. Il mar Ionio si trova invece a circa 45 km.

La sua altitudine è intorno ai 100 m s.l.m. precisamente tra 57 e 146 metri. Il punto più alto del centro urbano si trova nella contrada Castello d'Alceste, 119 m s.l.m.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La pianura salentina per zone podologiche

Il terreno sanvitese presenta natura calcarea, è caratterizzato da campi a coltura intensiva, ricco di querce e olivi secolari e suddiviso con muretti a secco utilizzati per separare i poderi.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La stazione meteorologica più vicina è quella di Brindisi. In base alle medie di riferimento trentennale (1961-1990), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9,5 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +25 °C. Le precipitazioni medie annue, inferiori ai 600 mm, presentano un minimo in primavera ed estate ed un picco in inverno[7][8][9].

BRINDISI Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 12,713,215,018,022,025,828,528,625,921,617,414,113,318,327,621,620,2
T. min. media (°C) 6,36,67,910,113,717,620,420,618,214,710,57,66,810,619,514,512,9
Precipitazioni (mm) 60,263,173,435,028,719,410,325,345,671,074,268,1191,4137,155,0190,8574,3
Giorni di pioggia 988643234679261881769
Umidità relativa media (%) 78757472707170727476777776,7727175,773,8
Eliofania assoluta (ore al giorno) 3,94,45,36,78,69,910,89,88,06,24,43,64,06,910,26,26,8

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della Casa d'Altavilla.

L'origine del nome della città dovrebbe essere attribuito al fatto che gli Schiavoni o Slavoni[11], per scampare alle persecuzioni dei Saraceni, cercarono fortuna sull'opposta costa dell'Adriatico, decidendo di stanziarsi sul finire del 963 nei fertili territori pugliesi, fondando così col nome "Castrum Sancti Viti" la città in onore di San Vito martire. Da allora la città venne chiamata semplicemente Santo Vito, San Vito degli Schiavoni (poi abbreviato in degli Schiavi), o anche San Vito in Terra d'Otranto. Dopo l'Unità d'Italia, per voto municipale del 27 ottobre 1862, seguito e approvato dal R.D. del 13 dicembre 1863, San Vito degli Schiavi assunse l'attuale denominazione: San Vito dei Normanni in onore alla stirpe di colui che viene considerato il fondatore del borgo medioevale, Boemondo d'Altavilla (1050-1111), figlio di Roberto il Guiscardo[12].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Ceramica Messapica, Centro documentazione messapica della vicina Oria

L'origine di San Vito è controversa. Reperti archeologici con i resti di trenta sepolture e varie ceramiche datate 1800 a.C. - 1700 a.C. in località Mondescine, attesterebbero che la zona era abitata già durante l'età del bronzo. Inoltre, recentemente sono stati ritrovati insediamenti preistorici (XVIII- IV secolo a.C.) nelle contrade Castello e Paretone[13].

Il borgo del centro invece risale al Medioevo (fine del X secolo) presumibilmente ad opera di una colonia di Schiavoni o Slavoni (emigrati dalla Slavonia, regione orientale della Croazia) scampata alle persecuzioni dei Saraceni, i quali decisero di stanziarsi nei fertili territori di San Vito fondando il “Castrum Sancti Viti”.

Altri studiosi ritengono che la città sia stata fondata dal normanno Boemondo d'Altavilla (1050 - 1111 d.C.), figlio di Roberto il Guiscardo, il quale, per assecondare il suo amore per la caccia, ordinò la costruzione della torre quadrata, ancora oggi esistente.

Il piccolo borgo originario si accrebbe sul finire del Medioevo quando la torre normanna garantiva la sicurezza e molti coloni da casali vicini si trasferirono a San Vito per sottrarsi ai continui attacchi dei Saraceni. Questa relativa tranquillità diede anche l'opportunità ai Sanvitesi di sviluppare i traffici commerciali e dominare sul territorio circostante. Fu solo nel XV secolo che l'antico casale venne organizzato a Comune, anche se continuò l'organizzazione feudale e l'asservimento regio. Il comune appartenne agli Altavilla, successivamente ai Sambiase, poi a Raimondo Orsini Del Balzo e quindi ai Dentice di Frasso.

Dal XV secolo in poi il paese cominciò ad ingrandirsi, occupando man mano le zone circostanti, estendendosi verso nord e verso est. Nel 1484 fu saccheggiata dai Veneziani. Nel 1571, durante le Crociate, un manipolo di Sanvitesi prese parte alla battaglia di Lepanto contro l'Impero ottomano; al ritorno in patria in onore della vittoria conquistata, venne costruita la chiesa Matrice, per poi dedicarla quindi alla Madonna della Vittoria. Nel 1799 la popolazione aderì agli ideali della Repubblica Napoletana; nel corso dell'Ottocento la città fu sede di vari circoli aderenti alla carboneria.

Durante la prima guerra mondiale dal novembre 1916 arriva la 103ª Squadriglia.

Durante il Ventennio fascista conobbe un notevole sviluppo urbanistico: furono edificati molti importanti edifici come la scuola elementare I Circolo con la pineta cittadina, la sede del Municipio, e il palazzo delle Poste italiane. Nel 1927 venne istituita la provincia di Brindisi nella quale rientra San Vito. Nel 1943 ospitò re Vittorio Emanuele III il quale cercava di sfuggire agli eventi di Liberazione, ripiegando a Brindisi con il governo del maresciallo Pietro Badoglio. Nei primi anni sessanta l'industria petrolchimica che si aggiungeva alle imprese meccaniche e aeronavali di Brindisi hanno assorbito molti lavoratori sanvitesi, trasferendoli dal lavoro nei campi alla catena di montaggio.

L'apertura della San Vito Air Station in un punto strategicamente nevralgico durante la Guerra Fredda, poi ridimensionata e chiusa con la caduta del muro di Berlino, ha contemporaneamente creato lavoro tra i locali e accolto migliaia di lavoratori americani.

Oggi San Vito conosce un processo di terziarizzazione dell'economia e punta sullo sviluppo e la commercializzazione di prodotti locali di qualità, nonché usare le risorse del territorio per sviluppare il turismo.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone di San Vito dei Normanni sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 17 giugno 1929.[14] Lo statuto comunale[15] descrive lo stemma della città in questo modo:

«D'azzurro, al cane d'argento, tenente in bocca un ramo di olivo, passante innanzi ad una torre merlata di argento, terrazzata di verde, aperta e finestrata di nero. Ornamenti esterni da Città.»

