Schieson Trevisan

"Bepo Gobo da Casier", il mago raffigurato poco sotto il nome dell'almanacco nonché autore nominale del "Pronostego"

Lo Schiesón Trevisàn (IPA: /stʃe'zon trevi'zan/, in veneto) è un almanacco contenente informazioni su sagre, fiere, mercati, computo ecclesiastico, feste mobili, curiosità varie legate per lo più al mondo della campagna, lune, vini, agricoltura tradizionale, astrologia, e zodiaco. È considerato uno dei più antichi[senza fonte] in quanto edito per la prima volta nel 1744 in Treviso da Giovanni Anastasio Pozzobon, ma compilato con il nome di "Schieson de Casacorba" a partire dal 1717.

È a tutt'oggi pubblicato annualmente.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Schieson de Casacorba[modifica | modifica wikitesto]

Il nome dell'almanacco deriva probabilmente dal termine veneto s-cesón (ovvero s-cessón, pisolèra e bessolèr) per indicare il Celtis australis, l'albero che in italiano è detto "bagolaro" o "schiacciasassi".

Un primo almanacco, lo Schieson de Casacorba, è stato redatto a partire dal 1717 da un prete di Casacorba, poco distante da Treviso, il quale, ispirandosi ai discorsi dei parrocchiani uditi sotto l'ombra del grande albero che cresceva davanti alla chiesa del paese, amplificava in questo modo le chiacchiere e le critiche della gente comune. Come i rami flessibili del bagolaro servivano a produrre fruste, così lo Schieson si proponeva di bacchettare bonariamente i vizi più comuni.

Schieson Trevisan[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1744 il poeta dialettale Giovanni Pozzobon cominciò a pubblicare un proprio almanacco, lo “Schieson Trevisan”: come nel primo Schieson, assieme al calendario-lunario, troviamo un breve componimento, il "Pronostego" (pronostico) o poesia sull'anno, ricca di ironia e battute di spirito.

Come scrisse Bartolommeo Gamba, il "popolare libretto" era pieno di "buoni morali insegnamenti, giammai contraddelti da verun'espressione sfuggitagli in offesa della Religione o della decenza". Vista la grande fortuna (i poligrafi ottocenteschi arrivano a ipotizzare l'incredibile numero di 80000 copie[1], in seguito ridimensionato ad 8000[2]), Pozzobon ottenne nel 1774 dal Senato veneto un privilegio esclusivo: incominciavano infatti a circolare altri almanacchi dello stesso genere (famosi quelli di Tito Livio Cianchettini e "La torre de Noal" di Pietro Brunati).

Dopo la morte del Pozzobon, nel 1785, spirato il privilegio, il termine Schieson divenne sempre più sinonimo di almanacco, lunario: se il figlio del Pozzobon, Antonio, continuò l'opera paterna pubblicando lo "Schiesoncin" (in seguito il nome mutò anche in "Schieson Trevisan senza parrucca" e "Schieson Pronostego"), si diffusero almanacchi come lo "Schieson con la scuffia", già pubblicato nel 1754, il "Bufon Trevisan" stampato a Venezia già nel 1757, o lo "Schieson venezian".

Il terzo grande lunarista fu Vincenzo Bernardi, che provvide alla compilazione dal 1813 al 1834.

Come vari letterati si scambiarono la maschera di Bepo Gobo da Casier (questo è il nome del mago raffigurato poco sotto il nome dell'almanacco nonché autore nominale del Pronostego), vari editori si succederono nella stampa dello Schieson Trevisan: verso la metà dell'800 venne stampato dalla famiglia Remondini a Bassano del Grappa, finché alla fine dell'800 il marchio fu rilevato dalla Tipografia di Luigi Zoppelli, oggi Arti Grafiche Zoppelli.

Nel 2024 la proprietà dello Schieson è stata acquisita dall'Associazione Internazionale Trevisani nel Mondo.

Lo Schieson oggi[modifica | modifica wikitesto]

Lo Schieson è oggi un simbolo importante della cultura, del mondo agricolo e dell'identità locale[3] e continua ad essere diffuso sia in ambito locale che internazionale (lo Schieson del 2010 ha avuto oltre 600000 lettori)[4].

Redattori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bartolommeo Gamba, Collezione delle migliori opere scritte in dialetto veneziano.
  2. ^ Roberto Binotto, Personaggi illustri della marca trevigiana, p. 462.
  3. ^ schieson.it
  4. ^ regione.veneto.it

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bartolommeo Gamba (a cura di), Collezione delle migliori opere scritte in dialetto veneziano, Venezia, al negozio di libri all'Apollo, dalla Tipografia di Alvisopoli, 1817.
  • Augusto Serena, Un famoso almanacco..., in Gazzattino di Treviso, del 16 aprile 1934.
  • G. Renucci, Lunari, Almanacchi, Schiesoni trevisani, in I quaderni della Tarvisium, n. 1 1982.
  • Roberto Binotto, Personaggi illustri della marca trevigiana, Cassamarca, 1996.
  • Da "El Schieson Trevisan" a "Bepo Gobo da Casier": la raccolta di Emanuele Bellò, catalogo della mostra tenutasi al Portello Sile - Spazio culturale degli Alpini (Treviso) 17 ottobre - 8 novembre 2009, Comune di Treviso, Fondazione Cassamarca.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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