Lo stemma cittadino raffigura un cane che porta in bocca un ramoscello di olivo, simbolo di pace. Il ramoscello d'ulivo allude non soltanto al fatto che San Vito è stata dichiarata "città della pace", ma rappresenta anche l'olio. Sullo sfondo, una torre, che rappresenta la prima struttura costruita nel borgo medioevale.

Il gonfalone ha la seguente descrizione:

«Drappo rettangolare di stoffa di colore rosso terminato nella parte inferiore a tre bandoni a forma di vajo irregolare, il centrale più lungo, riccamente ornato con ricami d'oro e caricato dello stemma sopradescritto, sormontato dalla iscrizione in oro "CITTÀ DI SAN VITO DEI NORMANNI". La stoffa sarà inchiodata per il lato corto superiore ad un'asta orizzontale con pomi artisticamente dorati alle due estremità e sospesa mediante lacci dello stesso, con fiocchi simili pendenti dai due lati del gonfalone ad un'asta verticale ricoperta di velluto rosso con bullette di metallo dorato a spirale e cimata da una freccia con gambo dello stesso, con lo stemma del Comune. Sul gambo della freccia sarà inciso il nome del Comune stesso. Cravatta e nastri tricolori dai colori nazionali, frangiati d'oro»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di Santa Maria della Vittoria[modifica | modifica wikitesto]

Facciata della Chiesa Madre
Lo stesso argomento in dettaglio: Basilica di Santa Maria della Vittoria.

Santa Maria della Vittoria, chiamata in città semplicemente la "Chiesa madre", è l'edificio sacro più rilevante della città. Presenta un impianto a croce latina con tre navate, transetto e un profondo presbiterio. All'interno vi si possono trovare tele come l'icona della Nikopeia, raffigurante la Vergine che annunzia al papa Pio V la vittoria sui Turchi, e una statua d'argento che rappresenta San Vito.

All'interno della basilica vi è la Porta santa, aperta nell'ottobre 1995 in occasione delle celebrazioni per il quarto centenario della chiesa, dando inizio all'Anno Santo Giubilare della Chiesa, occasione per presentare anche il nuovo altare in legno, opera, insieme a tutto l'arredo del presbiterio, di Flavio Pancheri.

Il 26 ottobre 1996, papa Giovanni Paolo II, nel corso di un'udienza speciale alla Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, ha incoronato solennemente l'icona della Madonna Nicopeia. Lo stesso pontefice ha proclamato la chiesa Basilica pontificia il 30 dicembre 1998.

La Basilica annovera, tre statue del Santo Patrono Vito Martire, rispettivamente in argento, in cartapesta e in legno. La prima è possibile vederla solo nella ricorrenza del 15 giugno, quando ha luogo una solenne processione cittadina per le vie del centro storico. Quella lignea è la più utilizzata e la si espone in varie occasioni dell'anno.

Chiesa di San Giovanni Evangelista[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giovanni (San Vito dei Normanni).
Esempio di Barocco: la chiesa di San Giovanni

La facciata, movimentata da quattro lesene con capitelli corinzi, è in pietra leccese. Nella chiesa vi sono sei tele pregevoli di cui due inserite in una struttura lignea comprendente cornice e baldacchino, le altre quattro sulle pareti laterali, sono del leccese Serafino Elmo. La chiesa, ormai sconsacrata, fu "venduta" dalla famiglia Dentice di Frasso alla cifra simbolica di 10 000 lire al Comune di San Vito. Oggi ospita mostre e incontri culturali.

Chiesa Santa Maria degli Angeli[modifica | modifica wikitesto]

La "Chiesa vecchia", fu costruita intorno al XV secolo. Successivi interventi sono avvenuti nel 1696 e nel 1763. Presenta una semplice facciata, contrassegnata da sei lesene con un portale ed una finestra ovale con cornici aggettanti. Nei suoi interni degni di nota sono gli altari laterali in pietra, l'altare maggiore in marmo policromo, un Crocifisso in legno del XVI secolo e una tela del 1809 realizzata da Domenico Carella.

Chiesa di Santa Maria della Mercede[modifica | modifica wikitesto]

La Chiesa di San Francesco risalirebbe al 1735 fu voluta dal principe Fabio Belprato. Sul finire dell'Ottocento, con la venuta dei Padri Mercedari, fu ingrandita notevolmente con una cupola, il presbiterio e un annesso convento. La facciata presenta quattro lesene con capitelli ionici, due nicchie in cui sono collocate le statue della Madonna della Mercede e di San Francesco da Paola. All'interno si può ammirare un coro in legno di gran pregio, i candelabri in ferro battuto e la statua, sempre in legno, di San Francesco.

Chiesa di Santa Maria delle Grazie[modifica | modifica wikitesto]

Il Convento è così chiamato dai sanvitesi perché, sino al 1868, confinante con il convento dei Frati Minori Francescani. Fu costruita nel 1586 per volere del principe Lucio II Palagano, con un'unica navata. Poi, con un successivo intervento nel 1700, ne fu aggiunta una seconda, e nel 1898 una terza. La facciata presenta solo il portale e due finestre centrali. Negli interni, sono situati nove altari laterali in pietra e delle tele raffiguranti la Crocifissione e l'Immacolata. Inoltre, nelle navate laterali, vi è la Pietà, di un autore ignoto, la Provvidenza e San Salvatore da Orte[non chiaro], dell'artista francescano locale fra' Giacomo da San Vito.

Chiesa dell'Annunziata[modifica | modifica wikitesto]

Detta anche chiesa di San Domenico a causa della presenza del vicino convento dei Domenicani fino al 1809. La chiesa fu edificata intorno al 1584 su un suolo donato da un devoto, presenta una facciata cuspidata con due lesene laterali, una finestra centrale e un portale opera di qualche scultore locale. Nel 1984 il crollo di due navate causò la chiusura per restauro che durò un decennio. Oggi, ricostruita grazie all'aiuto dei fedeli, è riaperta al culto ed è possibile ammirare i sei altari laterali, in pietra, del Settecento e l'importante tela del 1769 che ritrae l'Annunciazione, realizzata dall'artista Domenico Carella. Tra le varie statue presenti nell'edificio si segnalano due trespoli settecenteschi della Madonna: un'Addolorata ed una Madonna del Rosario, titolare di un'omonima confraternita che da secoli opera in questa chiesa. Degno di nota è poi un Sacro Cuore in cartapesta dell'artista leccese Manzo, autore di alcuni Cristi dei "Misteri di Taranto" e soprattutto due opere settecentesche, una lignea ed una in cartapesta, che raffigurano San Vincenzo Ferreri, compatrono della città.

Chiesa di San Michele Arcangelo[modifica | modifica wikitesto]

Costruita nel 1928 per volontà di Concetta Carlucci in seguito ad una visione in cui veniva invitata a risvegliare il culto del Santo nella città. La struttura, molto semplice, è stata arricchita recentemente da un portale bronzeo sovrastato da una lunetta con un bassorilievo raffigurante san Michele Arcangelo, opera dello scultore Cosimo Giuliano da Latiano e da una statua che raffigura Concetta Carlucci.

Altre chiese[modifica | modifica wikitesto]

Insediamenti rupestri[modifica | modifica wikitesto]

Numerosi sono gli insediamenti rupestri nel territorio sanvitese realizzati da monaci bizantini fuggiti da Oriente perché perseguitati a causa del loro culto. Trovarono rifugio nel territorio sanvitese, risalendo il canale Reale e stabilendosi in armonia con i contadini del luogo.

Grotta di San Biagio[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa rupestre di San Biagio.

San Biagio[16][17][18], che si trova nei pressi dalla masseria Jannuzzo, è un santuario monastico bizantino collocato villaggio rupestre. La chiesa, di rito ortodosso, è stata ricavata all'interno di una grotta. Presenta anche le celle destinate ai monaci, tuttavia nel tempo ha subito notevoli trasformazioni. Come tutte le chiese scavate lungo l'ultimo tratto della via Francigena, il santuario di San Biagio presenta al suo interno affreschi votivi dedicati a santi tipici del culto orientale come san Biagio, san Nicola e sant'Andrea ma anche santi latini, come san Giorgio, san Giacomo e san Giovanni. Le iscrizioni poste sulle iconografie, sono tutte in greco tranne una: quella di san Nicola, la quale presenta anche l'iscrizione in latino in segno di unità religiosa tra la chiesa ortodossa e quella latina.

Altri insediamenti[modifica | modifica wikitesto]
Cripta di San Nicola
San Nicola[19], in contrada San Nicola-Malpasso, si trova a metà strada tra San Vito e Serranova. La cripta e le quattro grotte annesse sono situate in una piccola vallata, in parte scavata nella roccia, in parte costruita in tufo. All'interno si trova l'immagine di San Nicola e sulle pareti in tufo si notano tracce di affreschi.
Cripta di San Giovanni
San Giovanni[20] è un insediamento rupestre composto da diverse grotte, di cui alcune parzialmente crollate, nelle quali sono state ritrovate due piccole celle con tracce di graffiti. Un'altra, quasi completamente interrata, è divisa in sette bracci laterali che confluiscono in un corridoio centrale. La cripta presenta, inoltre, un pilastro centrale su cui poggiano tre archi a tutto sesto. La parte affrescata, risalente presumibilmente al XIII secolo, si trova nell'abside centrale.
Cripta di Santa Maria di San Giacomo al casale
Santa Maria[21] si trova nell'omonimo antico casale che fu abbandonato già nel XV secolo. Scoperta in seguito al recente ripopolamento del casale sotto l'antica chiesa, all'interno presenta un affresco della Vergine col Bambino.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Reperti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello d'Alceste.

Negli anni novanta, appena fuori dal centro abitato, precisamente in contrada Castello d'Alceste, sono state ritrovate tracce di costruzioni risalenti all'età del ferro e, successivamente alla terza campagna di scavi, un ampio insediamento messapico presumibilmente risalente al periodo tra il VII e IV secolo a.C.[22].

La zona archeologica è stata oggetto di alcune campagne di scavi realizzate dall'amministrazione comunale di San Vito dei Normanni, la Soprintendenza Archeologica di Taranto e il Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento.

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Castello Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni.
La torre quadrata del Castello di San Vito

Il castello Dentice di Frasso, di fattura medievale[23], con la sua torre quadrata, si affaccia sulla piazza principale del paese, proprio di fronte al Municipio.

L'accesso originario avveniva attraverso un ponte levatoio che si abbassava dalla finestra situata sulla porta della cappella. La prima costruzione fu senz'altro la torre, ritenuta di età normanna e risalente al XII secolo. Costruita da Boemondo d'Altavilla nell'XI secolo, si trovava in una posizione strategica sulla via consolare che da Carovigno passava per il casale di San Vito e giungeva per la via Vecchia per Oria. Essa, perfettamente integra, ancora oggi domina il territorio di San Vito. La torre presenta merli di tipo guelfo e aperture strette che consentono l'illuminazione dei tre ambienti interni posti l'uno sopra l'altro.

Intorno alla torre vi è un ampio cortile in cui si affaccia la costruzione cinquecentesca della residenza, caratterizzata da una serie di beccatelli ed eleganti finestre rettangolari. Il castello fu probabilmente costruito in origine come residenza di caccia, essendo una volta il territorio di San Vito completamente ricoperto da boschi. L'ingresso al palazzo è costituito da un arco a sesto acuto, sulla cui sommità è collocato lo stemma della famiglia Dentice. Notevole la scalinata in pietra che conduce ad una veranda colonnata, su cui poggiano tre archi a tutto sesto.

Nel suo interno conserva sale decorate, tele, trofei di caccia e l'Archivio Storico, recentemente restaurato. Ancora oggi il castello è di proprietà privata e abitato dai discendenti della famiglia Dentice di Frasso.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

Piazze principali[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo del Municipio
Scorcio della Villa Comunale
Una veduta del Corso Leonardo Leo
Inizio delle stratodde - Centro Storico
Una spiaggia di Specchiolla, frazione del comune di Carovigno
Campagna di San Vito dei Normanni, contrada Ammazzaciucci
Piazza Leonardo Leo
Piazze nel centro storico
  • piazza Papa Giovanni Paolo II[24];
  • piazza Leonardo Leo;
  • piazza Giosuè Carducci.
Piazze della parte moderna
  • piazza J. e R. Kennedy;
  • piazza Lanza del Vasto;
  • piazza Sandro Pertini;
  • piazza Aldo Moro;
  • piazza Arturo Toscanini.

Luoghi naturali[modifica | modifica wikitesto]

La Villa comunale[modifica | modifica wikitesto]

L'unico polmone verde della città è la Villa Comunale, chiamata dai Sanvitesi la Pineta a causa della presenza di grandi pini marini, vi si possono trovare anche numerose palme. Il parco è al centro della città e circonda la scuola primaria I circolo.

Natura e ambiente circostante[modifica | modifica wikitesto]

A pochi chilometri dalla città si trova Torre Guaceto, del vicino comune di Carovigno (BR) una Riserva Naturale WWF dello Stato la cui estensione è di circa 1200  e un fronte marino che si sviluppa per circa 8 000 m. L'area marina è rappresentata da un rettangolo ideale, con una profondità media di 3 000 metri, attraversata e divisa dalla Strada statale 379.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[25]

Il comune dalla fine del XX secolo è interessato da una decrescita della popolazione residente dovuta alla diminuzione del tasso di natalità.

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati ISTAT al 1º gennaio 2022 i cittadini stranieri residenti a San Vito dei Normanni erano 454.[senza fonte]

Dialetto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto brindisino e Dialetto salentino.

Il Sanvitese è il dialetto brindisino appartenente alla famiglia salentina, e quindi al meridionale estremo. La particolarità è che San Vito si trova non distante da comuni il cui dialetto comincia a essere influenzato dal barese o tarantino (ostunese e cegliese).

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Realtà culturali[modifica | modifica wikitesto]

Di notevole rilevanza è nella città il circolo mandolinistico che insegna la tecnica sanvitese di suonare la pizzica "alla barbiere".

Le rezze[modifica | modifica wikitesto]

La tipica rezza sanvitese

Le Rezze (da Rètia in latino, rete) sono una sorta di tenda posizionata davanti all'uscio di quasi tutte le case per proteggere lo stesso dai forti raggi del sole, ma anche dalle intemperie invernali. La "rezza" è composta da targhette sottili di legno poste orizzontalmente e parallele l'una all'altra, lasciando solo pochi millimetri di spazio.

Le rezze, possono essere di diversi colori: viola, verde, giallo, marrone e beige.

La tradizione sanvitese usa l'espressione "Vecchia cretu la rezza" (donna anziana dietro la rezza) per esprimere la volontà di vedere, anzi spiare, senza essere visti.

La 'nciuria[modifica | modifica wikitesto]

La 'nciuria è quel soprannome che ha una valenza di scherno e che viene dato agli abitanti di una qualsiasi cittadina salentina dagli abitanti dei comuni vicini.

Il soprannome dei sanvitesi è "mulacchiuni", cioè "grandi muli". Il motivo della 'nciuria dipenderebbe dal fatto che i sanvitesi hanno un atteggiamento poco aperto alle differenze, alle novità e alle idee del prossimo.

Scorcio del centro storico, le stratodde
I grandi pini marini della villa comunale

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

La Biblioteca Comunale
Biblioteca Comunale "Giovanni XXIII"
La biblioteca comunale[26] è la prima biblioteca cittadina, fondata dai frati Domenicani nel loro convento. Essi possedevano un patrimonio di migliaia di libri rilegati in pelle e ordinati in nove grandi armadi. Dal 1809 i frati abbandonarono il convento e molte opere andarono perdute. Nel 1946, il sindaco Vincenzo Trizza nominò una commissione di intellettuali per creare una nuova biblioteca. Costoro donarono 750 volumi e venne ordinato l'acquisto di 450 libri di classici, due enciclopedie e raccolte di libri di autori conterranei. Nel 1962 fu costituita l'attuale biblioteca a causa di Angelo Pagliara, che inviò lettere alle più alte cariche dello Stato e della Chiesa per chiedere l'invio di materiale librario. Papa Giovanni XXIII donò tre volumi dei suoi discorsi con firma autografa e, quindi, la biblioteca prese il suo nome. Dal 2001 la Biblioteca Comunale ha una sede definitiva: l'ex Convento dei Domenicani, edificio del Seicento.
Biblioteca Pubblica "San Benedetto"
Questa biblioteca[27], fondata nel 1940, si trova nel convento delle Oblate benedettine di Santa Scolastica ma è aperta al pubblico. Presenta circa 26 000 volumi e opuscoli ed è specializzata in Bibbia, Teologia, Patristica, Ecumenismo nella storia della Chiesa.

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a quattro scuole primarie e a due scuole secondarie di I grado, hanno sede a San Vito dei Normanni il Liceo Scientifico Leonardo Leo[28] e, dall'anno scolastico 2008/2009, l'Istituto professionale "F.L. Morvillo Falcone", sede associata di Brindisi.

Museo della Civiltà Rurale[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo della Civiltà Rurale[29], realizzato dal gruppo di azione locale Altosalento[30], è stato inaugurato il 21 luglio 2001 ed è attualmente gestito dall'Associazione Culturale “AXAS Onlus”. Il museo, come la biblioteca comunale, è situato all'interno del Chiostro dei Domenicani. Il Museo ospita una raccolta di oggetti d'uso quotidiano ed attrezzi che testimoniano la quotidianità della vita rurale tra il XVIII secolo ed i primi anni cinquanta del XX secolo. Gli utensili riguardano tutte le classi lavoratrici: artigiani, fabbri, falegnami, sellai, arrotini, calzolai e, naturalmente, contadini.

Museo diffuso Castello d'Alceste[modifica | modifica wikitesto]

Nella contrada Castello d'Alceste sono state ritrovate tracce di un villaggio a capanne della seconda metà dell'VIII secolo a.C. e abitazioni a pianta ovale con copertura di materiale deperibile. Ad esse si sovrappongono nel VI secolo a.C. costruzioni con un impianto completamente diverso, che riflettono l'avvento di nuove tecniche costruttive e di un nuovo modo di concepire lo spazio abitativo. Le case di questo periodo sono articolate in più ambienti e presentano complessi sistemi di copertura che fanno uso di tegole.

Il 29 luglio 2009, nell'ambito della Giornata del Paesaggio, è stato inaugurato nella zona il Museo diffuso Castello d'Alceste. Il Museo diffuso, secondo ecomuseo del territorio pugliese, dopo quello di Cavallino è stato realizzato anche grazie al supporto della Fondazione Cariplo-Acri Sviluppo Sud.

Media[modifica | modifica wikitesto]

  • Web TV: Puntonet web TV[31]
  • Radio: L'unica emittente radio storica in San Vito dei Normanni era Teleradio Sanvito, chiusa nel 2017, tuttavia nel 2018 diventa webradio cambiando il nome in Teleradio Classics, proponendo per tutta la giornata musica dagli anni 70 agli anni 2000, l'emittente ha però chiuso nello stesso anno. Il 21 settembre 2018 l'emittente rinasce sempre come webradio ma curiosamente con il suo nome originale, ovvero Teleradio Sanvito, attualmente la programmazione offre musica e informazione per tutta la giornata, nella notte del 1º giugno viene ricollegata anche in FM sulla sua frequenza d'origine, ovvero i 98.100, tuttavia al momento è trasmessa solo nelle ore notturne, dalla mezzanotte alle 5 del mattino.
  • Nel 2023 rinasce un'altra storica radio sanvitese, Radio CBS, nata nel 1975 e chiusa nel 1982. Esattamente a 41 anni di distanza, il 2 ottobre 2023, rinasce in via sperimentale come webradio, fruibile sul web sul sito www.radiocbs.it e su vari aggregatori, l'emittente inizierà ufficialmente le sue trasmissioni il 1 gennaio 2024.
  • Blog di informazione: Nel 2018 è nato un portale di informazione chiamato Esse Notizie che si occupa dei fatti di cronaca locale del comune sanvitese e del limitrofo San Michele Salentino.
  • Stampa
    • Il Punto (mensile),
    • L'arcobaleno (bimestrale).
  • Cinema: in seguito alla demolizione del rinnovato Cinema Pignatelli (avvenuta negli anni novanta) è comparso il Cinema Melacca, adattato anche come teatro, che è stato chiuso nel 2012.

Alcuni film hanno per sfondo ed ambientazione San Vito dei Normanni[32]:

  • L'uomo nero di Sergio Rubini, 2009. Buona parte del film è ambientato a San Vito.
  • La terra di Sergio Rubini, 2006. Il film è ambientato nella vicina Mesagne, ma alcune scene sono state riprese a San Vito, come l'arrivo in stazione.
  • Nel 2001, prima che entrasse in vigore la moneta unica, furono registrati una serie di spot televisivi per l'occasione; ognuno dei quali doveva rappresentare uno dei Paesi dell'Unione europea. San Vito fu scelta per girare lo spot rappresentante la Spagna.
  • Il grande botto di Leone Pompucci, 2000. Il film è ambientato nella vicina Ostuni, tuttavia la piazza del paese e il bar dove si muovono i protagonisti sono al centro di San Vito.
  • Latin Lover (film) di Cristina Comencini, 2014. Il film narra, in chiave tragicomica, dei complicatissimi rapporti tra le diverse figlie (una francese, una italiana, una spagnola, una svedese e una americana) che un grande attore italiano (la star del cinema mondiale Saverio Crispo, nativo di San Vito) ha avuto da diverse mogli o amanti. La storia, dai risvolti farseschi, si svolge a San Vito dove oltre alle figlie, sono intervenute per le celebrazioni del decennale della morte del famoso attore anche due delle ex mogli.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Il tarantismo a San Vito[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tarantismo.
Mandolino

Il culto del tarantismo mescola tradizioni pagane e cristiane in passato si credeva, infatti, che le donne che mostravano forme di isteria, fossero contaminate dalle punture di tarantola. L'unico rimedio conosciuto era quello di ballare ininterrottamente per giorni, in modo che il veleno non facesse effetto.

Attraverso la musica e la danza era, quindi, possibile dare guarigione ai tarantati, realizzando un vero e proprio esorcismo a carattere musicale. Ogni volta che un tarantato esibiva i sintomi associati al tarantismo, i suonatori di tamburello, violino, mandolino, chitarra e organetto si recavano nell'abitazione del tarantato e cominciavano a suonare la pizzica, musica dal ritmo sfrenato. A questo punto il tarantato cominciava a danzare e cantare per lunghe ore sino allo sfinimento. La credenza voleva, infatti, che mentre si consumavano le proprie energie nella danza, anche la taranta si consumasse e soffrisse sino ad essere annientata. La particolarità sanvitese è che si credeva che il tarantato o la tarantata riuscisse a guarire dalla crisi se il ballo si poteva svolgere in acqua (taranta d'acqua)[33].

Alla leggenda popolare può essere in realtà legata anche una spiegazione strettamente scientifica: il ballo convulso, accelerando il battito cardiaco, favorisce l'eliminazione del veleno e contribuisce ad alleviare il dolore provocato dal morso del ragno e di simili insetti. Non è quindi da escludere che il ballo venisse utilizzato originariamente come vero e proprio rimedio medico, a cui solo in seguito sono stati aggiunti connotati religiosi ed esoterici.

San Vito conserva una notevole tradizione di pizzica che, a differenza di quella leccese, si presenta scevra da riferimenti cristiani[34] e con un repertorio terapeutico-musicale riscontrabile solo in questo comune. Si pensi che negli anni cinquanta si potevano contare almeno una trentina di suonatori coinvolti nella cura, di cui una decina costantemente coinvolti nel periodo "epidemico", mentre altri vi si aggiungevano in caso particolari, o se i tarantati erano particolarmente numerosi.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina pugliese, Cucina salentina e Vini della Puglia.
I dolcetti tipici sanvitesi: li mustazzueli
Forme di cacioricotta
I comuni membri dell'Appia dei vini

La cucina sanvitese[35] consiste in melanzane ripiene (dette maranciani chini) e fave con le verdure (dette anche favi e fogghi). Ne fanno inoltre parte le "frise" con i pomodorini locali, olio e origano, tipico piatto estivo. Da non dimenticare anche "li gnummarieddi" o "turcinieddi", spiedini di carne. Tra i dolci si possono menzionare i mustazzueli, dolcetti al cioccolato, le Carteddàte dolci natalizi a forma di roselline di pasta sfoglia sottile fritte nell'olio bollente, la cupeta dolce con le mandorle, le pettole pallottole di pasta lievitata molto morbida e poi fritte nell'olio bollente. Il vino e l'olio: il comune è membro della strada dell'olio Collina di Brindisi e della strada del vino denominata Appia dei vini, di cui fanno parte anche i comuni di Brindisi, Ostuni, Latiano e Mesagne.

Bevande alcoliche, distillati, liquori[modifica | modifica wikitesto]

Latte di mandorla
realizzato mettendo in infusione in acqua le mandorle finemente tritate e spremendo poi le stesse per farne uscire tutto il succo. La regione Puglia ha inserito il latte di mandorla nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
Limoncello
è un liquore dolce ottenuto dalla buccia del limone e arricchita da acqua, zucchero e alcool.

Formaggi[modifica | modifica wikitesto]

Burrata, cacioricotta salentino, caciocavallo, giuncata, manteca, mozzarella o fiordilatte, pecorino, ricotta, ricotta forte, scamorza, vaccino, Ricotta Salata o ricotta marzotica.

Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati[modifica | modifica wikitesto]

Asparagi sott'olio, capperi sott'aceto, carciofini sott'olio, Cotognata, Cotto di Fico, fichi secchi, funghi spontanei secchi al sole, funghi spontanei sott'olio, lampascioni sott'olio, marmellata di arancio e limone, marmellata di fichi, melanzane secche al sole, melanzane sott'olio, olive schiacciate o cazzate, olive in salamoia, Olive verdi, peperoni secchi al Sole, peperoni sott'olio, pomodori secchi al sole, Pomodori verdi e maturi secchi sott'olio, salsa di pomodoro, vincotto, zucchine secche al sole, Zucchine sott'olio.

Paste fresche e prodotti della panetteria, pasticceria, confetteria[modifica | modifica wikitesto]

Cartellate, Cavatelli, Dolci di pasta di mandorle (pasta reale), Lagane, Orecchiette, Pane di grano duro, Ravioli con ricotta, taralli, Pucce, Uliate, Pane di semola, Pane di orzo.

Vino[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio di San Vito è possibile produrre Aleatico di Puglia Doc, Ostuni Doc, Puglia Igt.

Lungo la Strada Appia dei vini, di cui il comune è membro, esistono varietà indigene di vitigni: le robuste coltivazioni a frutto nero che consentono la preparazione di Negroamaro, Primitivo e Malvasia, alle quali si sono affiancate nel corso degli anni, le coltivazioni dei vitigni a uva bianca.

Malvasia nera di Brindisi
Si tratta di un vitigno d'origine greca e delle isole egee, diffuso oggi nella maggior parte dei paesi mediterranei. Il suo vino, chiamato in inglese Malmsey, è dolce. In Italia la sua coltivazione è diffusa dal Piemonte alla Puglia. Vinificato opportunamente, può anche dare un vino bianco secco e, affiancato in uvaggio ad altri vitigni, contribuisce ad arrotondare le caratteristiche del vino stemperandone la spigolosità.
Sangiovese
Vitigno a frutto rosso, tra i più diffusi in Italia, dove concorre, da solo o in uvaggio, a determinare qualità e caratteristiche di decine di vini DOC.
Negroamaro
Vitigno che a Novoli era chiamato anche “lacrima”, ha una particolare attitudine a produrre rosati per le sue caratteristiche chimiche oltre che per la sua buccia fragile e per la polpa succosa che facilmente lascia gemere il mosto fiore.
Ottavianello
Vitigno con discreta vigoria vegetativa ed una buona produttività. La foglia è pentagonale, quienquielobata, con la pagina superiore verde bottiglia, glabra, opaca e la pagina inferiore verde chiaro.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Urbanistica[modifica | modifica wikitesto]

Il Comune si sviluppa originariamente intorno al Castello Dentice di Frasso, il centro storico che ancora oggi mantiene la struttura urbanistica antica: case molto basse e viuzze molto piccole.

Durante gli anni settanta del XX secolo San Vito conobbe un secondo notevole sviluppo urbanistico con la creazione della zona 167 nella parte nord della città. Questo quartiere ospita numerosi condomini popolari, ma anche residence e villette.

Rioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Santa Maria della Vittoria
  • Immacolata
  • San Domenico
  • Santa Maria della Mercede
  • Santa Rita
  • San Vincenzo Ferreri (già zona 167)

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Economia della Puglia.

San Vito dei Normanni è principalmente un centro agricolo e commerciale. Il livello dell'occupazione è al di sopra della media provinciale[38].

Il valore aggiunto del comune proviene per il 4,56% dall'agricoltura, il 9,36% dall'industria in senso stretto, il 12,29% dalle costruzioni e il 73,76 dai servizi[39].

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

Mandorla

Per quanto concerne il settore primario, la zootecnica non è molto sviluppata e opera con allevamenti di bovini e ovini, l'agricoltura invece conta su un migliaio di piccoli e medi imprenditori che praticano coltivazione intensive di frutta, verdura, mandorle e soprattutto dell'olivo (olea europea) presente sul territorio con diverse coltivazioni da olio.

Artigianato e industria[modifica | modifica wikitesto]

Anche il settore secondario è molto importante: l'industria nel territorio è presente con 250 attività industriali e 725 addetti pari al 17,96% della forza lavoro occupata. I settori manifatturieri più importanti sono la trasformazione dei prodotti agricoli (come i carciofi), ma anche la meccanica, il tessile (lavanderia industriale), confezionamento e lavorazione del legno, seguono poi le costruzioni che contano 50 imprese.
L'artigianato conta 300 laboratori e botteghe dove lavorano quasi 700 persone.

Servizi e turismo[modifica | modifica wikitesto]

Scorcio del Castello Dentice di Frasso di notte
Il corso Leonardo Leo in estate

Interessante, negli ultimi anni, la crescita del settore terziario: il commercio è presente con numerose aziende, circa 550, e contano quasi 1 000 addetti.

L'attività dei servizi, quella che cresce più rapidamente, è presente con 419 attività e 695 addetti pari al 17,22% della forza lavoro occupata, altre 350 attività di servizio con 965 addetti pari al 23,91% della forza lavoro e 61 attività amministrative con 1 651 addetti pari al 40,91% della forza lavoro. Nel terziario troviamo soprattutto aziende di trasporto e magazzinaggio, nonché agenzie immobiliari.

L'occupazione nella pubblica amministrazione, in passato forte a causa della base militare americana, si è ridotta oggi a poche centinaia di unità.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

Il centro di San Vito dei Normanni è attraversato dalla strada statale 16 Adriatica, che tuttavia risponde alle esigenze del traffico locale, essendo stata soppiantata, per l'intera tratta a nord di Brindisi, dalla più moderna strada statale 379. La SS 16, in particolare, collega San Vito con Carovigno, a nord-ovest, e il capoluogo provinciale, a sud-est. Dal comune si diparte anche l'ex strada statale 605 di Mesagne, ora classificata come SP 98 nel tratto che interessa il comune di San Vito dei Normanni.

San Vito è servita inoltre dalle strade provinciali SP 30 per San Michele Salentino, SP 46 per Latiano, SP 48 per Francavilla Fontana, SP 35 e 36 per le località balneari di Specchiolla e Torre Guaceto. La SP 31 collega il centro cittadino alla SP 29 Ostuni-San Michele Salentino.

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

La stazione di San Vito dei Normanni, lungo il tratto Bari-Brindisi-Lecce della linea Adriatica, sorge a 10 km dal centro abitato, in direzione sud-est, ed attualmente non è attiva.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
14 aprile 1946 23 settembre 1949 Vincenzo Trizza Sindaco
24 settembre 1949 21 novembre 1950 Giuseppe Labbruzzo Sindaco
22 novembre 1950 27 giugno 1951 Vincenzo Refolo Comm. pref.
27 giugno 1951 12 giugno 1956 Vincenzo Trizza Sindaco
13 giugno 1956 27 dicembre 1957 Vito Leo Sindaco
1º marzo 1958 2 settembre 1968 Nicola Di Gregorio Sindaco
3 settembre 1968 25 luglio 1970 Angelo Cavaliere Sindaco
26 luglio 1970 30 ottobre 1974 Antonio Leo Sindaco
3 novembre 1974 3 settembre 1975 Dante Paladino Comm. pref.
4 settembre 1975 21 settembre 1984 Vincenzo Carella Sindaco
26 gennaio 1984 17 settembre 1984 Giuseppe Cisternino Comm. pref.
18 settembre 1984 24 marzo 1986 Lorenzo Caiolo Sindaco
25 marzo 1986 22 ottobre 1987 Vincenzo Carella Sindaco
6 novembre 1987 24 luglio 1988 Archimede De Bonis Comm. pref.
28 luglio 1988 12 aprile 1991 Lorenzo Caiolo Partito Comunista Italiano Sindaco [40]
12 aprile 1991 5 dicembre 1991 Vincenzo Iaia Democrazia Cristiana Sindaco [40]
5 dicembre 1991 26 giugno 1993 Rosa Stanisci Partito Democratico della Sinistra Sindaco [40]
26 giugno 1993 28 aprile 1997 Antonio Michele Trizza - Sindaco [40]
28 aprile 1997 28 maggio 2001 Antonio Michele Trizza Alleanza Nazionale Sindaco [40]
28 maggio 2001 14 gennaio 2005 Vito Masiello Democratici di Sinistra, Partito Popolare Italiano, lista civica di centrosinistra Sindaco [40]
14 gennaio 2005 5 aprile 2005 Michele Lastella Comm. pref. [40]
5 aprile 2005 30 marzo 2010 Antonio Michele Trizza Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione di Centro, Nuova Democrazia, Liste Civiche di centrodestra Sindaco
13 aprile 2010 17 giugno 2015 Alberto Magli Il Popolo delle Libertà, La Puglia Prima di Tutto, Libertas Democrazia Cristiana, Alleanza per Magli, Alleanza di Centro Sindaco
17 giugno 2015 settembre 2020 Domenico Conte Partito Democratico, Lista Civica - CON TE, Sinistra - NOI a sinistra per la puglia, Lista Civica - San Vito cambia verso Sindaco
22 settembre 2020 in carica Silvana Errico centro-destra Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

  • La pallavolo è lo sport cittadino più praticato. La Volley San Vito, fondata nel 1989 da Luigi Sabatelli ha militato in serie A del Campionato italiano di pallavolo femminile. La Cogeir è una squadra di volley maschile e ha militato in serie C del Campionato Regionale di pallavolo maschile. L'Idea Sposa è la squadra di volley femminile e milita nel campionato Regionale di serie D.
  • Per quanto concerne il calcio la principale squadra fondata nel 1923, Unione Sportiva San Vito milita nel campionato di Prima Categoria[43], mentre un'altra società fondata nel 2008, l'USD Atletico Azzurri Santa Rita milita nel campionato di Seconda Categoria[44].
  • Il Nuoto è rappresentato dalla società Polisportiva Delfinia che, con i suoi atleti, ha ottenuto ottimi risultati anche a livello nazionale.[45]
  • Ben sviluppate a livello giovanile sono anche la società di jūdō A.S.Judo San Vito, l'ASD Maran Sport di ginnastica presente da oltre 25 anni sul territorio con attività di base e agonistica,[46] la società A.S.D. Ginnastica Normanna[47].
  • Nel 2006 ha avuto sede a San Vito la squadra di football americano dei Dragons San Vito, in precedenza basata a Brindisi e trasferita l'anno seguente a Lecce a seguito di fusione con gli Spiders Salento.

Impianti sportivi[modifica | modifica wikitesto]

  • Palazzetto dello Sport "F. Macchitella" presenta all'esterno un campo di calcetto, un campo di pallacanestro e due campi da tennis aperti al pubblico; mentre all'interno presenta un campo da basket e di pallavolo. Realizzato negli anni settanta, è stato oggetto di un allargamento dovuto alla crescita delle realtà sportive, soprattutto nel caso della pallavolo.
  • Campo sportivo "E.M. Citiolo", presenta due tribune di cui una coperta.
  • Campo sportivo "A. Vasta". Realizzato negli anni novanta nel quartiere 167.
  • Circolo Tennis posto fuori città, presenta due campi da tennis.
  • Karting club dei Saraceni SS 605 San Vito-Mesagne

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b I Comuni più ricchi d’Italia sulla base delle dichiarazioni dei redditi, in Sky TG24, 20 aprile 2023.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Vocabolario del dialetto sanvitese, pagina 89 (PDF), su digilander.libero.it, 9 giugno 2022.
  6. ^ Località raggiungibile tramite la SP 35
  7. ^ Medie climatiche 1961-1990, su wunderground.com. URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2008).
  8. ^ Dati climatologici medi, su eurometeo.com.
  9. ^ Tabelle e grafici climatici, su meteoam.it.
  10. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 27 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
  11. ^ Popolo emigrato dalla Slavonia, regione orientale dell'attuale Croazia.
  12. ^ G. Arditi, Corografia fisica e storica della Provincia di Terra d'Otranto, voce San Vito dei Normanni, Tipografia Scipione Ammirato (Lecce), 1879-85.
  13. ^ San Vito dei Normanni scoperta zona messapica, su ricerca.repubblica.it, la Repubblica, 18 dicembre 2003.
  14. ^ San Vito dei Normanni, decreto 1929-06-17 DCG, riconoscimento di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 13 novembre 2022.
  15. ^ Comune di San Vito dei Normanni, Statuto comunale (PDF), Art. 2 - Il territorio, la sede, lo stemma.
  16. ^ La Cripta di San Biagio, su comune.sanvitodeinormanni.br.it. URL consultato il 20 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  17. ^ Le Grotte di San Biagio, su Brindisiweb.
  18. ^ Le Grotte di San Biagio sul sito Mondi medioevali, su mondimedievali.net.
  19. ^ La Cripta di San Nicola, su comune.sanvitodeinormanni.br.it. URL consultato il 20 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  20. ^ La Cripta di San Giovanni, su comune.sanvitodeinormanni.br.it. URL consultato il 20 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  21. ^ La Cripta di Santa Maria di San Giacomo al Casale, su comune.sanvitodeinormanni.br.it. URL consultato il 20 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
  22. ^ I Messapi, su bdp.it. URL consultato il 22 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2008).
  23. ^ Il Castello Dentice di Frasso, su castellodenticedifrasso.it. URL consultato il 22 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2007).
  24. ^ Già piazza Vittoria.
  25. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 29-04-2022.
  26. ^ La biblioteca comunale, su provincia.brindisi.it (archiviato dall'url originale il 30 agosto 2006).
  27. ^ La Biblioteca Pubblica San Benedetto, su provincia.brindisi.it. URL consultato il 22 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2008).
  28. ^ Il sito del liceo scientifico, su liceoleosanvito.br.it. URL consultato il 4 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2013).
  29. ^ Il museo della Civlità rurale, su vacanzeitinerari.it.
  30. ^ Il sito del GAL Alto Salento, su galaltosalento.it.
  31. ^ Il sito di Puntonet, su puntonet.org.
  32. ^ Per approfondire, consulta il sito apuliafilmcommission.it.
  33. ^ Per approfondimenti si rimanda a "Tre Violini" di Fernando Giannini (visionabile nella biblioteca comunale) nel cui allegato CD sono riportate le pizziche terapeutiche suonate dagli ultimi musici-guaritori sanvitesi.
  34. ^ Fernando Giannini in "Tre Violini"
  35. ^ Il sito che elenca i prodotti tipici della Puglia, comune per comune, su tipicipuglia.it. URL consultato l'8 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2009).
  36. ^ Il sito ufficiale del Barocco Festival, su baroccofestival.it.
  37. ^ Brindisi Oggi, su brindisioggi.it.
  38. ^ Economia – Città e Paesi – Gazzetta del Mezzogiorno [collegamento interrotto], su lagazzettadelmezzogiorno.it.
  39. ^ Puglia in cifre 2009, su ipres.it, IPRES – Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali, 11 gennaio 2010, p. 183 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2012).
  40. ^ a b c d e f g http://amministratori.interno.it/
  41. ^ Sister cities of Salzwedel, su en.sistercity.info.
  42. ^ San Vito dei Normanni e Louviers: un patto di amicizia che si rinnova, su comune.sanvitodeinormanni.br.it.
  43. ^ Tuttocampo.it. URL consultato il 9 giugno 2022.
  44. ^ Tuttocampo.it. URL consultato il 9 giugno 2022.
  45. ^ Ottimo inizio di stagione per la Polisportiva Delfinia di San Vito Dei Normanni, su brindisiin.it. URL consultato l'8 giugno 2016.
  46. ^ Maran Sport, su asdmaransport.it. URL consultato il 20 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 18 dicembre 2014).
  47. ^ Gınnastıca Normanna [collegamento interrotto], su ginnasticanormanna.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Arditi, Corografia fisica e storica della Provincia di terra d'Otranto, Bologna, Arnaldo Forni, 1979.
  • V. Cazzato e S. Politano, Topografia di Puglia: Atlante dei “monumenti“ trigonometrici; chiese, castelli, torri, fari, architetture rurali, Galatina, Congedo editore, 2001.
  • AA. VV., Città e Paesi di Puglia e Basilicata, Gazzetta Del Mezzogiorno.
  • A. Chionna, Beni Culturali di San Vito dei Normanni, Fasano, 1988.
  • F. Dell'Aquila e A. Messina, Le chiese rupestri di Puglia e Basilicata, Bari, 1998.
  • R. De Vita (a cura di), Castelli, torri ed opere fortificate di Puglia, Bari, Editoriale Adda, 1974.
  • A. Marinazzo, Viaggio in Terra di Brindisi.
  • L.A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto, Lecce, Istituto Araldico salentino, 1994.
  • M.R. Muratore, Guida del Salento 2, Galatina, Congedo Editore, 1997.
  • C.D. Poso, Il Salento normanno. Territorio, istituzioni, società, Galatina, Itinerari di ricerca storica, 1988.
  • A. Sanasi, Antiche vie del Salento, Galatina, Congedo editore, 1971.
  • A. Spagnolo, Nuovo annuario di terra d'Otranto, Galatina, Congedo editore, 1957.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN132604560 · WorldCat Identities (ENlccn-n86016231
  Portale Puglia: accedi alle voci di Wikipedia che parlano della Puglia